Esteri
Boca Juniors-River Plate: questione di pura appartenenza
Arriva il Superclásico. Questa sera alla Bombonera Boca Juniors-River Plate si sfidano in una delle gare fra le più attese del calcio mondiale.
Arriva il Superclásico: Boca Juniors-River Plate alla Bombonera
Questa sera Buenos Aires si ferma. Alla Bombonera Boca Juniors-River Plate: il Boca ospita gli eterni rivali del River, per una delle sfide più attese e iconiche del calcio mondiale: il Superclásico. È molto più di una partita. È un evento che trascende il calcio, capace di dividere la città e paralizzare l’intero Paese.
Indice
Una rivalità sospesa tra realtà e leggenda
Il Superclásico è carico di storie e leggende, come quella che circolò nel 2018. Si narrava che, per evitare scontri, la settimana prima della finale di Copa Libertadores i bambini tifosi del Boca e del River fossero stati separati in classi diverse nelle scuole di Buenos Aires.
Tali voci di corridoio non saranno mai confermate, ma questa storia rende bene l’idea della tensione e della passione che ruotano intorno a questa rivalità. Come dice il grande Federico Buffa: “Perché rovinare una bellissima storia con la verità?”.
Boca Juniors-River Plate, stesso quartiere visione opposta
Le radici di questo odio viscerale sono antiche e affondano nel quartiere di La Boca, dove entrambe le squadre nacquero. Il River Plate, fondato nel 1901, e il Boca Juniors, nato pochi anni dopo nel 1905, inizialmente condivisero lo stesso quartiere, ma la storia prese presto una piega diversa.
Il River si spostò nei quartieri ricchi del nord di Buenos Aires, guadagnandosi il soprannome di “Los Millionarios“. Non solo per la sua posizione geografica, ma anche per i successi economici e sportivi.
Il Boca, invece, rimase fedele al sud, diventando il simbolo della classe operaia e degli emigrati. Rappresentati dal soprannome “Xeneizes” che significa genovesi, in omaggio alle radici dei fondatori.
La rivalità tra Boca e River non è solo una questione di campo, ma un conflitto tra due mondi diversi. Il River, con il suo stile di gioco elegante e raffinato, rappresenta la borghesia e le classi più agiate. Il Boca, con la sua grinta e la sua passione viscerale, incarna i valori del lavoro duro e della lotta. Questi due mondi si scontrano ogni volta che le squadre si affrontano e il risultato è un’esplosione di emozioni, dentro e fuori dallo stadio.
Questione di appartenenza
Questa divisione si riflette anche nei soprannomi con cui le tifoserie si prendono in giro. I tifosi del Boca chiamano quelli del River “Gallinas“. Un soprannome nato nel 1966, quando il River perse una finale di Copa Libertadores dopo essere stato in vantaggio per 2-0.
Da quel momento il termine “galline” divenne sinonimo di codardia. Al contrario, i tifosi del River chiamano quelli del Boca “Bosteros“. Un insulto legato alle origini del quartiere La Boca, storicamente associato ai lavori più umili e alla sporcizia portuale. Nonostante il significato del termine, i tifosi del Boca lo hanno trasformato in un simbolo d’orgoglio: ribaltando l’insulto in una dichiarazione d’identità.
Oltre agli insulti e agli sfottò, il Superclásico è una questione di pura appartenenza. Non è solo una sfida tra due squadre, ma tra due visioni del mondo. Il River rappresenta il calcio pulito, tecnico e brillante; il Boca è il calcio sporco, di fatica e di cuore. Ma al di là delle differenze, ciò che unisce entrambe le squadre è l’amore viscerale per il calcio: capace di portare Buenos Aires a un livello di intensità che poche altre città possono vantare.
Chiedetelo a De Rossi
Se c’è qualcuno che può testimoniare cosa significhi vivere un Superclásico, questo è sicuramente Daniele De Rossi. Nel 2019 il centrocampista italiano, leggenda della Roma, scelse di concludere la sua carriera al Boca Juniors.
Una decisione presa non solo per l’amore per il calcio, ma soprattutto per vivere in prima persona la rivalità più feroce del mondo. De Rossi, che di derby se ne intende, sapeva che il Superclásico è una di quelle partite che ogni calciatore sogna di giocare almeno una volta nella vita, una rivalità che si trascina dalle mere dinamiche di campo.
La finale del 2018, giocata tra Boca e River nella Copa Libertadores, è solo uno degli episodi più recenti di questa rivalità storica, ma la tensione che si respira prima di ogni Superclásico è sempre la stessa. Ogni partita è una battaglia, ogni tifoso sa che il risultato potrebbe scrivere un nuovo capitolo nella storia del calcio argentino. Perchè, come disse un certo Mauro German Camoranesi: “Chi perde non si rialza più. Forse tra 50 anni”.
Boca Juniors-River Plate, questa sera ore 21:00
Questa sera, alla Bombonera, non sarà diverso. Alle ore 21:00 (in diretta su Sportitalia) il Boca Juniors e il River Plate scenderanno in campo per difendere non solo i tre punti, ma l’onore, la storia e l’orgoglio di intere generazioni di tifosi. Perché, come sempre, il Superclásico non è solo una partita di calcio ma è la vita stessa: l’eterno cuore pulsante di Buenos Aires.
Ligue 1
Akliouche, no all’Algeria: vuole solo la Francia
La finissima mente calcistica di Maghnes Akliouche pensa solo alla Francia. Il trequartista monegasco è pronto a rifiutare le avance della Nazionale Algerina.
