Coppa d’Africa, Sikazwe:”È stata la mano di Dio”

No, non stiamo parlando del capolavoro biografico di Paolo Sorrentino ma di un’arbitro, il signor Sikazwe, che ha dichiarato alla stampa di essere stato salvato da un’intervento miracoloso. Vediamo insieme cosa è successo.

A Limbe si è verificato un fatto curioso durante la gara tra Tunisia e Mali valevole per la prima giornata del girone.

L’arbitro della partita ha infatti fischiato la fine del match con 4′ minuti d’anticipo prima e 17″ prima del 90°. Il Mali, per la cronaca, ha vinto 1-0 con un rigore di Kone al 48′ e con un penalty sbagliato dalla Tunisia con Khazri, grande parata di Mounkoro.

L’arbitro non ha fatto giocare il consistente recupero, 3′, e le aquile di Cartagine si sono rifiutate di tornare in campo per giocarli chiedendo la ripetizione della partita. Ma cos’è successo al signor Janny Sikazwe? Ecco la sua versione dei fatti.

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Janny Sikazwe, “è stata la mano di Dio”

Il signor Sikazwe rompe il silenzio e ha dichiarato che è stato vittima di un’insolazione venendosi a trovare in uno stato di confusione mentale che l’ha portato a fischiare due volte la fine del match con largo anticipo.

Dopo il primo triplice fischio la partita è ripresa ma si è conclusa poco prima dell’inizio del recupero con l’arbitro che, stavolta, non ha voluto sentire ragioni.

Ai tunisini è stato chiesto di giocare sostituendo l’arbitro, subito portato in ospedale con un’ambulanza, col quarto uomo ma le aquile di Cartagine si sono rifiutate e hanno chiesto addirittura la ripetizione del match per “errore tecnico dell’arbitro“.

Per questo motivo, e anche perché non c’erano i tempi tecnici per la ripetizione, il risultato è stato omologato.

Secondo l’arbitroè stata la mano di Dioa salvarlo perché quel giorno poteva finire nella bara ed è stato un’intervento miracoloso a indurlo, in stato confusionale, a fischiare la fine del match per salvarlo. Queste le sue parole riportate da Eurosport:

“Faceva molto caldo, con un’umidità terribile, oltre l’80%. Già dal momento in cui abbiamo fatto riscaldamento prima del match è stata dura.

Non importa quanta acqua bevessi, sentivo sempre di avere sete. E la cosa peggiorava nel corso dei minuti.

Ho iniziato a perdere l’orientamento. Ero confuso e non mi rendevo conto di nulla. Non sentivo più i miei assistenti che mi hanno detto che stavano cercando di parlarmi in cuffia, di aiutarmi perché vedevano che qualcosa non andava.

Non li sentivo e non ho memoria di questo.

Ero nel mio mondo, tagliato fuori dai miei assistenti.

Ancora oggi non riesco a ricordare. Sicuramente mi hanno parlato, ma è come se non fossi stato connesso”

“Lo hanno chiamato ‘colpo di calore’, ma sarebbe potuto essere molto più grave.
Quando sono entrato in ospedale mi hanno detto che sarei potuto cadere in coma da un momento all’altro. S
tavo per finire in una bara quel giorno. È stato molto pericoloso quello che è successo, ma adesso – per fortuna – sono in buona salute”
“Non è facile vedere tutto quello che si dice di te, ma questa è la vita, è una situazione particolare che non avevo mai vissuto.
Sono rimasto deluso nel sentire tutte le critiche, ma sono stato il primo frustrato da quello che è successo.
Mi sono imbattuto una volta su quella partita, vedendo la tv, ma mi ha ferito, non avevo voglia di rivederla. Ma andrò avanti.”
Sikazwe è un’arbitro internazionale che a diretto due partite ai Mondiali di Russia 2018 e la finale del Mondiale per Club 2016 e sembrava il nome più papabile per la finale di questa Coppa d’Africa.
Si tratta quindi di un’arbitro di grandissima esperienza e il suo nome resterà certo nella memoria tra le altre cose di quest’edizione del torneo. I
ntervento divino o meno, l’episodio di Tunisia-Mali richiama la partita del Mondiale di Svizzera del 1954, l’episodio noto come “infuocata battaglia di Losanna” quando si giocò con 40° all’ombra e che vide la marcatura di ben 12 goal, 7-5 per l’Austria sugli elvetici.
Questa volta di goal ce n’è stato solo uno ma il caldo ha comunque condizionato la partita, un’episodio del genere rappresenta un unicum nella storia del calcio e forse poteva essere evitato, visto che l’arbitro è apparso da subito poco lucido, arrivando dopo 86′ a perdere quasi conoscenza, ecco perché si è parlato di intervento divino, una partita assurda e speriamo che simili tragedie, un questo caso è stata evitata per un pelo, non si ripetano più.

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Pubblicato da
Andrea Sarli

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