Calcio Femminile
Serie A Femminile, Milan – Roma: primo ritorno da ex per Giacinti
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L’undicesima giornata di campionato vedrà il Milan affrontare in casa la Roma. Una sfida speciale soprattutto per Giacinti, che torna al Vismara da avversaria.
La prossima giornata della Serie A Femminile vedrà scontrarsi Milan e Roma. Le rossonere arrivano da una vittoria netta contro la Fiorentina. E le ragazze di Spugna arrivano da testa di serie al “Puma House of Football – Centro sportivo Vismara”.
La gara tra le due compagini sarà accompagnata da una grande emozione. Infatti Valentina Giacinti tornerà a calcare i terreni di “casa” dopo l’addio doloroso di quest’estate. L’ex Capitano rossonero col trasferimento alla Roma ha ritrovato la giusta serenità.
Non ha mai nascosto l’amore per i colori della squadra milanese ed i tifosi del Milan, anche per questo, tutt’ora l’adorano. Nonostante il cambio di schieramento, obbligato da alcune incomprensioni avute col tecnico Ganz. La numero 9 giallorossa quindi avrà un compito difficile.
La professionalità di Giacinti è indubbia, sicuramente farà di tutto per portare alla vittoria la Roma. Ma i ricordi dell’attaccante bergamasca, su quel manto verde, sono molti. E dovrà fare in modo che l’emozione non le giochi brutti scherzi.
Milan – Roma: una sfida difficile
Domenica al “Puma House of Football” si troveranno di fronte la quinta e la prima del Campionato. La Roma vorrà continuare la corsa verso lo scudetto mantenendo i 6 punti di vantaggio sulla seconda.
Mentre il Milan farà di tutto per fermarla e guadagnare così terreno. Considerando il big match che ci sarà domani tra Inter e Juventus che potrebbe favorire una piccola rimonta rossonera.
Due squadre forti quelle di Milan e Roma, ma con evidenti differenze di forma e risultati. Le rossonere fin qui hanno avuto un percorso molto altalenante, fatto di 5 vittorie, 4 sconfitte ed un pareggio. Mentre la Roma arriva con un bottino quasi pieno. Infatti sono 9 le vittorie e solamente 1 sconfitta.
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Una sfida tra talenti
Oltre che su Giacinti, le giallorosse potranno contare sull’instancabile Greggi ed il pendolino Serturini. A centrocampo la regia di Giugliano proverà ad innescare l’esperienza di Haavi. In difesa potrà contare su due pilastri come Linari e Bartoli.
Le rossonere invece potranno contare sulla top player Asllani affiancata dalla forza di Piemonte. A centrocampo, se non dovesse recuperare Adami, potranno sicuramente contare sulla tecnica di Grimshaw e Kamila Dubcová. In difesa ritrovano Guagni, recuperata dall’infortunio. Inoltre potranno vantare un “piedino magico” come Tucceri Cimini per eventuali calci da fermo.
Due squadre piene di talenti quindi che, si spera, ci regaleranno una sfida avvincente Domenica 4 Dicembre alle 14.30.
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Calcio Femminile
Serie A femminile, si torna in campo dopo la sosta
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Dopo quasi più di un mese dall’ultimo match di campionato, torna in campo la Serie A femminile con la Poule Scudetto e la Poule Salvezza.
Torna la Serie A femminile. Terminata la sosta per le nazionali e la pausa dovuta alla creazione del calendario si torna a giocare in campo in campionato, inaugurando la seconda fase della stagione.
Infatti, per chi non lo sapesse, dopo le 18 gare di regular season la classifica viene divisa in due formato due blocchi composti da 5 squadre ognuno. Le prime cinque si affronteranno tra di loro per la poule scudetto per spartirsi lo scudetto e l’accesso alla prossima edizione della Women’s Champions League, mentre le altre cinque se la giocheranno nella poule salvezza per rimanere nella massima serie.
