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Ligue 1

Juventus su O’Brien per il dopo-Bremer, ma il Lione non intende cederlo

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Jake O’Brien, centrale irlandese classe 2001, è finito nel mirino della Juventus come potenziale erede del brasiliano Gleison Bremer.

Juventus, ecco chi è O’Brien

Prelevato in estate dall’Academy del Crystal Palace per poco meno di un milione di euro, Jake O’Brien è stato (durante tutta la prima parte di stagione) l’unica nota lieta di un Lione disastroso. Poi il ricco mercato invernale e l’arrivo salvifico di Pierre Sage hanno portato la squadra francese dall’ultimo posto in classifica all’attuale settimo con vista sull’Europa, oltre a una finale di Coupe de France da giocare contro il PSG.

Nonostante l’evidente innalzamento del tasso tecnico della squadra, di cui hanno fatto le spese altri giovani emersi nel girone d’andata come per esempio Skelly Alvero, O’Brien è rimasto il perno della retroguardia lionese. Difensore solido e strutturato fisicamente, come dimostrano i quasi 2 metri d’altezza.

1,97 per la precisione. Una stazza che l’irlandese abbina a una grande capacità nel gioco aereo, come dimostrano i quattro gol (più due assist) messi a referto in 29 partite stagionali. Nonostante la giovane età (parliamo infatti di un classe 2001 che compirà 23 anni il prossimo 15 Maggio) è già nel giro della nazionale irlandese.

L’intreccio con Bremer e il Manchester United

La Juventus, e non è un segreto, in estate cederà uno fra Chiesa (qualora non dovesse rinnovare il contratto in scadenza nel 2025) e Bremer per finanziare la rivoluzione tecnica. Nei piani della dirigenza il roccioso centrale brasiliano sarebbe più facile da sostituire rispetto al funambolico esterno italiano, ma sin qui nessuno si è anche solo avvicinato alla valutazione di circa 50-60 milioni che ne fa la dirigenza juventina.

Nemmeno il Manchester United, che la scorsa estate lo aveva lungamente corteggiato, sembra disposto a tanto. Tuttavia, qualora la Juventus avesse in estate avesse davvero la necessità di sostituire Bremer, dovrà verosimilmente volgere il proprio sguardo altrove. Infatti, il Lione non ha nessuna intenzione di cedere O’Brien e la politica aziendale del nuovo corso targato John Textor è molto chiara.

Nessuno è incedibile, in quanto il player trading è alla base del modello di business americano, ma il Lione vende i suoi pezzi pregiati soltanto in due casi. Il primo: quando si ritiene che l’asset abbia raggiunto l’apice del proprio valore. Il secondo: quando c’è una richiesta esplicita di cessione.

E in alcuni casi questo neppure avviene, basti pensare alle rimostranze di Tagliafico quando gli fu impedito di tornare all’Ajax. Ad appena un anno dal suo arrivo sulle rive del Rodano, un’eventuale cessione di O’Brien non porterebbe nelle casse lionesi una plusvalenza sufficiente da giustificare il suo sacrificio.

Ne consegue che il centrale irlandese rimarrà alla corte di Pierre Sage almeno un altro anno, nella speranza che possa ripetere quanto di buono fatto in questa stagione e accrescere ulteriormente la propria valutazione di mercato. Con buona pace della Juventus e di tutte le altre pretendenti sparse in giro per l’Europa.

Ligue 1

Quand je l’ai vu, j’ai eu le coup de foudre: il punto sulla terza giornata di Ligue 1

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Bentornati alla seconda edizione della prima rubrica di Calcio Style dedicata alla Ligue 1, dove cercherò di trasmettervi la passione per il calcio francese.

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Pazzesco a Lione: Strasburgo rimontato da 3-1 a 4-3!

A un passo dal baratro, il Lione alza (di nuovo) la testa. C’è qualcosa di magico nella sinergia vigente fra Pierre Sage e la sua squadra. Un qualcosa che non si può spiegare a chi rifiuta ancora l’esistenza di un misticismo applicato al pallone. Per i primi 235 minuti di questa Ligue 1 si era visto un Lione bruttissimo, preoccupantemente in linea con quello ammirato (si fa per dire) nella prima parte della scorsa stagione.

