Categorie: Calcio Femminile

Calcio femminile, un bilancio all’evento ADICOSP

Calcio femminile sotto i riflettori alla seconda giornata dell’evento romano di chiusura del calciomercato. Parlano Gianmarco Migliorati e Fabio Caselli.

Un duetto tra squadre femminili: è ciò a cui abbiamo assistito ad una delle conferenze organizzate in occasione dell’evento romano di chiusura del calciomercato invernale, in corso all’Hotel Hilton La Lama di Roma, organizzato da ADICOSP.

La conferenza, dall’eloquente titolo L’evoluzione del calcio femminile in Italia, ha visto la partecipazione di Gianmarco Migliorati, direttore sportivo della Roma Women, e Fabio Caselli, capo scouting della Fiorentina Women.

Insieme a loro anche la giornalista di Tuttomercatoweb Claudia Marrone e Fabio Appetiti dell’AIC / Selezione Serie B Femminile. A condurre il dibattito il giornalista RAI Marco Lollobrigida.

Calcio femminile, lo stato dell’arte

Il calcio rosa in Italia può vantare numeri importanti: 36.552 giocatrici tesserate solo nella stagione 2021-2022, 13.591 calciatrici di età compresa tra i 10 e i 15 anni, 1.834 arbitri donne, 468 tecnici donne tesserate, 8 Nazionali femminili (Fonte: FIGC).

Anche in termini di interesse si tratta di un fenomeno in crescita: lo dimostrano i 350.000 spettatori che hanno assistito alla finale di Supercoppa italiana dell’8 gennaio 2022 tra Juventus e Milan.

Le sfide che attendono la FIGC negli prossimi due anni (il termine che ci si è dati è fine 2025) sono molte. Le principali: aumentare del 50% il numero delle calciatrici tesserate giovanissime (di età compresa tra i 5 e i 15 anni);

incrementare l’audience, sia in presenza che per televisione; implementare la proposta di calcio femminile sul territorio; garantirne la sostenibilità. E non è finita qui.

E’ con queste premesse che ha inizio l’intervento, orchestrato dal giornalista Fabio Lollobrigida.

Vent’anni di cambiamenti

Lollobrigida ammette che il fatto di occuparsi delle telecronache del calcio femminile, all’inizio, lo viveva un po’ “come una punizione”. Anche perché il livello del calcio femminile di 20 anni fa “non era comparabile nemmeno a quello della Serie D maschile”.

A fare da apripista di una nuova era del calcio femminile, stando alle sue parole è stata l’allora attaccante Carolina Morace, oggi allenatrice del London City Lionesses.

Da allora, molto è cambiato. Lollobrigida si è accorto che c’erano grandi margini di miglioramento alle Olimpiadi di Atene, nel 2004.
Secondo il giornalista, siamo ancora “in evoluzione”. Il punto di non-ritorno è stato il passaggio al professionismo.

Le parole di Migliorati e Caselli

Com’è cambiata l’impostazione del calcio femminile in 20 anni, anche per quanto riguarda le allenatrici?

Il direttore sportivo della Roma Femminile Gianmarco Migliorati si dice “contento dell’avvento del professionismo. Necessario. In passato, non essere professionisti, era limitante anche in termini di mercato, soprattutto estero”.

Il professionismo “ha semplificato notevolmente il nostro lavoro”. Migliorati afferma che “la cosa più bella è vedere bimbe e ragazze più grandi con un livello incredibile”.

A proposito di scuole calcio, Lollobrigida pone l’accento sul fatto che spesso gli allievi maschi e le allieve femmine si allenano insieme, considerandolo importante.

Per Migliorati “l’eterogeneità di un gruppo è uno stimolo superiore. Fino allo sviluppo puberale, è importante che ci sia questo tipo di situazione. (…) L’ultimo step saranno i futuri campionati nazionali, che al momento privano le ragazze di alcune opportunità”.

Sugli investimenti

Lollobrigida riflette sugli USA, che per cultura danno grande risalto al calcio femminile, anche in termini di investimenti.

Per lui, non è un caso che il presidente della Fiorentina, Rocco Commisso, sia cresciuto negli Stati Uniti. E’ evidente come il calcio rosa sia centrale, nel progetto della Viola.

