Esteri
Estero, Deschamps non fa parlare Mbappe in conferenza stampa
Estero, Kylian Mbappe, attaccante francese classe 98′, in questa stagione con la maglia del PSG ha collezionato 3 presenze con 5 gol.
Arrivato a Parigi nell’estate 2018 per 180 milioni di euro dal Monaco, dal suo approdo nella capitale francese si è dimostrato un calciatore fondamentale per la squadra allenata da mister Luis Enrique.
Dopo un’estate travagliata visto la possibilità di andare via da Parigi con un anno di anticipo rispetto alla scadenza del contratto nel 2024, Mbappe dopo settimane da fuori rosa ha deciso di rimanere in Francia e ha iniziato il campionato con 5 gol in 3 partite.
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Arrivato a Parigi nell’estate 2018 per 180 milioni di euro dal Monaco, dal suo approdo nella capitale francese si è dimostrato un calciatore fondamentale per la squadra allenata da mister Luis Enrique.
Dopo un’estate travagliata visto la possibilità di andare via da Parigi con un anno di anticipo rispetto alla scadenza del contratto nel 2024, Mbappe dopo settimane da fuori rosa ha deciso di rimanere in Francia e ha iniziato il campionato con 5 gol in 3 partite.
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Estero, Deschamps non fa parlare Mbappe in conferenza stampa
Il centravanti della nazionale francese arrivato in ritiro per preparare le sfide di qualificazione ad Euro 2024, doveva presentare la partita contro l’Irlanda in conferenza stampa, ma all’ultimo il Ct Deschamps ha cambiato idea, ecco le sue parole:
” Non c’è l’obbligo di far parlare sempre il capitano della nazionale. Nella riflessione che posso fare c’è il bene della nazionale francese.
So benissimo che siete tutti molto interessati a Kylian. Non credo ci fossero state molte domande sulla partita se ci fosse lui qui seduto. Metto davanti l’interesse collettivo.
Kylian sta facendo molto bene, ha ripreso con il suo club, chiudendo le partite. Sta bene fisicamente e moralmente, è li con il suo ruolo di capitano.”
Esteri
Estero, Greenwood brilla al Marsiglia: le big spagnole si muovono
Estero, Mason Greenwood, attaccante esterno classe 01′, in questa stagione con la maglia del Marsiglia ha collezionato 4 presenze con 5 gol.
Arrivato a Marsiglia nell’estate 2024 per 26 milioni di euro dal Manchester United, dal suo approdo in Francia si è dimostrato un calciatore fondamentale per la squadra allenata da mister De Zerbi.
Grazie ad un ottimo inizio di stagione sull’esterno offensivo inglese si stanno muovendo alcuni top club europei che hanno mostrato interesse per portarlo via da Marsiglia. Nelle ultime ore si parla di un interessamento da parte di Atletico Madrid e Barcellona per lui.
Estero, Greenwood brilla al Marsiglia e le big spagnole si muovono
Secondo The Athletic, il talento inglese dopo il buon anno al Getafe sta dimostrando tutto il suo valore nel Marsiglia trascinando la squadra francese al secondo posto dietro al PSG.
E le big spagnole stanno osservando con attenzione le sue prestazioni e non si esclude che nelle prossime settimane non ci possa essere una possibile offerta al club transalpino che sicuramente vorrà tenersi stretto il talento ex Manchester United dalle lusinghe di Barcellona e Atletico Madrid.
Esteri
Boca Juniors-River Plate: questione di pura appartenenza
Arriva il Superclásico. Questa sera alla Bombonera Boca Juniors-River Plate si sfidano in una delle gare fra le più attese del calcio mondiale.
Arriva il Superclásico: Boca Juniors-River Plate alla Bombonera
Questa sera Buenos Aires si ferma. Alla Bombonera Boca Juniors-River Plate: il Boca ospita gli eterni rivali del River, per una delle sfide più attese e iconiche del calcio mondiale: il Superclásico. È molto più di una partita. È un evento che trascende il calcio, capace di dividere la città e paralizzare l’intero Paese.
Indice
Una rivalità sospesa tra realtà e leggenda
Il Superclásico è carico di storie e leggende, come quella che circolò nel 2018. Si narrava che, per evitare scontri, la settimana prima della finale di Copa Libertadores i bambini tifosi del Boca e del River fossero stati separati in classi diverse nelle scuole di Buenos Aires.
Tali voci di corridoio non saranno mai confermate, ma questa storia rende bene l’idea della tensione e della passione che ruotano intorno a questa rivalità. Come dice il grande Federico Buffa: “Perché rovinare una bellissima storia con la verità?”.
Boca Juniors-River Plate, stesso quartiere visione opposta
Le radici di questo odio viscerale sono antiche e affondano nel quartiere di La Boca, dove entrambe le squadre nacquero. Il River Plate, fondato nel 1901, e il Boca Juniors, nato pochi anni dopo nel 1905, inizialmente condivisero lo stesso quartiere, ma la storia prese presto una piega diversa.
Il River si spostò nei quartieri ricchi del nord di Buenos Aires, guadagnandosi il soprannome di “Los Millionarios“. Non solo per la sua posizione geografica, ma anche per i successi economici e sportivi.