Un digiuno di reti interrotto soltanto dalla rete di Tolisso, nel recupero del primo tempo, ma la fase difensiva è un salasso. 8 gol subiti in 3 partite e (peggio) la netta sensazione che sarebbe tranquillamente potuti essere di più. Quando Emegha, lanciato a rete Wiley, ha sfruttato il disastroso posizionamento della retroguardia lionese (male sopratutto Caleta-Car, fuori posizione e in netto ritardo) la situazione si era fatta drammatica.

Poi però la scintilla. Sage, subito dopo l’1-3, abiura al 3-5-2 (più conservativo, per mettersi a specchio con lo Strasburgo e cercare di proteggere una difesa parsa sin troppo in apnea nelle prime due uscite) e inserisce dalla panchina i due ragazzini terribili: Fofana e Orban. La partita cambia. Bravo e fortunato il francese, poiché i padroni di casa trovano subito il modo per accorciare le distanze con l’ex-Roma e Arsenal Maitland-Niles.

Botta di Lacazette che Johnsson manda sopra la traversa, ma l’eclettico giocatore inglese è il più lesto di tutti ad avventarsi sulla ribattuta e insacca il tap-in del 2-3. Sono passati appena due minuti dalla rete di Emegha, ma ne passano altri due e il Lione la pareggia. Les General trova proprio Orban, liberissimo al centro dell’area di rigore alsaziana, che pareggia i conti. Il tabellino del Groupama dice 3-3 e il pubblico di casa tracima entusiasmo.

Lacazette non avrà ancora segnato in queste prime tre uscite stagionali di Ligue 1, ma il suo lavoro per la squadra è sempre estremamente prezioso. Il gol che completa la rimonta, però, lo perfezionano assieme i due nuovi entrati. Splendido cross dalla destra di Fofana per Orban, che segna la sua prima doppietta in Ligue 1 e manda in delirio il pubblico del Lione. Dall’Inferno al Paradiso, il Lione si è tirato fuori dalle sabbie mobili in una decina scarsa di minuti.

Negli ultimi venticinque minuti (l’arbitro assegna quasi dieci minuti di recupero) il Lione si mette in trincea, ma resiste e porta a casa i primi punti del suo campionato. Una squadra sicuramente non bella, ma proprio una vittoria così (in casa del Monaco) l’anno scorso diede il là a una delle rimonte più clamorose della memoria calcistica francese. Una vittoria certamente non piena, ma che esemplifica tutte quelle cose che erano mancate nei primi 235 minuti di questo campionato. Voglia, determinazione e volontà di gettare il cuore oltre l’ostacolo.

De Zerbi suona tre volte, ok Brest e Nantes

Altra vittoria roboante del Marsiglia di De Zerbi, che mette pressione ai parigini in vista della trasferta sul campo del Lille. 3-1 senza storia sul campo del Tolosa, con il match già abbondantemente indirizzato alla mezz’ora del primo tempo. Prima Greenwood che segna due gol in due minuti e poi l’espulsione di Magri.

L’autogol di Cresswell a inizio secondo tempo arrotonda il punteggio, prima che Babicka segni il gol della bandiera al novantesimo. Colpo esterno del Nantes (3-1) sul campo del Montpellier, che continua il suo inizio di campionato sorprendente. Altra prestazione in perfetto stile Kombouare. Solidità difensiva, squadra molto compatta sotto la linea del pallone e ripartenze mortifere. Abline, Simon e Mohamed stendono Le Petit Chelil.

Nel mezzo il gol di Adams, che aveva pareggiato l’iniziale vantaggio dell’ex-Nizza. Si riprende anche il Brest di Roy, che batte 4-0 un St.Etienne in tremenda difficoltà. 3 sconfitte in 3 partite, zero gol fatti e sette subiti per Les Verts. I bretoni accolgono Sima (alla sua prima da titolare con la nuova maglia) e festeggiano la prima rete in maglia rossa di Ajorque. Camara, Del Castillo e Lala suggellano il risultato e i primi punti in Ligue 1.

Le (altre) partite della Domenica di Ligue 1

Prima vittoria stagionale per il Nizza di Haise, che batte 4-1 a domicilio l’Angers nonostante l’inferiorità numerica del secondo tempo. I Rouge Et Noir vanno avanti 2-0 nel primo tempo, poi un’ingenuità di Bombito riapre il match. Secondo giallo, con conseguente espulsione, e rigore trasformato da Abdelli. A quel punto però inizia lo show di Guessand, che segna una doppietta ed evita una sosta particolarmente indigesta al suo tecnico.

