Il Milan rinnova Stefano Pioli, scelta che non posso ancora definire giusta o sbagliata, ma sicuramente i meriti del tecnico sono davanti agli occhi di tutti. Ha saputo ridare un gioco ad una squadra scollata, ha saputo valorizzare giocatori a gennaio in odore di partenza ed ha saputo intrecciarsi in modo speciale ed intelligente con un giocatore che ha dato valore aggiunto, ma che poteva anche rovinare l’ambiente, mi riferisco a Zlatan Ibrahimovic. Tutto bene quindi? Assolutamente no. I problemi iniziano ora.
C’è dell’assurdo dilettantismo nell’operato dell’AD Ivan Gazidis, posso capire la proprietà dei Singer che non hanno mai trattato il calcio, nè hanno mai avuto un club, ma le responsabilità del dirigente sono enormi e soprattutto inspiegabili. Il licenziamento di Boban è un mistero, i diverbi con Maldini senza senso. Avrebbero sì avuto un senso se si fosse perseguita la strada di Rangnick fino in fondo, ma il dietrofront di ieri lascia inevitabilmente Gazidis sempre più solo ed a questo punto in bilico. La frattura interna ormai è estesa, da una parte Maldini e Massara uniti a Pioli ed al senatore Ibra, dall’altra la proprietà Elliott che dá le direttive a Gazidis. Una polveriera che andrà sistemata.
Per non parlare del mercato, costruito al momento ad immagine e somiglianza di Rangnick ed iniziato con l’acquisto di Kalulu. Si inseguivano Dumfries, Ajer, Koopmeiners, Szoboszlai, Rashica, Jovic, tutti profili voluti da Rangnick ma che ora rimangono appesi ad filo e probabilmente abbandonati. Notizia dell’altro ieri infatti che Rashica si accaserà con il Lipsia, guarda caso a volte le combinazioni. Come sarà il mercato rossonero ora è un mistero ed il tempo sarà poco, soprattutto se non si hanno disponibilità economiche eccessive.
Checchè se ne dica, Rangnick ha sempre fatto spendere molti soldi, ed avrebbe preteso lo stesso per iniziare il nuovo progetto con il Milan, magari non strapagando i giocatori, ma prendendone molti. Con Pioli non sappiamo, ma sono ragionevolmente convinto che il tecnico si accontenterà nuovamente di un mercato austero fatto dalla dirigenza senza il suo coinvolgimento, che è quanto di più deleterio ci possa essere. I giocatori, compatibilmente con il budget, li deve scegliere l’allenatore, al Milan non è più così da anni.
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