Champions League
Il Milan non è pronto per i quattro tenori: Conceiçao torna al 4-3-3? ecco chi rischia di stare fuori

La sconfitta del Milan contro il Feyenoord è stata davvero un colpo inaspettato, soprattutto considerando le aspettative che si erano create dopo le due vittorie consecutive e il grande mercato di gennaio.

ESULTANZA MILAN ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Il Milan sembrava pronto a una notte da protagonista, con i suoi talenti come Pulisic, Joao Felix, Leao e Gimenez tutti in campo. Invece, è stata una serata da dimenticare, dove a brillare sono stati i giocatori del Feyenoord, come Paixao, che ha punito duramente l’errore di Maignan.
Le prestazioni individuali non hanno aiutato. Leao, che doveva essere uno dei punti di forza della squadra, ha faticato in modo evidente. Ha corso tanto, ma senza incisività, e la sceneggiata in area di rigore ha sicuramente attirato l’attenzione negativa dei tifosi avversari. Joao Felix ha fatto vedere dei lampi di talento, ma troppo poco per cambiare l’andamento della partita. Pulisic, invece, ha sofferto molto contro l’intensità del Feyenoord, complice anche una condizione fisica non ottimale. Gimenez, uno degli acquisti più attesi, è stato praticamente invisibile, senza nemmeno una conclusione in porta.
Il vero problema, come sottolineato da Conceição, è che questi giocatori non sono riusciti a trovare una sintonia. Un attacco così talentuoso sulla carta, ma che è sembrato troppo individualista e disorganizzato. La squadra non è riuscita a creare gioco collettivo e, nonostante i 87 minuti rimanenti, non ha saputo reagire come avrebbe dovuto.
Il nervosismo di Conceição è palese e la sua preoccupazione maggiore riguarda proprio la mancanza di un’idea di gioco chiara. Se il Milan vuole davvero esprimere tutto il potenziale del suo attacco, servirà tempo per trovare i giusti meccanismi. Il dubbio che Leao e Joao Felix non riescano a rendere al meglio se non supportati da un gioco di squadra fluido e coeso è reale. La sfida contro il Verona e il ritorno con il Feyenoord potrebbero quindi segnare un cambio di approccio.
La sensazione è che Conceição, dopo questa delusione, possa tornare al suo modulo più consolidato, il 4-3-3, con Musah a fare da regista in mezzo al campo. Sarà interessante vedere come gestirà la situazione, soprattutto con le opzioni in attacco che ha a disposizione.
In ogni caso, questa partita ha mostrato chiaramente che, per quanto il Milan abbia grandi talenti, la squadra ha ancora molto da lavorare per trovare equilibrio e solidità.
Champions League
Vinícius, tra provocazione e senso di appartenenza al Real

Vinícius e Bellingham, istigati dalla rivalità storica contro i Colchoneros, rispondono alle provocazioni degli spalti con tocchi pungenti e d’effetto.
Il match di ritorno del Derby Madrileño, carico di tensione, conduce i Madridisti ai quarti di Champions League, con una sofferta vittoria ai calci di rigore e istigazioni tra spalti e campo.
Vinícius sempre più innamorato: una maglia cucita sul petto
Ritorno degli ottavi di UCL all’insegna del patriottismo spagnolo. Una città divisa a metà, a protezione di una fede calcistica che da anni divide il territorio in due frazioni: Madridistas y Colchoneros. Ad avere la meglio è stata proprio la squadra di Ancelotti, allenatore più titolato nella storia del Real Madrid, che porta i suoi direttamente ai quarti, al termine di una partita estenuante, trascinata fino ai calci di rigore.
Un Real non troppo brillante nei 90′ minuti di partita, che non ha sfruttato appieno l’occasione del vantaggio dell’andata (gara terminata 2-1 per i Blancos con a segno Rodrygo e Brahim Díaz), rifacendosi però, ai calci di rigore.
Quello che salta all’occhio, come al solito, è il fedele attaccamento alla maglia e un atteggiamento acutamente provocatorio del numero 7 del Real Madrid: Vinícius Júnior. Un giovane arrivato nel 2018 al Real Madrid, The best Fifa Men’s Player 2024 e secondo al pallone d’oro 2024.
Ieri sera, infatti, dopo aver sbagliato il rigore che sarebbe stato decisivo al 90′, esce indicando ai tifosi dell’Atletico Madrid il numero di Champions vinte dalla sua squadra (15) e quelle, invece, ‘non’ vinte dagli avversari (0).
Indicando e sottolineando una forte differenza (a livello di storia calcistica) tra i due club e, di conseguenza, lasciando intendere che l’aver sbagliato un calcio di rigore non cancella e non cancellerà mai questa netta diseguaglianza. Al termine del match, lo stesso Vinícius, indicando lo stemma del Real Madrid, provoca ulteriormente i tifosi dell’Atletico, come a voler far intendere che ‘il Real Madrid è questo, è qui e si fa sentire, che vi piaccia o meno’.
Anche Jude Bellingham, in una versione più agonistica e forse meno diretta del compagno Vinícius, mostra segno della sua sicurezza. Durante i festeggiamenti sotto la curva, infatti, un tifoso dell’Atletico lancia una bottiglietta d’acqua verso la sua direzione, Jude però, con assoluta tranquillità e fermezza, risponde con un ‘colpo di testa’ alla bottiglietta stessa. Un gesto di estrema semplicità, ma anche carico di significato.
L’amore di Vinícius per questo club è più che evidente. I baci alle maglie; le descrizioni Instagram ad ogni post “Hala Madrid, que Deus nos abençoe”; le lotte in campo; grinta e la fame ad ogni partita. Cose che spesso sfociano in questi gesti, molto criticati ma carichi di significati e che probabilmente vanno oltre le semplici rivalità. Un ragazzo cresciuto tra pallone e povertà, calcisticamente parlando nato nel Flamengo, sognando il Real Madrid nei pericolosi quartieri del Brasile.
Insomma un giovane di talento, con una personalità che non lascia opzioni e vie di mezzo. che divide i tifosi del calcio in due spicchi: Chi lo ama e chi lo odia. Forse però è proprio questo a rendere la sua individualità così forte e di spicco. Criticato o no è cosi però che Vinícius continua a vivere il suo più grande desiderio infantile: vestire la maglia del Real Madrid.
Asia Pausata
Champions League
Aston Villa, riscritta la storia con Asensio

