Juventus, il procuratore di Michele Di Gregorio ricorda il primo approccio del suo assistito con il club bianconero in un’intervista a Tuttosport.
A proposito dell’arriv del nuovo acquisto della Juventus, il portiere Michele Di Gregorio, con la Continassa, l’agente Carlo Alberto Belloni ricorda: “Venerdì, quando Michele è entrato per la prima volta alla Continassa, era felice come un bambino al parco giochi: aveva un sorriso a trentadue denti stampato in volto.
Poche volte l’ho visto così raggiante: di solito tende a celare le proprie emozioni. Arrivare alla Juventus è un grande traguardo, che Di Gregorio si è conquistato dopo una lunga gavetta. Nessuno gli ha mai regalato nulla, ha scalato tutte le categorie a suon di parate.
È stato un giorno indimenticabile per tutti. Anche per me: portare un giocatore alla Juve all’età di 36 anni non capita a tutti gli agenti…“.
Il procuratore ha anche svelato un retroscena sulle parole di Giuntoli riguardo il portiere: “Nel momento in cui trattavamo il passaggio alla Juve Giuntoli ha detto più volte a DiGre che le squadre vincenti si costruiscono dai portieri forti e lui per la sua squadra voleva avere il migliore della Serie A: Di Gregorio, appunto
“.Una frase che attesta la grandissima stima che Giuntoli nutre per il suo neo-acquisto. Stima, e ambizione, più importanti del fattore economico, che non ha guidato la scelta di Di Gregorio: “Non abbiamo guardato alla parte economica che altrove poteva anche essere più allettante, ma siamo stati colpiti dalla voglia del direttore Giuntoli di far ritornare la Vecchia Signora a grandi livelli. E Michele vuole farne parte da protagonista”.
Belloni, con Di Gregorio, c’è praticamente cresciuto: sono infatti 12 anni che lavorano insieme. Di Gregorio è stato il suo primo assistito.
Come ricorda lo stesso procuratore: “Ormai ci consideriamo una coppia di fatto. In questi anni ne abbiamo vissute di tutti i colori, ma le confesso che ho sempre avuto la certezza che DiGre sarebbe arrivato a grandi livelli. Fin da quel pomeriggio in cui l’avevo visto per la prima volta. Michele aveva 14 anni e mi aveva colpito per esplosività e personalità”.
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