Categorie: Ligue 1

Quand je l’ai vu, j’ai eu le coup de foudre: il punto sulla 27esima giornata di Ligue 1

Bentornati sulla prima rubrica di Calcio Style dedicata alla Ligue 1, dove cercherò di trasmettervi la passione per il calcio francese.

Al Lille il “Derby du Nord“: Fonseca sogna in grande

Sebbene il lavoro fatto sin qui al Lille sia encomiabile, sarebbe precipitoso giudicare il valore di Fonseca come allenatore soltanto sulla base di questa esperienza. Quello del Lille è un contesto particolare (così come lo era quello dello Shakhtar Donetsk, club che lo ha lanciato nel grande calcio) che si trova a vivere una situazione particolare. Dopo il rischio di fallimento con Gérard Lopez (le cui quote associative del club sono state pignorate dal Fondo Elliott) e la Ligue 1 vinta, molte cose sono cambiate nelle ex-Fiandre Francesi.

Una politica austera sul mercato, basata sul player trading e sulla necessità di valorizzare il più possibile i calciatori per poi generarne profitto. Giovani, principalmente, ma non solo. Il Lille, infatti, in questi anni si è diviso fra lo scouting di prospetti futuribili, prelevati principalmente da campionati di secondo piano e a prezzi contenuti, e il tentativo di restituire lustro a una serie di calciatori che aveva fallito il tentativo del grande salto.

In questo contesto, in cui i risultati sportivi sono in secondo piano rispetto a quelle economici e dove le pressioni sono prossime allo zero, una filosofia come quella di Fonseca (ovvero la pervicace ricerca di una proposta calcistica di un certo tipo, anche a costo di sacrificare qualche risultato) attecchisce con più facilità.

Non ha attecchito, invece, in una piazza calda e molto esigente come quella di Roma. E potrebbe non riuscire a farlo nemmeno in piazze altrettanto (calde e pretenziose) come quelle di Lione e Marsiglia. Ovvero le due squadre principalmente interessate al portoghese, stando a quanto riporta la stampa francese, per la prossima stagione, quando i contratti dei rispettivi caretaker (Sage per il Lione, Gasset per l’OM) si esauriranno.

Anche il contratto di Fonseca scadrà il prossimo 30 Giugno e, come lui stesso ha recentemente dichiarato, non sa se continuerà ad allenare il Lille anche nella prossima stagione. I Les Dogues, ovviamente, gli rinnoverebbero molto volentieri il contratto e non potrebbe essere altrimenti visto il lavoro che sta facendo.

Non solo dal punto di vista dei risultati, comunque non trascurabili dato che è attualmente terzo in classifica e se la Ligue 1 terminasse alla stesura di questo articolo (Sabato 30 Marzo alle ore 16:35) sarebbe direttamente qualificato alla prossima edizione della Champions League senza passare per i preliminari, ma anche (e soprattutto) per il sopracitato lavoro di valorizzazione complessiva della rosa.

La vittoria nel sentitissimo derby del Nord della Francia (2-1) contro gli acerrimi rivali del Lens porta infatti la firma (doppietta) del kosovaro Edon Zhegrova. Il nativo di Herford, acquistato nel Gennaio del 2022 dal Basilea e arrivato in Francia da semi-sconosciuto, ha fatico un po’ ad ambientarsi al calcio di alto livello, ma in poco tempo è divenuto uno dei prezzi pregiati della casa. Uno dei giocatori su cui la mano dell’allenatore è più evidente. Tuttavia la probabile qualificazione alla Champions non dovrebbe cambiare la politica del Lille.

Il bomber della squadra, Jonathan David, con ogni probabilità saluterà in estate e, anche prima dei noti problemi finanziari, essi avevano sempre fatto intendere di essere più interessati a monetizzare con i propri gioielli anziché trattenerli per allestire una rosa sempre più competitiva. Un modus agendi redditizio, ma che potrebbe rappresentare un limite alle legittime ambizioni del tecnico portoghese.

Ed ecco che allora Paulo Fonseca la prossima estate potrebbe salutare le Fiandre, consapevole di aver fatto il massimo possibile in queste condizioni, e tentare nuovamente quel salto di qualità che non gli era riuscito nel corso della sua parentesi romana.

Solo il tempo ci dirà se il lusitano sia soltanto l’ennesimo effetto collaterale di un’allucinazione collettiva chiamata “bel gioco” oppure se il fallimento all’ombra del Cupolone per Fonseca sia stato propedeutico a imparare dai propri errori e a diventare un allenatore migliore.

Photo Source: LOSC.fr.

Il Lione dice addio all’Europa, tutto facile per il Monaco

Dopo venti minuti, il Monaco aveva già archiviato la pratica Metz. Un rassicurante vantaggio di tre reti che forse ha fatto abbassare la guardia a una squadra comunque ancora prigioniera dei propri pregi. I monegaschi continuano a non riuscire a gestire la partita e i suoi ritmi, sentendosi obbligati a trovare sé stesso attraverso una costante e usurante espressione di quel pervicace uomo contro uomo che sin qui ha portato fortune alterne.

