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Quand je l’ai vu, j’ai eu le coup de foudre: il punto sulla prima giornata di Ligue 1

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La Ligue 1 2024-2025 apre ufficialmente i battenti e con lei torna la prima rubrica di Calcio Style dedicata alla massima serie francese.

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PSG, tre gol nel finale per aver ragione di un Le Havre corsaro

Il (solito) PSG vince all’esordio in casa del Le Havre, sbrigando la pratica negli ultimi cinque minuti. Per coloro che non hanno visto la partita, il punteggio potrebbe far pensare ad una vittoria netta dei parigini ma così non è stato. I campioni in carica non convincono neanche stavolta e, sebbene con molte assenza, rischiano più volte di capitolare dinanzi alla squadra di Digard: sempre molto bravo a preparare le partite contro questo avversario.

I padroni di casa si vedono annullare due gol. Ad Abdoulaye Touré nel primo tempo, sugli sviluppi di calcio d’angolo poiché un suo compagno in fuorigioco ha ostacolato Donnarumma, con gli ospiti sotto uno a zero. I normanni pareggiano comunque, a inizio secondo con Lloris, e troverebbero addirittura il gol del sorpasso con Casimir pochi minuti dopo. Il capitano è bravo ad approfittare di una dormita del giovane Zague per lanciarsi verso la porta e beffare Donnarumma, ma il primo controllo è stato viziato da un tocco di avambraccio.

La partita prosegue sui binari dell’equilibrio, fin quando il neo-entrato Ousmane Dembélé non corregge in porta il cross di un altro neo-entrato (il nuovo acquisto Joao Neves) per spezzare la parità. Con il Le Havre riversato in avanti alla pervicace ricerca di un meritatissimo pareggio, gli ospiti dilagano. Prima un assolo straordinario di Barcola, con un destro a giro sul secondo palo da posizione defilata che sta diventando un marchio di fabbrica.

E infine, per suggellare un risultato molto più rotondo di quanto visto in partita, il calcio di rigore di Kolo Muani nel recupero. Il PSG si conferma squadra più che battibile, ma continua ad avere dalla sua una capacità quasi sovrannaturale (nonché tipica delle grandi squadre) di tenere la barra dritta anche nei momenti di maggiore difficoltà per poi piegare a sé l’inerzia delle partite nei frangenti decisivi.

De Zerbi parte con il botto: cinquina al Brest e segnale al PSG

Meglio di così non poteva cominciare l’avventura al Marsiglia di Roberto De Zerbi. I marsigliesi disintegrano il Brest di Roy (l’anno scorso terzo in Ligue 1) con un nettissimo 5-1 a domicilio. Il Francis-Le Blé, che l’anno scorso è stato una sorta di fortino per i bretoni che fra le mura amiche hanno perso soltanto 2 delle 18 partite casalinghe disputate, violato già alla prima giornata, con una prova di forza tracimante da parte degli ospiti.

De Zerbi deve fare fronte a moltissime assenze, ma ci mette del suo decidendo di adattare Merlin nei due davanti alla difesa. Tra l’altro sul centrodestra, lui che è tutto mancino. E proprio da quella zona di campo, soprattutto nella prima mezz’ora, arrivano i pericoli maggiori. Tuttavia, quest’anno a difendere la porta del Marsiglia c’è un super-portiere come Geronimo Rulli: che da solo vale 8-10 punti in più a campionato.

Il portiere argentino compie almeno 3-4 interventi salva risultato nel momento di massima spinta offensiva da parte dei padroni, parando soprattutto un calcio di rigore a Del Castillo. La differenza fra lui e Pau Lopez si sente ed è tangibile: finalmente l’OM ha un Portiere con la “p” maiuscola. E’ soprattutto però la serata di Mason Greenwood, che dimostra di potersi tranquillamente sedere allo stesso tavolo delle stelle del PSG.

L’inglese realizza una doppietta, prima con una rasoiata da posizione defilata e poi su calcio di rigore. In mezzo la rete di Luis Henrique (con evidente deviazione che spiazza Bizot) a suggellare un parziale sin troppo severo per il Brest, con la partita che nel primo tempo è stata praticamente pari. I padroni di casa provano a tornare in partita con la rete di Camara al sesto di recupero, ma a inizio secondo tempo la doppietta di Luis Henrique ristabilisce le distanze.