Primo stop stagionale per il Monaco, fermato sull’1-1 in casa dal Lens. I Sang Et Or devono ancora fare a meno di Danso, per il quale è stato richiesto un supplemento d’indagine dopo l’epilogo drammatico della trattativa con la Roma, ma sin qui sono la squadra che è riuscita a mettere maggiormente in difficoltà i monegaschi. Gli ospiti giocano una grandissima partita e andrebbero anche in vantaggio con Lascary, ma il VAR annulla la rete.

A quel punto arriva la beffa, con il colpo di testa di Zakaria (su cross di Caio Henrique) che poteva alimentare dei rimpianti nella testa di Still. In pieno recupero, però, l’arbitro assegna un calcio di rigore agli ospiti, che il neo-entrato Frankowski realizza a partita praticamente finita. Un punto meritatissimo per i giallorossi, che impediscono alla formazione di Hutter di rimanere primi in Ligue 1 a punteggio pieno: aspettando il PSG.

Faticano tutte le neopromosse in questo avvio di Ligue 1, con le tre formazioni provenienti dalla Ligue 2 che in tre hanno raccolto appena tre punti in altrettante giornate. Tutti fatti dall’Auxerre alla prima giornata contro il Nizza: sicuramente la più convincente delle tre. Quelli della Borgogna vanno in vantaggio anche in casa del Le Havre, ma si complicano la vita da soli. Prima l’autorete di Owusu e poi l’espulsione dell’ex-PSV Hoever.

Con un tempo intero da giocare undici contro dieci, la squadra di Digard completa la rimonta. Ndiaye prima si vede annullare un gol per fuorigioco dal VAR a inizio secondo tempo, salvo poi realizzare quattro minuti dopo, e infine i padroni di casa chiudono la partita all’ultimo minuto di recupero grazie al rigore di Touré. Perde ancora il Rennes, tristemente fermo alla prestazione d’esordio contro il Lione, 2-1 in casa del Reims di Elsner.

PSG da solo in testa alla Ligue 1: 3-1 a Lille col brivido

Genesio sino a questo momento aveva sempre schierato il suo Lille con un sistema di gioco ibrido. Un modulo in perenne trasformazione, con i giocatori costantemente in movimento. Un modo di stare in campo che poteva essere a tre o a quattro dietro, a seconda delle fasi di gioco e dove gli aghi della bilancia sono esterni e braccetti.

Questa volta, però, il tecnico francese sceglie un atteggiamento più “statico”. Via un cursore (Meunier) e dentro un centrale puro, come Mandi. Il Lille si schiera a tre sia in fase di possesso che in fase di non possesso. Questo garantisce un simil uomo-contro-uomo in ambo le fasi, permettendo di pareggiare numericamente il PSG.

Durante la prima pressione, i tre avanti (anche se sarebbe più corretto parlare di 2+1, con Haraldsson che parte sulla stessa linea di Gomes e André per poi avanzare la propria posizione) si accoppiano con i tre centrali del PSG: che imposta sempre a tre. Bayo (preferito a David, inizialmente in panchina, dopo le fatiche di coppa) va su Pacho, Haraldsson va su Marquinhos e Zhegrova su Beraldo.

Il 3-5-2 (o 3-4-2-1) di Genesio prevede il kosovaro come seconda punta atipica, dato che l’ex-Basilea parte sempre molto largo sulla destra per lasciare libera la corsia a Tiago Santos. Proprio da una sgroppata del numero 23 arriva l’occasione migliore per i padroni di casa, con lo stesso Zhegrova che serve una palla deliziosa a centro-area addirittura per l’accorrente Diakité: che si era sganciato dalla linea difensiva per concludere l’azione.

La conclusione dell’eclettico centrale francese, però, colpisce il palo interno e rimbalza su Donnarumma, con la carambola che (incredibilmente) non termina la propria corsa in rete. Il canovaccio tattico pensato da Genesio regge sino alla mezz’ora, quando Alexsandro contravviene alla prima regola del difensore: non si scivola mai in area di rigore. Il brasiliano abbocca alle finte di Dembelé e lo mette giù, mandando il PSG dal dischetto.

