“Meno di zero”. Ho scelto questa frase (anzi, per essere più precisi, questa citazione), per iniziare a parlare del tema che voglio affrontare. Il riferimento è pescato dalla puntata di “Tiki Taka” andata in onda il 29 settembre 2020, ed ad enunciarsi così è stata una delle ospiti di serata, Eleonora Goldoni. L’attaccante del Napoli femminile, introdotta da Piero Chiambretti come “una bellissima ragazza“, è stata messa fin da subito in una posizione a lei scomoda. La presentazione offertale dal conduttore del programma ha subito dato vita ad un dibattito riguardo il fatto che, molto spesso, in questi casi, viene messo l’accento sull’aspetto esteriore anziché sulle qualità calcistiche della ragazza di turno. Perché parliamoci chiaro: le giocatrici non vengono scelte secondo i canoni di bellezza. Non sono modelle che calciano la palla. Sono donne, con una passione viva per il calcio, proprio come i maschi. Ma forse, già l’impostazione era errata. Come fatto notare da Giampiero Mughini, nelle foto che la ritraevano al momento dell’ingresso, non ve ne era una dove l’ex Inter women fosse impegnata in un’azione di gioco, bensì erano tutti scatti ripresi dai suoi social, dove si mostra in diversi momenti ed azioni. Il culmine si è poi raggiunto con il presentatore che chiede alla giocatrice della nazionale quanto conti l’aspetto esteriore in un provino calcistico. Da qui, la risposta che dà il titolo al mio articolo. Ma dopo questo rapido riassunto di quanto accaduto in televisione, vorrei focalizzarmi da prima su delle riflessioni che mi nascono spontanee, ed in secondo luogo, passerei a quanto scritto dalla Goldoni su Instagram.
“Meno di zero” potrebbe essere tranquillamente la risposta a molte domande riguardanti il calcio femminile in Italia. Il “lato rosa” del calcio qui nella penisola si sta affermando negli ultimi anni, con l’ultimo mondiale che ha permesso di puntare i riflettori sulle nostre giocatrici. Ma ciò che regna ancora incontrastata è, purtroppo, l’ignoranza. Chi segue lo sport nel suo emisfero maschile, spesso non considera minimamente quello femminile, nascondendosi dietro giustificazioni stereotipate e totalmente insensate. Forse per paura di cambiamenti rapidi, vertiginosi, a cui non tutti sarebbero pronti, come, per esempio, le squadre miste, anche se ad oggi sembra di parlare di fantascienza. Il punto principale risiede nella chiusura mentale, nella difficoltà di accettare il nuovo. Le atlete dovrebbero essere giudicate per le loro doti, non per l’estetica, così come viene fatto per i campioni a livello maschile. Giudichereste mai Cristiano
Ronaldo, Messi, Dybala, Neymar o chi altro solo dalla loro gradevolezza fisica? Non penso proprio…“Meno di zero” sono anche le reali motivazioni di tanto scetticismo sul calcio femminile. La disinformazione e il sessismo precludono a molti la scoperta di questo lato di quello che è il loro gioco preferito. Stessa palla, stesse regole, stesso campo, stesse porte. Cambiano solo le interpreti. Ma ovviamente, il problema è molto più radicato. Tale avversione verso il gentil sesso non si ritrova solo nel football, ma in ogni campo della vita, dal lavoro alla famiglia, purtroppo. Sarebbe il momento di assumere una visione più ampia, più moderna e meno antiquata, ma per farlo serve uno sforzo enorme, come quello di mettere da parte la propria idea, cosa che non tutti sono disposti a fare. Ma è giusto portare avanti questa battaglia, per rendere ogni cosa migliore. Ed anche Eleonora Goldoni, contribuisce alla causa ormai da anni. Vorrei uscire dall’ambito sportivo, ricordando rapidamente (anche se iniziative del genere meriterebbero un articolo a parte) l’impegno dalla ragazza emiliana sia nella lotta contro la disparità di genere, sia altre iniziative volte principalmente ad aiutare i bisognosi ed il prossimo. Proprio riguardo al primo dei due argomenti, trattato anche nel libro della “protagonista” di questo articolo, “Preferisco i tacchetti“, vorrei concludere la mia trattazione rubando qualche frase dall’ultimo post apparso sul profilo Instagram della Goldoni, uscito poco dopo la sua apparizione televisiva. “[…] La disparità non può essere sottovalutata, ed è ancora troppo presente. […] Una donna in qualsiasi campo dovrebbe anzi DEVE essere considerata per la propria professionalità e competenza e non per la bellezza. […] Siamo donne e calciatrici in primis. Non c’è giorno in cui non ci mettiamo tutto il nostro impegno e sacrificio per rendere al meglio […]”. Ma forse, la frase più significativa, più toccante della didascalia è proprio quella conclusiva, che dovrebbe essere ascoltata da molti e ricordata da tutti, in ogni ambito. “Dietro ad ogni donna, qualunque sia l’aspetto fisico, c’è tanto tanto di più da prendere in considerazione”.
Edoardo Elia Sartini.
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