Competizioni
Atalanta, Gasperini: “Vogliamo fare una bella partita, non importa chi c’è e chi non c’è. Su Koopmeiners…”
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Il tecnico dell’Atalanta, Gian Piero Gasperini, ha parlato in conferenza stampa alla vigilia della Supercoppa Europea contro il Real Madrid.
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Domani sera, Mercoledì 14 Agosto (ore 21:00) allo Stadion Narodowy di Varsavia (la casa del Legia, n.d.r.), l’Atalanta di Gian Piero Gasperini sfida il Real Madrid di Carlo Ancelotti nella finale della UEFA-Supercup. Orobici che sono arrivati a giocarsi la finale dopo aver battuto il Bayer Leverkusen (3-0) nella finale di Europa League, mentre i blancos hanno sconfitto il Borussia Dortmund (2-1) nella finale di Champions League.
Atalanta, le parole di Gasperini
Di seguito, le parole del tecnico nerazzurro:
“Atalanta in difficoltà? Non ha nessuna difficoltà, viene a giocare una partita di un prestigio incredibile, col suo solito entusiasmo e con la voglia di stupire, giochiamo contro la squadra più titolata al mondo, metteremo in campo tutto il nostro orgoglio per cercare di fare una grande partita. Sulla carta il pronostico è ancora più chiuso rispetto a quello contro il Bayer Leverkusen. Se vogliamo è un ostacolo ancora più grande, ma la motivazione per noi è ancora più grande. Nel calcio non succede sempre, ma a volte i pronostici possono essere ribaltati”.
Gasperini su Ancelotti
“Quello che ha fatto Carlo in questi anni è sotto gli occhi di tutti, è uno degli allenatori più titolati al mondo, è un punto di riferimento per tanti. Abbiamo fatto il corso a Coverciano insieme, ci conosciamo da tanto tempo, è sicuramente un rapporto di grande stima. È bello ritrovarsi in una finale europea dopo tanto tempo, lui sicuramente è più abituato, ma è un bel traguardo anche per me”.
Le assenze
“È chiaro che vorresti arrivare al massimo delle tue possibilità, siamo coscienti, ma devo dire che anche quando siamo andati a Liverpool o in altri campi, spesso ci siamo trovati con qualche defezione, ho sempre chiesto ai ragazzi di fare una bella partita, senza avere problemi dietro di chi c’è o chi non c’è. Ho il vantaggio che non posso sbagliare la formazione, Carlo avrà molti più problemi. È una pressione che bisogna mettergli addosso. Fai difficoltà a dire quali caratteristiche, non sai chi sperare chi non gioca. Spero che giochino i migliori, perché solamente con i più forti puoi cercare di ottenere il massimo della stima”.
Le condizioni di Retegui e Lookman
“Retegui è prontissimo come tutti, sicuramente questa è una partita stimolante per tutti. Lookman sta bene, ha iniziato il ritiro tra i primi, il 10 luglio. Ma questo vale un po’ per tutte le squadre, chi ha iniziato prima ha una buona condizione. È tra i giocatori che sta meglio, ma questa è una partita che una squadra italiana non gioca da quattordici anni, per noi è quanto di meglio ci potesse succedere. Lookman per noi è un giocatore importante”.
Dopo la conferenza stampa, ha parlato ai microfoni di Sky Sport di Teun Koopmeiners:
“Koopmeiners una vittima di una situazione di mercato, di litigi di mercato, ed è stato fortemente condizionato da una certa dinamica. Koopmeiners è un argomento che riguarda la società. Lo vedo una vittima, Il mio rammarico è che è stato fatto un qualcosa per danneggiare il più possibile l’Atalanta e di questo mi dispiace. Lui è un ragazzo sano e recuperabile, poi quello che succederà nei prossimi 15 giorni vedremo. Che non sia qui con noi, il mio rammarico è ancora più grande, non sono riuscito a convincerlo e di questo mi dispiace. Sapevo che era una situazione a orologeria.”

Il Brasile è alla disperata ricerca di un CT per la propria Nazionale. Il nome in cima alla lista è quello di Carlo Ancelotti ed ha avviato i primi contatti.
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La Federazione calcistica brasiliana è in cerca di un allenatore che possa prendere le redini e guidare la Selecao al prossimo Mondiale. Il favorito di Ednaldo Rodrigues, presidente della CFB, è Carlo Ancelotti, attualmente impegnato sulla prestigiosa panchina del Real Madrid.
Il tecnico però, se in un primo momento aveva ribadito la sua volontà di continuare ad allenare i Blancos, dopo l’eliminazione dalla Champions League e un possibile 2° posto in Liga, non ha più una posizione così salda.

VALENCIA, SPAIN – JANUARY 4: Carlo Ancelotti during Spanish League match between Valencia CF and Real Madrid at Mestalla Stadium on January 4, 2015 in Valencia, Spain
Brasile, avviati i primi contatti con Ancelotti
In quest’ultimo periodo i rappresentanti della Federcalcio brasiliana si sono mossi in prima persona per parlare con l’entourage di Carlo Ancelotti. Attualmente due intermediari si trovano a Madrid ed hanno avuto dei colloqui con Davide Ancelotti, figlio, nonché allenatore in seconda del padre. Il tecnico italiano però, vuole attendere il termine della stagione per capire quale sarà la posizione della società se deciderà di riconfermalo o meno sulla panchina.
