Serie A
Roma, Paredes: “Volevo questo rinnovo e ne sono felice. Boca? Sì, quando c’era Juric volevo andare via”
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Il centrocampista della Roma Leandro Paredes, fresco di rinnovo di contratto, ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport.
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A seguire l’intervista completa
Paredes: “Ranieri mi ha fatto tornare a giocare”
Come stai?
“Sto bene, è una fase della mia vita in cui sono davvero contento. Da quando sono arrivato qui mi sono subito attaccato a questa maglia. Io e la mia famiglia: due miei figli (Victoria e Lautaro, arrivato dieci giorni fa, in mezzo c’è Giovanni, nda) sono nati qui. È una piazza che amiamo tanto”.
Rinnovo
“Sono felice di questo rinnovo del contratto: volevo stare qui un altro anno per raggiungere qualcosa di importante con la Roma, prima di tornare in Argentina. C’è una clausola a favore del Boca Juniors? Il fatto che ci sia o meno cambia poco. Conta la mia scelta, che è stata quella di rinnovare. Adesso penso solo a questo, poi quello che succederà lo vedremo più avanti”.
“Per me il Boca è una passione. Ogni volta che parlo del Boca mi vengono i brividi, è qualcosa di particolare. Bisogna viverlo per saperlo, stare in curva o in campo. De Rossi ad esempio mi chiese subito del Boca, sono contento abbia esaudito il sogno di giocarci. Con lui ho sempre avuto un rapporto top, fu lui a dirmi che lo avrei fatto contento a giocare con la 16”.
Ranieri
“Ranieri è stato molto importante, mi ha fatto tornare a giocare. È vero, in quei due mesi con Juric ho fatto di tutto per tornare al Boca. E anche la Roma mi aveva detto che se le cose fossero continuate così, avrei potuto iniziare cercarmi un’altra squadra. Per me la fiducia di un allenatore è la cosa più importante. Avevo davvero bisogno quando, appena arrivato, il mister mi ha definito un monumento: quelle parole mi hanno dato la forza di andare avanti”.

CLAUDIO RANIERI PARLA CON LEANDRO PAREDES ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
“Come mai Juric non mi vedeva? Non lo so. Quando non gioco mi faccio sempre delle domande, ma non le giro all’allenatore. Vedevo e non capivo. Non solo io, anche i compagni o la gente fuori da Trigoria. Non è che ho perso il posto giocando, Juric mi ha lasciato fuori subito, da quando è arrivato. Una sua scelta. E l’ho rispettata”.
De Rossi
“De Rossi per me era un grande allenatore già quando giocava, figuriamoci dopo. Il suo addio ci è dispiaciuto, eravamo convinti di poter fare molto bene con lui. Ora, però, dobbiamo pensare al presente e goderci quello che stiamo facendo”.
“Sappiamo quanto vale per la città, per la Roma, per la classifica e per i tifosi. Come si vince? Come abbiamo vinto gli altri: giocando bene, con mentalità e un po’ di furbizia che abbiamo avuto sempre in questo tipo di partite. Mi ricorda Boca-River? Sicuramente sì, anche per come lo vive la gente, la città, è un derby molto simile a quello argentino. Ci tengo molto a questa sfida: sarà una gara difficile, ma anche molto bella da giocare”.
Chi toglieresti alla Lazio?
“Alla Lazio non toglierei nessuno. Anzi, spero che giochino tutti. Vincere contro quelli più forti è sempre più bello. Sarebbe un sogno farlo con un mio goal. Io ci credo. Sempre. Gli screzi con Pedro e Guendouzi? Sono cose che succedono, soprattutto in partite calde. In campo ho litigato anche con Messi, figuriamoci. Poi però resta tutto lì. Almeno mi hanno insegnato così fin da piccolo”.
“Per me il primo anni qui da giovane è stata dura, piazza e squadra importanti. Io poi davanti avevo giocatori fortissimi. Ma ho imparato e lo stesso può fare Soulé da Dybala o Pellegrini, che possono aiutarlo. Con lui serve pazienza”.
Chi preferisci tra Spalletti e Mancini?
“Spalletti e Mancini? Ho imparato da tutti i tecnici che ho avuto, anche dai meno bravi, quelli che non potevano fare l’allenatore (e ride, ndr). Questi sono due big, con una mentalità diversa ma con un tipo di calcio che piace a me. Da loro ho imparato tantissimo”.
