Con un colpo di scena degno delle migliori produzioni cinematografiche Simone Inzaghi ha deciso di lasciare la Lazio e sedersi sulla panchina ancora calda che fu di Antonio Conte.
Non sono bastate sette ore di colloquio ( cena compresa ) e la stretta di mano finale della sera prima per formalizzare un accordo raggiunto, seppur faticosamente , con il presidente Lotito e proseguire nella sua storia d’amore con la Lazio. Troppo forte il richiamo del grande club, troppo allettante la cifra proposta, troppo importante l’opportunità che tutti gli allenatori emergenti aspettano con ansia, la mattina dopo Simone si è accordato col lesto e scaltro Marotta facendo venire lo stranguglione non solo al rude Claudio ma anche a tutti i tifosi laziali.
Scelta forte e divisiva ma anche temeraria perchè Simone Inzaghi dovrò affrontare un percorso in salita e pieno di insidie. Parte come terza scelta dell’ Inter che prima avrebbe voluto proseguire con Antonio Conte, poi ha corteggiato invano Max Allegri e alla fine ha ingaggiato lui. Vincere è difficile ma ripetersi lo è ancora di più, se poi parti come terza scelta in una piazza difficile ed esigente come quella nerazzurra devi aspettarti scomodi confronti e critiche al veleno alle prime difficoltà. La società nerazzurra vive inoltre importanti difficoltà finanziarie ed ha già annunciato un ridimensionamento tecnico che prevede il sacrificio di almento uno dei big della squadra, ne consegue che almeno sulla carta sarà difficile per Simone avere un organico più forte o almeno pari di quello della stagione appena terminata. Alla Lazio
era ormai un’istituzione, nello spogliatoio dell’ Inter partirà da zero e dovrà conquistarsi stima e ascendente sui giocatori e a proposito di big da sacrificare : siamo sicuri che perso il suo mentore e a fronte della riduzione dei programmi Romelu Lukaku sia felice di restare ?Dopo il gelido comunicato con cui la Lazio annunciava l’addio di Inzaghi senza pronunciarne il nome, è facile immaginare che le due sfide contro i biancocelesti romani saranno particolarmente sentite ed infuocate. Ed ancora : si troverà di fronte una Juventus restaurata e sicuramente rinforzata oltre che affidata ad un forte e collaudato condottiero, un Milan che cresce come società e come squadra, un’ Atalanta sempre più forte ed ormai solida realtà del nostro massimo campionato, un Napoli che continua ad essere fortemente ambizioso come dimostra il reclutamento probabile di Luciano Spalletti. Vogliamo parlare della Roma ? Mai lo Special One avrebbe accettato la sua guida in assenza di garanzie tecniche e del resto non avrebbe senso assumere un allenatore come lui e non costruire poi una squadra competitiva.
Insomma sarà una Serie A fortemente competitiva, una Champions da affrontare con una squadra quanto meno non rinforzata ed in un club dove devi essere un qualcosa di più che un allenatore ; il tecnico di Piacenza rischia insomma di aver molto da perdere e poco da guadagnare. In bocca al lupo Simone Inzaghi.
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