Maghnes Akliouche ha stregato il mondo del pallone. La rete di Giovedì al Barcellona, con cui ha contribuito alla vittoria del Monaco nella prima giornata della nuova Champions League, è stata solo la sublimazione di un talento purissimo. Di cui il calcio francese si è accorto da tempo, ma da ieri se ne ne sono accorti tutti gli altri.
Akliouche, no all’Algeria: vuole solo la Francia
Fantasista eclettico, può giocare anche come trequartista ma predilige la corsia di destra. Ama battere con i piedi la linea laterale, per poi venire dentro il campo e liberare il suo magico sinistro, ma non disdegna le zoni centrali del campo: dove il suo talento purissimo può essere maggiormente effettivo per la squadra.
Akliouche è nato in Francia, ma da genitori algerini. Le sue origine algerine lo rendono quindi eleggibile per la Nazionale Algerina, dato che è in possesso del doppio passaporto. Tuttavia, il classe 2002 ha in testa solo la Francia. Si sente francese ed è intenzionato (riporta “L’Equipe“) a rifiutare le avance dell’Algeria.
I media francesi hanno ricondotto il suo legame con la terra nativa all’ammirazione per Thierry Henry, che lo stesso talento transalpino ha definito “il suo mentore” nel post-partita della gara di Giovedì. In questo avvio di stagione, il talento monegasco ha segnato 1 gol e fornito 1 assist in 5 presenze stagionali con i Rouges Et Blancs.
Ligue 1
Alexander-Arnold vuole acquistare il Nantes: i dettagli
Trent Alexander-Arnold, calciatore del Liverpool, sarebbe intenzionato ad acquistare il Nantes, club militante nella massima serie transalpina.
Dopo Kylian Mbappé, un altro grande calciatore si accinge ad acquistare un club calcistico. Parimenti a quanto fatto dal suo collega, anche Alexander-Arnold volge la sua attenzione oltre le alpi: direzione Ligue 1.
Alexander-Arnold dopo Mbappé: quando i calciatori vogliono fare i presidenti
Stando a quanto riportato da “L’Equipe“, l’offerta iniziale fatta pervenire dal calciatore inglese a Waldemar Kita (presidente dei canarini) sarebbe di 84 milioni di sterline: l’equivalente di circa 100 milioni di euro. 67 milioni verrebbero versati subito, mentre i restanti 17 arriverebbero successivamente con pagamento dilazionato.
Il proprietario del Nantes non sarebbe attualmente intenzionato a vendere il club. Tuttavia, stando a quanto riportato dai media francesi, il laterale inglese sarebbe disposto a spingersi sino a 140 milioni di euro comprensivi di bonus. Cifra che potrebbe far vacillare l’imprenditore polacco, in sella dal 2007.
Notizia che, ad onor del vero, non trova riscontri oltremanica. Lo stesso Kita ha commentato l’indiscrezione ai microfoni del portale francese Press-Ocean, dichiarando: “Sono tutte stro***te. Io non so nemmeno chi sia questo tizio, l’ho dovuto chiedere ai miei avvocati. Non c’è nulla di vero in questa storia.”
Il motivo per il quale i calciatori stanno volgendo le loro attenzioni verso la massima serie del calcio francese è presto detto e va ricercata nella precaria situazione finanziaria di molti club, che versano in condizioni economiche non esattamente idilliache dopo la querelle che ha contraddistinto l’assegnazione dei diritti televisivi.
Premier League
Tottenham, Postecoglou: “Qui per fare qualcosa mai fatto prima. Solanke e Richarlison…”
L’allenatore del Tottenham Ange Postecoglou ha preso parte alla conferenza stampa pre-gara in vista dell’impegno di domani contro il Brentford.
Di seguito un estratto delle sue parole.
La conferenza di Postecoglou
Quali sono le condizioni di Richarlison?
“È parecchio lontano dal recupero, credo che dovresti smetterla di chiedermi di lui finché non ti do qualche aggiornamento. Non si è ancora allenato con noi.”
Solanke è costato tanto, ma non ha ancora segnato.
“Non lo so perché le persone sono così veloci a giudicare. È un campione limitato. Il ragazzo ha giocato meno di due partite per noi. Se è stato 15 partite senza gol allora posso rispondere a questa domanda o 15 partite in cui non ha contribuito, ma penso solo a prendere fiato, fare un po’ di yoga, pensare al mondo per un secondo e fare una valutazione dopo.
Non dobbiamo affrettarci a dare giudizi ogni volta perché l’alternativa è che potrebbe aver avuto un ottimo inizio, è in forma, ha segnato in tutte e quattro le partite, sta volando e poi attraversa un periodo come tutti gli attaccanti in cui non segna. Semplicemente non guardo queste cose. Quello che guardo è che è arrivato, si è adattato molto bene e abbastanza logicamente ha rimediato un infortunio che ha sconvolto il modo in cui voleva iniziare la sua esperienza, ma ha ancora un sacco di tempo per quello.”
Qual è il suo segreto per restare a lungo al Tottenham?
“Ogni volta che c’è un cambiamento, un cambiamento significativo, le persone si agitano. È la natura umana, in un certo senso vuoi conforto e sicurezza, ma ripeto, sono venuto qui per provare a fare qualcosa che non si faceva da un bel po’. Il mio punto di vista è – e l’ho fatto ovunque io sia andato – non puoi semplicemente pensare che il mio arrivo sia la risposta.
Devi cambiare le cose e quando ciò accade, è agitato per le persone sia internamente che esternamente, ma penso che sia una parte necessaria del tentativo di ottenere ciò di cui abbiamo bisogno.”
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