Il Marsiglia arrotonda il risultato con il secondo rigore di giornata. Questa volta l’altruista Greenwood lascia a Wahi, che bagna il suo esordio in maglia OM con la rete del definitivo 5 a 1. Il Marsiglia risponde alla grande alla vittoria del PSG, fornendoci un antipasto di quello che sarà presumibilmente un testa a testa fino alla fine.

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Credit Media: OM.fr.

Le altre del Sabato di Ligue 1: bene Monaco e Lille

Se PSG e Marsiglia sembrano destinate a fare corsa a sé, il Monaco vuole essere il terzo in comodo. La squadra di Hutter avrà dalla sua il “fardello” della Champions League e di un mercato che gli ha tolto l’intera linea di centrocampo: ovvero Camara e Fofana. Nonostante ciò, i monegaschi partono bene e battono 1-0 al Louis-II il neo-promosso St.Etienne. Partita dominata dall’inizio alla fine, ma non senza qualche patema d’animo finale.

Il VAR cancella un gol a Minamino (suo il gol che decide l’incontro) e un rigore a Ben Seghir, vero “acquisto” estivo della squadra del Principato. La grande mole di gioco, però, non viene concretizzata e il Monaco rischia di buttare a mare due punti nel finale, ma la rete di Sissoko viene anch’essa annullata dal VAR.

Vince anche il Lille di Genesio, con la trasferta (insidiosa) sul campo del Reims resa più semplice del previsto dall’espulsione di Amadou Koné a inizio partita. Bafodé Diakité segna il gol del vantaggio al trentesimo minuto di recupero. Questo a causa di un terribile infortunio alla testa occorso ad Angel Gomes, sostituito da Haraldsson e trasportato privo di sensi in ospedale. Fortunatamente, il problema non è serio e i tempi di recupero non dovrebbero superare le tre settimane.

Due reti nel recupero per Les Dogues, che chiudono la partita nel recupero del secondo tempo grazie ad una rete del solito David. Lille che si prepara al meglio all’ultimo turno preliminare di Champions contro la Slavia Praga, che potrebbe sancirne il ritorno nella massima competizione europea per club dopo tre anni.

Le partite della Domenica di Ligue 1

Parte malissimo l’avventura di Haise sulla panchina del Nizza. Sconfitta in rimonta (2-1) sul campo del neopromosso Auxerre, nonostante il vantaggio (al primo tiro in porta) firmato da Cho. Padroni di casa che meritano ampiamente la vittoria, al netto della rete decisiva di Coulibaly arrivata all’ultimo minuto di recupero.

La sensazione è che i Rouge et Noir, quantomeno nella conformazione attuale della propria rosa, non siano adatti al 3-4-2-1 dell’ex-tecnico del Lens. L’esperimento Brahimi (sconfessato dopo 60 minuti) come tutta fascia a sinistra non ha convinto, ma le alternative latitano. Tant’è che, nella ripresa, il tecnico francese è stato costretto a inserire Lotomba per poi adattare Clauss sull’altra fascia: essendo entrambi destri di piede.

Vince anche l’ex-squadra di Haise, ovvero il Lens di Still, grazie alla rete di Said. Un uno a zero sufficiente per avere ragione del neo-promosso Angers e che ha visto Danso in campo per novanta minuti, nonostante le voci dall’Italia volessero un suo imminente trasferimento all’Atalanta. Pari invece per Montpellier e Nantes (1-1) e per Tolosa-Nantes, con quest’ultimi che danno il bentornato alla Ligue 1 con l’unico zero a zero di giornata.

Disastro Lione: 3-0 da un meraviglioso Rennes

Nonostante l’ennesima smobilitazione estiva, con addirittura otto cessioni, il Rennes regala un esordio casalingo commovente ai propri tifosi. Prestazione sontuosa dei padroni di casa, che schiantano (3-0) la squadra (sin qui) più in forma di Francia del 2024: ovvero il Lione. Di quella “miracolosa” squadra, però, non c’è traccia.

Sulle rive del Rodano le lancette dell’orologio sembrano essere tornate indietro di dodici mesi: allo sconcertante esordio della scorsa Ligue 1 in casa dello Strasburgo, che illustrò i prodromi di un’annata (quantomeno nella prima parte) terribilmente complicata. Due mercati (particolarmente dispendiosi) dopo e l’arrivo in panchina di Pierre Sage, la situazione era completamente capovolto e il Lione sembrava pronto a tornare protagonista.

