Stamane c’è stata la presentazione di Vincenzo Italiano, nuovo tecnico della Fiorentina.
Italiano oggi è stato presentato dalla Fiorentina nella splendida cornice del Piazzale Michelangelo. Le prime parole dell’ex tecnico dello Spezia ha messo in chiaro la propria volontà di dare un’identità alla Viola: “La scelta di venire qua a Firenze è una scelta dove porterò il cuore: in questi anni ho ottenuto risultati importanti. Darò tutto me stesso e cercherò di mettere in atto quello che mi ha dato la società: avremo un’identità, un’organizzazione e proveremo a portare in alto il blasone del club”.
L’obiettivo che vuol dare alla squadra e ciò che si aspetta dalla squadra: “Il mio obiettivo è sentir dire ai miei ragazzi: “Mister, mi sto divertendo”. Le vittorie non le può garantire nessuno, ci sono tante variabili. Io posso incidere in maniera marcata su un certo tipo di calcio, un certo tipo di atteggiamento e di intensità. Vogliamo essere aggressivi, senza subire mai il nostro avversario: poi possiamo parlare di numeri ma l’importante è l’atteggiamento e ciò che si fa in campo. Tutti avremo grossi vantaggi. Dobbiamo fare meglio dell’anno scorso: la storia di questa squadra ci impone di avere una classifica diversa dal 13° o 14° posto. Il mio obiettivo è migliorare ciò che è stato fatto in precedenza, sia sui punti che sui gol. Senza porci alcun posizionamento in classifica. “.
Sul mercato, cosa si aspetta? “Con la società il quadro è chiaro: valutare bene la rosa in questi giorni, andare in ritiro e dopo due settimane fare il punto della situazione. Alcuni ragazzi li conoscevo da avversario ma è importante conoscere caratterialmente i giocatori a disposizione. Per me la Fiorentina è già una squadra di livello, poi si può sempre migliorare. Lo slogan quest’anno è: difendere bene ed attaccare benissimo!”
Sul rapporto con Prandelli: “Ho avuto la fortuna di avere mister di valore, preparatissimi, che mi hanno dato tanto nel mio percorso. Alcuni sono stati fonte di ispirazione quando ho smesso di giocare. Tra questi c’è mister Prandelli, il primo allenatore a darmi fiducia a 20 anni a Verona, il primo a consegnarmi le chiavi del centrocampo: ho passato con lui due anni fantastici. Non l’ho ancora sentito, so che vive qua e quanto sia tifoso di questa squadra, so che mi potrà dare tanti consigli anche sui giocatori che lui ha già allenato”.
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