Rugani, l’agente: “Quest’esperienza all’Ajax lo arricchirà ancora di più”

Intervistato da “Calciomercato.com”, l’agente di Rugani, Davide Torchia, è intervenuto per raccontare i retroscena della trattativa con gli olandesi dell’Ajax.

Daniele Rugani è stato, in questi anni, uno dei difensori più promettenti del panorama italiano. Con l’arrivo di Thiago Motta, però, è finito ai margini del progetto Juventus, e ha quindi preferito accettare la corte dell‘Ajax: per un’ulteriore esperienza all’estero dopo quella (breve) con il Rennes.

Il difensore era stato, in precedenza, accostato al Bologna: trattativa che poi è naufragata. “Il perché bisogna chiederlo a loro. Da quando si è fatto avanti l’Ajax il giocatore è sempre stato molto propenso a trasferirsi all’estero, se ti chiama un club del genere, tra i più più riconosciuti al mondo, ti senti lusingato.”

Il percorso del suo assistito: “Ha fatto molta esperienza, vincere 12 titoli aiuta. Oggi ha una consapevolezza diversa, di chi dopo aver conquistato tanti trofei tende a voler vincere. E’ più maturo rispetto a qualche anno fa, e penso che anche quest’esperienza all’Ajax lo arricchirà ancora di più.”

Altri club sul difensore: ” Ci sono stati club importanti sia inglesi che italiani ma lui non è mai stato propenso a lasciare la Juve. La Juve non l’ha mai voluto cedere, nonostante fossero arrivate proposte importanti dal punto di vista economico

. C’è stata un offerta dagli Emirati Arabi. C’è stata una trattativa con Al-Ain allenato da Crespo, l’offerta economica era ottima e anche la qualità della vita sarebbe stata buona. Ma queste proposte arrivano improvvisamente, bisogna scegliere in 2/3 giorni e non era facile. Non è facile prendere una decisione del genere in poco tempo, un trasferimento negli Emirati Arabi comporta un cambiamento di vita totale.”

I retroscena della trattativa fra Rugani e l’Ajax

“E’ stata una trattativa complicata, perché quando pensavamo fosse chiusa ci sono serviti altri due giorni a causa di problematiche economiche. Ci tengo a precisare che non è stata responsabilità di nessuna delle due società, ma era semplicemente un intoppo fiscale tra Italia e Olanda che alla fine, con la buona volontà di tutte le parti, si è riuscito a superare nonostante il problema si stesse protraendo nel tempo.”