Vitinha trasforma magistralmente il penalty, con una rincorsa accidentata che pare un mix di quelle di Perotti e Jorginho. E pensare che proprio l’ex-Porto fu il Pomo della Discordia che fece deflagrare lo spogliatoio del PSG ai tempi di Galtier. Vitinha fu il bersaglio dell’invettiva di Neymar, che lo accusò di non avere il livello tecnico per giocare nel PSG. Oggi il portoghese è forse il centrocampista più importante della squadra parigina e uno dei più completi al mondo, mentre il brasiliano è finito a (non) giocare con i cammelli.

Ha avuto ragione (ancora una volta) Luis Enrique a chiedere la cessione dell’ex-Santos appena arrivato, così come ha avuto ragione nell’insistere su Asensio falso nueve anziché chiedere un nuovo centravanti dopo la partenza di Mbappé. Lo spagnolo è perfetto per il gioco del tecnico catalano, grazie alla sua capacità di oscillare fra centrocampo e attacco e di fungere da centravanti-ombra alle spalle delle due ali. La sua visione di gioco e la sua precisione millimetrica in rifinitura sono fondamentali nel mandare Barcola a tu per tu con Chevalier.

L’uomo-contro-uomo voluto da Genesio va in tilt dopo il vantaggio parigino, con il possesso palla degli ospiti che smette di essere pro-attivo (andando in vantaggio decade la necessità di trovare pervicacemente la via delle rete) e inizia a essere sfiancante: mandando sistematicamente a vuoto la pressione de Les Dogues con una serie infinita di scarichi all’indietro. Sorprendentemente, nel secondo tempo Genesio mantiene la difesa a tre ma cambia il sistema di gioco. Si passa quindi dal 3-5-2 a un 3-4-3, con gli ingressi di Sahraoui e Mukau.

Il marocchino dà sicuramente impulsi e vitalità agli attacchi della formazione di casa, ma la partita appare spegnersi progressivamente e senza particolari sussulti. Almeno fino a quando Zhegrova non decide che è ora di riaprire la partita da solo, sciorinando tutto il proprio estro con una rasoiata mancina da fuori area che fulmina Donnarumma. Il Pierre-Mauroy ribolle e quando uno stadio del genere tracima entusiasmo può succedere di tutto. E infatti succede ciò che sarebbe stato impensabile sino a una manciata di minuti prima.

Calcio di punizione battuto dal Lille sulla trequarti, con lo spiovente che trova la sponda di André e la correzione in porta di Santos. Il Lille la pareggia, ma il VAR annulla la rete per fuorigioco. La dinamica dell’azione è molto confusa, ma pare che il laterale portoghese fosse avanti con la punta del piede rispetto alla linea del pallone. Il Lille si butta in avanti alla pervicace ricerca del pareggio, ma nel recupero Kolo Muani suggella il risultato. PSG ancora padrone della Ligue 1 e i prodromi son gli stessi dell’anno scorso: battibili, ma nessuno li batte mai.

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Ligue 1

PSG, Luis Enrique: “Più che soddisfatto del mercato. Osimhen? Prezzo folle, non avrebbe avuto senso prenderlo”

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Luis Enrique

Il tecnico del PSG, Luis Enrique, ha parlato in conferenza stampa alla vigilia della trasferta di Lille. Nei temi trattati anche il mercato.

L’anno scorso, proprio sul campo del Lille, arrivò una delle uniche “non-vittorie” della stagione parigina. Su 38 giornate, infatti, il PSG di Luis Enrique ne ha vinte 27. Nelle altre ci sono stati dieci pareggi e una sconfitta.

PSG, le parole di Luis Enrique

Domenica sera, in concomitanza con Roma-Juventus, il PSG viaggerà proprio al Pierre-Mauroy per sfidare la squadra di Genesio. L’anno scorso finì 1-1, con gol di David al 95esimo. Era il Lille di Fonseca, ora al Milan.

Nel corso della consueta conferenza stampa alla vigilia della partita, il tecnico spagnolo ha parlato del match contro i Les Dogues ma anche del mercato: facendo riferimento (indirettamente) anche alla questione Osimhen.

SKRINIAR

Conto su tutti i giocatori del PSG che sono sotto contratto. Ho le mie preferenze, ma Milan Skriniar e Danilo Pereira (fuori rosa e in uscita, ma reintegrati a fine mercato per mancate offerte n.d.r.) sono giocatori che ci hanno aiutato molto la scorsa stagione. Il mercato è finito: conto su tutti i giocatori che sono in rosa.”