Les Grenats tornano quindi in partita, e lo fanno nel giro di cinque minuti quando l’orologio biologico della partita era già rivolto verso il novantesimo, ma Balogun (doppietta per lui da subentrato) spegne sul nascere ogni velleità di rimonta dei padroni di casa. Il Monaco, come era prevedibile anche a inizio stagione, si conferma la seconda forza della Ligue 1, ma ancora lontano dal poter pensare di competere con il PSG.

Il Lione dice addio alla speranza di raggiungere l’Europa, quantomeno tramite campionato, non andando oltre il pari al Groupama contro il sempre ostico Reims di Still. Anche in caso di vittoria l’impresa sarebbe stata ardua e non tanto per il numero di punti (il sesto posto del Lens dista cinque punti) ma per il numero di squadre.

Ai Les Gones sarebbe servito un miracolo per completare la rimonta, ma non si poteva chiedere totale costanza a una squadra uscita sicuramente rafforzata dal mercato invernale ma ancora lungi dall’essere piena. Al Lione rimane comunque l’opzione di qualificarsi per l’Europa League tramite la Coupe de France.

La semifinale contro il Valenciennes (squadra di Ligue 2) sembra spalancare le porte della finale contro una fra PSG e Rennes. Può continuare a sperare nell’Europa invece il Reims, che rimane a tre punti dai preliminari di Conference a prescindere dal risultato delle altre. Infatti, anche se dovessero vincere sia il Marsiglia che il Rennes, esse non potrebbero superare i 42 punti del Lens dato che ne hanno 39 a testa.

Derby della Bretagna al Brest, Farioli ancora k.o.

Il Nantes sta iniziando ad assumere i connotati della criptonite per il Nizza. Les Canaris sono l’unica squadra che quest’anno è riuscita a battere i ragazzi di Farioli sia all’andata che al ritorno. A fronte della cecità ideologica di alcuni pseudo-commentatori, questa partita ribadisce l’ovvio: ossia che il Nizza è una squadra di contropiede e quindi si esprime meglio quando la palla ce l’hanno gli altri.

Il Nantes, però, non ha fatto una partita “simil-Montpellier“, ovvero con tutti gli effettivi sotto la linea del pallone aspettando che i nizzardi si arrovellassero su sé stessi non sapendo cosa farsene della sfera. Il Nantes ha vinto esattamente come vinse all’andata. Giocando una partita sporca e costringendo i padroni di casa a novanta minuti di dubbio amletico, a metà del guado fra la necessità di dominare il pallone e il ritorno inconscio nella zona di comfort ogni qualvolta che gli ospiti glielo portavano via.

Se la gara d’andata fu l’inizio di qualcosa di nuovo per il Nizza, con Farioli che mai aveva assaporato il sapore della sconfitta in Francia, quella di ieri rappresenta una triste conferma

. Nelle ultime otto partite fra tutte le competizioni, il Nizza ha vinto solo una volta. Nella trasferta di Lens, che aveva illuso la Costa Azzurra di essere finalmente uscite dalla crisi. Poi il pareggio interno contro il fanalino di coda Clermont e sei sconfitte.

Compresa quella ai quarti di finale di Coupe de France in casa del PSG, che è costata anche la possibilità di alzare un trofeo. La zona Champions dista “solo” quattro punti, ma il Nizza deve essere consapevole che è ancora al sesto posto solo perché dietro hanno perso tutte. E quelle che la precedono sembra avere una marcia in più a questo punto del campionato, a partire dal Brest che centra una storica doppietta nel derby bretone.

Infatti, mai il Brest era riuscito a battere il Lorient sia all’andata che al ritorno in Ligue 1. Il gol nel finale di Del Castillo permette alla squadra di Roy di uscire con il bottino pieno dal Moustoir al termine di una partita che è stata scorbutica e bloccata esattamente come nelle attese. Il Brest scavalca nuovamente il Monaco e torna al secondo posto in classifica, a questo punto con legittime ambizioni di rimanervi sino alla fine.

Photo Source: OGC Nice Site Officiel.

Le altre partite della Domenica di Ligue 1

Colpaccio esterno del Tolosa, che si tira fuori dalla zona retrocessione (forse in maniera definitiva) vincendo tre a zero sul campo del Clermont. Les Violets sono ora all’undicesimo posto in classifica, a +6 dalla zona playout e addirittura a +9 da quella retrocessione. Rimane ultimo il Clermont, che però vede le distanze dalla penultima e soprattutto dalla terzultima grazie alle vittorie di Brest e Monaco rispettivamente contro Lorient e Metz.

Vince anche il Montpellier sul campo del Le Havre, inguaiando la squadra di Elsner che a questo punto si trova al quartultimo posto della classifica con appena un punto di margine sul Lorient. Nonostante l’ottima partenza di inizio stagione, per i normanni ci sarà da sgomitare nel finale di campionato se vorranno mantenere la categoria.

Colpo dello Strasburgo in casa contro il Rennes, che ha il simultaneo effetto di allontanare sensibilmente la formazione alsaziana dalla zona retrocessione (32 punti, gli stessi del Tolosa) e di spegnere forse definitivamente le speranze della compagine bretone di qualificarsi per le competizioni europee.