Giampaolo
“Giampaolo è stato il primo a schierarmi come regista davanti alla difesa, a fami capire che in quel ruolo sarei potuto diventare un giocatore forte. Non ci credevo, ma aveva ragione lui. Perché in quel ruolo ho raggiunto la nazionale, giocato con Psg, Juve e Roma e vinto dei titoli importanti”.
“Non c’è neanche bisogno di dire quanto è importante in campo, averlo o non averlo ti cambia tantissimo. Ma abbiamo dei giocatori forti che possono far bene al suo posto. E lui ora ci sta aiutando anche da fuori. Paulo è un leader, in tutti i sensi. Punterei sempre su di lui. Avere un giocatore come lui nella Roma non è facile, al di là di quanto guadagni. Come lui non ce ne sono altri in Serie A e credo che sia un grande piacere per tutti i romanisti averlo un altro anno qui. Paulo fa la differenza al 100%”.

PAULO DYBALA PUNTA IL DITO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
La Roma ci può arrivare in Champions League?
“Ci proveremo fino alla fine. Ma per riuscirci dovremo dare il 110%, davanti abbiamo delle squadre fortissime. E daremo il massimo anche per vincere gli scontri diretti, che possono essere decisivi”.
Calciomercato
“La Roma ha messo gli occhi su tre giocatori argentini: Medina, Balerdi e Di Cesare? Con Medina e Balerdi ho giocato in nazionale. Ho parlato con entrambi, sono forti e giovani, possono fare bene qui. Di Cesare l’ho visto solo in tv, ma per quello che mi dicono è un ottimo giocatore”.
Le interviste
Tafanelli (compagno Matilde Brandi): “Juve in cerca di identità”
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08/05/2025
“Juve in cerca di identità sicuramente. L’Inter? Simone Inzaghi penso sia un ottimo tecnico ma ha davvero una grande fortuna”. Senza peli sulla lingua il futuro marito della showgirl Matilde Brandi Francesco Tafanelli, noto tifoso bianconero. Francesco Tafanelli, ex promettente calciatore delle parti di San Severo (oggi noto manager nel mondo della moda), ha 54 anni. E’ uscito allo scoperto come compagno di Matilde Brandi esattamente a inizio 2023, quando i due raccontarono la loro relazione al noto talk show Verissimo (Mediaset).
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“Devo ammettere con tutta onestà che, a qualche ora dall’inizio della partita di ritorno a San Siro contro il Barcellona, avevo dato l’Inter di Simone Inzaghi per spacciata: a mio avviso sarebbe passato più facilmente il Barcellona che avrebbe avuto anche un senso di rivalsa, visto che in casa propria aveva subito comunque sia una pressione molto forte da parte dell’Inter. I primi due gol nerazzurri mi avevano immediatamente fatto capire che mi sbagliavo; il 3 a 2 del Barcellona, invece, mi ha fatto rientrare in quei binari e dire forse non mi sbagliavo. Poi il calcio è fatto evidentemente di episodi…”
E’ legittimo considerare Acerbi l’uomo più carismatico di questa Inter? “Francesco Acerbi rimane sicuramente un buon giocatore ma… Sfido chiunque a dirmi che potesse pronosticare in Acerbi l’uomo che avrebbe risolto la semifinale di Champions… Ripeto, quei due episodi hanno poi caratterizzato la finale dell’Inter…”
Quindi tutto merito di Simone Inzaghi? “Ritengo che Inzaghi sia un ottimo tecnico ma dotato anche di grandissima fortuna…”. Sulla sua amata Juventus Tafanelli, futuro marito di Matilde Brandi (nota tifosa romanista), non ha dubbi: “La Juventus è una squadra a mio avviso in cerca di identità. Il cambio di gestione dovuto alla parte tecnica, quindi da Thiago Motta a Tudor, è molto poco significativo secondo me…Mi spiego meglio: Thiago Motta era un ottimo allenatore in una città in cui le aspettative e le pressioni non sono di certo quelle di Torino.