Il ritorno alla realtà, però, è stato durissimo. Il Rennes domina, segna tre gol e colpisce altrettanti legni. I lionesi avrebbero anche la possibilità di tornare in partita, ma il nuovo acquisto Mikautadze fallisce un rigore sul 2-0 bretone. In caso di gol forse la partita ci avrebbe regalato un epilogo diverso, ma certamente immeritato.

Se la solidità difensiva era sempre stato un problema nella scorsa stagione, e questo rende ancor più inspiegabile la scelta di sacrificare O’Brien, la sterilità offensiva dell’OL desta stupore e non può essere giustificata solo con la squalifica di capitan Lacazette. Il Lione deve ripartire subito o rischia di rievocare i fantasmi della scorsa stagione.

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PSG, Luis Enrique ha convinto: pronto il rinnovo

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Luis Enrique

Il futuro di Luis Enrique dovrebbe essere, almeno per le prossime tre stagioni, ancora a Parigi. La squadra sembra aver trovato stabilità, l’obiettivo resta uno.

L’allenatore spagnolo ha ridato identità e vita a una squadra sfiduciata e con la situazione Mbappè che teneva tutti in scacco. Si sono già visti i primi risultati e a quanto pare il club sta pensando a una soluzione.

PSG, rinnovo Luis Enrique: il piano del club

Secondo alcune indiscrezioni, l’avventura dell’ex Barcellona, tra le altre, sulla panchina francese è destinata a continuare. Il mercato sembra aver soddisfatto le richieste e ora la palla passa al campo.

Nella scorsa stagione il PSG ha chiuso con il triplete locale (Ligue 1Coppa di Francia Supercoppa Francese), dominando ogni tipo di avversario.

Calciomercato, Luis Enrique del PSG - Depositphotos

Luis Enrique, Head Coach of Spain reacts during the international friendly match between Spain and Iceland at Riazor Stadium on March 29, 2022 in La Coruna, Spain

La nota dolente riguarda ovviamente la Champions League. L’uscita in semifinale contro il Borussia Dortmund ha destato parecchio clamore e delusione sia dentro che fuori dall’ambiente.

Col rinnovo per l’allenatore la società vuole dare un segnale forte e puntare tutto sulla coppa dalle grandi orecchie, grande ossessione ormai da quasi 20 anni. La stagione 2024/2025 è cominciata con 3 vittorie su 3, che per ora valgono la vetta della classifica.

Uno degli obiettivi è certamente confermarsi come Campioni di Francia ma la maggior parte delle energie saranno canalizzate negli impegni europei. Luis Enrique ha già conquistato il trofeo con il Barcellona nel 2015 e conosce il significato di vittoria.

L’idea della dirigenza è quella di allungare l’attuale contratto (in scadenza nel 2025) fino alla stagione 2027/2028. Nelle prossime settimane cominceranno i colloqui col tecnico spagnolo.

PSG, Luis Enrique - depositphotos.com

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Ligue 1

Quand je l’ai vu, j’ai eu le coup de foudre: il punto sulla terza giornata di Ligue 1

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Bentornati alla seconda edizione della prima rubrica di Calcio Style dedicata alla Ligue 1, dove cercherò di trasmettervi la passione per il calcio francese.

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Pazzesco a Lione: Strasburgo rimontato da 3-1 a 4-3!

A un passo dal baratro, il Lione alza (di nuovo) la testa. C’è qualcosa di magico nella sinergia vigente fra Pierre Sage e la sua squadra. Un qualcosa che non si può spiegare a chi rifiuta ancora l’esistenza di un misticismo applicato al pallone. Per i primi 235 minuti di questa Ligue 1 si era visto un Lione bruttissimo, preoccupantemente in linea con quello ammirato (si fa per dire) nella prima parte della scorsa stagione.

Un digiuno di reti interrotto soltanto dalla rete di Tolisso, nel recupero del primo tempo, ma la fase difensiva è un salasso. 8 gol subiti in 3 partite e (peggio) la netta sensazione che sarebbe tranquillamente potuti essere di più. Quando Emegha, lanciato a rete Wiley, ha sfruttato il disastroso posizionamento della retroguardia lionese (male sopratutto Caleta-Car, fuori posizione e in netto ritardo) la situazione si era fatta drammatica.

