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Calcio Femminile

Sassuolo, pari al cardioParma: Goldoni segna nel recupero

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Sassuolo Femminile

Sassuolo: la squadra neroverde ha conquistato un punto segnando nel recupero del secondo tempo nel derby emiliano contro il Parma.

Altra beffa per la società crociata, che vede sfumare la vittoria nei minuti finali.

Il colpo di testa di Eleonora Goldoni regala un punto al Sassuolo, che sale così a quota 10.

Le crociate, invece, restano a 6 punti, in fondo alla classifica.

La rete di Clelland ha aperto i conti per le neroverdi, che però hanno subito la rimonta sotto i gol di Martinovic e Banusic.

A chiudere il quadro, appunto, ci ha pensato l’ex Napoli ed Inter, con il suo secondo gol consecutivo.

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Calcio Femminile

Serie A femminile, si torna in campo dopo la sosta

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Serie A femminile

Dopo quasi più di un mese dall’ultimo match di campionato, torna in campo la Serie A femminile con la Poule Scudetto e la Poule Salvezza.

Torna la Serie A femminile. Terminata la sosta per le nazionali e la pausa dovuta alla creazione del calendario si torna a giocare in campo in campionato, inaugurando la seconda fase della stagione.

Infatti, per chi non lo sapesse, dopo le 18 gare di regular season la classifica viene divisa in due formato due blocchi composti da 5 squadre ognuno. Le prime cinque si affronteranno tra di loro per la poule scudetto per spartirsi lo scudetto e l’accesso alla prossima edizione della Women’s Champions League, mentre le altre cinque se la giocheranno nella poule salvezza per rimanere nella massima serie.

A battersi per le prime cinque posizioni saranno Juventus (prima in classifica), Inter, Roma, Fiorentina e Milan. Coloro che invece si giocheranno la rimanenza in Serie A sono Como, Lazio, Sassuolo, Napoli, Sampdoria.

Roma femminile

GIADA GREGGI IN AZIONE ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Serie A femminile, il calendario della prima giornata della seconda fase

Fase 2

Poule Salvezza

Sabato 1° marzo

Lazio 12:30 Sampdoria

Domenica 2 marzo 

Sassuolo 12:30 Napoli

Poule Scudetto

Domenica 2 marzo

Juventus 15:30 Roma

Fiorentina 18:00 Milan

 

Riposano Inter e Como.

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Calcio Femminile

Las Leonas, donne che vogliono dribblare e attaccare la vita

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Las Leonas

Ispirato al docufilm del 2022, Las Leonas, la Coppa del Mondo è una storia di sorellanza, di vite che vogliono raccontarsi, anche attraverso un gol.

Donne: donne che combattono, che non mollano, che ci credono. Insomma, normale amministrazione. Cosa c’è di nuovo? Che le storie vengono raccontate. E viene fatto attraverso il ruggito di tante leonesse.

Come e quando nasce Las Leonas

Il progetto nasce nel 2022 con l’omonimo docufilm prodotto dalla Sacher Film di Nanni Moretti con Rai Cinema, presentato a Venezia alle Giornate degli Autori 2022.

Le stesse registe del lungometraggio, Isabel Achaval e Chiara Bondì, hanno poi deciso di trarne una docuserie per la Rai in 4 episodi, con una coproduzione di 11 Marzo Film e Rai Documentari in collaborazione con Matteo Levi,

È stata messa in onda il 28 dicembre e il 4 gennaio scorsi su Rai 3 alle 15.00, ma è ancora disponibile su RaiPlay.

Las Leonas

La trama di Las Leonas, la Coppa del Mondo

La docuserie tratta di un torneo di calcio a cui partecipano otto squadre femminili, composte da giocatrici provenienti da diverse parti del globo.

In ballo c’è la Coppa del Mondo!

Quattro formazioni si sfidano a Roma, le altre quattro a Torino.

La finale si disputa nella Capitale.

Tra queste c’è l’Italia, il Brasile, l’Iran, l’Argentina.

La telecamera spazia oltre il rettangolo di gioco, intrecciandosi con le vicende personali, i percorsi e le esperienze di vita delle protagoniste.

Non è un riscatto

Tanti giornali o agenzie stampa ne hanno parlato in termini di riscatto sociale.

A un primo sguardo veloce può sembrare: le storie sono tutte di donne, spesso madri single e fuggite a situazioni difficile e tragiche. Sono immigrate, che vivono in condizioni di disagio, campando di espedienti.

Come annuncia a caratteri cubitali l’Ansa parlando della serie Las Leonas, la Coppa del Mondo per lo più sono colf e badanti, è innegabile.

Ma guardando con occhio più attento non c’è solo questo, anzi, è una parte marginale della narrazione.

