Milan: Rangnick e Pioli possono coesistere?

In questi giorni i tifosi rossoneri stanno costruendo le barricate davanti al tecnico Stefano Pioli, guai a chi oserà toccarlo dalla guida della squadra anche durante la prossima stagione, la dirigenza è avvisata. Da probabile esonerato a seguito della sciagura contro l’Atalanta per 5-0 che ha portato la proprietà ad operare controtendenza assoldando Ibrahimovic, a conclamato allenatore, il passo è stato breve. In effetti dal dopo lockdown i numeri parlano per lui, rindondanti le vittorie contro Roma, Lazio e Juventus con un prezioso pari in casa del Napoli ed una manita contro il Bologna che ha fatto tornare i tifosi a divertirsi vedendo una partita. Ma la mia domanda – e poi vi darò la mia opinione – è questa: Rangnick e Pioli possono coesistere?

Precedenti fallimentari

Ammettiamo che Pioli vinca le ultime 4 partite, mandarlo via potrebbe risultare oltremodo difficile e scomodo da giustificare, sebbene – ricordiamolo – gli accordi presi con Rangnick fossero di gran lunga precedenti all’exploit che poi ha avuto la squadra rossonera. A dicembre pensare ad una riconferma di Pioli appariva quantomeno utopistico, senz’altro folle. Ma adesso rispondo alla domanda: no, Rangnick e Pioli difficilmente potranno coesistere, diciamo che non ci scommetterei un centesimo. Non è per i singoli profili, per carità, assolutamente stimabili e professionali, ma per due precedenti particolarmente fallimentari

. Mi riferisco a quando Ottavio Bianchi decise di prendere Lippi come allenatore del Napoli e quando Sacchi scommise su Prandelli al Parma. Risultato? Dopo pochi mesi si tolsero la parola ed il saluto e tutti ad oggi sappiamo come andò a finire.

Due galli nel pollaio

Pioli e Rangnick sarebbero i proverbiali due galli in un pollaio. Nessun problema in caso di vittorie, ma ipotizziamo magari un periodo in cui il Milan magari incappi in due pareggi consecutivi, oppure in due pareggi ed una sconfitta. Il direttore tecnico – nel qual caso Rangnick – durante la settimana a Milanello se ne starebbe zitto oppure inizierebbe a suggerire qualcosa all’allenatore – nel nostro caso Pioli? E Pioli accetterebbe eventualmente di farsi fare la formazione dal direttore tecnico? Ritengo molto, ma molto difficile una simile convivenza, il Milan questo lo sa perfettamente e cercherà quindi di prendere la scelta migliore, che non vuole dire sarà la più giusta, ma quella ritenuta propedeutica per la ripartenza della squadra verso scenari che più gli competono.

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Pubblicato da
Mauro Vigna
Tag: Milan

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