Nel mercoledì delle coppe nazionali, non sono di certo mancate le sorprese: cadono, a sorpresa, il Bayern Monaco e il Lecce, in casa.
1 Novembre. Giorno dei Santi. Si accettavano miracoli. E sono puntualmente arrivati. Motivo per cui, nonostante tutto il marcio, amiamo ancora questo sport.
Con i nuovi contratti tra Leghe ed emittenti, e i calendari spezzettati ai limiti dell’umano, anche ieri sera si è giocato a calcio.
Le coppe nazionali, in Italia e in Germania, hanno premiato squadre militanti in cadetteria, nell’eterna lotta tra Davide e Golia.
Il Bayern Monaco è stato sconfitto in casa dal Saarbrücken, terza divisione tedesca, per 2 a 1 in rimonta.
Il Lecce, sempre in casa e contro l’ottimo Parma di Pecchia, è uscito sconfitto ai tempi supplementari, dopo aver riacciuffato il pareggio nel secondo tempo.
Col rientro di definitivo di Manuel Neuer, il Bayern Monaco sembrava avere la gara in cassaforte fin dagli spogliatoi. Ed è stato un suicidio.
Perché la gara va subito in discesa, con un gol dell’immortale Thomas Muller, al gol numero 237 in gare ufficiali col suo club.
Poi tanta gestione, ed evidente superiorità tecnica. Ma il piccolo Saarbrücken reagisce, e punisce ogni errore.
Prima con Sontheimer, che approfitta di un errore in impostazione di Kim; e poi con Gaus, nel più classico dei contropiedi.
Azione dopo azione, l’entusiasmo del Bayern si liquefà, anche per merito del portiere della squadra di casa, in serata di grazia: Tim Schreiber.
Nonostante un gap tecnico incredibile e 18 tiri nello specchio, Tuckel out dalla DFB-Pokal.
Tutta la pressione della gara era nella testa e nei piedi degli uomini di D’Aversa. Il Parma inizia giocando leggero, e divertendosi.
Nei primi 30 minuti va in doppio vantaggio, con Sohm e Bonny, rischiando di dilagare. A questo punto il Lecce reagisce.
E nel secondo tempo riprende in mano la gara, con due gol tutti italiani: prima con Piccoli, e poi con Strefezza, con un bellissimo tiro a giro.
Poi il crollo, fisico, certo, ma soprattutto mentale. Prima con un rocambolesco autogol dello sfortunato Pongracic; e poi un rigore, realizzato da Man.
Nella notte di coppa, dunque, onore alle piccole: perché il calcio – nonostante gli interessi, e le cifre astronomiche che lo fanno muovere – resta uno sport.
Dove contano i piedi. Ma soprattutto il cuore e la testa. E un po’ di ‘fortuna’, che non guasta mai. Ma, lo sappiamo, “audax fortuna iuvat”…
Aggiornato al 02/11/2023 10:42
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