Poi però la scintilla. Sage, subito dopo l’1-3, abiura al 3-5-2 (più conservativo, per mettersi a specchio con lo Strasburgo e cercare di proteggere una difesa parsa sin troppo in apnea nelle prime due uscite) e inserisce dalla panchina i due ragazzini terribili: Fofana e Orban. La partita cambia. Bravo e fortunato il francese, poiché i padroni di casa trovano subito il modo per accorciare le distanze con l’ex-Roma e Arsenal Maitland-Niles.

Botta di Lacazette che Johnsson manda sopra la traversa, ma l’eclettico giocatore inglese è il più lesto di tutti ad avventarsi sulla ribattuta e insacca il tap-in del 2-3. Sono passati appena due minuti dalla rete di Emegha, ma ne passano altri due e il Lione la pareggia. Les General trova proprio Orban, liberissimo al centro dell’area di rigore alsaziana, che pareggia i conti. Il tabellino del Groupama dice 3-3 e il pubblico di casa tracima entusiasmo.

Lacazette non avrà ancora segnato in queste prime tre uscite stagionali di Ligue 1, ma il suo lavoro per la squadra è sempre estremamente prezioso. Il gol che completa la rimonta, però, lo perfezionano assieme i due nuovi entrati. Splendido cross dalla destra di Fofana per Orban, che segna la sua prima doppietta in Ligue 1 e manda in delirio il pubblico del Lione. Dall’Inferno al Paradiso, il Lione si è tirato fuori dalle sabbie mobili in una decina scarsa di minuti.

Negli ultimi venticinque minuti (l’arbitro assegna quasi dieci minuti di recupero) il Lione si mette in trincea, ma resiste e porta a casa i primi punti del suo campionato. Una squadra sicuramente non bella, ma proprio una vittoria così (in casa del Monaco) l’anno scorso diede il là a una delle rimonte più clamorose della memoria calcistica francese. Una vittoria certamente non piena, ma che esemplifica tutte quelle cose che erano mancate nei primi 235 minuti di questo campionato. Voglia, determinazione e volontà di gettare il cuore oltre l’ostacolo.

De Zerbi suona tre volte, ok Brest e Nantes

Altra vittoria roboante del Marsiglia di De Zerbi, che mette pressione ai parigini in vista della trasferta sul campo del Lille. 3-1 senza storia sul campo del Tolosa, con il match già abbondantemente indirizzato alla mezz’ora del primo tempo. Prima Greenwood che segna due gol in due minuti e poi l’espulsione di Magri.

L’autogol di Cresswell a inizio secondo tempo arrotonda il punteggio, prima che Babicka segni il gol della bandiera al novantesimo. Colpo esterno del Nantes (3-1) sul campo del Montpellier, che continua il suo inizio di campionato sorprendente. Altra prestazione in perfetto stile Kombouare. Solidità difensiva, squadra molto compatta sotto la linea del pallone e ripartenze mortifere. Abline, Simon e Mohamed stendono Le Petit Chelil.

Nel mezzo il gol di Adams, che aveva pareggiato l’iniziale vantaggio dell’ex-Nizza. Si riprende anche il Brest di Roy, che batte 4-0 un St.Etienne in tremenda difficoltà. 3 sconfitte in 3 partite, zero gol fatti e sette subiti per Les Verts. I bretoni accolgono Sima (alla sua prima da titolare con la nuova maglia) e festeggiano la prima rete in maglia rossa di Ajorque. Camara, Del Castillo e Lala suggellano il risultato e i primi punti in Ligue 1.

Le (altre) partite della Domenica di Ligue 1

Prima vittoria stagionale per il Nizza di Haise, che batte 4-1 a domicilio l’Angers nonostante l’inferiorità numerica del secondo tempo. I Rouge Et Noir vanno avanti 2-0 nel primo tempo, poi un’ingenuità di Bombito riapre il match. Secondo giallo, con conseguente espulsione, e rigore trasformato da Abdelli. A quel punto però inizia lo show di Guessand, che segna una doppietta ed evita una sosta particolarmente indigesta al suo tecnico.

