I problemi in attacco del Milan sono ormai conclamati, una nota dolente che continua a suonare stonata e fuori dal coro da ormai troppo tempo, troppi anni. Per trovare un bomber degno del suo nome dobbiamo tornare indietro fino a Carlos Bacca con le sue 31 reti in 70 gare. Da lì in avanti il nulla, ovvero molto poco con il susseguirsi di giocatori anche importanti, ma che di fatto non sono stati in grado di fare la differenza sicuramente pre demeriti loro, ma non solo.
Prendiamo ad esempio due giocatori per i quali trovare la strada del gol non ha mai rappresentato un problema, ossia Higuain e Piatek. Nonostante qualche sporadico exploit, soprattutto da parte del polacco la stagione scorsa, abbiamo purtroppo dovuto assistere ad un totale scollamento tra il centrocampo e l’attacco, ergo troppo spesso i terminali offensivi sono stati lasciati soli complici magari anche stati di forma di certi interpreti – Suso e Calhanoglu – non certo ottimali. Troppe poche palle sono state buttate in mezzo all’area di rigore, troppo spesso abbiamo visto gli attaccanti sbracciarsi e lamentarsi per mancanza di palloni giocabili ed il problema non è mai stato risolto dai tecnici che si sono susseguiti in questi anni.
E veniamo al dubbio più grande che al momento mi attanaglia, ossia il prossimo attaccante rossonero. Sappiamo già da ora che Ibrahimovic non rinnoverà a causa dell’età e delle pretese economiche, oltre all’estraneità che avrebbe nel progetto di Rangnick. Sappiamo anche benissimo che puntare su Leao è un rischio in quanto il portoghese ci ha abituati a prestazioni assolutamente sotto soglia ed a preoccupare è l’impegno profuso, spesso ai margini della svogliatezza. Al futuro tecnico tedesco l’arduo compito di provare a migliorarlo, magari con un’impostazione di gioco a lui più congeniale.
Ante Rebic sta facendo molto bene, da quando il tecnico Stefano Pioli ha deciso di volere puntare su di lui il croato ha saputo mettere a segno 7 reti prima del lockdown con prestazioni all’altezza e comportamenti da vero trascinatore in campo. Sarà quindi lui uno dei due attaccanti rossoneri in un ipotetico 4-4-2? Ritengo proprio di sì, ma non sono convinto al 100% che sarà una scelta azzeccata. Rebic dovrà dare una prova di maturità importante,
altrimenti non farà altro che replicare le scorse stagioni dove si è visto un giocatore forte a sprazzi alternato ad un altro modesto per lunghi periodi della stagione. Conosciamo purtroppo molto bene le lunghe pause che si concede Rebic, puntare su di lui è giusto, ma rappresenta un altro forte rischio che, sommato a quello di Leao, fa propendere verso un’idea di attacco molto sterile.Se da una parte troviamo dubbi legati al possibile rendimento in campo di Leao e di Rebic, dall’altra potremmo trovare un attaccante molto forte da affiancare a loro. Il Milan infatti avrebbe messo nel mirino i profili di Luka Jovic ed Arkadiusz Milik con il primo in netto vantaggio in merito alla lista dei desideri di Rangnick. Di fatto però i rossoneri potrebbero rimanere con il classico cerino in mano in quanto la trattativa per Jovic si sta facendo sempre più difficile, mentre Milik potrebbe concretamente passare alla Juventus e comunque il Napoli chiederebbe una cifra intorno ai 40 milioni, assolutamente fuori portata per il club di Via Aldo Rossi.
L’attaccante che con più probabilità potrebbe raggiungere Milano potrebbe essere proprio Myron Boadu, punta attualmente in forza all’Az Alkmaar. Nonostante abbia soltanto 19 anni, Boadu è già entrato nella prestigiosissima scuderia di Mino Raiola il quale avrebbe proposto il ragazzo ai rossoneri convinto abbia tutte le carte in regola per fare bene. In Eredivisie questa stagione in 39 gare ha segnato 20 reti confezionando 13 preziosi assist ai compagni. Oltre alle garanzie di Raiola che ricordiamo avere ogni tipo di interesse nell’intavolare trattative e cessioni, siamo sicuri che potrebbe replicare? O meglio, è giusto affidare il peso di un attacco problematico su un giovane ragazzo che non conosce per nulla la Serie A con il rischio di bruciarlo?
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