OSIMHEN

“Osimhen? Volevamo prendere determinati giocatori, ma i prezzi erano molto alti e non avrebbe avuto senso. Fino a gennaio siamo aperti a fare altri acquisti, ma ripeto: sono soddisfatto di quello che ho.

Luis Enrique

LA DELUSIONE DI VICTOR OSIMHEN ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

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Ligue 1

Quand je l’ai vu, j’ai eu le coup de foudre: il punto sulla seconda giornata di Ligue 1

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Bentornati alla seconda edizione della prima rubrica di Calcio Style dedicata alla Ligue 1, dove cercherò di trasmettervi la passione per il calcio francese.

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Troppo PSG per il Montpellier: al Parco dei Principi finisce 6-0

PSG just too good for Montpellier“. Si potrebbe riassumere con questa frase, pronunciata dal telecronista di beIN Sports al gol di Kang-In Lee, la tracimante prestazione sciorinata dal PSG alla prima casalinga della nuova edizione della Ligue 1. Una partita senza storia, che i campioni in carica conducono dal primo all’ultimo minuto.

L’esterno destro di Barcola, dopo appena quattro minuti, fa capire subito al Montpellier che tipo di serata gli aspetta. Il triangolo Barcola-Joao Neves-Asensio, che si conclude con l’inserimento proprio dello spagnolo a battere Lecomte, mette la gara in discesa quando non siamo nemmeno alla mezz’ora della prima frazione.

Tuttavia, gli uomini di Luis Enrique non si fermano qui. I parigini si divertono a pasteggiare sulle carni di una squadra inerme e incapace di reagire. Prima delle rete del sud-coreano, a suggellare il risultato, c’è gloria anche per Hakimi e Zaire-Emery, le cui reti vengono intervallate dalla doppietta personale di Barcola.

Una partita senza storia, che più che spunti calcistici regala spunti sul mercato. Già, poiché il tecnico spagnolo lascia in panchina Kolo Muani (nonostante l’infortunio di Goncalo Ramos) per schierare Asensio falso nueve. L’iberico dà le risposte auspicate dall’ex selezionatore della Nazionale Spagnola, che ancora una volta ha avuto ragione. Non ha bisogno di Victor Osimhen, il cui futuro, dopo l’arrivo di Lukaku, rimane un rebus.

Lione, 134 milioni di dubbi: il Monaco passeggia al Groupama

Non c’è storia nemmeno al Groupama Stadium. Il Lione viene dominato dall’inizio alla fine dal Monaco di Hutter, sotto lo sguardo incredulo dei tifosi di casa. Anche l’anno scorso, a campi invertiti, era andata in scena la stessa partita, con i lionesi che però alla fine riuscirono a spuntarla grazie ad una prestazione corsara.

Di quella squadra affamata e coriacea, però, nessun traccia. La prestazione de Les Gones ricalca quella offerta in maniera ignominiosa nella prima giornata, sul campo del Rennes. Il ritorno di Lacazette al centro dell’attacco non si rivela essere una panacea per la sterilità offensiva del Lione, che perde anche Nuamah per infortunio.

I monegaschi hanno cambiato tanto rispetto alla scorsa stagione, quantomeno all’inizio di essa. Il nuovo sistema di gioco (simile a un 4-2-3-1) ricalca quanto visto nella seconda metà di campionato. Sebbene sia difficile racchiudere in freddi numeri lo stile di gioco del tecnico austriaco: sempre estremamente fluido.

Il 4-2-3-1 di partenza permette al Monaco di sprigionare tutto il proprio talento offensivo, a partire da quel Ben Seghir che l’anno scorso ha lasciato per strada sei mesi della sua carriera (che si preannuncia brillantissima) a causa di un brutto infortunio al ginocchio. La squadra del Principato, però, può schierarsi anche con un più conservativo 3-4-2-1. Alzando i due “terzini’, portando l’eclettico Akliouche nel mezzo e abbassando Zakaria.

Le (altre) partite del Sabato di Ligue 1

Vince ancora il Lille di Genesio. 2-0 casalingo al neopromosso Angers, con tanto di sigillo finale di Bayo (di ritorno dal semestre di prestito al Clermont) a suggellare il punteggio. Percorso (quasi) netto quello dei Les Dogues sin qui in stagione. 4 vittorie su 5 partite, unico “inciampo” l’1-1 in casa del Fenerbahce di Mourinho.