L’Aston Villa, superando il Bruges con un netto 3 a 0, vola ai quarti di finale della Champions League dopo 42 anni, merito di Asensio.
L’Aston Villa, dopo aver superato agevolmente il Bruges in questi ottavi di finale di Champions League, vola ai quarti di finale dai quali mancava dal 1983: merito di Marco Asensio, autore di 2 gol contro i belgi che poteva finire all’Inter.

Marco Asensio of Aston Villa goes forward with the ball during the Premier League match Aston Villa vs Ipswich Town at Villa Park, Birmingham, United Kingdom, 15th February 2025
(Photo by Gareth Evans/News Images)
Aston Villa, approdo ai quarti di finale dopo 42 anni, Asensio protagonista della vittoria sul Bruges
L’Aston Villa ieri ha riscritto la propria storia: la vittoria perentoria, 3 a 0, contro i belgi del Bruges fa volare i Villans ai quarti di finale della Champions League. Non accadeva da ben 42 anni, dal 1982/83, quando affrontarono la Juventus di Platini, Boniek e Paolo Rossi, venendo eliminata. L’anno prima, i Claret & Blue avevano vinto il trofeo in finale sul Bayern Monaco. Un risultato storico, che porta la firma di Marco Asensio, fantasista classe 1996 spagnolo autore di una doppietta.
Lo spagnolo è stato il protagonista assoluto dalla sfida contro i belgi, segnando 2 gol abbastanza semplici, ma che fanno notare la ritrovata consapevolezza dei propri mezzi del fantasista spagnolo. Il tecnico Emery ha creduto in lui, ed Asensio lo ha ripagato: dall’arrivo a Birmingham a gennaio, in 8 presenze ha segnato 7 gol, una media gol da 55 minuti a partita, ed ancora la stagione non è finita.
Chi si morde le mani, visto ciò che Asensio sta facendo in Inghilterra, è l’Inter. Per i nerazzurri lo spagnolo, quando ancora vestiva la maglia del PSG, era un obiettivo di mercato. Ma poi, come ha affermato il ds nerazzurro Pietro Ausilio, l’attacco era già a posto, ma un fantasista alle spalle di Lautaro e Thuram non sarebbe servito, per dosare l’energie di quest’ultimi?
Comunque, Asensio è rinato a Birmingham e sotto la cura Emery, si gode lui e la squadra questo storico traguardo e nell’Inter c’è chi pensa che un giocatore del genere poteva effettivamente essere utile alla causa nerazzurra.
Champions League
Retroscena Ménéz: cacciato da Anfield durante Liverpool-PSG

Durante Liverpool-PSG, ritorno degli ottavi di finale di Champions League, l’ex attaccante francese Jérémy Ménez è stato cacciato dagli spalti di Anfield.
Il PSG supera il Liverpool ai rigori e accede ai quarti di finale di Champions League. Passaggio del turno meritato, vista la quantità notevole di occasioni sprecate soprattutto all’andata a Parigi, ma anche al ritorno ad Anfield. Fondamentale Gianluigi Donnarumma nell’ipnotizzare dal dischetto Darwin Nunez e Curtis Jones, mentre il rigore decisivo per i francesi lo segna Désiré Doué.
Jérémy Ménez allontanato dallo stadio durante Liverpool-PSG
Episodio a dir poco grottesco quello avvenuto sugli spalti di Anfield durante la partita. Jérémy Ménez, ex attaccante tra le altre di Roma, PSG e Milan, era presente allo stadio con alcuni amici. Al gol di Ousmane Dembélé al minuto 12 avrebbe esultato in maniera eccessiva, in un settore pieno di tifosi dei Reds. Questi ultimi avrebbero segnalato l’accaduto agli steward, che intorno al 65° minuto hanno chiesto a Ménéz e i suoi amici di lasciare lo stadio.

A svelare questo retroscena è stato Samir Nasri, ex centrocampista di Arsenal e Manchester City, al termine della partita. Queste le sue parole a Canal+: “Un pensiero per coloro che sono stati cacciati dallo stadio. Jérémy Ménez era presente alla partita e gli è stato chiesto se fosse francese. Dopo la sua risposta, gli hanno detto di lasciare lo stadio… al minuto 70, nientemeno“. Il gruppo avrebbe assistito al resto dell’incontro prima in autobus e poi in hotel.
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