Champions League
Champions League, Haaland scalda i motori
La finale di Champions si avvicina: meno 8 giorni al fatidico giorno. Nel frattempo Haaland si fomenta ai microfoni della BBC, mandando avvisi alle avversarie.
E’ sicuro di sé, Erling Haaland. E fa bene ad esserlo: in questa stagione, da quando è approdato al Manchester City, è stato letteralmente inarrestabile.
I suoi numeri farebbero tremare qualunque avversario: 22 anni, 194 cm di statura, 36 gol e 8 assist solo questa stagione. Numeri da capocannoniere del campionato di calcio più forte al mondo. Che, per di più, milita nella squadra più forte della Premier League.
Lui e la squadra allenata da Pep Guardiola, 32 trofei vinti finora, si preparano a due finali importanti: quella di FA Cup, domani, contro il Manchester United e quella di Champions League contro l’Inter del 10 giugno.
Come ricorda lo stesso Haaland ai microfoni della BBC: “Sarebbe qualcosa di irreale portare a casa il treble (la tripletta, ndr), anche se questo è il motivo per il quale il club mi ha acquistato. Non dobbiamo nasconderlo e farò di tutto per cercare di realizzarlo.
È questo il mio sogno più grande e spero che diventi realtà. Ovviamente, però, non sarà facile: ci sono due finali contro due buone squadre. Saranno entrambe motivate e pronte a tutto, ma se giocheremo al meglio abbiamo buone possibilità per portarle a casa entrambe“.
Champions League
Atalanta, Ilicic: “Era fatta con il Napoli”
l’ex giocatore dell’Atalanta Josip Ilicic, ha parlato del suo periodo con in bergamaschi, ma anche di un suo possibile approdo a Napoli, poi svanito.
Alla vigilia di Atalanta- Real Madrid, l’ex dei bergamaschi Josip Ilicic, ora al Maribor, ha parlato in un intervista ad As, del suo periodo con i nerazzurri ma anche di un suo possibile approdo a Napoli, poi successivamente svanito.
Atalanta, Ilicic: “Ancelotti mi disse “Dai, vieni, andiamo a mangiare, a bere…”
Alla vigilia della sfida di Champions League tra Atalanta e il Real Madrid, ha parlato in un intervista al quotidiano spagnolo As, l’ex dei nerazzurri Josip Ilicic.
Lo sloveno, ora di nuovo in terra natia a Maribor, ha parlato della sua decisione di tornare in Slovenia: “Arrivò un punto in cui non sentii più il bisogno di giocare ad alti livelli e decisi di portare la famiglia a casa. La verità è che non sopportavo più tanta pressione, giocando ogni tre giorni. Dopo la pausa COVID ho sofferto troppo, non ero più lo stesso e sentivo in cuor mio che era arrivato il momento di dire basta. Avevo promesso di tornare il giorno in cui sarei partito da Maribor e l’ho mantenuto”.
Poi, ha parlato del motivo che ha portato all’addio al club bergamasco:
“Ho chiesto di andare via. Mi ero preso una pausa per recuperare fisicamente, ma avevo l’obiettivo di potercela fare. Però cominciavo a sentire qualcosa di diverso dentro di me. Non ne potevo più. Se non stai bene mentalmente, non puoi durare fisicamente e se non posso dare il massimo, preferisco fare un passo indietro. Non ha accettato di stare in panchina e il calcio non è solo una questione di soldi, altrimenti sarei andato in Cina o in Arabia Saudita. Il calcio è amore- Dopo un mese di confinamento ho chiesto al club di andare via. Soffrivo troppo senza la mia famiglia. Una volta arrivato lì ho capito che era quello di cui avevo bisogno e che il calcio non faceva più per me”.
Infine, ha svelato la possibilità di arrivare a Napoli alla corte di Carlo Ancelotti:
“Era praticamente fatta ma alla fine l’Atalanta ha deciso di non lasciarmi partire. Per loro era fondamentale ma avevo già accettato l’offerta del Napoli e parlato con Ancelotti, mi ha detto due o tre parole sul calcio… e poi mi ha parlato della vita. Mi raccontò cose di Napoli: ‘Dai, vieni, andiamo a mangiare, a bere…’. (Sorride). Ne aveva parlato anche con Mertens e con il ds Giuntoli. Ero convinto, volevo andare lì per vincere il campionato e giocavo molto bene, fisicamente ero un animale” ha concluso.
Champions League
Inter, Inzaghi: “Giochiamo contro una della più forti d’Europa. In Champions siamo migliorati negli anni, puntiamo ai 18 punti”
Simone Inzaghi ha parlato in conferenza stampa alla vigilia di Bayer Leverkusen-Inter. L’allenatore si è soffermato sull’emergenza difensiva e sul turnover.
Domani tornerà protagonista la Champions League con i nerazzurri di scena alla Bayer Arena contro la squadra di Xabi Alonso. Ecco le parole del mister interista.
Inter, le parole di Inzaghi
È arrivato il momento di fare qualche calcolo sulla classifica di Champions?
“Sappiamo il cammino che abbiamo avuto finora, è stato ottimo e sappiamo che a 17 punti potresti esserci, ma a 18 ci sei sicuramente. Ci mancano tre partite, domani giochiamo contro una delle squadre più forti d’Europa che in sedici mesi ha perso tre partite. Ci siamo preparati, sapendo che incontriamo una squadra molto molto forte”.