Al netto dell’indiscutibile bravura del 57enne francese, constatate le difficoltà di Fonseca al Milan viene spontaneo pensare che non fosse tanto merito del portoghese il rendimento dell’ultimo biennio. Quanto solida la sua struttura societaria, che è risorta come l’araba fenice dalla sciagura di aver avuto Lopez come presidente.

Primo scontro diretto per la salvezza dal peso specifico non indifferente nel Saturday Night di Ligue 1. Il Le Havre di Digard, dopo l’ottima prova sciorinata all’esordio al cospetto del PSG, vince in casa del neopromosso St.Etienne. Ospiti che archiviano la pratica in dieci minuti, dal rigore di Touré alla rete di capitan Sangante.

Le partite della Domenica di Ligue 1

Irriconoscibile il Brest, che perde nettamente (2-0) anche in casa del Lens. Risultato caritatevole nei confronti dei bretoni, che vengono surclassati dai Sang Et Or. Dominio che però viene convertito soltanto in due reti, cioè quella di Chavez e l’autogol di Le Cardinal: entrambe arrivata nella prima frazione di gioco.

Soltanto quattro squadre sin qui hanno tenuto la porta inviolata nelle prime due giornate. Una di queste è il Nantes dell’irreprensibile (nell’accezione più positiva possibile del termine) Kombouare, che riesce nell’impresa di avere il 35% di possesso palla nonostante l’Auxerre abbia giocato praticamente un tempo in dieci uomini.

Canarini che vincono due a zero con un gol per tempo. Prima Simon e poi il giovanissimo Guirassy, che trova la rete all’ultimo minuto di recupero e al suo terzo minuto in assoluto giocato in Ligue 1. Il classe 2006 diventa così il giocatore a cui sono serviti meno minuti per trovare il proprio primo gol nella massima serie francese.

Stecca ancora il Nizza di Haise, questa volta in casa (1-1) contro il Tolosa. Prestazione certamente migliore di quella sciorinata alla prima giornata contro l’Auxerre, ma non sufficiente a portare a casa i tre punti nonostante i padroni di casa fossero andati anche in vantaggio: grazie al gol di Clauss a inizio ripresa.

Male anche il Rennes, che nonostante una buona prestazione (sebbene non all’altezza di quella mostrata alla prima contro il Lione) perde 3-1 in Alsazia contro lo Strasburgo. Gli alsaziani sono per distacco la squadra più giovane della Ligue 1 (età media 21,8, le seconde più giovani sono Reims e PSG in ex-aequo con 23,1), sono pieni di profili interessanti e, da quest’anno, sono anche ben allenati, dopo la separazione con l’ex-tecnico Vieira.

Primo stop per De Zerbi, il Reims resiste: 2-2 al Velodrome

Dura appena una giornata il testa a testa, punto su punto, di PSG e Marsiglia. La squadra di De Zerbi impatta in casa contro un buonissimo Reims: finisce 2-2 il posticipo della seconda giornata di Ligue 1. Padroni di casa che vanno avanti nel primo tempo, grazie al piattone di Harit: conclusione arrivata sugli sviluppi di corner.

La partita sembrava in totale controllo per i marsigliesi, che però sprecano tanto e, ad inizio secondo tempo, si fanno rimontare due volte dagli ospiti. Nel giro di quattro minuti, Akieme trova il pareggio (51′) e poi (55′) arriva la perla del classe 2004 Fofana. “He’ll never Forget this day” e ne ha ben donde il telecronista di beIN Sports, dopo che il maliano, al termine di un assolo straordinario, scaraventa sotto la traversa il gol del sorpasso.

Merlin saltato come un birillo, Balerdi messo per terra con una sterzata e poi bordata micidiale su cui non può nulla neppure Superman Rulli. Il Marsiglia riesce a pareggiarla con il colpo di testa di Greenwood, sono tre in due gare per l’inglese, ma, nonostante la spinta incessante del Velodrome, non gli riesce la contro-rimonta.

Quello che dovrebbe essere il punto di forza del Marsiglia, ovvero uno stadio caldissimo con una delle tifoserie più passionali al mondo, da due anni si sta rivelando un tabù. Un punto debole più che un punto di forza, con i marsigliesi che rendono meglio lontani dalle mura amiche e sin qui De Zerbi non è riuscito a invertire il trend.

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