Categorie: Calcio Femminile

Nadim: oltre il campo di pallone, dall’Afghanistan al Milan

Nadim: le sue mille vite. Non solo calciatrice e un percorso per niente facile. Ecco chi è e cosa ha fatto l’attaccante rossonera.
Dalla morte del padre a Kabul alla fuga in Danimarca. Gli intensi 36 anni di Nadia Nadim.

L’infanzia in Afghanistan

Nadia Nadim nasce ad Herat il 2 gennaio 1988, in Afghanistan. Il padre era nell’esercito afgano. Quando lei ha 11 anni i Talebani salirono al potere. La sua famiglia scelse comunque di restare e il padre finì per essere giustiziato.
Solo dopo molti mesi la madre decise di portare via le sue quattro figlie.
Scapparono in Pakistan e da lì, riuscita a ottenere dei passaporti falsi, arrivano in Italia per poi mettersi in mano a dei contrabbandieri.
Pensano di arrivare in Inghilterra, invece si ritrovano in Danimarca.
Vive nei campi profughi ed è lì che scopre il calcio: gioca con gli altri bambini afgani e inizia a prendere confidenza col pallone.
“Il calcio connette le persone, perché non c’è bisogno di conoscere la cultura del posto per poter giocare” racconta l’attaccante.

Gli studi e il pallone

A 19 anni decide di intraprendere un cammino molto duro: gioca a calcio e studia.
Studia le lingue (ne parla otto: danese, inglese, tedesco, francese, hindi, urdu, persiano e pashto) e si specializza in chirurgia.
È il 2017: vola negli USA per giocare con il Portland per poi firmare nel 2019 un contratto con il Paris Saint Germain.
Diventa ambasciatrice UNESCO per l’istruzione di bambine.

La laurea e il Milan: benvenuta Nadim

Nel frattempo si laurea e diventa chirurga.
Ora veste la maglia numero 8 del Milan. Qualcuno ipotizza lo zampino di Ibrahimovic nel suo arrivo in rossonero: lo svedese è testimonial del brand ‘H&M Move’ da ottobre 2022 e un anno fa anche Nadia Nadim ne è entrata a far parte. C’è stato un simpatico scambio di battute tra i due: “Vogliamo darti il benvenuto. Siamo molto orgogliosi e contenti che sia con noi. Questo non vuol dire che tu sia la star, perché quella sono io”.
Ancora benvenuta Nadia, esempio per tutte le donne, del mondo del calcio e non.

Aggiornato al 03/02/2024 14:09

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