A battersi per le prime cinque posizioni saranno Juventus (prima in classifica), Inter, Roma, Fiorentina e Milan. Coloro che invece si giocheranno la rimanenza in Serie A sono Como, Lazio, Sassuolo, Napoli, Sampdoria.
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GIADA GREGGI IN AZIONE ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Serie A femminile, il calendario della prima giornata della seconda fase
Fase 2
Poule Salvezza
Sabato 1° marzo
Lazio 12:30 Sampdoria
Domenica 2 marzo
Sassuolo 12:30 Napoli
Poule Scudetto
Domenica 2 marzo
Juventus 15:30 Roma
Fiorentina 18:00 Milan
Riposano Inter e Como.
Calcio Femminile
Las Leonas, donne che vogliono dribblare e attaccare la vita
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Ispirato al docufilm del 2022, Las Leonas, la Coppa del Mondo è una storia di sorellanza, di vite che vogliono raccontarsi, anche attraverso un gol.
Donne: donne che combattono, che non mollano, che ci credono. Insomma, normale amministrazione. Cosa c’è di nuovo? Che le storie vengono raccontate. E viene fatto attraverso il ruggito di tante leonesse.
Come e quando nasce Las Leonas
Il progetto nasce nel 2022 con l’omonimo docufilm prodotto dalla Sacher Film di Nanni Moretti con Rai Cinema, presentato a Venezia alle Giornate degli Autori 2022.
Le stesse registe del lungometraggio, Isabel Achaval e Chiara Bondì, hanno poi deciso di trarne una docuserie per la Rai in 4 episodi, con una coproduzione di 11 Marzo Film e Rai Documentari in collaborazione con Matteo Levi,
È stata messa in onda il 28 dicembre e il 4 gennaio scorsi su Rai 3 alle 15.00, ma è ancora disponibile su RaiPlay.
La trama di Las Leonas, la Coppa del Mondo
La docuserie tratta di un torneo di calcio a cui partecipano otto squadre femminili, composte da giocatrici provenienti da diverse parti del globo.
In ballo c’è la Coppa del Mondo!
Quattro formazioni si sfidano a Roma, le altre quattro a Torino.
La finale si disputa nella Capitale.
Tra queste c’è l’Italia, il Brasile, l’Iran, l’Argentina.
La telecamera spazia oltre il rettangolo di gioco, intrecciandosi con le vicende personali, i percorsi e le esperienze di vita delle protagoniste.
Non è un riscatto
Tanti giornali o agenzie stampa ne hanno parlato in termini di riscatto sociale.
A un primo sguardo veloce può sembrare: le storie sono tutte di donne, spesso madri single e fuggite a situazioni difficile e tragiche. Sono immigrate, che vivono in condizioni di disagio, campando di espedienti.
Come annuncia a caratteri cubitali l’Ansa parlando della serie Las Leonas, la Coppa del Mondo per lo più sono colf e badanti, è innegabile.
Ma guardando con occhio più attento non c’è solo questo, anzi, è una parte marginale della narrazione.
Al centro c’è il calcio, nella sua declinazione più bella, ancestrale e poetica.
Il calcio per queste donne è aggregazione, è evasione, è amicizia, è sorellanza, è trovare se stesse e potersi esprimere liberamente.
Non per riscattarsi perché un riscatto prevederebbe un’ingiustizia vissuta. Che a volte c’è, ma loro sanno andare oltre.
Per loro questa è una scelta: loro vogliono giocare e lo fanno perché sono libere.
Ogni donna una storia, ogni terra un passato
Ovviamente la commozione è dietro l’angolo, rischiando spesso di cadere nel patetico.
Ma sono le protagoniste a salvare da questa caduta di stile, con la loro dignità e con l’amore per questo sport.
Infatti il calcio è unione: con le proprie radici, con le altre donne, con il proprio essere.
