Categorie: Champions League

Champions League: l’ultima notte di Kroos e Reus

Una finale di Champions League dai sentimenti opposti per i due campioni, che nella notte di ieri a Wembley hanno salutato per l’ultima volta i loro club.

La notte di Wembley ha visto il Real Madrid campione d’Europa per la quindicesima volta. L’ennesimo trionfo di una squadra che sembra avere il segno della vittoria nelle stelle e nel suo destino.

Ma la gara di ieri è stata anche un mix di emozioni contrastanti. Gioia ed euforia, esaltazione e sconforto. Sentimenti che solo una finale può lasciare, ma ieri c’era anche quel velo di romanticismo nostalgico che ci ricorda, semmai ce ne fosse bisogno, perché siamo innamorati ancora (e nonostante tutto) di questo sport.

Già, perché ieri sera è stata l’ultima gara con i propri club di due campioni, o meglio due leggende: Toni Kroos e Marco Reus. Entrambi hanno salutato i loro tifosi, ma con sentimenti totalmente opposti.

Vincere ancora una volta

Pochi giorni fa Toni Kroos aveva annunciato che la finale di Wembley sarebbe stata l’ultima gara con il Real Madrid. Dopo dieci anni di Madrid il tedesco ha annunciato il suo addio al calcio. Potremo ancora gustarcelo negli Europei di giugno con la sua Germania, ma intanto ieri sera ha sollevato la sua quinta Champions League con i blancos, la sesta personale (la prima era stata vinta con il Bayern Monaco). 

La ciliegina su una torta condita da ogni genere di trofeo. Uno dei migliori centrocampisti della sua generazione, e forse di sempre. La notte di Londra lo ha incoronato, ancora una volta. Il giusto riconoscimento ad una carriera sempre al top, sempre al centro. Sempre da Kaiser.

Al termine della partita Kroos è andato sotto i suoi tifosi a festeggiare e a salutarli per l’ultima volta da giocatore. Li saluta da vincente, li saluta con una vittoria. L’ennesima.

Ancelotti ha detto che al triplice fischio che il centrocampista lo ha abbracciato, ringraziandolo per questo meraviglioso epilogo. L’umiltà di un campione che, dopo tutti i trofei, si sente ancora grato verso chi gli ha dato la possibilità di poter vincere ancora una volta.

Le lacrime di Marco

Come ogni finale che si rispetti, davanti a qualcuno che gioisce ci sarà sempre qualcuno che non lo potrà fare. E quel qualcuno, in questo caso, è Marco Reus. E ci piacerebbe tanto poter dire che la sconfitta di ieri sera sia stata solo la prima della sua carriera, ma purtroppo non è così.

Dopo aver perso la Bundesliga all’ultimo respiro nella scorsa stagione Reus aveva voglia di rifarsi. Anche lui aveva annunciato qualche giorno prima del suo connazionale Kroos che la finale di Wembley sarebbe stata l’ultima con la maglia del Borussia Dortmund. Dopo aver battuto il PSG nella semifinale tutto sembra poter far presagire finalmente il lieto fine. Tutti, infondo, saremmo stati felici di vedere Reus trionfare finalmente anche in Europa. Sarebbe stato l’epilogo perfetto di una carriera sfortunata, forse troppo. Un fuoriclasse che ha dovuto combattere da sempre contro il destino avverso.

E invece, ancora una volta, finisce con Reus in lacrime. Ancora una volta Marco è arrivato ad un soffio dalla gloria. Sognava di alzare quella coppa dalle grandi orecchie proprio lì, a Wembley, dove undici anni prima l’aveva persa contro il Bayern Monaco, i rivali di sempre.

Ma cosa unisce allora Kroos e Reus? L’amore per il calcio e per le sue emozioni che a volte crediamo di aver perso, ma che le notti come quella di ieri ci fanno ritrovare. Cos’altro dire, se non auf wiedersehen?

 

Aggiornato al 02/06/2024 11:58

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Pubblicato da
Michele Capolupo

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