Al centro c’è il calcio, nella sua declinazione più bella, ancestrale e poetica.

Il calcio per queste donne è aggregazione, è evasione, è amicizia, è sorellanza, è trovare se stesse e potersi esprimere liberamente.

Non per riscattarsi perché un riscatto prevederebbe un’ingiustizia vissuta. Che a volte c’è, ma loro sanno andare oltre.

Per loro questa è una scelta: loro vogliono giocare e lo fanno perché sono libere.

Ogni donna una storia, ogni terra un passato

Ovviamente la commozione è dietro l’angolo, rischiando spesso di cadere nel patetico.

Ma sono le protagoniste a salvare da questa caduta di stile, con la loro dignità e con l’amore per questo sport.

Infatti il calcio è unione: con le proprie radici, con le altre donne, con il proprio essere.

Sul campo le calciatrici, tutte a livello amatoriale, possono esprimere liberamente loro stesse.

È lo sport a unire, tanto che molte calciatrici non sono necessariamente della stessa nazionalità della maglia che indossano. Il senso di appartenenza va al di là di un dato anagrafico.

Questo si nota e viene sottolineato, con qualche insistenza, soprattutto nel caso della nazionale iraniana.

Il ruggito de Las Leonas: mai arrendersi

Tante storie, una storia: tante donne che hanno voglia di raccontarsi, uno sport che si racconta da solo.

È una storia di donne raccontata da donne, dunque per fortuna si sfugge un paternalismo stile “fardello dell’uomo bianco” alla Kipling.

Le donne si reinventano, piangono, si asciugano le lacrime e ripartono. Proprio come su un campo da gioco.

La vita è come una partita di calcio: a volte si difende, altre si attacca, altre volte si dribbla, si colpisce di testa e non c’è la certezza di segnare un punto.

Ma non ci si arrende mai, ne vale la pena giocare quella partita.

Il messaggio della docuserie, in barba ai titoli di certi articoli, è molto semplice. Non è che badanti e colf posano i loro spazzoloni e scendono in campo ancora col grembiule addosso. Queste donne non sono il loro lavoro, queste donne sono donne con carattere, che giocano a calcio non per un riscatto personale. Ma “banalmente” perché a loro piace.

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Calcio Femminile

Multa per Rubiales, ma Hermoso non ci sta: pronto il ricorso

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In Spagna è un caso dal retrogusto mediatico e sociale il bacio Rubiales-Hermoso che ha, letteralmente, scosso l’opinione pubblica spagnola, ma non solo.

Il bacio “rubato” da Luis Rubiales a Jenni Hermoso (giocatrice della nazionale femminile spagnola) ha scosso profondamene lo sport.

Per molti definita una sorta di MeToo del calcio femminile il bacio di Rubiales è apparso come una vera e propria violenza poiché inaspettato e non voluto. A peggiorare, se possibile, il caso è stata la posizione che lo stesso Rubiales ha nella scena sportiva calcistica spagnola essendo il Presidente della Federazione spagnola (Rfef).

Il tribunale Audiencia Nacional ha condannato pesantemente l’uomo classificando il bacio come una vera e propria violenza sessuale ai danni della Hermoso.

Rubiales

Rubiales al centro tra due posizioni opposte: i dettagli

La sentenza del tribunale spagnolo Audiencia Nacional ha lasciato un po’ di amaro in bocca a tutti i contendenti. Infatti se da un lato Jenni Hermoso ha dichiarato fermamente di non aver mai acconsentito al bacio, dall’altro il Presidente Rubiales appare – seppur colpevole – rinfrancato poiché la pena è risultata molto più bassa di quella richiesta.

A Rubiale la giustizia spagnola ha – infatti – attribuito una multa di 10.800 euro e la limitazione di avvicinarsi alla giocatrice in un raggio di 200 metri ed evitare di comunicare con lei per un anno. Oltre a questo dovrà pagare oltre 3.000 euro di responsabilità civile.

Jenni Hermoso era stata una delle vincitrici della Coppa Coppa del Mondo Femminile dopo aver battuto l’Inghilterra per 1-0 nei Mondiali di Sidney 2023.

Nonostante la condanna la quota femminile – e non solo – non è apparsa soddisfatta della sentenza e sostiene la Hermoso che ha intenzione di andare avanti.

La giocatrice, infatti, ha affermato di essere stata costretta a lasciare Madrid (insieme alla sua famiglia) perché sotto la pressione dei vertici sportivi spagnoli e di essersi sentita abbandonata. Una brutta storia, questa, che mostra chiaramente che il calcio non è soltanto bello ma può diventare anche un calvario.

Non resta altro che attendere i prossimi verdetti. Ma il bacio resta.

di Ludovica Cassano

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