All’Hotel Hilton La Lama di Roma EUR si è svolto un incontro dal titolo “Tecniche e strategie di calciomercato”, sulle frontiere del calciomercato in Italia.
L’incontro Tecniche e strategie del calciomercato si è svolto all’Hotel Hilton La Lama, in presenza del procuratore Alessandro Canovi e il direttore di TuttoMercatoWeb Niccolò Ceccarini.
Assente per impegni Guido Angelozzi, direttore dell’area tecnica del Frosinone. A moderare l’incontro la giornalista Sofia Oranges.
Nel corso dell’evento, i presenti hanno provato a fare il punto sul calciomercato italiano, riflettendo anche su temi chiave come quelli del vivaio giovanile e degli stadi di proprietà.
Canovi denuncia il generale cambiamento, in peggio, del calciomercato. Gli fa eco Ceccarini, che evidenzia il cambiamento post-pandemia: “Prima il mercato nasceva a Milano e c’erano tanti incontri vis-à-vis. Ora è tutto telematico. Il Covid ha portato tutto sulla tecnologia (…) Oggi devi fare 50 telefonate: non li vedi, non li senti, non rispondono”.
Poi lancia una proposta: “Direi di cominciarlo il 1 luglio e di finirlo prima della prima di campionato. Francia, Inghilterra, Italia, Spagna: mettiamoci tutti d’accordo e cerchiamo di omologare le date”.
S.O.: Cos’è cambiato nel mestiere di agente, quanto è difficile fare questo mestiere a campionato già avviato?
A.C.: “Per l’agente è una forza in più: crescono le necessità dei club. Oggi molte operazioni nascono su Internet, sui social: in tutti i club, la parte media e soprattutto social sta acquisendo sempre più potere. (…)
Prima del Covid il mercato italiano si basava molto sul sistema delle plusvalenze; ora tutti i club non hanno la forza di sostenere stipendi elevati”.
“Un esempio eclatante è Osimhen: anche se il Napoli pretende una certa cifra, non la riceve.
Oggi si parla sempre di pareggio di bilancio: in Spagna devono farlo per legge (vedi il caso del Barcellona). I grandi club come Juventus, Milan, Inter, Roma devono scrollarsi di dosso contratti che non possono permettersi.
Mi auguro che l’anno prossimo il calciomercato italiano possa tornare ad essere protagonista effettivo, in termini economici”.
S.O.: Come si gestiscono le fonti per le notizie di calciomercato? Come si capisce qual è la notizia effettiva?
N.C.: “La notizia deve essere sempre nel primo rigo. Oggi, la velocità è fondamentale, ma la credibilità è ancora più importante. Una fonte non basta mai. Ci sono 3 parti in causa: il giocatore e le due società coinvolte.
Se chiedi a due su tre sei abbastanza sicuro che quello che stai dicendo è realistico. Poi, ovviamente, ci sono i rapporti personali. (…) Ciò che conta sono i rapporti, la lealtà, l’educazione e il rispetto“.
Canovi ha poi posto l’accento sulla gestione dei giocatori giovani in Italia: “In Spagna (che Canovi conosce bene vivendoci, ndr), a 21 anni, hai alle spalle già 40-50 partite professionistiche. Oggi, in Italia, i 2009 e i 2007 giocano in Primavera.
Dobbiamo capire che dobbiamo riformulare il nostro campionato: mi auguro che ci sia un grande tavolo, anche con il governo, per trovare incentivi da dare alle squadre per formare i giocatori italiani (nati in Italia, di qualsiasi etnia)”.
Sulla questione interviene anche il direttore dell’ADICOSP Alfonso Morrone: “Se Lamine Yamal fosse nato in Italia, oggi avrebbe giocato in Serie C e, se notato, sarebbe andato a gicare alla Guyana o simile.
Abbiamo un problema di naturalizzazione: noi di ADICOSP abbiamo proposto lo ius soli sportivo. In Spagna ci sono giocatori nati in Spagna che non sono di famiglia spagnola, lo stesso vale per la Germania”.
S.O.: Come sono cambiate le opportunità per giocatori e club?
A.C.: “Sono cambiate le regole, la mentalità dei giocatori – oggi il giocatore italiano è pronto per andare all’estero – i mercati – l’Arabia Saudita, la Turchia, gli Stati Uniti.
Da noi stanno arrivando ottimi giocatori ma non abbiamo i campioni che venivano una volta. Vengono giocatori forti ma non le stelle. Essere nella cerchia delle migliori leghe sarebbe già un ottimo auspicio.
Dobbiamo copiare gli spagnoli pari pari. Noi fino agli Under 17 siamo estremamente competitivi, ma quei giocatori giocano solo tra di loro. In Spagna li buttano nella mischia e chi resiste resiste. Ma resistono in molti”.
S.O.: Alessandro parlava del fatto che i grandi campioni non vengano da noi. Ma il fatto che Paulo Dybala sia rimasto a Roma può invertire un trend, quello del calcio come business?
A.C.: “Non so come sia andata davvero. Io la vedo come l’eccezione, se è stata la sua volontà. Non vedo altre situazioni simili dall’Arabia per altri giocatori… L’unico è Osimhen.
Nel panorama italiano non vedo nessun altro giocatore che possa ricevere un’offerta di 75 milioni di euro in 3 anni”.
N.C.: “Ci sono tanti fattori che un calciatore valuta. Io penso che il campionato arabo non sia ancora decollato, invece mi piace molto il progetto della MLS“.
S.O.: Alessandro, cosa ti auguri per i prossimi anni?
A.C.: “Che si dia la possibiltà ai club di poter fare tante cose. Un esempio: gli stadi. In Spagna e, soprattutto, in Inghilterra sono tutti proprietari di stadi: hanno la possibilità di fare progetti economici.
In Italia quasi tutti i club hanno gli stadi in comodato d’uso o in affitto. Non hanno strumenti per fare progetti. Abbiamo bisogno di una visione comune”.
Approfitta dell’assist Ceccarini: “A Firenze abbiamo un imprenditore italo-americano, Rocco Commisso, che oltre a un centro sportivo meraviglioso, voleva rifare lo stadio a Firenze.
È un imprenditore che voleva investire milioni e milioni, poi una serie di problematiche gli ha impedito di rifare il Franchi. Quando ci sono queste occasioni, bisognerebbe accettare chi può darci una mano”.
Conclude Canovi: “Il calcio può essere una parte importante del nostro PIL: mi auguro che tutti insieme, politica inclusa, facciamo qualcosa”.
Aggiornato al 29/08/2024 15:57
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