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De Zerbi: “Nemmeno mia madre mi avrebbe dato una squadra”

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Olympique Marsiglia, De Zerbi

Roberto De Zerbi, grande protagonista in Premier League alla guida del Brighton, si racconta in una lunga intervista concessa a ‘Cronache di Spogliatoio’

De Zerbi

De Zerbi

L’allenatore italiano (ex Sassuolo) parla del suo passato, fatto di tanta gavetta e parecchie delusioni. Con un occhio al futuro che potrebbe essere davvero prestigioso.

De Zerbi infatti recentemente è stato accostato al Liverpool per il post-Klopp, mentre secondo Guardiola un giorno potrebbe essere il suo successore al Manchester City.

Ecco le parole di De Zerbi partendo da…

La gavetta

“Chi non mi conosce mi confonde per montato o presuntuoso. L’autostima non vuol dire essere presuntuosi. Io lavoro, non ho paura di lavorare tutto il giorno.

In realtà non credo ancora di essere un allenatore di Premier League, nonostante le quasi 70 partite qua. Sono partito dalla D, ho fatto tutta la gavetta possibile, non ho iniziato in nessuno staff né come collaboratore di nessuno.

Neanche mia madre m’avrebbe dato una squadra all’inizio. Ho fatto talmente tanta gavetta che mi fermo a pensare ogni tanto: ‘C***o, ma alleno in Premier League… sto facendo l’Europa League“.

Colleghi modelli

“Mi risulta difficile vedermi come modello per altri allenatori, io sto sempre guardando gli allenatori che mi piacciono, come Postecoglou, Guardiola, Sarri, Motta o Italiano. 

Guardo tutto per cercare di prendere qualcosa… la fortuna mia è che so quello che devo prendere o ciò che non mi piace. E poi si va avanti per tentativi”.

Sull’eredità di Guardiola

Pep Guardiola

Pep Guardiola

Io erede di Guardiola al City? Lui allenerà ancora 20 anni, non c’è questo problema. 

In realtà siamo andati solo una volta, mi ha invitato lui perché col mio staff siamo andati a trovarlo, prima di iniziare al Brighton ed è stato molto gentile, ci ha invitato a tutti.

Abbiamo parlato di calcio. Se vai con lui a cena e fai l’allenatore di calcio… parli di quello“.

Ligue 1

Lille, il gol di Bentaleb è un inno alla vita

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Lens

276 giorni dopo, Nabil Bentaleb torna al gol. E alla vita. Calcistica, quantomeno. La gioia della rete dopo il dramma dell’arresto cardiaco.

Il dramma di Nabil Bentaleb non poteva avere epilogo più dolce. L’arresto cardiaco arrivato questa estate, in una partita di calcio a cinque, che aveva fatto temere il peggio per la sua carriera ma anche per la sua vita.

Bentaleb, a Lille una seconda “rinascita”

La carriera del centrocampista algerino era già ripartita da Lille, dopo una serie di esperienze deludenti culminate con la disastrosa stagione all’Angers: con Les Noirs et Blancs retrocessi da ultimi in classifica con 18 punti. Anche lì la sua carriera sembrava finita, seppur per motivi diversi, ma l’ex-Tottenham si era ripreso un ruolo da protagonista nel calcio che conta anche grazie alla “cura Fonseca“: che ne ha riesumati parecchi.

Poi, a poche settimane dall’inizio della stagione, l’algerino ha avuto un arresto cardiaco durante una partita di calcio a cinque. Le preoccupazioni principali riguardavano ovviamente le condizioni di salute del giocatore, ma una volta appurato che il ragazzo era fuori pericolo si era ventilata la possibilità che la sua carriera fosse finita. Poi l’agognato ritorno in campo ieri sera, nella trasferta sul campo del Rennes.

Entrato in campo al 76esimo, al posto del giustiziere del Bologna Mukau, Bentaleb ha impiegato appena 4 minuti per sbloccare una partita che sembrava stregata. Chuba Akpom, appena arrivato dopo essere stato escluso dall’Ajax da Francesco Farioli, aveva sbagliato un rigore e si era visto cancellare un gol dal VAR per fuorigioco, prima che il fato restituisse a Bentaleb tutto ciò che aveva in precedenza provato a togliergli.

Lo stesso Akpom ha poi chiuso la partita dopo altri 4 minuti, regalando al Lille 3 punti fondamentali. Con i quali i Les Dogues hanno effettuato il contro-sorpasso nei confronti del Lione, allenato proprio da quel Paulo Fonseca che aveva rigenerato Bentaleb quando era nel Nord della Francia, e di rimanere in scia di Nizza e Monaco: rispettivamente terza e quarta. Un intreccio di storie, la cui fabula sembra scritta nelle stelle.

