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Lecce-Milan 1-4: le pagelle dei rossoneri
È un buon Milan quello che va ad espugnare un Lecce decisamente indietro di condizione al Via del Mare per 4-1. I rossoneri partono decisamente meglio e trovano il gol al 25’ con una zampata di Castillejo su assist di Calhanoglu. Il Lecce incassa il colpo, ma non riesce ad alzare la testa, anzi è il Milan che chiude il primo tempo in attacco risultando spesso sprecone. Nella ripresa il dubbio rigore di Mancosu porta la gara su un risultato di parità che dura però un minuto, tempo che impiega Bonaventura a trovare il vantaggio, replicato due minuti dopo da Ante Rebic. Il risultato assume connotati più rotondi grazie al quarto gol siglato da Leao al 72’. Finisce qui la gara, il Milan supera il Verona e raggiunge quota 39 punti.
Le pagelle dei rossoneri
Donnarumma 6: spettatore per gran parte della partita, spiazzato in occasione del calcio di rigore di Mancosu. Finalmente una gara facile per l’estremo difensore rossonero.
Conti 6: gli avversari non erano di certo in grado di impensierire molto, ma il terzino destro non spinge molto in avanti. Gioca comunque una gara puntuale sfornando l’ottimo assist per il gol di Leao. Sicuramente da preferire a Calabria.
Kjaer 6,5: bastano pochi minuti per fare capire al Lecce che dalle sue parti non si passa facilmente, in più occasioni il centrale fa la voce grossa. Costretto all’uscita anticipata al 39’ per un infortunio la cui entità verrà valutata nelle prossime ore. ( dal 39’ Gabbia 5,5: soffre oltremodo Babacar, procura un rigore molto discutibile. Serata no per il giovane centrale rossonero).
Romagnoli 6,5: serata senza particolari sbavature, prende le misure a Falco neutralizzandolo per tutta la gara.
Theo Hernandez 6,5: parte forte, le sue sgroppate sulla fascia sono poesia per i tifosi milanisti ancora abituati all’immobilismo del suo predecessore Ricardo Rodriguez. Peccato per l’occasione sprecata del 24’, ma gara assolutamente positiva.
Kessiè 5,5: ci mette impegno, corre, combatte come un leone, ma come sempre appare troppo confuso. Non bastano le gambe per fare la differenza, e Kessiè non migliora.
Bennacer 6: di certo non la sua gara migliore, comunque inietta chili di fosforo ad un centrocampo inconsistente, solita gara di sacrificio.
Castillejo 7: trova la rete del vantaggio e di fatto è una costante spina nel fianco della difesa leccese. Effettua entrambe le fasi con assoluta destrezza. (Dal 67’ Saelemaekers 5,5: il ragazzo ha indiscusse qualità, ma appare poco incisivo).
Calhanoglu 6,5: non è probabilmente la sua migliore serata, ma risulta efficace. Fornisce due importanti assist, svaria su tutti i fronti, probabilmente il suo ruolo è sulla trequarti, prima o poi qualcuno lo capirà.
Bonaventura 6,5: Pioli lo preferisce a Paqueta e fa decisamente bene. Trova la rete del vantaggio, crea pericolo nell’area del Lecce, ha voglia di giocare e lo,dimostra ogni volta che gli giunge palla. (Dall’85’ Biglia: sv).
Rebic 6,5: entra molto poco nella manovra dei rossoneri, ma nel secondo tempo trova la rete per il 3-1. ( dal 66’ Leao 7: finalmente un ingresso in campo con un piglio diverso, trova subito il gol è tutto diventa più facile).
Pioli 7: il Lecce era veramente poca cosa, ma il tecnico ha saputo mandare in campo una squadra fortemente motivata che domina per quasi tutta la gara e porta a casa tre punti fondamentali per la corsa all’Europa.
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Scarpa d’Oro 24-25: Salah guida, Retegui tiene il passo
Scapa d’Oro, classifica aggiornata
- Mohamed Salah (Liverpool) 38 punti
- Erling Haaland (Manchester City) 36
- Robert Lewandowski (Barcellona) 34
- Alexander Isak (Newcastle) 34
- Harry Kane (Bayern Monaco) 34
- Victor Gyokeres (Sporting) 33 (coefficiente 1,5)
- Mateo Retegui (Atalanta) 32
- Kylian Mbappé (Real Madrid) 30
- Omar Marmoush (Eintracht Francoforte/Manchester City) 30
- Cole Palmer (Chelsea) 28
- Chris Wood (Nottingham Forest) 28
- Bryan Mbeumo (Brentford) 28
- Patrik Schick (Bayer Leverkusen) 26
- Marcus Thuram (Inter) 26
- Jonathan Burkardt (Magonza) 24
- Mason Greenwood (Marsiglia) 24
- Moise Kean (Fiorentina) 24
- Raphinha (Barcellona) 24
- Krzysztof Piatek (Basaksehir) 22,5 (coefficiente 1,5)
- Jonathan David (Lilla) 22
- Joane Wissa (Brentford) 22
- Hugo Ekitike (Eintracht) 22
- Ousmane Dembélé (PSG) 22
- Justin Kluivert (Bournemouth) 22
- Tim Kliendienst (Bor. M’Gladbach) 22
- Bradley Barcola (Paris Saint-Germain) 22
- Thierno Barry (Basilea/Villarreal) 21,5
- Ante Budimir (Osasuna) 20
- Ollie Watkins (Aston Villa) 20
- Ademola Lookman (Atalanta) 20
- Matheus Cunha (Wolverhampton) 20
- Samu Aghehowa (Porto) 19,5 (coefficiente 1,5)
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Juventus, Motta è tra i peggiori allenatori bianconeri degli ultimi 15 anni
Juventus, Thiago Motta non sta passando un bel periodo: dal suo esordio sulla panchina è uno dei peggiori tecnici degli ultimi 15 anni per numero di vittorie.
