Partono ufficialmente i Mondiali del Qatar 2022. In una finestra temporale insolita, da novembre a dicembre con finale poco prima di Natale, questa competizione da molti definita “particolare” si promette spettacolare. Vediamo in breve cos’è successo e perché la cerimonia parla italiano.
Una cerimonia inaugurale che parla italiano, ideata infatti da Marco Balich e avvenuta in uno stadio progettato e costruito da una ditta di Frosinone, la cerimonia ha visto anche l’esibizione degli sbandieratori faentini del Palio del Niballo, campioni del Mondo allenati da una coach italiana.
Insomma, una festa per i colori azzurri nonostante l’Italia non ci sia e, come beffa finale, che scenderà in campo per un’amichevole contro l’Austria proprio nel giorno d’inizio dei Mondiali.
La cerimonia è stata aperta da Morgan Freeman, voce narrante della cerimonia, e da un ragazzo star del Qatar che soffre di una rarissima sindrome che impedisce lo sviluppo degli arti inferiori.
In seguito un gruppo di danzatori si è esibito nell’Ardha, la tipica danza qatariota che prende il nome della tipica spada locale con cui è eseguita.
Successivamente, dopo un altro momento di danza molto scenografico e coreografico, sono entrate in campo le mascotte delle precedenti edizioni del Mondiale, dal 1966 a oggi, prima dell’ingresso della mascotte qatariota un altro momento d’orgoglio italiano per la comparsa in campo di Ciao
, la mascotte di Italia ’90.Quella di questi mondiali, invece, si chiama La’eeb, una sorte di Kefiah volante il cui nome si può tradurre in “giocatore potenzialmente talentuoso”.
Si è esibito anche Sean, voce solista dei BTS, e ha parlato l’Emiro del Qatar, rimarcando la fraternità e l’eguaglianza, i messaggi che vogliono traspirare da questo evento assieme all’unità dei popoli.
Messaggi curiosi per un Paese che considera l’omosessualità una malattia mentale ma tant’è.
Insomma una bella cerimonia conclusasi a pochi minuti dall’avvio della partita inaugurale Qatar-Equador.
Ma che paese è il Qatar? Dedichiamoci un trafiletto.
Fino al XIX secolo il Qatar era una penisola che viveva di pesca e ricerca di perle, un Paese fatto di tribù e villaggi beduini, in sostanza molto povero.
I primi sviluppi si sono visti nel secolo successivo con la scoperta dell’oro nero, il petrolio, che ha reso in pochi anni il Qatar ricchissimo.
Ed ecco che si è arrivati al Qatar che vediamo oggi con Doha come capitale e otto stadi in 80 km, praticamente uno ogni 10 km. E chissà che un giorno questo stato non possa organizzare anche le Olimpiadi.
E adesso che s’inizi a giocare e che vinca il migliore!
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