Bentaleb

Paulo Fonseca (foto KEYPRESS)

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Liga

Barcellona, Ansu Fati ritorna in rosa per il Rayo Vallecano

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Barcellona

Ansu Fati ritorna in campo con il Barcellona per la sfida contro il Rayo Vallecano, segnando un importante passo per il giovane talento.

Ansu Fati è stato nuovamente incluso nella rosa del Barcellona per l’incontro odierno contro il Rayo Vallecano. Dopo un periodo complesso segnato da infortuni, il giovane attaccante è pronto a dimostrare il suo valore sotto la guida dell’allenatore Hansi Flick. Il ritorno di Fati non solo infonde entusiasmo tra i tifosi blaugrana, ma offre anche nuove opzioni tattiche per la squadra catalana.

Barcellona, l’importanza di Ansu Fati

La presenza di Ansu Fati è cruciale per il Barcellona, in quanto rappresenta una delle promesse più brillanti del calcio spagnolo. La sua abilità di creare occasioni e di essere decisivo in campo aggiunge una dimensione importante al gioco del Barcellona. Con il suo ritorno, il club spera di rafforzare la propria posizione in campionato e nelle competizioni europee.

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Fonte: l’account X di Fabrizio Romano

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Esteri

Casemiro: “Rimonta del Real? Il Madrid si esalta fino alla fine e non si arrende mai”

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Casemiro ricorda con nostalgia i suoi anni d’oro al Real Madrid, dove ha formato un centrocampo leggendario con Kroos e Modric.

Casemiro ha rilasciato un’intervista al quotidiano AS, ricordando con nostalgia i suoi anni d’oro al Real Madrid. Insieme a Kroos e Modric, ha formato una delle coppie di centrocampo più dominanti e vincenti della storia del calcio.

Da quando Amorim è alla guida del Manchester United, il brasiliano ha trovato sempre meno spazio, collezionando pochi minuti in campo. Eppure, il suo ricordo resta indelebile nella memoria dei tifosi del Real, che con lui hanno vissuto una delle ere più gloriose della storia del club.

Le parole di Casemiro

Minuto 80. Il City è in vantaggio 2-1. Come ha visto l’ennesima rimonta del Madrid?: “Non è stata una sorpresa per me. Il Madrid lo fa quasi sempre e tutti conoscono la storia di questa squadra e di cosa è capace. Il Madrid si esalta fino alla fine e non si arrende mai. Anche sotto 2-1, sapevo che c’era ancora molto da decidere. E questo nonostante l’avversario fosse il City e un grande allenatore come Guardiola. Ma ce l’hanno fatta. In più, il ritorno sarà al Bernabéu con un grande risultato dopo il 2-3. Non sarà facile, ma il Bernabéu, in quelle notti di Champions, è qualcosa di speciale. Auguro tutta la fortuna del mondo ai miei ex compagni, non solo per la mia rivalità con il City, ma soprattutto per il Madrid. Spero che passino agli ottavi”.

A Madrid hai vinto cinque Champions. Ma molte leggende se ne sono andate e il club continua a sollevare trofei. Cosa ha di speciale questa maglia per essere quasi imbattibile in questa competizione?: Quando sei dentro e poi lasci il club, come è successo a me, cerchi di trovare la risposta più completa a ciò che hai vissuto. La grande chiave è che il Madrid prepara i suoi giocatori. Il Madrid ha sempre una colonna portante fatta di valori che vengono trasmessi. Quando sono arrivato c’erano già Cristiano, Sergio Ramos, Casillas… Giocatori che incarnavano l’identità del club. Poi è toccato a me, Modric, Toni… E in seguito sono arrivati Vini, Fede Valverde, Rodrygo… La struttura e i valori del club sono ben definiti. Persino il presidente ti trasmette questi principi. Quando arrivi al Madrid, li percepisci e li assorbi. Sai chi devi seguire. Vinicius ha impiegato cinque anni per affermarsi e diventare il grande giocatore che è oggi. Ma il Real Madrid lo ha saputo preparare, e ora è un top mondiale“.

Casemiro

Casemiro, Real Madrid

Sui pochi minuti concessi al Manchester United: Devo continuare a fare ciò che sto facendo, con molto rispetto ed educazione. Certo che mi piacerebbe giocare di più, ovviamente – ieri sono stato titolare contro il Tottenham -. Non conosco nessun calciatore che non voglia giocare e aiutare. Inoltre, vorrei aiutare il club in questo momento. Affronto le cose con rispetto verso i compagni e lo staff tecnico. E soprattutto, rispetto per il Man United, un club al quale sono molto grato. Ho un anno e mezzo di contratto e mi piacerebbe rispettarlo qui a Manchester. Mi trovo bene qui e anche la mia famiglia si è adattata, parliamo inglese. Sono molto grato ai tifosi di Old Trafford e al club. Sono felice a livello di club. Felice in panchina? Certo che no. Quella è un’altra cosa“.

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