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Champions League

Champions, Juve: favorita dopo 20 anni. Gli highlights della Champions del 1996

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La Juventus, come ogni anno, parte favorita per dichiararsi campione d’Italia ma, ormai, solo questo non basta più. Per una squadra il cui motto mira alla vittoria come unico traguardo, il trofeo nazionale non è più sufficiente, si ambisce a qualcosa di più grande e prestigioso: la Champions League.

I segreti per vincerla

La voglia è tanta, e gli importanti investimenti economici della società lo dimostrano. I bianconeri hanno aumentato esponenzialmente il fatturato (merito, anche – e soprattutto – dello stadio di proprietà) e, contestualmente, potenziato la rosa migliorando le prestazioni calcistiche.

Una delle parole chiave è continuità: Allegri è presente sulla panchina bianconera da 4 anni portando avanti la sua idea di gioco corroborate dall’acquisto di giocatori a lui congeniali. La rosa stessa è stata rivoluzionata al suo arrivo, ma in questi anni ha mantenuto gli stessi elementi (con innesti più o meno importanti) dando, appunto, continuità al progetto.

La qualità della rosa

Quest’anno le ambizioni hanno raggiunto l’apice. L’acquisto di Cristiano Ronaldo fa ben sperare: è la stella che può accendere le partite e risolverle con una giocata; è quel tipo di giocatore che sa miscelare esperienza, professionalità e qualità in campo. E come lui ce ne sono pochi. Avere un Cristiano Ronaldo in squadra e non contro (si sa, è la bestia nera della Juventus) è sicuramente positivo; la Juve, però, non è solo Ronaldo, è tanto altro: giocatori con esperienza comprovata (Chiellini, Barzagli, Bonucci, Mandzukic, Khedira) e con qualità tecniche indiscusse (Dybala, Douglas Costa, Pjanic). Tutto questo, unito ad una ampia rosa di qualità e quantità, e alla presenza di giocatori con esperienza europea alle spalle avendo vinto la Champions (Ronaldo, Emre Can, Khedira), può essere la ricetta perfetta per alzare la coppa dalle grandi orecchie.

E come recita l’inno della Juve: “Portaci dove vuoi […] e ancora non ci basta“. Già, perché i tifosi vogliono qualcosa in più dello scudetto e, da amanti di questi colori, sono disposti a essere trasportati dalla loro squadra ovunque essa li porti, affidandosi alla corrente dello ‘stile Juve’ e alla sete di vittorie.

Gli highlights della Champions del 1996

Riviviamo insieme la finale di Champions League vinta contro l’Ajax per 4-2 ai rigori che ha portato, nel 1996, la Juventus a trionfare in Europa.

https://youtu.be/e9A9Cl4T7r0

Champions League

Vinícius, tra provocazione e senso di appartenenza al Real

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vinicius real madrid-barcellona

Vinícius e Bellingham, istigati dalla rivalità storica contro i Colchoneros, rispondono alle provocazioni degli spalti con tocchi pungenti e d’effetto.

Il match di ritorno del Derby Madrileño, carico di tensione, conduce i Madridisti ai quarti di Champions League, con una sofferta vittoria ai calci di rigore e istigazioni tra spalti e campo.

Vinícius

Vinícius sempre più innamorato: una maglia cucita sul petto

Andata di ottavi di UCL all’insegna del patriottismo spagnolo. Una città divisa a metà, a protezione di una fede calcistica che da anni divide il territorio in due frazioni: Madridistas y Colchoneros. Ad avere la meglio è stata proprio la squadra di Ancelotti, allenatore più titolato nella storia del Real Madrid, che porta i suoi direttamente ai quarti, al termine di una partita estenuante, trascinata fino ai calci di rigore.

Un Real non troppo brillante nei 90′ minuti di partita, che non ha sfruttato appieno l’occasione del vantaggio dell’andata (gara terminata 2-1 per i Blancos con a segno Rodrygo e Brahim Díaz), rifacendosi però, ai calci di rigore.

Quello che salta all’occhio, come al solito, è il fedele attaccamento alla maglia e un atteggiamento acutamente provocatorio del numero 7 del Real Madrid: Vinícius Júnior. Un giovane arrivato nel 2018 al Real Madrid, The best Fifa Men’s Player 2024 e secondo al pallone d’oro 2024.

Ieri sera, infatti, dopo aver sbagliato il rigore che sarebbe stato decisivo al 90′, esce indicando ai tifosi del Real Madrid il numero di Champions vinte dalla sua squadra (15) e quelle, invece, ‘non’ vinte dall’Atletico Madrid (0).

Indicando e sottolineando una forte differenza (a livello di storia calcistica) tra i due club e, di conseguenza, lasciando intendere che l’aver sbagliato un calcio di rigore non cancella e non cancellerà mai questa netta diseguaglianza. Al termine del match, lo stesso Vinícius, indicando lo stemma del Real Madrid, provoca ulteriormente i tifosi dell’Atletico, come a voler far intendere che ‘il  Real Madrid è questo, è qui e si fa sentire, che vi piaccia o meno’.

Anche Jude Bellingham, in una versione più agonistica e forse meno diretta del compagno Vinícius, mostra segno della sua sicurezza. Durante i festeggiamenti sotto la curva, infatti, un tifoso dell’Atletico lancia una bottiglietta d’acqua verso la sua direzione, Jude però, con assoluta tranquillità e fermezza, risponde con un ‘colpo di testa’ alla bottiglietta stessa. Un gesto di estrema semplicità, ma anche carico di significato.