Sul campo le calciatrici, tutte a livello amatoriale, possono esprimere liberamente loro stesse.
È lo sport a unire, tanto che molte calciatrici non sono necessariamente della stessa nazionalità della maglia che indossano. Il senso di appartenenza va al di là di un dato anagrafico.
Questo si nota e viene sottolineato, con qualche insistenza, soprattutto nel caso della nazionale iraniana.
Il ruggito de Las Leonas: mai arrendersi
Tante storie, una storia: tante donne che hanno voglia di raccontarsi, uno sport che si racconta da solo.
È una storia di donne raccontata da donne, dunque per fortuna si sfugge un paternalismo stile “fardello dell’uomo bianco” alla Kipling.
Le donne si reinventano, piangono, si asciugano le lacrime e ripartono. Proprio come su un campo da gioco.
La vita è come una partita di calcio: a volte si difende, altre si attacca, altre volte si dribbla, si colpisce di testa e non c’è la certezza di segnare un punto.
Ma non ci si arrende mai, ne vale la pena giocare quella partita.
Il messaggio della docuserie, in barba ai titoli di certi articoli, è molto semplice. Non è che badanti e colf posano i loro spazzoloni e scendono in campo ancora col grembiule addosso. Queste donne non sono il loro lavoro, queste donne sono donne con carattere, che giocano a calcio non per un riscatto personale. Ma “banalmente” perché a loro piace.
Calcio Femminile
Multa per Rubiales, ma Hermoso non ci sta: pronto il ricorso
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In Spagna è un caso dal retrogusto mediatico e sociale il bacio Rubiales-Hermoso che ha, letteralmente, scosso l’opinione pubblica spagnola, ma non solo.
Il bacio “rubato” da Luis Rubiales a Jenni Hermoso (giocatrice della nazionale femminile spagnola) ha scosso profondamene lo sport.
Per molti definita una sorta di MeToo del calcio femminile il bacio di Rubiales è apparso come una vera e propria violenza poiché inaspettato e non voluto. A peggiorare, se possibile, il caso è stata la posizione che lo stesso Rubiales ha nella scena sportiva calcistica spagnola essendo il Presidente della Federazione spagnola (Rfef).
Il tribunale Audiencia Nacional ha condannato pesantemente l’uomo classificando il bacio come una vera e propria violenza sessuale ai danni della Hermoso.
Rubiales al centro tra due posizioni opposte: i dettagli
La sentenza del tribunale spagnolo Audiencia Nacional ha lasciato un po’ di amaro in bocca a tutti i contendenti. Infatti se da un lato Jenni Hermoso ha dichiarato fermamente di non aver mai acconsentito al bacio, dall’altro il Presidente Rubiales appare – seppur colpevole – rinfrancato poiché la pena è risultata molto più bassa di quella richiesta.
A Rubiale la giustizia spagnola ha – infatti – attribuito una multa di 10.800 euro e la limitazione di avvicinarsi alla giocatrice in un raggio di 200 metri ed evitare di comunicare con lei per un anno. Oltre a questo dovrà pagare oltre 3.000 euro di responsabilità civile.
Jenni Hermoso era stata una delle vincitrici della Coppa Coppa del Mondo Femminile dopo aver battuto l’Inghilterra per 1-0 nei Mondiali di Sidney 2023.
Nonostante la condanna la quota femminile – e non solo – non è apparsa soddisfatta della sentenza e sostiene la Hermoso che ha intenzione di andare avanti.
La giocatrice, infatti, ha affermato di essere stata costretta a lasciare Madrid (insieme alla sua famiglia) perché sotto la pressione dei vertici sportivi spagnoli e di essersi sentita abbandonata. Una brutta storia, questa, che mostra chiaramente che il calcio non è soltanto bello ma può diventare anche un calvario.
Non resta altro che attendere i prossimi verdetti. Ma il bacio resta.
di Ludovica Cassano
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