Esteri
Barça e Real danno spettacolo, ma al Camp Nou è solo 0-0

Il grande classico di Spagna,una delle sfide più seguite al mondo , termina con un nulla di fatto. Ma se lo 0-0 finale lascia tutti con l’amaro in bocca,di certo lo spettacolo in campo e sugli spalti non ha deluso le attese.
IL PRE-PARTITA
L’attesa di questo classico numero 243 è sembrata forse più lunga del solito,non tanto per i 53 giorni di ritardo con cui è stato giocato,ma per tutto quello che è successo all’interno di questo arco di tempo con lo sport e la politica che ancora una volta si mescolano inutilmente. Alla vigilia del match l’allarme terrorismo era salito addirittura a 4 su 5 e con la prevista manifestazione organizzata appositamente il giorno della partita dalla piattaforma indipendentista Tsunami Democratic la tensione era alle stelle,con circa 4 mila agenti di polizia a presidiare l’alloggio delle squadre e le zone limitrofe dello stadio garantendo la calma fino all’immediato fischio d’inizio,scontri che non sono mancati poi all’esterno dello stadio durante il secondo tempo. Alla luce di tutto ciò gli organizzatori della Liga hanno deciso di far alloggiare le due squadre nello stesso hotel ,mai cosi vicini Barça e Real insomma…come non sono state mai cosi vicine,e torniamo a parlare di calcio, a questo punto del campionato. Primi a pari merito con 35 punti dopo 17 giornate di campionato,con un andamento simile per lunghi tratti del campionato.
LE SCELTE
Passata la paura della vigilia e delle ore che hanno preceduto la partita,finalmente l’attenzione e la curiosità si concentra sulle scelte dei due allenatori,che hanno regalato subito 2 belle sorprese. Zidane schiera Valverde al posto Modric con Isco trequartista alle spalle di Benzema e Bale. Valverde invece schiera ancora una volta Rakitic al posto di un acciaccato Busquets.
BARCELLONA (4-3-3): Ter Stegen; Semedo , Piqué, Lenglet, Jordi Alba; Sergi Roberto, De Jong, Rakitic; Messi, Suarez, Griezmann . All. Valverde
REAL MADRID (4-3-1-2): Courtois, Carvajal, Sergio Ramos, Varane, Mendy,Kroos, Casemiro, Valverde, Isco , Benzema, Bale. All. Zidane
LA PARTITA
Dopo il simbolico calcio d’inizio per celebrare l’idolo locale Marc Marquez,e la coreografia stupenda dei tifosi blaugrana , a prendere in mano l’incontro un po a sorpresa è il Real Madrid determinatissimo. Corti,concentrarti come non mai questa stagione, gli uomini di Zidane rubano il pallino del gioco al Barcellona e creano fin da subito tante occasioni,Pique respinge sulla linea un colpo di testa di Casemiro e Valverde con un missile da fuori area le azioni migliori. Il Barcellona ha la prima occasione con il solito Messi intorno alla mezz’ora ,questa volta e Ramos a respingere sulla linea il pallone calciato dall’argentino dopo una respinta corta di Curtois , allo scadere della prima frazione è ancora Messi che illumina con un assist meraviglioso, e mette Alba in condizione di battere a rete,ma il terzino spagnolo spedisce a lato . Nella ripresa il copione non cambia di molto e i blancos mantengono un discreto predominio territoriale,Valverde corre ai ripari ed inserisce Vidal per prendersi il centrocampo fin li in controllo del Real,ad interrompere i ritmi del match però ci pensa il pubblico che fa sospendere la partita lanciando in campo dei palloncini gialli simbolo della protesta catalana. Alla ripresa del gioco ,Messi dimostra di essere umano , liberato da Griezmann liscia il pallone con il suo magico sinistro per poi incespicare a un passo da Curtois. Nel finale Sale in cattedra Bale che prima calcia di poco a lato e poi segna il goal che potrebbe valere i 3 punti,ma l’urlo gli viene strozzato in gola dal guardalinee che segnala giustamente il fuorigioco seppur millimetrico di Mendy che gli aveva fornito l’assist. Nell’ultimo quarto d’ora neanche gli ingressi di Ansu Fati per il Barça , e Modric e Rodrygo per il Real cambiano la sostanza del match,da segnalare infatti solo un tiro alto da parte di uno spento Suarez,ma quel punto ci si avvia verso uno 0-0 che accontenta entrambe le contendenti e lascia la Liga ancora apertissima .
CURIOSITA’
Era dal 2002 che un classico non terminava a reti inviolate
Record per Zidane: L’allenatore francese esce imbattuto per la quinta volta di fila dal Camp Nou
Record per Valverde: 7 partite di fila senza perdere contro il Real Madrid
Premier League
Liverpool, sei i cambi…ma nessuna sconfitta a tavolino