Secondo Fabio Caselli, ne è espressione il Viola Park: “All’interno del Viola Park abbiamo un padiglione interamente dedicato al femminile, con 3 campi di calcio dedicati, di cui 2 in erba. C’è anche un ministadio da 1500 per la Primavera Femminile”. Caselli rivela che la moglie del presidente Commisso ha spinto fortemente sul femminile, al punto da spingere a destinare l’area con la vista più bella (su Firenze) al calcio femminile.

Commisso è molto sensibile all’argomento. Casella condivide con la platea un aneddotto: un allenatore della Fiorentina è stato mandato via da Commisso perché non voleva che ci fosse la squadra femminile. Arriva, prontamente, l’applauso del pubblico.

Sul professionismo

Poi Lollobrigida chiede: “Com’è cambiato il vostro lavoro con il professionismo?

Questa la risposta di Appetiti: “C’è stato un cambiamento rappresentato da due società illuminate (Roma e Fiorentina, ndr), che hanno investito sia sul calcio femminile che sul professionismo.

Siamo arrivati al professionismo grazie al protagonismo delle stesse calciatrici, a fronte di grandi resistenze in questo Paese. La Nazionale ha aiutato tanto, grazie ai Mondiali in Francia che sono stati una vetrina importante, visti da 5-6 milioni di spettatori e spettatrici italiani.

Ricordiamo anche il presidente Mattarella, che ospitò le ragazze al ritorno dal Mondiale. Ho avuto il privilegio di viverlo da vicino, il passaggio al professionismo. Le ragazze hanno iniziato questa battaglia nel 2015 e non sono state tutte rose e fiori”.

E ha aggiunto: “E’ auspicabile che altre società prendano ad esempio Roma, Fiorentina e Juventus”.

Un’altra questione è quella di una Serie A femminile a 10 squadre: troppo poche? Questo il commento di Migliorati: “Tutti ci auguriamo, prima o poi, di fare un campionato a 12, a 14 squadre. Non è bello giocare sempre con le stesse squadre. Non è bello neanche per le stesse ragazze”.

Migliorati, poi, porta l’attenzione sulla qualità del campionato di Serie B femminile da 16 squadre, che “è diventato un campionato davvero avvincente”.

Le calciatrici? Simulano meno dei colleghi maschi

Lollobrigida fa notare la differenza nelle reazioni ai falli tra calciatori e calciatrici: dove i primi hanno reazioni plateali, le seconde limitano al minimo le reazioni.

Ne scaturisce una domanda provocatoria: “Noi siamo più lamentosi o semplicemente più imbroglioni?”

Migliorati porta l’esempio di Emile Haavi, attaccante che subisce tantissimi falli ma resta o tenta di restare sempre in piedi. Il suo comportamento e, più in generale, quello delle giocatrici rivelerebbe il fatto che “sono leali” più dei loro colleghi uomini.

Appetiti rincara la dose: “C’è un aspetto valoriale che è fondamentale nelle calciatrici, legato anche alle loro battaglie. E’ nata tra di loro una grandissima solidarietà: hanno lottato tutte assieme”.

Quanto margine di crescita c’è ancora?

Questa la risposta di Migliorati: “Immagino tanto, ma è vincolato a tanti fattori: la lungimiranza, l’interesse politico, l’arrivo di nuovi club. (…) Molto dipende anche da quello che verrà fatto nei settori giovanili”.

Caselli gli dà manforte: “Dipende. L’avvento di altre squadre, soprattutto al Sud, dipende dalle infrastrutture, che sono un problema molto importante.8 Dipende dagli investimenti, dipende dalla politica, dipende dalle strutture, senza le quali non si può sviluppare niente”.

La conferenza si chiude con un auspicio di Appetiti: “In Serie B si stanno affermando alcune realtà come Parma, Lazio, Cesena, Ternana, che fanno ben sperare”. E ha ricordato: “Il professionismo non è un traguardo, bensì un punto di partenza”.

Aggiornato al 01/02/2024 20:24

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Pubblicato da
Giulia Bucelli

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