Il Boca, invece, rimase fedele al sud, diventando il simbolo della classe operaia e degli emigrati. Rappresentati dal soprannome “Xeneizes” che significa genovesi, in omaggio alle radici dei fondatori.
La rivalità tra Boca e River non è solo una questione di campo, ma un conflitto tra due mondi diversi. Il River, con il suo stile di gioco elegante e raffinato, rappresenta la borghesia e le classi più agiate. Il Boca, con la sua grinta e la sua passione viscerale, incarna i valori del lavoro duro e della lotta. Questi due mondi si scontrano ogni volta che le squadre si affrontano e il risultato è un’esplosione di emozioni, dentro e fuori dallo stadio.
Questione di appartenenza
Questa divisione si riflette anche nei soprannomi con cui le tifoserie si prendono in giro. I tifosi del Boca chiamano quelli del River “Gallinas“. Un soprannome nato nel 1966, quando il River perse una finale di Copa Libertadores dopo essere stato in vantaggio per 2-0.
Da quel momento il termine “galline” divenne sinonimo di codardia. Al contrario, i tifosi del River chiamano quelli del Boca “Bosteros“. Un insulto legato alle origini del quartiere La Boca, storicamente associato ai lavori più umili e alla sporcizia portuale. Nonostante il significato del termine, i tifosi del Boca lo hanno trasformato in un simbolo d’orgoglio: ribaltando l’insulto in una dichiarazione d’identità.
Oltre agli insulti e agli sfottò, il Superclásico è una questione di pura appartenenza. Non è solo una sfida tra due squadre, ma tra due visioni del mondo. Il River rappresenta il calcio pulito, tecnico e brillante; il Boca è il calcio sporco, di fatica e di cuore. Ma al di là delle differenze, ciò che unisce entrambe le squadre è l’amore viscerale per il calcio: capace di portare Buenos Aires a un livello di intensità che poche altre città possono vantare.
Chiedetelo a De Rossi
Se c’è qualcuno che può testimoniare cosa significhi vivere un Superclásico, questo è sicuramente Daniele De Rossi. Nel 2019 il centrocampista italiano, leggenda della Roma, scelse di concludere la sua carriera al Boca Juniors.
Una decisione presa non solo per l’amore per il calcio, ma soprattutto per vivere in prima persona la rivalità più feroce del mondo. De Rossi, che di derby se ne intende, sapeva che il Superclásico è una di quelle partite che ogni calciatore sogna di giocare almeno una volta nella vita, una rivalità che si trascina dalle mere dinamiche di campo.
La finale del 2018, giocata tra Boca e River nella Copa Libertadores, è solo uno degli episodi più recenti di questa rivalità storica, ma la tensione che si respira prima di ogni Superclásico è sempre la stessa. Ogni partita è una battaglia, ogni tifoso sa che il risultato potrebbe scrivere un nuovo capitolo nella storia del calcio argentino. Perchè, come disse un certo Mauro German Camoranesi: “Chi perde non si rialza più. Forse tra 50 anni”.
Boca Juniors-River Plate, questa sera ore 21:00
Questa sera, alla Bombonera, non sarà diverso. Alle ore 21:00 (in diretta su Sportitalia) il Boca Juniors e il River Plate scenderanno in campo per difendere non solo i tre punti, ma l’onore, la storia e l’orgoglio di intere generazioni di tifosi. Perché, come sempre, il Superclásico non è solo una partita di calcio ma è la vita stessa: l’eterno cuore pulsante di Buenos Aires.
Ligue 1
Akliouche, no all’Algeria: vuole solo la Francia
La finissima mente calcistica di Maghnes Akliouche pensa solo alla Francia. Il trequartista monegasco è pronto a rifiutare le avance della Nazionale Algerina.
Maghnes Akliouche ha stregato il mondo del pallone. La rete di Giovedì al Barcellona, con cui ha contribuito alla vittoria del Monaco nella prima giornata della nuova Champions League, è stata solo la sublimazione di un talento purissimo. Di cui il calcio francese si è accorto da tempo, ma da ieri se ne ne sono accorti tutti gli altri.
Akliouche, no all’Algeria: vuole solo la Francia
Fantasista eclettico, può giocare anche come trequartista ma predilige la corsia di destra. Ama battere con i piedi la linea laterale, per poi venire dentro il campo e liberare il suo magico sinistro, ma non disdegna le zoni centrali del campo: dove il suo talento purissimo può essere maggiormente effettivo per la squadra.
Akliouche è nato in Francia, ma da genitori algerini. Le sue origine algerine lo rendono quindi eleggibile per la Nazionale Algerina, dato che è in possesso del doppio passaporto. Tuttavia, il classe 2002 ha in testa solo la Francia. Si sente francese ed è intenzionato (riporta “L’Equipe“) a rifiutare le avance dell’Algeria.
I media francesi hanno ricondotto il suo legame con la terra nativa all’ammirazione per Thierry Henry, che lo stesso talento transalpino ha definito “il suo mentore” nel post-partita della gara di Giovedì. In questo avvio di stagione, il talento monegasco ha segnato 1 gol e fornito 1 assist in 5 presenze stagionali con i Rouges Et Blancs.
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