Le velleità internazionali dei bretoni hanno subito una fresca frenata nelle ultime uscite. Prima i due punti persi al novantesimo in casa del PSG, a causa di un rigore che definire discutibile sarebbe quantomeno eufemistico, e quelli persi (sempre nel recupero, ma senza beghe arbitrali) in casa del Lille. In mezzo ci sono state la clamorosa sconfitta interna con i corregionali del Lorient e l’importante vittoria nello scontro diretto con il Marsiglia.

La sconfitta di ieri, però, fa scivolare il Rennes all’ottavo posto in classifica. 39 punti, gli stessi del Reims ma avanti per la differenza reti. La distanza rispetto al Lens (tre punti) rimane invariata, ma va considerata la variabile impazzita della coppa nazionale e il numero di squadre che andrebbero superate. Alla squadra di Stephan rimane la speranza di qualificarsi alla prossima edizione dell’Europa League vincendo la Coupe de France, con la semifinale contro il PSG prevista per mercoledì al Parco dei Principi.

Il PSG ha (virtualmente) vinto la Ligue 1

Manca ancora la matematica, ma 12 puti di vantaggio a sette giornate dal termine sono una sorta di pietra tombale sulla lotta scudetto in Ligue 1. Sopratutto se consideriamo che il PSG, assieme al Bayer Leverkusen e al Manchester City, è una delle pochissime squadre in Europa a non aver ancora mai perso una partita nel 2024. A queste condizioni, il due a zero rifilato a domicilio al Marsiglia nel Le Classique sembra un vero e proprio epitaffio sulle residue speranze delle altre di lottare per la Ligue 1.

Vuoi per la straordinaria capacità del PSG di Luis Enrique (tipica delle grandissime squadre) di saper piegare a sé l’inerzia delle partite non importa cosa succeda in campo, vuoi per il vuoto di potere alle sue spalle. In questa stagione non c’è mai stata una squadra realmente capace di insidiare i campioni in carica, il Lens della situazione per intenderci. Alle spalle dei parigini si sono alternate una serie di squadre sicuramente molto valide, ma non all’altezza di lottare punto a punto con la pluripremiata compagine parigina.

E soprattutto credo inizi a serpeggiare nelle menti dei dirigenti delle altre squadre francesi che provare a contendere il titolo a una squadra che non gioca alle stesse regole degli altri sia un’impresa virtualmente impossibile. In questo senso, il passivo a favore del PSG nelle ultime sette partite disputate contro gli storici rivali del Marsiglia è impietoso: 12 a 1, frutto di sei vittorie del PSG e un solo pareggio.

Per ritrovare una vittoria del Marsiglia in Ligue 1 contro il PSG, se si eccettua ovviamente la vittoria in Coupe de France dello scorso anno, bisogna ritornare al 13 Settembre del 2020. Una vita fa. Un dato che testimonia ancor di più, semmai ce ne fosse bisogno, di quanto frustrante possa essere dover competere con una squadra del genere. E il progressivo decadimento della Ligue 1 può essere letto anche in questo senso.

E dire che il Marsiglia, al netto di un numero incalcolabile di assenze pesanti, non aveva neppure approvato male alla partita. Tuttavia, com’era accaduto anche con il Le Havre, l’inferiorità numerica (espulsione di Beraldo a fine primo tempo) ha aiutato il PSG anziché zavorrarlo. Il Marsiglia, che sin lì aveva giocato una partita di difesa e contropiede estremamente diligente, si è trovato a dover rivedere il proprio piano gara.

E il PSG, complice anche l’infortunio di Mbemba che ha tolto ulteriori certezze alla retroguardia dei padroni di casa, ne ha approfittato per portarsi subito in vantaggio (gol di Vitinha) all’inizio del secondo tempo per poi indirizzare definitivamente la partita. Nonostante una pressoché totale incapacità dei marsigliesi di esprimere una qualsivoglia forma di pericolosità, nonostante l’aumento del possesso palla e dell’altezza di squadra, vanno segnalate alcune strepitose parate di Donnarumma ma anche un errore che poteva costare caro.

Infatti, il portiere della Nazionale rifila un pugno in faccia a Gigot nel tentativo maldestro di smanacciare un cross di Ounahi in corner. Rigore solare non dato ai padroni di casa, che probabilmente avrebbe lasciato in nove la sua squadra considerando che l’estremo difensore italiano era già ammonito. Il corner susseguente viene battuto male dall’OM, con il PSG che trova il due a zero in contropiede con Ramos.

Il modo in cui il portoghese, autore di una stagione sin qui estremamente deludente, si permette di sbeffeggiare i tifosi avversari (andando a esultare in maniera provocatoria sotto la curva del Marsiglia) nonostante un titolo già abbondantemente vinto racconta tutta la pochezza culturale di questa società. La Ligue 1 prima o poi si libererà del PSG, esattamente come la Premier League si sta liberando del Manchester City, ma non oggi.

Aggiornato al 11/05/2024 17:37

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