Tutte le possibili avversarie dell’Inter agli ottavi di finale di Champions League suddivise in base al coefficiente di difficoltà.
Ci sono tre criteri da tenere a mente approcciandosi al sorteggio:
Essendo che nessuna squadra italiana ha vinto il proprio girone, ne consegue che l’Inter potrà essere sorteggiato con una qualsiasi vincitrice degli altri gironi.
Esclusa, ovviamente, la Real Sociedad, in quanto facente parte dello stesso girone (il Gruppo D) dell’Inter nella UEFA Champions League.
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Quali sono le squadre che hanno vinto il proprio girone?
Andiamo quindi a dividere le squadre di cui sopra in due gruppi. Nel primo gruppo metteremo le squadre da evitare, mentre nel secondo quelle che l’Inter dovrebbe augurarsi di prendere.
Ci tengo a precisare in primis che sia la scelta di inserire una squadra in un gruppo piuttosto che in un altro sia il coefficiente di difficoltà assegnato a ogni squadra sono frutto unicamente del parere soggettivo di chi scrive.
In secundis che TUTTE le possibili avversarie dell’Inter sono squadre forti e meritevoli di assoluto rispetto. Dovendo per forza affrontarne una, ci limitiamo a discernere fra gli accoppiamenti virtualmente impossibili e quelli “fattibili”.
N.B: ☆ equivale a “mezza stella”.
Rispetto al Napoli, che si evita il Real Madrid nel sorteggio avendolo avuto nel girone, l’Inter si evita la Real Sociedad. Una squadra forte, come il doppio confronto nella fase a gironi ha ampiamente dimostrato, ma sicuramente più appetibile rispetto all’urna di ferro che attende i nerazzurri.
Da evitare sicuramente, oltre ai madrileni, il Bayern Monaco. Nonostante i bavaresi non stiano vivendo il loro momento storico più brillante, lo dimostra la fatica che stanno facendo in Bundesliga, rimangono comunque il Bayern Monaco.
Una squadra stellare che, come se non bastasse, in estate ha aggiunto al proprio invidiabile rooster anche uno come Harry Kane. Il terminale offensivo che gli mancava, per sublimare l’immensa mole di gioco creata dai suoi fantasisti. Non dimenticare poi che hanno un tecnico come Tuchel, che la Champions l’ha già vinta (col Chelsea) e una seconda volta (col PSG) l’ha solo sfiorata.
Il Real, dicevamo, è l’altra squadra da evitare come la peste. Gli spagnoli sono per antonomasia la squadra della Champions League. Non solo perché ne hanno vinte più di tutti (14), ma anche perché in panchina hanno Mister Champions League. Ovvero Carlo Ancelotti, che da solo di Champions ne ha vinte quattro di cui due (l’ultima due anni fa) proprio con le Merengues.
L’anno scorso si arresero in semifinale, davanti solo all’annus mirabilis del Manchester City, che si è concluso con la vittoria di quattro trofei (fra cui il treble) su sei disponibili. La squadra di Bellingham: in assoluto uno dei giocatori più dominanti e determinanti del mondo. Una squadra che in questo primo scorcio stagionale è stata falcidiata dagli infortuni, ma che per gli ottavi di finale dovrebbe recuperare tutti (o quasi) i suoi indisponibili.
Guler. Tchouaméni. Carvajal. Camavinga e Vinicius. Gli unici che dovrebbero saltare il primo turno a eliminazione diretta sono Courtois e Militao. A parer mio sono una motivazione sufficiente per affermare, senza timore di smentita, che il Real è la squadra da evitare in assoluto.
Anche più del Bayern e del City, sulla cui testa pende la nota Spada di Damocle delle presunte violazioni del FFP. L’Inter l’ha già affrontata lo scorso Giugno a Istanbul, ma era un altro City. Era però anche una finale, quindi una partita secca, e, in una partita che prevede un’andata e un ritorno, fisiologicamente Inzaghi dovrebbe preparare la sfida agli inglesi in maniera diversa.
Indiscutibile anche il valore dell’Arsenal. Ampiamente dimostrato anche in Premier League, il campionato più difficile del mondo, dove hanno tre punti di vantaggio proprio sul City. La squadra di Arteta, però, è meno abituata dei colleghi ai palcoscenici internazionali (come dimostra la precoce eliminazione agli ottavi di finale della scorsa Europa League, per mano dello Sporting Lisbona) e questo legittima qualche dubbio in più sulla loro tenuta.
Capitolo a parte per il Barcellona: sicuramente la più grande delusione di questa prima metà di stagione. I blaugrana stanno vivendo una profonda (e francamente difficile da prevedere) crisi. Il distacco dal Girona (sette) primo in Liga è maggiore rispetto al “cuscinetto” (cinque punti) che i catalani hanno sull’Atletico Bilbao, attualmente quinto in classifica.
In Champions le cose non sono andate poi tanto meglio. La squadra di Xavi (a fortissimo rischio esonero) ha vinto il girone ma solo per la differenza reti. E’ finita infatti a pari punti con il Porto (12) e ha perso l’ultima gara del girone subendo tre gol dall’Anversa, che aveva fatto solo un punto nelle prime cinque partite.
La crisi attuale potrebbe suggerire che (forse) gli azulgrana siano la squadra migliore da affrontare in questo momento, ma gli ottavi si giocheranno a Febbraio e due mesi sono calcisticamente una vita. Il calcio, soprattutto nelle competizioni a eliminazione diretta, vive di momenti e non abbiamo modo di conoscere lo stato di forma che vivranno Lewandowski & Co. in quel momento.
Come detto, è difficile per l’Inter sperare in un sorteggio benevolo. Su sette possibili abbinamenti cinque saranno estremamente difficili, di cui (almeno) due-tre probabilmente proibitivi. Stante che nel calcio nulla è già deciso prima che il pallone abbia finito di rotolare, come dimostra il percorso dei meneghini nella scorsa edizione, l’Inter dovrebbe augurarsi di pescare dall’urna di Nyon una fra Borussia Dortmund e Atletico Madrid.
Due squadre ugualmente forti, attenzione, e probabilmente anche più forti dell’Inter, ma contro le quali sicuramente le probabilità di passaggio del turno sarebbero meno sbilanciate rispetto a quelle con le squadre del primo gruppo.
Il Borussia Dortmund quest’anno viaggia a due velocità. Se in Bundesliga i giallo neri faticano a ingranare (sono quinti in classifica) in Champions le cose sono molto diverse. I tedeschi hanno vinto il girone più difficile di tutta la competizione, davanti al PSG e rifilando tre gol a domicilio al Milan.
Rispetto agli anni passati sono una squadra meno “di gioco” e maggiormente da contropiede, come dimostra il dato sul possesso palla medio. Probabilmente il modo migliore per scatenare la velocità dei suoi esterni e la loro straordinaria capacità di ribaltare il campo con pochi tocchi.
L’Atletico Madrid sta vivendo una delle sue fasi “meno choliste”. La svolta “giochista” voluta da Simeone, come spesso (per non dire sempre) accade, non ha portato i frutti sperati. In questi anni i colchaneros sono sembrati la classica squadra né carne né pesce.
Il cambio pelle voluto dall’allenatore argentino non ha attecchito del tutto e, pur mostrando delle innovazioni tattiche interessanti, la sua squadra mantiene le peculiarità che l’hanno contraddistinta nella sua ascesa. Pur non essendo un binomio perfetto fra modernità e pragmatismo, l’Atletico è capace di alternare prove di grande solidità difensiva (come ai bei vecchi tempi) a fasi di possesso palla (seppur un possesso prettamente difensivo) ipnotico.
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