Thiago Motta, con il 38,71% di vittorie, è tra i peggiori allenatori della Juventus negli ultimi anni: solo Zaccheroni (38,10%) e Puppo (24,19%) hanno fatto peggio. Il primo è rimasto in panchina per 5 mesi e poi è stato esonerato, mentre il secondo è rimasto a Torino per due anni e ha contribuito a portare in squadra tanti giovani ma ha portato a casa poche vittorie.
Nonostante il contratto triennale, il suo futuro appare incerto, dato il gap di 16 punti dal Napoli e una stagione finora deludente. A gennaio, a parte la vittoria sul Milan, la squadra ha collezionato troppi pareggi e rischia di affrontare un top club agli ottavi di Champions.
I problemi principali riguardano la fragilità mentale, evidenziata dai 17 punti persi da situazioni di vantaggio, e la mancanza di carattere. La squadra, giovane ma rinforzata con giocatori d’esperienza, sembra incapace di reagire e mantenere costanza.
La stagione doveva essere di crescita, ma al momento è offuscata da prestazioni mediocri e un’identità che non rispecchia il DNA vincente del club piemontese.
Malgrado la situazione sfavorevole Motta deve provare a infrangere un tabù che va avanti da svariati decenni: tutti i nuovi tecnici che non hanno conquistato lo scudetto alla loro prima stagione alla Juventus poi non sono riusciti più a farlo.
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Plusvalenze Roma: chiesto il rinvio a giudizio per Pallotta e cinque ex dirigenti
Plusvalenze Roma, l’ex presidente giallorosso rischia il processo per falso in bilancio e violazione delle norme sull’intermediazione finanziaria. Accuse su operazioni di mercato dal 2018 al 2020.
La Procura di Roma ha acceso i riflettori su uno dei capitoli più delicati della storia recente della Roma. Il pubblico ministero Renata Cerasa ha formalizzato la richiesta di rinvio a giudizio per James Pallotta, ex presidente del club capitolino, e cinque ex dirigenti: Umberto Gandini, Guido Fienga, Mauro Baldissoni, Francesco Malknecht e Giorgio Francia. L’accusa principale è quella di falso in bilancio, oltre alla violazione del Testo Unico dell’Intermediazione Finanziaria, in relazione a diverse operazioni di mercato effettuate tra il 2018 e il 2020.
Tra le transazioni incriminate spiccano nomi noti come quello di Leonardo Spinazzola, acquistato dalla Juventus, Luca Pellegrini, passato in bianconero, e il trasferimento di Radja Nainggolan all’Inter, con Davide Santon e Nicolò Zaniolo come contropartite tecniche. Altri affari sotto esame includono l’acquisto di Bryan Cristante dall’Atalanta (con Marco Tumminello ceduto parzialmente come contropartita), lo scambio tra Kostas Manolas e Amadou Diawara con il Napoli, e le operazioni legate a Marchizza e Frattesi con il Sassuolo per l’arrivo di Defrel.
L’attuale proprietà della Roma, guidata dalla famiglia Friedkin, risulta del tutto estranea all’inchiesta. Anzi, per loro la Procura ha già richiesto l’archiviazione, sottolineando l’assenza di responsabilità diretta per i fatti contestati, risalenti al periodo della precedente gestione.
Plusvalenze Roma, il caso Juve
La vicenda si intreccia con un altro caso eclatante, quello delle presunte plusvalenze fittizie della Juventus. Anche in questo caso, tra gli imputati figurano l’ex presidente Andrea Agnelli, Pavel Nedved, Maurizio Arrivabene e Fabio Paratici. Le accuse contestate nell’inchiesta Prisma includono aggiotaggio, ostacolo alla vigilanza e false fatturazioni.
Dopo la decisione della Cassazione, che ha trasferito il procedimento da Torino a Roma per incompetenza territoriale, oggi il tribunale della Capitale ospita una nuova udienza. Durante la prima fase del processo, sono già state depositate circa 200 richieste di costituzione di parte civile, tra cui Consob, associazioni di consumatori, fondi di investimento e azionisti.
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