E probabilmente è stato o si è sopravvalutato sotto questo aspetto, rimanendo comunque un elemento di primo piano. Stesso discorso per Tudor…”. Quindi cosa vorresti dire Francesco? “Sinceramente direi che non vedo in queste figure quella personalità, quel carisma, quell’autorevolezza che servono per gestire un gruppo come quello della Juventus. Occorre ribadirlo: al netto di giocatori come Yildiz, che per me è un fenomeno, piuttosto che Vlahovic e qualche altro calciatore come Thuram, non ci sono più dei riferimenti precisi anche in campo. E questo secondo me è fortemente penalizzante…”
Serie A
Napoli, il dopo Osimhen potrebbe arrivare dalla Premier
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3 minuti fail
08/05/2025
La squadra di Antonio Conte, il Napoli, ha iniziato i sondaggi per il dopo Victor Osimhen, cominciando da un giocatore della massima serie inglese.
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La squadra partenopea ha deciso di puntare su un profilo top per l’attacco. Nelle ultime ore ci sarebbe stato un sondaggio per Darwin Nunez, centravanti del Liverpool che potrebbe cambiare aria nella prossima stagione.

Darwin Nunez #9 of Liverpool and Nathan Ake #6 of Manchester City challenge for the ball during the Premier League match Manchester City vs Liverpool at Etihad Stadium, Manchester, United Kingdom, 25th November 2023
(Photo by Conor Molloy/News Images)
Napoli: sondaggio Nunez
Cinque gol in questa Premier League in ventisette presenze. Tuttavia, nelle ultime diciassette gare ha iniziato la partita solamente una volta.
L’ostacolo più grande alla trattativa è la valutazione dell’uruguaiano. I Reds lo hanno pagato 64 milioni di sterline. Per questo motivo non vorrebbero scendere sotto i 50. Il Napoli ha chiesto informazioni nel corso delle ultime settimane e potrebbe acquistarlo per sostituire un Osimhen. Il nigeriano sembra ormai destinato verso la cessione (si parla di 75 milioni).
Nei giorni scorsi ha parlato Arne Slot, allenatore del Liverpool.
“Credete sempre a quello che dicono i giornalisti? Non sempre? Nemmeno io. A volte è vero, ma a volte è meglio non credere a tutto quello che si scrive sui giocatori. Per me è una cosa completamente nuova. Ho detto molte volte che sto lavorando in un club dove è davvero piacevole lavorare. Per me è molto importante avere un ambiente di lavoro positivo, e questo lo ho con Richard (Hughes, il direttore sportivo, ndr). Quindi l’ultima, ultima, ultima cosa che farebbe sarebbe dirmi: ‘Se lo fai giocare, ci costerà questa cifra’. Questo non lo farà mai, mai. Non so se sia vero o meno, perché non ne abbiamo mai parlato. Lui non interferisce mai con la formazione. Potrebbe anche essere vero, ma se lo dice un giornalista, bisogna prenderlo con le pinze”.
Queste le parole del tecnico del Liverpool, fresco vincitore della sua prima Premier League con i Reds. Dove andrà Darwin Nunez?
Serie A
Napoli, De Laurentiis: “Scudetto? Il calcio è imprevedibile, ma segue un destino…”
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1 ora fail
08/05/2025
Aurelio De Laurentiis si esprime sul campionato: “Il calcio è bello perché imprevedibile, siamo nelle mani di Dio”, afferma il patron del Napoli.
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ANTONIO CONTE INVITA TUTTI ALLA CALMA ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
L’intervento di De Laurentiis a Race For The Cure
Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, ha partecipato all’evento Race For The Cure, dove ha rilasciato dichiarazioni sulla lotta Scudetto. Durante il suo intervento, ha sottolineato l’imprevedibilità del calcio, affermando che “la palla va dove Dio vuole”. Secondo De Laurentiis, il fascino del calcio risiede proprio nella sua incertezza, che rende ogni partita un evento unico e avvincente.
La filosofia di De Laurentiis sul calcio e sul Napoli
Il presidente del Napoli ha voluto evidenziare come, nonostante gli sforzi delle squadre, vi sia sempre un elemento imprevedibile che può indirizzare la partita in modi inaspettati. “Qualche volta va nella direzione giusta, qualche altra volta nella direzione sbagliata”, ha aggiunto De Laurentiis, ribadendo che il destino delle partite è spesso fuori dal controllo umano.
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Fonte: l’account X di Schira
Aurelio #DeLaurentiis a Race For The Cure sulla lotta Scudetto: “Il calcio è molto bello perché la palla va dove dio vuole. Qualche volta va la direzione giusta qualche altra volta nella direzione sbagliata. Siamo tutti quanti nelle mani di dio…”. #Napoli pic.twitter.com/CsUbV39SU3
— Nicolò Schira (@NicoSchira) May 8, 2025
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