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Cellino furioso, porta in faccia a Balotelli
Massimo Cellino furioso. Lui non è di certo un presidente che si fa trattare male, ne dai suoi calciatori ne da nessun altro. Il numero uno del Brescia è un personaggio vulcanico, che seguenti una sua etica, che talvolta può essere giudicata fuori dalle righe. Nei giorni scorsi Mario Balotelli non di è un presentato all’appuntamento con l’allenamento della squadra, senza apparente motivazione plausibile.
Cellino furioso
Il presidente delle rondinelle è andato su tutte le furie dichiarando: “Balotelli è un nostro calciatore finché giocheremo in serie A, dovessimo retrocedere sarà svincolato. Prenderlo comunque è stato un errore. Nemmeno giocare a casa sua lo ha stimolato in maniera corretta”. Ieri sera Super Mario si è presentato in sede. Ad attenderlo Massimo Cellino, che però dopo mezz’ora di anticamera non lo ha ricevuto. Balotelli è vietato andato via seccato. Alla prossima puntata.
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Calcio e razzismo: un anno di cori, gesti e match interrotti
Calcio e razzismo, cosa è successo in quest’anno e cosa dobbiamo aspettarci nel 2025. Tra soluzioni, direttive e sportwashing.
Il razzismo è innegabilmente una piaga del calcio ormai da diverso tempo. Si sono alternate iniziative per il contrasto a risoluzioni più o meno drastiche.
Un bilancio dell’anno appena chiuso e aspettative per quello nuovo.
Calcio al vertice della (triste) classifica dei casi di razzismo e discriminazione
Secondo lo studio Oscad pubblicato all’inizio del 2024 il 90% degli episodi discriminatori riguardano il calcio, dato che gli conferisce il triste primato di sport con con più episodi di razzismo.
Il trend nel tempo è di un fenomeno in aumento: nel 2022 i casi segnalati erano 77, nel 2023 sono arrivati a 96 e al momento della pubblicazione dello studio, gennaio dello scorso anno, erano già 8.
Cominciamo bene
Uno dei primi episodi non si fa attendere, a neanche un mese da inizio anno.
Infatti il 20 gennaio a Udine il portiere del Milan Mike Maignan viene insultato, tanto da interrompere la partita, ripresa dopo 15′.
Il suo racconto a Sky: “Al primo rinvio sono andato a prendere la palla e ho sentito chiamarmi scimmia, ma non ho detto niente. Poi lo hanno rifatto ancora e ho chiesto aiuto alla panchina, poi ho detto che non si può giocare così a calcio.”
Ha poi concluso “Non è la prima volta che mi succede né a me né ad altri giocatori. Sono cose che vanno dette. Sono persone ignoranti. Il tifoso viene allo stadio per tifare, magari per fischiare, ma queste cose nel calcio non devono succedere.“
Si alzò un coro di voci a condannare l’accaduto, si paventò anche l’ipotesi della cittadinanza onoraria per il giocatore francese proposta da parte del sindaco di Udine Alberto Felice De Toni. Ma il consiglio comunale non fu dello stesso avviso e tutto si risolse in un nulla di fatto.
Tuttavia la curva dell’Udinese venne squalificata per una giornata e le persone identificate bandite per sempre dallo stadio.
L’episodio ebbe comunque un seguito a ottobre: infatti durante il secondo tempo di Milan-Udinese Maignan ha difeso la porta sotto il settore ospiti.
I tifosi bianconeri hanno intonato cori denigratori nei confronti del giocatore. “Maignan uomo di m…”, si è sentito a San Siro. I sostenitori dell’Udinese evidentemente serbavano ancora molto rancore per i fatti di gennaio. Aspettiamo il match di ritorno di aprile.
La Fifa e il gesto No Racism
Il 17 maggio nel corso del 74° Congresso della Fifa che si è tenuto a Bangkok, è stato introdotto il gesto anti-razzismo. Consiste nell’incrociare le braccia durante la gara per richiamare l’arbitro.
Il direttore di gara può quindi decidere se interrompere o meno la partita. Un annuncio informa i tifosi dei motivi dell’interruzione. Se l’episodio dovesse continuare si passa alla sospensione del match con il rientro dei giocatori o giocatrici negli spogliatoi. Se, nonostante tutto, le discriminazioni non dovessero cessare, c’è il definitivo abbandono della partita, sentito il parere di autorità ed esperti competenti.
“Combattere il razzismo è qualcosa che dobbiamo fare tutti insieme” era stato il commento del presidente della Fifa, Gianni Infantino, in merito a questo provvedimento, applicato per la prima volta in occasione della Coppa del Mondo femminile Under 20, disputata da fine agosto in Colombia.
A Roma il prefetto vuole il pugno di ferro
Sempre in agosto furono dello stesso tono le dichiarazioni del prefetto della Capitale Lamberto Giannini.