Primo stop stagionale per il Monaco, fermato sull’1-1 in casa dal Lens. I Sang Et Or devono ancora fare a meno di Danso, per il quale è stato richiesto un supplemento d’indagine dopo l’epilogo drammatico della trattativa con la Roma, ma sin qui sono la squadra che è riuscita a mettere maggiormente in difficoltà i monegaschi. Gli ospiti giocano una grandissima partita e andrebbero anche in vantaggio con Lascary, ma il VAR annulla la rete.

A quel punto arriva la beffa, con il colpo di testa di Zakaria (su cross di Caio Henrique) che poteva alimentare dei rimpianti nella testa di Still. In pieno recupero, però, l’arbitro assegna un calcio di rigore agli ospiti, che il neo-entrato Frankowski realizza a partita praticamente finita. Un punto meritatissimo per i giallorossi, che impediscono alla formazione di Hutter di rimanere primi in Ligue 1 a punteggio pieno: aspettando il PSG.

Faticano tutte le neopromosse in questo avvio di Ligue 1, con le tre formazioni provenienti dalla Ligue 2 che in tre hanno raccolto appena tre punti in altrettante giornate. Tutti fatti dall’Auxerre alla prima giornata contro il Nizza: sicuramente la più convincente delle tre. Quelli della Borgogna vanno in vantaggio anche in casa del Le Havre, ma si complicano la vita da soli. Prima l’autorete di Owusu e poi l’espulsione dell’ex-PSV Hoever.

Con un tempo intero da giocare undici contro dieci, la squadra di Digard completa la rimonta. Ndiaye prima si vede annullare un gol per fuorigioco dal VAR a inizio secondo tempo, salvo poi realizzare quattro minuti dopo, e infine i padroni di casa chiudono la partita all’ultimo minuto di recupero grazie al rigore di Touré. Perde ancora il Rennes, tristemente fermo alla prestazione d’esordio contro il Lione, 2-1 in casa del Reims di Elsner.

PSG da solo in testa alla Ligue 1: 3-1 a Lille col brivido

Genesio sino a questo momento aveva sempre schierato il suo Lille con un sistema di gioco ibrido. Un modulo in perenne trasformazione, con i giocatori costantemente in movimento. Un modo di stare in campo che poteva essere a tre o a quattro dietro, a seconda delle fasi di gioco e dove gli aghi della bilancia sono esterni e braccetti.

Questa volta, però, il tecnico francese sceglie un atteggiamento più “statico”. Via un cursore (Meunier) e dentro un centrale puro, come Mandi. Il Lille si schiera a tre sia in fase di possesso che in fase di non possesso. Questo garantisce un simil uomo-contro-uomo in ambo le fasi, permettendo di pareggiare numericamente il PSG.

Durante la prima pressione, i tre avanti (anche se sarebbe più corretto parlare di 2+1, con Haraldsson che parte sulla stessa linea di Gomes e André per poi avanzare la propria posizione) si accoppiano con i tre centrali del PSG: che imposta sempre a tre. Bayo (preferito a David, inizialmente in panchina, dopo le fatiche di coppa) va su Pacho, Haraldsson va su Marquinhos e Zhegrova su Beraldo.

Il 3-5-2 (o 3-4-2-1) di Genesio prevede il kosovaro come seconda punta atipica, dato che l’ex-Basilea parte sempre molto largo sulla destra per lasciare libera la corsia a Tiago Santos. Proprio da una sgroppata del numero 23 arriva l’occasione migliore per i padroni di casa, con lo stesso Zhegrova che serve una palla deliziosa a centro-area addirittura per l’accorrente Diakité: che si era sganciato dalla linea difensiva per concludere l’azione.

La conclusione dell’eclettico centrale francese, però, colpisce il palo interno e rimbalza su Donnarumma, con la carambola che (incredibilmente) non termina la propria corsa in rete. Il canovaccio tattico pensato da Genesio regge sino alla mezz’ora, quando Alexsandro contravviene alla prima regola del difensore: non si scivola mai in area di rigore. Il brasiliano abbocca alle finte di Dembelé e lo mette giù, mandando il PSG dal dischetto.

