Stefano Pioli sta ottenendo risultati che in pochi sì aspettavano, dal periodo successivo al lockdown i rossoneri sarebbero secondi solamente dietro all’Atalanta di Gasperini. Numeri di assoluto rispetto frutto di vittorie importanti contro Lecce, Roma, Lazio, Juventus e Parma con un piccolo passo falso contro la Spal ed un dignitoso pareggio a Napoli contro l’ex Gattuso. Il tecnico parmigiano ha trovato i giusti argomenti per mettere in seria difficoltà la dirigenza che però sembra avere fatto la sua scelta.
Pioli è stato scelto da Maldini e Boban nel momento in cui la dirigenza aveva dato ordine al croato di andare a trattare con Rangnick, cosa peraltro mai avvenuta, tanto che a dicembre è stato l’Ad Gazidis a farlo successivamente alla sconfitta per 5-0 contro l’Atalanta. L’idea era trovare un traghettatore fino a giugno per poi attuare l’ennesima rivoluzione, ma Pioli oltre al ruolo di traghettatore ha fatto capire di starci benissimo nel Milan spiazzando di fatto la proprietà Elliott.
Stefano Pioli era perfettamente consapevole di atterrare in una polveriera, la gestione Giampaolo aveva lasciato i giocatori completamente spaesati. Il Milan era stato costruito ad immagine e somiglianza del tecnico Gattuso, passare ad un allenatore che anteponeva gli schemi agli esseri umani era troppo per quel periodo e si è visto. Con pazienza certosina Pioli ha saputo riattaccare i mille cocci sparsi per Milanello imbastendo una squadra giorno dopo giorno più solida, essenziale, magari non bellissima, ma efficace. Ha saputo ricreare un ambiente facendo giocare un calcio semplice e recuperando giocatori ormai ritenuti non da Milan quali Castillejo, Rebic, Calhanoglu, Kessiè
e lo stesso Bonaventura. I meriti per la mentalità vincente vanno invece divisi con Ibrahimovic, da gennaio vero e proprio leader in campo e soprattutto durante la settimana a Milanello.Difficile il rinnovo di Pioli, nonostante i numeri suggeriscano un esame di coscienza, la proprietà Elliott non intende tornare sui suoi passi ritengo per eccesso di amor proprio e supponenza. Accettare Pioli significherebbe dare ragione a chi l’ha scelto, ergo a Boban e Maldini, difficile che succeda. Così facendo però, senza nulla togliere a Rangnick ed alla sua indiscussa professionalità, si va a minare un equilibrio già profondamente instabile che Pioli aveva contribuito ad assestare con mille difficoltà. Viene quasi logico pensare che con due o tre innesti di qualità questo Milan potrebbe dire la sua contro chiunque e che di fatto quindi non serva una repulisti come quella pensata da Elliott. Solo il tempo probabilmente dirà chi ha avuto ragione, ma probabilmente queste lotte intestine altro non fanno che spaccare ulteriormente un ambiente già di per sè fragile ed instabile.
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