Clamoroso: Rangnick al Milan, ma non come allenatore

Quello che sta succedendo intorno alla galassia rossonera è quanto di più incerto ed indefinito, risulta sempre molto complesso per noi capire le prossime mosse sia dal lato tecnico che dirigenziale. In un momento in cui si è lontani dal calcio giocato a causa dell’emergenza Coronavirus ci si sbizzarrisce a fantasticare sulla prossima stagione, sul Milan che verrà e ad onor del vero la proprietà Elliott su questo fronte è già molto attiva, da settimane infatti si starebbe muovendo al fine di scegliere questa volta le persone giuste per fare decollare un progetto al momento fermo a terra.

I dubbi ed il ruolo di Ragnick

Il Milan e Ralf Rangnick hanno preso un accordo a dicembre, Gazidis aveva infatti contattato l’ex Lipsia per proporgli la panchina rossonera ricevendo come risposta un accordo di massima, ma con riserva. Rangnick è un calcolatore, non ama le scelte affrettate e soprattutto vuole analizzare per bene quello che gli viene servito sul piatto, diffidando da portate troppo ricche senza avere la possibilità di toccarle con mano. Da qui i dubbi sono aumentati, nel frattempo il tecnico Sefano Pioli qualcosa di buono ha fatto vedere ed è arivata l’infausta intervista di Zvonimir Boban che ha smascherato ai quattro venti le idee societarie. Giusto licenziarlo, ma altrettanto giusto preservare la squadra da inutili e dannosi spifferi provenienti dall’esterno.

Rangnick ha saputo raggiungere risultati eccellenti con il Lipsia, squadra attualmente in lotta per la Bundesliga ed ai quarti di Champions League, e con il Salisburgo che rappresenta una delle realtà più belle in Europa. E’ riuscito a portare in alto due squadre con un progetto serio, ma partendo da zero puntando su giovani pressochè sconosciuti che sono diventati negli anni dei veri top player.

Dobbiamo però anche ricordare che Rangnick non allena da anni e non conosce il calcio italiano e farebbe inizialmente molta fatica a calarsi nella realtà del nostro campionato. A qualsiasi allenatore viene chiesto tutto e subito, immaginiamoci se dopo le prime gare il Milan avesse pochi punti che gogna mediatica si creerebbe intorno a lui. Sono i rischi del mestiere, vero, se si accetta la sfida bisogna esserne consapevoli, verissimo, ma i rossoneri quanto tempo hanno ancora di aspettare? Sono in grado di sostenere un’altra annata storta? Penso di no, in Italia le pressioni sono massacranti, Rangnick troverebbe un ambiente pressante già durante i primi giorni in estate, non sarebbe sicuramente un ambiente ideale per sviluppare con la pianificazione le sue idee. Ricordiamo altresì che il tecnico tedesco lasciò la panchina dello Schalke per esautimento causato dall’eccessivo stress, siamo sicuri che al Milan non potrebbe accadere la stessa cosa, se non peggio?

Le scoperte di Rangnick

Rangnick ha il merito di avere trasformato in oro parecchi giocatori da lui stesso trattati, è uno dei migliori al mondo in questa attività di scouting e si avvale di una rete di collaboratori all’avanguardia e di un certo livello. Tra i tantissimi talenti divenuti vere e proprie star del calcio che conta annoveriamo Luis Gustavo

acquistato da 1 milione e rivenduto a 17, Roberto Firmino prelevato dalla Tombense a 4, rivenduto a 41 milioni, nel 2012 Sadio Manè da 23 a 41 quando è passato al Liverpool, Diego Demme passato al Napoli per 12 milioni ed acquistato nel 2013 dal Paderborn per 350mila euro, Timo Werner il cui valore oggi è di 80 milioni, mentre era stato pagato 14 allo Stoccarda, Emil Fosberg da 3,7 a 28 milioni, Naby Keita pagato 1,5 milioni e rivenduto al Liverpool per 60. Questi solo alcuni, i più importanti, dei talenti “venuti fuori” con Rangnick, segno di un indiscusso talento, mansione che -siamo certi – vorrebbe continuare a fare presso un altro club.

Con Rangnick Ds, ecco il nuovo allenatore

E qui annunciamo il colpo di mercato che potrebbe prendere forma sulla panchina rossonera, siamo ancora al momento in una fase primordiale, ma fonti decisamente vicine al tecnico confermano l’interesse e soprattutto il progetto che potrebbe nascere da qui all’estate. Sulla panchina rossonerà potrebbe infatti sedersi Luciano Spalletti che andrebbe a prendere il posto di Stefano Pioli, particolarmente amato da giocatori e tifosi, ma che non convince appieno la dirigenza. Il tecnico di Certaldo dobbiamo ammetterlo, andrebbe un poco in controtendenza con le idee di Elliott in quanto nella sua carriera ha sempre allenato giocatori maturi, già formati ed esperti, per questo potrebbe anche per lui essere una sfida professionale diversa.

Di contro però Spalletti conosce a memoria il calcio italiano, la storia parla per lui, il materiale umano che ha a disposizione lo sa valorizzare in ogni contesto, ne è la dimostrazione il fatto che ha saputo portare in Champions League l’Udinese, ha riportato la Roma a lottare per lo scudetto nonostante una disastrosa situazione societaria, ha vinto in Russia con lo Zenit alla prima occasione, è tornato ad allenare la Roma scalzando Rudi Garcia e l’ha portata al secondo posto superato soltanto da un’inarrestabile Juventus ed infine ha riportato l’ Inter in Champions League dopo un digiuno di 6 anni.

Affidarsi ad un allenatore come Spalletti è una mossa decisamente azzeccata, se potrà avere la collaborazione di una dirigenza forte, coesa e di talent scout importanti, magari capitanati ed organizzati proprio da Rangnick, potrebbe venire fuori qualcosa di assolutamente interessante. A Luciano piacciono le sfide, non lo preoccupano e, a differenza del tecnico tedesco, è una persona che difficilmente va in zone di stress grazie al suo carattere spigoloso sicuramente, ma decisamente forte.

 

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Pubblicato da
Mauro Vigna
Tag: Milan

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