A proposito delle tre partite perse nelle ultime 75 dal Leverkusen, una è stata persa contro l’Atalanta. L’avete rivista?
“Sappiamo che affrontare l’Atalanta non è mai semplice, ci siamo concentrati sul Leverkusen: l’abbiamo visto e rivisto, perché ultimamente ha giocato a quattro in difesa, per lunghi tratti a tre. Siamo pronti a qualsiasi modulo, parliamo di una squadra che è riconoscibile, allenata da un ottimo allenatore, che ha portato i suoi principi. È una squadra che gioca molto bene a calcio dal basso, che pressa molto bene. Chiaramente dovremo fare una partita di grandissima attenzione”.
Si è dato una spiegazione dei tanti attacchi?
“Io, come ho detto più di una volta, alleno l’Inter e ho la fortuna di avere questi ragazzi che mi hanno dato tutto da tre anni e mezzo. So da dove sono partito e sappiamo dove siamo arrivati, quello che ho detto dopo il Parma l’ho detto in riferimento agli ultimi dieci anni di Inter. Fino al 2021 la squadra ha faticato tanto in Europa, noi insieme allo staff, ai tifosi, ai giocatori, abbiamo fatto un grande cammino.
Tutti dicono sia partito dalla finale di Istanbul: è stata importante, ma penso alle partite col Real Madrid e col Liverpool nel primo anno. Sono state fantastiche, giocate in modo strepitoso, da allenatore mi hanno riempito d’orgoglio, contro squadre che poi hanno fatto la finale.
È un percorso che parte da lontano, sappiamo che giocando con questi ritmi non è facile: quanto fatto venerdì è stato analizzato solo sabato, con tre partite settimanali non è semplice, ma ho la fortuna di una squadra e di uno staff che mi seguono sempre”.
Numeri ottimi ma diversi tra campionato e Champions: in Champions zero gol subiti, pur con meno fatti. Esiste una differenza?
“I numeri vanno letti, sono importanti nel calcio. Sappiamo che in Champions abbiamo avuto un certo percorso e in campionato un altro. Dobbiamo alzare l’attenzione, migliorare la fase di non possesso tutti insieme, in campionato le ultime partite le abbiamo fatte molto bene. Domani sera sarà importante dare seguito a queste gare, sapendo chi affrontiamo”.
Si può dire che, in chiave scudetto, l’Atalanta sia favorita?
“Le vanno fatti i complimenti, per quanto fatto sia in Europa che in campionato negli ultimi anni. Però dire una favorita mi torna difficile, mi ritorna in mente quello che ho detto il 13 luglio: dissi che sarebbe stato un campionato avvincente, con tante protagoniste e diverso da quelli precedenti. Credo si veda dalla classifica, siamo alla quindicesima: sono cambiate le squadre di vetta, in più abbiamo Lazio e Fiorentina che stanno facendo un campionato straordinario”.
Quanto è importante per Taremi trovare continuità di gol?
“Sono molto soddisfatto di lui, è un giocatore che ho voluto insieme alla società: tutti i suoi compagni gli vogliono bene, in Champions ha giocato da titolare e abbiamo tredici punti. Sappiamo e lui sa che ci sono altri quattro attaccanti, che come lui vogliono giocare: Lautaro e Thuram sono quelli che stanno giocando di più, Arnautovic ha avuto qualche problema ma quando l’ho messo in campo mi ha dato grandi risposte, Correa è tornato a stare benissimo.
Ho l’imbarazzo della scelta, giocando nell’Inter sappiamo che c’è grande concorrenza: domani tra centrocampo e attacco c’è abbondanza, meno in difesa. Ad Acerbi e Pavard si è aggiunto Dumfries, oltre a Palacios che non è in lista. Dalla prossima spero che possano esserci Acerbi e Dumfries, oltre ovviamente a Palacios”.
Champions League
Champions League, gli arbitri di Bologna, Juventus e Milan
La Champions League è giunta alla quinta giornata: mercoledì saranno in campo Bologna, Juventus e Milan. Ecco le designazioni arbitrali.
L‘Uefa ha designato gli arbitri per la 6a giornata della League Phase della Champions League. Juventus-Manchester City affidata a Turpin
Di seguito le designazioni di mercoledì 11 dicembre di Milan-Stella Rossa e Benfica-Bologna.
Champions League, gli arbitri di Bologna, Juventus e Milan
BENFICA – BOLOGNA (mercoledì 11 dicembre ore 21:00)
Arbitro: Radu Petrescu ROU
Assistenti: Radu Ghinguleac ROU e Mircea Mihail Grigoriu ROU
Quarto uomo: Marcel Birsan ROU
Video Assistant Referee: Pol van Boekel NED
Assistente Video Assistant Referee: Alen Borošak SVN
JUVENTUS – MANCHESTER CITY (mercoledì 11 dicembre ore 21:00)
Arbitro: Clément Turpin FRA
Assistenti: Nicolas Danos FRA e Erwan Finjean FRA
Quarto uomo: Mathieu Vernice FRA
Video Assistant Referee: Willy Delajod FRA
Assistente Video Assistant Referee: Benoît Millot FRA
MILAN – STELLA ROSSA (mercoledì 11 dicembre ore 21:00)
Arbitro: Jesús Gil Manzano ESP
Assistenti: Diego Barbero ESP e Angel Nevado ESP
Quarto uomo: Francisco José Hernandez Maeso ESP
Video Assistant Referee: Cesar Soto Grado ESP
Assistente Video Assistant Referee: Benjamin Brand GER
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