L’amore di Vinícius per questo club è più che evidente. I baci alle maglie; le descrizioni Instagram ad ogni post “Hala Madrid, que Deus nos abençoe”; le lotte in campo; grinta e la fame ad ogni partita. Cose che spesso sfociano in questi gesti, molto criticati ma carichi di significati e che probabilmente vanno oltre le semplici rivalità. Un ragazzo cresciuto tra pallone e povertà, calcisticamente parlando nato nel Flamengo, sognando il Real Madrid nei pericolosi quartieri del Brasile.

Insomma un giovane di talento, con una personalità che non lascia opzioni e vie di mezzo. che divide i tifosi del calcio in due spicchi: Chi lo ama e chi lo odia. Forse però è proprio questo a rendere la sua individualità così forte e di spicco. Criticato o no è cosi però che Vinícius continua a vivere il suo più grande desiderio infantile: vestire la maglia del Real Madrid.

Asia Pausata

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Champions League

Aston Villa, riscritta la storia con Asensio

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L’Aston Villa, superando il Bruges con un netto 3 a 0, vola ai quarti di finale della Champions League dopo 42 anni, merito di Asensio.

L’Aston Villa, dopo aver superato agevolmente il Bruges in questi ottavi di finale di Champions League, vola ai quarti di finale dai quali mancava dal 1983: merito di Marco Asensio, autore di 2 gol contro i belgi che poteva finire all’Inter.

Aston Villa, lo spagnolo Asensio protagonista del successo dei Villans in Champions League contro il Bruges, che li porta ai quarti di finale dopo 42 anni

Marco Asensio of Aston Villa goes forward with the ball during the Premier League match Aston Villa vs Ipswich Town at Villa Park, Birmingham, United Kingdom, 15th February 2025
(Photo by Gareth Evans/News Images)

Aston Villa, approdo ai quarti di finale dopo 42 anni, Asensio protagonista della vittoria sul Bruges

L’Aston Villa ieri ha riscritto la propria storia: la vittoria perentoria, 3 a 0, contro i belgi del Bruges fa volare i Villans ai quarti di finale della Champions League. Non accadeva da ben 42 anni, dal 1982/83, quando affrontarono la Juventus di Platini, Boniek e Paolo Rossi, venendo eliminata. L’anno prima, i Claret & Blue avevano vinto il trofeo in finale sul Bayern Monaco. Un risultato storico, che porta la firma di Marco Asensio, fantasista classe 1996 spagnolo autore di una doppietta.

Lo spagnolo è stato il protagonista assoluto dalla sfida contro i belgi, segnando 2 gol abbastanza semplici, ma che fanno notare la ritrovata consapevolezza dei propri mezzi del fantasista spagnolo. Il tecnico Emery ha creduto in lui, ed Asensio lo ha ripagato: dall’arrivo a Birmingham a gennaio, in 8 presenze ha segnato 7 gol, una media gol da 55 minuti a partita, ed ancora la stagione non  è finita.

Chi si morde le mani, visto ciò che Asensio sta facendo in Inghilterra, è l’Inter. Per i nerazzurri lo spagnolo, quando ancora vestiva la maglia del PSG, era un obiettivo di mercato. Ma poi, come ha affermato il ds nerazzurro Pietro Ausilio, l’attacco era già a posto, ma un fantasista alle spalle di Lautaro e Thuram non sarebbe servito, per dosare l’energie di quest’ultimi?

Comunque, Asensio è rinato a Birmingham e sotto la cura Emery, si gode lui e la squadra questo storico traguardo e nell’Inter c’è chi pensa che un giocatore del genere poteva effettivamente essere utile alla causa nerazzurra.

 

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Champions League

Retroscena Ménéz: cacciato da Anfield durante Liverpool-PSG

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PSG

Durante Liverpool-PSG, ritorno degli ottavi di finale di Champions League, l’ex attaccante francese Jérémy Ménez è stato cacciato dagli spalti di Anfield.

Il PSG supera il Liverpool ai rigori e accede ai quarti di finale di Champions League. Passaggio del turno meritato, vista la quantità notevole di occasioni sprecate soprattutto all’andata a Parigi, ma anche al ritorno ad Anfield. Fondamentale Gianluigi Donnarumma nell’ipnotizzare dal dischetto Darwin Nunez e Curtis Jones, mentre il rigore decisivo per i francesi lo segna Désiré Doué.

Jérémy Ménez allontanato dallo stadio durante Liverpool-PSG

Episodio a dir poco grottesco quello avvenuto sugli spalti di Anfield durante la partita. Jérémy Ménez, ex attaccante tra le altre di Roma, PSG e Milan, era presente allo stadio con alcuni amici. Al gol di Ousmane Dembélé al minuto 12 avrebbe esultato in maniera eccessiva, in un settore pieno di tifosi dei Reds. Questi ultimi avrebbero segnalato l’accaduto agli steward, che intorno al 65° minuto hanno chiesto a Ménéz e i suoi amici di lasciare lo stadio.

Liverpool-PSG

 

A svelare questo retroscena è stato Samir Nasri, ex centrocampista di ArsenalManchester City, al termine della partita. Queste le sue parole a Canal+: “Un pensiero per coloro che sono stati cacciati dallo stadio. Jérémy Ménez era presente alla partita e gli è stato chiesto se fosse francese. Dopo la sua risposta, gli hanno detto di lasciare lo stadio… al minuto 70, nientemeno“. Il gruppo avrebbe assistito al resto dell’incontro prima in autobus e poi in hotel.

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