La stagione 1991/92 fu estremamente rivoluzionaria per il mondo del calcio europeo, poiché la formula del torneo più ambito, l’allora definita “Coppa dei Campioni”, subì modificazioni decisive nella sua organizzazione, ponendo le basi per il futuro funzionamento della competizione.
Difatti, dopo trent’anni, per aumentare il numero di gare giocate, i quarti di finale e le semifinali furono rimpiazzati da due gironi all’italiana in cui le prime classificate si sarebbero qualificate in finale.
A rappresentare il campionato italiano quell’anno vi era la Sampdoria, team campione d’Italia nel 1991, allenata da Boskov: la rosa a disposizione del tecnico croato vantava nomi del calibro di Pagliuca, Vierchowod e i “Gemelli del Goal”, Vialli e Mancini.
«La Sampdoria come squadra non è meno forte di altre squadre che sono nei quarti di finale della Coppa dei Campioni». disse il tecnico croato in un’intervista, e indubbiamente il campo gli diede ragione.
La squadra di Genova infatti esordì nella competizione il 18 settembre 1991, in casa contro il Rosenborg nei sedicesimi di finale, vincendo con un secco 5-0, risultato ribadito con la vittoria in terra norvegese al ritorno per 2-1.
Non altrettanto semplice fu per i doriani superare la fase degli ottavi, che avrebbe garantito l’accesso ai gironi all’italiana. Stavolta, gli avversari sarebbero stati gli ungheresi dell’Honvéd.
Stavolta, il risultato al termine dei due match fu di 4-3 in favore del team di Boskov, che perdendo 2-1 all’andata riuscì a ribaltare le sorti del turno con un determinante 3-1, con goal di Lombardo e doppietta di Vialli.
Dopo un esordio arrembante, la Sampdoria si ritrova nel Gruppo A, girone costituito da Stella Rossa, Anderlecht e Panathinaikos. Non un girone facile, ma arrivare primi era l’unico mezzo per accedere alla finale.
8 punti all’attivo, con il miglior attacco caratterizzato da 10 goal realizzati e la seconda miglior difesa con 5 goal subiti, regalano ai doriani il primo posto nel girone e di conseguenza la finale a Wembley.
Gli avversari della corazzata italiana saranno però i campionissimi del Barcellona, allenati da Cruijff, che fin li avevano perso solo due partite in tutto il torneo.
Per entrambe la posta in palio era altissima: nessuna delle due era mai salita sul Tetto d’Europa. Le due squadre si presentarono al match con le seguenti formazioni:
Sampdoria(4-4-2): Pagliuca, Mannini, Katanec, Pari, Vierchowod, Lanna, Lombardo, Cerezo, Vialli, Mancini, Bonetti
Barcellona(3-5-2): Zubizarreta, Nando, Ferrer, Koeman, Carlos, Bakero, Eusebio, Guardiola, Laudrup, Salinas, Stoichkov
La partita è piacevole, coi catalani che tengono il pallino del gioco mentre i liguri si affidano per lo più ai lanci lunghi, che spesso colgono impreparata la difesa avversaria.
I tempi regolamentari terminano a reti inviolate: il centravanti blucerchiato Gianluca Vialli incappa infatti in una serata no, fallendo due chiare occasioni da gol.
Nei tempi supplementari però, a 9 minuti dal termine del match, viene fischiato un contestato fallo dal limite in favore del Barcellona, che Ronald Koeman realizza con un goal iconico, trafiggendo un incolpevole Pagliuca.
Sarà l’evento del match decisivo: il Barcellona si laurea Campione, mentre i doriani non si presenteranno alla consueta intervista post-partita in segno di protesta rispetto ad un arbitraggio ritenuto insufficiente.
Indipendentemente dal risultato finale, tale stagione è rimasta nella storia del calcio italiano e genovese, in quanto tutt’oggi rimane uno dei migliori risultati in campo europeo escludendo i mostri sacri Inter, Milan e Juventus: proprio quando Genova sfiorò il Tetto d’Europa.
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