Liverpool, talvolta le regole possono essere modificate a proprio favore, o così si direbbe. Ecco cosa è successo nell’ultimo match di Premier League dei reds.
Nel match di Premier League finito 3-1 tra Liverpool e Southampton, i Reds hanno effettuato sei sostituzioni senza incorrere in sanzioni. A differenza di quanto accadde alla Roma in Coppa Italia contro lo Spezia nel lontano gennaio 2021, quando un errore tecnico costò il 3-0 a tavolino, questa volta il regolamento è stato rispettato.
Liverpool, cos’è successo
L’episodio chiave è avvenuto nel primo tempo, quando il difensore dei Saints, Jan Bednarek, ha lasciato il campo per una commozione cerebrale. Il regolamento prevede che, in questi casi, sia concessa una sostituzione extra, estesa poi anche agli avversari. Così, sia Ivan Juric che Arne Slot hanno potuto sfruttare sei cambi complessivi.
Curioso poi il siparietto con Momo Salah. Non conoscendo la regola, l’egiziano ha provato a fermare il cambio, temendo una sconfitta a tavolino. L’arbitro ha però confermato la validità della sostituzione e il Liverpool ha concluso la partita senza problemi.
Premier League
Chelsea, Maresca su Palmer: “Cole non stava bene”

Enzo Maresca difende Cole Palmer dopo il rigore sbagliato: “Ha giocato nonostante non si sentisse bene, è un grande giocatore”.
La Partita e il Rigore Sbagliato
Durante l’ultima partita, Cole Palmer ha mancato un rigore cruciale. L’allenatore Enzo Maresca ha spiegato che Palmer non si sentiva bene durante la notte precedente, il che ha influenzato la sua performance. Nonostante l’errore, Maresca ha evidenziato l’impegno del giocatore nel partecipare alla partita, sottolineando che si tratta di un atleta di altissimo livello.

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Le Parole di Enzo Maresca
Maresca ha chiesto comprensione per Palmer, lodandolo per il suo sforzo e dichiarando che ora è tutto sotto controllo. L’allenatore ha voluto rassicurare i tifosi sulla condizione del giovane talento, ribadendo la fiducia nelle sue capacità e nel suo futuro.
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Fonte: l’account X di Fabrizio Romano
🚨 Enzo Maresca on Palmer missing the penalty: “Cole didn’t feel well during the night”.
“People need to understand the effort he made to be there. He is a top player. Everything is normal now”. pic.twitter.com/wpVOOPsZ3X
— Fabrizio Romano (@FabrizioRomano) March 9, 2025
Premier League
Liverpool, lo strano caso di Federico Chiesa

L’incredibile caso attorno all’ex Juve sembra tenere più il banco rispetto alla possibilità di titolo sempre più probabile del Liverpool.
La strana situazione di Federico Chiesa al Liverpool: l’italiano rischia di vincere la Premier League ma non ricevere in premio la medaglia di vincitore del campionato inglese.
No problem for Liverpool…ma con Chiesa in panca
La squadra di Arne Slot, che pochi giorni fa esaltava i suoi con un’occhio di riguardo nei conftronti di Alisson Becker, vola senza tentennamenti di sorta. Il Southampton di Ivan Juric, ultima vittima dei Reds, capitola per 3a1 ad Anfield. Con questo risultato, la squadra della Mersey, si porta a 70 punti, tenendo l’Arsenal a -16 dalla vetta ma con due partite da recuperare. A vederla così una stagione da incorniciare per il Liverpool. Eppure c’è un grande scontento: Federico Chiesa.
L’esterno ex Juve, ha visto per l’ennesima volta la partita dalla panca. Altri 90′ minuti che lo allontanano probabilmente dalla possibilità di ricevere la medaglia di vincitore della Premier League.
Le statistiche di gioco dell’italiano sono purtroppo empie in campionato: 3 apparizioni dopo 29 giornate, con soli 25′ minuti divisi appunto tra Ipswich Town, Brentford e Bournemouth. Le regole della Premier impongono, per l’ottenimento della medaglia, un minimo di cinque apparizioni. Ad oggi l’ex Fiorentina potrebbe ritrovarsi a fine anno campione ma senza “trofeo”. La palla adesso è nelle mani di Arne Slot. Bisognerà capire che intenzioni avrà il tecnico di Bergentheim, con il titolo ad un passo, sulla gestione del classe 97′.
Il paradosso Champions
Come ogni moneta, o medaglia a questo punto, c’è sempre un rovescio. Il rovescio qui si chiama Champions. La competizione internazionale per Chiesa sembra avere statistiche migliori, ma non eccelse. Minutaggio molto più ampio, 107′ minuti ripartiti tra Milan, Lille e Psv. Contro gli olandesi poi il ragazzo ex Juve è anche sceso in campo titolare, una delle poche purtroppo.
Alla fine della fiera il nativo di Genova, all’attivo con gli inglesi, a referto ha 10 presenze tra Premier, Champions e le due coppe nazionali, con 371′ minuti totali, con un gol e due assist. Numeri ovviamente non eccelsi e sicuramente non quelli che si aspettava il ragazzo dopo il suo addio alla Juve.
Il finale lo sapremo solo il 25 maggio, l’ultima di campionato in Inghilterra, sperando di vedere una medaglia al collo, anche, di Federico Chiesa.
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