Prima dell’inizio del Campionato 2024/2025 i vertici provinciali delle Forze dell’Ordine, del Comune di Roma Capitale e dei rappresentanti dell squadre di calcio di Roma e Lazio si sono riuniti in un Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica.
Tutti risultarono concordi sul fato che le manifestazioni di razzismo negli stadi “devono essere contrastate con il massimo rigore e fermezza.”
Dunque Giannini chiese alle società calcistiche di “impegnarsi nella prevenzione, anche con specifici spot antidiscriminatori.”
Memori anche degli episodi discriminatori, razzisti e antisemiti del derby.
Durante la stracittadina infatti si sono visti un ex giocatore in curva con le effigi delle SS naziste, Mancini in campo a sventolare una bandiera con il topo “laziale”, cori della tifoseria biancoceleste di discriminazione razziale contro Lukaku e di matrice religiosa verso la tifoseria giallorossa che risponde con la stessa moneta, intonando cori di discriminazione razziale verso Guendouzi.
Inevitabile che tutto finisse nelle mani del Giudice Sportivo, che coinvolge anche la procura della Federcalcio.
Altri episodi che in cui si sono tristemente distinti i tifosi della capitale per razzismo, antisemitismo, richiami al Ventennio si sono svolti nelle trasferte della Lazio a Monaco di Baviera, dove ha affrontato il Bayern nel ritorno degli ottavi di Champions League, e della Roma a Monza.
I biancocelesti in Germania nella birreria Hofbrauhaus hanno inneggiato al Duce e a Hitler: in questo locale infatti nel 1920 il dittatore tedesco pronunciò il suo primo discorso da leader del partito nazionalsocialista.
Non sono stati da meno i tifosi giallorossi che sul treno di ritorno dalla trasferta di Monza cantarono “Il nostro centravanti è un iraniano, fa il saluto romano, fa scoppia’ un aeroplano, odia negri e giudei, donne trans e gay. Nella As Roma non ci sono ebrei.”
Il razzismo nel calcio d’oltreoceano
Una forte rivalità lega Argentina e Francia e purtroppo si è tradotta anche in cori di profonda connotazione razzista e transfobica.
Già cantati in occasione della finale dei Mondiali del 2022, nella quale l’Argentina vinse ai rigori contro la Francia, sono stati riproposti durante i festeggiamenti per la vittoria della Copa América.
Il calciatore Enzo Fernández ha anche pubblicato le immagini su Instagram. Nel video si vedono e si sentono i componenti della squadra cantare “Giocano in Francia, ma vengono tutti dall’Angola, la loro madre è del Camerun, il loro padre è della Nigeria, ma il loro passaporto dice francese”.
Inoltre nel coro c’è un riferimento all’attaccante francese Kylian Mbappé definito “uno a cui piacciono le trans”. Questo perché il calciatore ha avuto in passato una relazione con la modella transgender Ines Rau.
Migliore forse il punto di vista della vicepresidente, che definì la Francia come un paese “colonialista e ipocrita”.
A mettere una pezza intervenì la segretaria generale e sorella del presidente Milei, che la definì solo un’opinione personale della vicepresidente. Di lì a poco Milei sarebbe dovuto andare a Parigi per la cerimonia di apertura dei giochi olimpici, meglio non creare troppa acredine tra le due Nazioni.
Fine anno tra sospensioni e diffide
Ma proprio la tifoseria viola è stata protagonista di provvedimenti disciplinari in chiusura d’anno.
Infatti dopo pochi minuti dall’avvio del primo tempo del big match della 18a giornata di Serie A tra Juventus e Fiorentina, l’arbitro Mariani ha interrotto la partita a causa dei razzisti contro l’attaccante bianconero Vlahovic, grande ex della sfida.
Il direttore di gara ha parlato con capitani e allenatori, lo speaker ha spiegato i fatti agli spettatori e intimato il rischio di sospensione.
Nel calcio femminile
Neanche il calcio femminile è esente da questi episodi: è successo nel torneo Brasil Ladie’s Cup, a San Paolo in occasione di una partita tra le brasiliane del Grêmio di Porto Alegre e le argentine del River Plate.
Il 20 dicembre allo stadio Canindé Candela Díaz, Camila Duarte, Juana Cangaro e Milagros Diaz del River Plate hanno rivolto insulti razzisti nei confronti di un raccattapalle e avrebbero insultato le avversarie con espressioni razziste come “macaca” e “negrita”.
La squadra brasiliana per protesta ha abbandonato il campo prima del termine della partita.
Le giocatrici argentine sono state arrestate, dopodiché il tribunale di San Paolo ha concesso loro la libertà provvisoria. Tuttavia non potranno lasciare il Brasile fino alla conclusione delle indagini.