Il Brasile però ha una scadenza, ovvero il 26 maggio, giornata in cui dovranno uscire le convocazioni per le qualificazioni ai Mondiali. Staremo vedere se l’ex Milan si lascerà ingolosire da questa nuova esperienza o preferirà giocare sul sicuro rimanendo nella sua zona di comfort.
Competizioni
Italia, otto squadre italiane in Europa la prossima stagione? C’è una sola condizione
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20 ore fail
25/04/2025
L’Italia, terza nel Ranking UEFA stagionale, non potrà avere la quinta piazzata in campionato in Champions Ligue la prossima stagione. C’è una possibilità per avere comunque otto club iscritti alle competezioni europee.
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La Gazzetta dello Sport oggi in edicola spiega come l’Italia possa avere nelle tre competizioni europee nella prossima stagione comunque otto club iscritti nonostante la defezione in Champions League: tutto dipende dalla Fiorentina di Palladino.
Perché questa possibilità si verifichi la Viola deve vincere la Conference League senza raggiungere un posto che le permetterebbe l’accesso alle competizioni attraverso il campionato.
All’Italia di diritto spettano 7 squadre, 4 in Champions, 2 (di cui una può venire dalla Coppa Italia) in Europa League e una in Conference League. L’unica possibilità per aggiungere un club è che i gigliati, al momento ottavi e fuori da ogni competizione, si aggiudichino la Conference League e arrivino al massimo al settimo posto in campionato.
Se la Fiorentina arrivasse tra le prime sei e vincesse la Conference, le squadre iscritte sarebbero solo sette.
Champions League
Inter, Zanetti: “Una volta dissi che mi sarei gettato nel fuoco per Mourinho”
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1 giorno fail
24/04/2025
L’Inter di Inzaghi non riesce a raggiungere il traguardo raggiunto con la strepitosa formazione guidata dall’irriverente José Mourinho (quella del Triplete)
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L’Inter non riesce a diventare la prima squadra in Italia a raggiungere il Triplete per la seconda volta e si ferma (almeno per quest’anno). Brucia soprattutto aver perso con gli scomodi cugini rossoneri e chissà che non possa essere la fine prematura di una stagione che sembrava promettere tutto, forse troppo!
In tutta onestà va detto che la squadra che ha vinto praticamente tutto era un’Inter davvero troppo forte, troppo unita e che passava la palla a memoria. Poi c’è la figura di José Mourinho che era diventato popolare per assorbire e canalizzare ogni genere di critica. Aveva la sua tecnica: provocava lo scontro verbale, era irriverente e anche un po’ arrogante e lo faceva per essere al centro delle critiche ma anche per esonerare la squadra che si allenava e si concentrava.
Quella squadra lì, che tutti i tifosi nerazzurri ricordano con commozione: Julio Cesar, Maicon, Lucio, Samuel, Chivu, Zanetti, Cambiasso, Pandev, Sneijder, Eto’o e Milito. Insomma una squadra che sembrava inarrestabile e la finale contro il Bayern Monaco (in quel 20 maggio 2010) praticamente perfetta.
Era un’Inter formato famiglia
Quel periodo sarà difficile da eguagliare perché era evidente – anche per i tifosi – che ci si trovava di fronte ad una squadra di campioni ma, soprattutto, di uomini che si stimavano e si fidavano l’uno dell’altro. A confermarlo proprio il capitano di quella squadra, Javier Zanetti (che ora è vicepresidente nerazzurro) e che ricorda gli anni anni in cui vinsero tutto. Ne parla a BBC Sport.
“Mourinho creò una famiglia, formammo il gruppo durane la settimana anche in momenti come le grigliate che piacevano tanto anche al mister. Sono momenti di unità. Una volta dissi che mi sarei gettato nel fuoco per Mourinho”.
Proprio lo spirito di sacrificio richiesto per poter vincere trofei, per sopportare la stanchezza di fine stagione (dove si arriva alle partite più calde!) e per reggere alla pressione e all’ansia da prestazione e per vincere.
Zanetti continua dicendo che ” Il nostro rapporto non era solo tra allenatore e giocatore o tra allenatore e capitano; era un legame umano fortissimo. E lo sarà per sempre! Quei due anni sono stati molto significativi per me e per lui. Rimarranno nei nostri cuori. Ci ha insegnato tantissimo e ci ha fatto credere che potevamo fare la storia e ci siamo riusciti”.
L’attuale Inter ha giocatori validissimi, ha un capitano altrettanto carismatico (Lautaro) ma chissà se sono riusciti a creare quel senso di fiducia incondizionata tra di loro e se riusciranno a credere ciecamente alla loro guida (Inzaghi) come quella Inter fece con la sua guida.
Quella squadra vinse 2 Scudetti (2009 e 2010), 1 Coppa Italia (2010), 1 Supercoppa Italiana (2008) e 1 Champions League (2010).
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