Il Milan torna a casa da Ferrara con un risicato pareggio, un punto in tasca, poche certezze ed una serie infinita di cose che non vanno e che andranno giocoforza riviste già da oggi ed in più larga scala con il mercato estivo. Si è tanto parlato ieri di nuovo cambio societario, ma ragioniamo sugli aspetti di campo e di cosa ieri non è funzionato. I problemi in ogni reparto sono stati evidenti, palesi, agli occhi di tutti. Il Milan ha evidenti crisi di identità, non per sminuire oltremodo la Spal, ma è contro le piccole che si devono fare i punti se non si hanno le capacità necessarie per battere le grandi e gli estensi erano ultimi in classifica, ci si aspettava sicuramente un altro approccio. Ma un altro approccio lo si aspetta sempre, il Milan purtroppo troppe volte è entrato in campo con un piglio “da provinciale” e non da grande squadra e la colpa è in primis di chi prepara la gara.
Reputo Donnarumma uno dei migliori portieri al mondo, quantomeno tra i primi dieci, ma sul secondo gol di ieri avrebbe potuto fare decisamente di più. Al di la di tutto ritengo che i continui rumors sul suo futuro non possano che danneggiarlo, il ragazzo di per sè non si scompone, ma è innegabile che non gioca nemmeno con la tranquillità che sarebbe richiesta. Davanti a lui ieri si sono visti un Calabria
disastroso che conferma la sua involuzione che dura ormai da parecchio tempo ed un Gabbia particolarmente timoroso, senza troppo carattere e con eccessiva paura di sbagliare. Servirà intervenire sul mercato, si pensa a Dumfries per la corsia di destra e Milenkovic da affiancare a capitan Romagnoli apparso anch’egli particolarmente spaesato.Numerosi problemi sono emersi anche a livello di centrocampo. A parte l’infortunio di Castillejo in fase di valutazione, registriamo anche un Bennacer non più completamente sul pezzo da quando rumors di mercato lo stanno accostando ad una piuttosto che all’altra squadra, comunque lontano da Milano. Il vero problema è Kessiè, un elemento in grado di mettere sempre buona corsa, ma carente di fosforo di idee. L’ivoriano è in piena evoluzione e sembra un lontano parente dal bel giocatore ammirato ai tempi dell’Atalanta.
A parte le buone notizie che arrivano da Rebic, ieri in giornata storta, l’attacco rossonero va rifondato. Calhanoglu ci mette cuore, impegno, ma risulta troppo impreciso in fase conclusiva. Lo stesso Ibrahimovic a fine anno lascerà Milano pertanto non ci si potrà affidare solamente a Rebic ed a Leao, ieri in gol, ma comunque troppo discontinuo. Il portoghese è uno dei più grossi punti interrogativi di questo Milan ed affidargli il peso dell’attacco potrebbe risultare un rischio insostenibile. Servirà un profilo in grado di metterla dentro, si punta a Jovic o Milik, ed in secondo piano si dovrà acquistare un giovane in grado di crescere e subentrare a partita in corso, potrebbe essere Scamacca.
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