Nelle serie minori
Addirittura in un campionato amatoriale si è verificato un episodio di razzismo. In questo caso è stato proprio il direttore di gara a insultare un giocatore, che aveva protestato in seguito a un’ammonizione.
“Va… te e chi ti ha portato, torna al tuo Paese” gli ha detto. È scattata una denuncia.
Invece allo stadio comunale di Santa Teresa Riva, in provincia di Messina, l’episodio si è verificato durante un incontro del campionato di Eccellenza.
A farne le spese l’attaccante colombiano Jairo Alegria della squadra di casa lo Jonica che ospitava il Città di Avola.
Dopo aver sopportato per gran parte del match, il giocatore si è rifiutato di proseguire. Il match alla fine è stato sospeso.
“In otto anni di carriera calcistica” ha dichiarato il giocatore, che ha militato in squadre della Colombia, del Perù, Bolivia, della Repubblica Dominicana “non mi era mai capitato qualcosa del genere, non ce l’ho fatta a restare in campo. Mi sembra assurdo nel 2024, che in Italia ci siano ancora episodi di razzismo. Mi insultavano e continuavano a fare buuu, hanno iniziato al ventesimo del primo tempo. Cose come questa non dovrebbero mai succedere nel calcio, non me la sono sentita di continuare, non capisco la ragione di questo odio.”
Il calcio che verrà
Sono numerose e periodiche le iniziative di sensibilizzazione su tanti argomenti nel mondo del calcio.
Misurare la loro efficacia in tempi brevi non è semplice e neanche funzionale.
Certo è che da sole queste iniziative sono fini a se stesse e neanche così utili ai vari movimenti, come il contrasto alla violenza sulle donne o l’omotransfobia.
Quello che serve è una rivoluzione culturale, che oltrepassi gli spalti di uno stadio.
Che possano essere i buoni propositi per il nuovo anno?
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Juventus, gli auguri per il 2025 da Romeo Agresti
La Juventus accoglie il 2025 con entusiasmo e ambizioni: un anno di successi per i bianconeri è l’augurio condiviso sui social.
Juventus, l’augurio per un anno di successi
La Juventus ha iniziato il nuovo anno con un messaggio di ottimismo e speranza per i tifosi bianconeri, da parte di Stefano Agresti. Attraverso un post sui social media, egli ha espresso il desiderio di un 2025 ricco di successi, augurando ai suoi sostenitori un anno straordinario. Questo messaggio sottolinea l’ambizione della squadra di mantenere alta la competitività e di puntare a nuovi traguardi, sia in campo nazionale che internazionale.
Un messaggio che unisce
Il post, condiviso dall’account ufficiale @ilbianconerocom, ha ottenuto numerose interazioni, dimostrando quanto i tifosi siano pronti a sostenere la squadra in questo nuovo capitolo. La Juventus, con una lunga tradizione di vittorie e trofei, intende continuare a scrivere la sua storia con determinazione e passione. Il supporto dei tifosi sarà fondamentale per affrontare le sfide del 2025 e per aspirare a nuovi successi che possano arricchire il palmarès del club.
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Fonte: l’account X di Romeo Agresti
Buon 2️⃣0️⃣2️⃣5️⃣, bianconeri! 🤍🖤
Che sia un anno di successi ✨️ pic.twitter.com/qkK3ur9IbL— ilBiancoNero (@ilbianconerocom) January 1, 2025
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Como, in arrivo Assane Diao: trattativa ai dettagli
L’inizio del 2025 si prospetta entusiasmante per il Como, che è vicino a concludere un’importante operazione di mercato per assicurarsi Assane Diao, talentuoso attaccante classe 2005 del Betis Siviglia.
Secondo le indiscrezioni riportate da Fabrizio Romano, l’accordo tra i due club è ormai alle fasi finali, con un valore complessivo dell’affare, tra parte fissa e bonus, che supera gli 11 milioni di euro.
Chi è Assane Diao?
Nato a settembre 2005, Assane Diao è considerato uno dei prospetti più promettenti del calcio spagnolo e ha già guadagnato spazio nella nazionale Under 21. Partito come centrocampista largo, negli anni si è adattato al ruolo di esterno offensivo in un tridente o di punta centrale. Predilige la fascia destra, sfruttando il piede destro per rientrare e calciare, ma può anche adattarsi sulla sinistra o giocare come centravanti, mettendo in mostra potenza fisica e capacità di attaccare la profondità.
L’intervento di Cesc Fàbregas
Un ruolo chiave nella trattativa lo ha giocato Cesc Fàbregas, che ha avuto un contatto diretto con il giovane spagnolo, convincendolo del progetto ambizioso del Como. Questo rinforzo sarà fondamentale per i biancoblu nella loro lotta per la salvezza in campionato.
Diao non è solo un investimento per il presente, ma una promessa per il futuro del club, che punta a crescere ulteriormente grazie a giovani talenti di spicco come lui.
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