Il calcio femminile Usa: quello le cui giocatrici si sono battute per salari equi e per il professionismo, ma non solo. Una recente inchiesta ne ha portato alla luce le ombre.
Anche il calcio femminile negli Stati Uniti non è tutto rose e fiori: lo conferma una recente inchiesta commissionata dalla US Soccer Federation e condotta dall’ex procuratore generale degli Stati Uniti Sally Yates e dallo studio legale King & Spalding.
Il risultato: la scoperta di frequenti “commenti e avance sessuali indesiderate e l’obbligo di fare sesso” nell’ambito del calcio femminile statunitense.
Non a livelli bassi bensì ai massimi livelli del professionismo.
Le istituzioni hanno ignorato le frequenti denunce presentate: gli allenatori responsabili delle molestie e della cattiva condotta non sono mai stati puniti.
Sul banco d’accusa non ci sono solo le presunte violenze sessuali, ma anche altri tipi di molestie, tra le quali “prediche degradanti, manipolazioni e ritorsioni contro coloro che hanno tentato di farsi avanti“.
L’inchiesta, durata un anno, è stata rilanciata dal Washington Post e ha avuto risonanza internazionale.
Dimostra come non siano solo gli stipendi ad avere bisogno di essere tutelati, ma anche la dignità e i corpi delle giocatrici stesse.
Aggiornato al 03/11/2022 16:32
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