Vitinha trasforma magistralmente il penalty, con una rincorsa accidentata che pare un mix di quelle di Perotti e Jorginho. E pensare che proprio l’ex-Porto fu il Pomo della Discordia che fece deflagrare lo spogliatoio del PSG ai tempi di Galtier. Vitinha fu il bersaglio dell’invettiva di Neymar, che lo accusò di non avere il livello tecnico per giocare nel PSG. Oggi il portoghese è forse il centrocampista più importante della squadra parigina e uno dei più completi al mondo, mentre il brasiliano è finito a (non) giocare con i cammelli.

Ha avuto ragione (ancora una volta) Luis Enrique a chiedere la cessione dell’ex-Santos appena arrivato, così come ha avuto ragione nell’insistere su Asensio falso nueve anziché chiedere un nuovo centravanti dopo la partenza di Mbappé. Lo spagnolo è perfetto per il gioco del tecnico catalano, grazie alla sua capacità di oscillare fra centrocampo e attacco e di fungere da centravanti-ombra alle spalle delle due ali. La sua visione di gioco e la sua precisione millimetrica in rifinitura sono fondamentali nel mandare Barcola a tu per tu con Chevalier.

L’uomo-contro-uomo voluto da Genesio va in tilt dopo il vantaggio parigino, con il possesso palla degli ospiti che smette di essere pro-attivo (andando in vantaggio decade la necessità di trovare pervicacemente la via delle rete) e inizia a essere sfiancante: mandando sistematicamente a vuoto la pressione de Les Dogues con una serie infinita di scarichi all’indietro. Sorprendentemente, nel secondo tempo Genesio mantiene la difesa a tre ma cambia il sistema di gioco. Si passa quindi dal 3-5-2 a un 3-4-3, con gli ingressi di Sahraoui e Mukau.

Il marocchino dà sicuramente impulsi e vitalità agli attacchi della formazione di casa, ma la partita appare spegnersi progressivamente e senza particolari sussulti. Almeno fino a quando Zhegrova non decide che è ora di riaprire la partita da solo, sciorinando tutto il proprio estro con una rasoiata mancina da fuori area che fulmina Donnarumma. Il Pierre-Mauroy ribolle e quando uno stadio del genere tracima entusiasmo può succedere di tutto. E infatti succede ciò che sarebbe stato impensabile sino a una manciata di minuti prima.

Calcio di punizione battuto dal Lille sulla trequarti, con lo spiovente che trova la sponda di André e la correzione in porta di Santos. Il Lille la pareggia, ma il VAR annulla la rete per fuorigioco. La dinamica dell’azione è molto confusa, ma pare che il laterale portoghese fosse avanti con la punta del piede rispetto alla linea del pallone. Il Lille si butta in avanti alla pervicace ricerca del pareggio, ma nel recupero Kolo Muani suggella il risultato. PSG ancora padrone della Ligue 1 e i prodromi son gli stessi dell’anno scorso: battibili, ma nessuno li batte mai.

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PSG, Luis Enrique: “Più che soddisfatto del mercato. Osimhen? Prezzo folle, non avrebbe avuto senso prenderlo”

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Luis Enrique

Il tecnico del PSG, Luis Enrique, ha parlato in conferenza stampa alla vigilia della trasferta di Lille. Nei temi trattati anche il mercato.

L’anno scorso, proprio sul campo del Lille, arrivò una delle uniche “non-vittorie” della stagione parigina. Su 38 giornate, infatti, il PSG di Luis Enrique ne ha vinte 27. Nelle altre ci sono stati dieci pareggi e una sconfitta.

PSG, le parole di Luis Enrique

Domenica sera, in concomitanza con Roma-Juventus, il PSG viaggerà proprio al Pierre-Mauroy per sfidare la squadra di Genesio. L’anno scorso finì 1-1, con gol di David al 95esimo. Era il Lille di Fonseca, ora al Milan.

Nel corso della consueta conferenza stampa alla vigilia della partita, il tecnico spagnolo ha parlato del match contro i Les Dogues ma anche del mercato: facendo riferimento (indirettamente) anche alla questione Osimhen.

SKRINIAR

Conto su tutti i giocatori del PSG che sono sotto contratto. Ho le mie preferenze, ma Milan Skriniar e Danilo Pereira (fuori rosa e in uscita, ma reintegrati a fine mercato per mancate offerte n.d.r.) sono giocatori che ci hanno aiutato molto la scorsa stagione. Il mercato è finito: conto su tutti i giocatori che sono in rosa.”

OSIMHEN

“Osimhen? Volevamo prendere determinati giocatori, ma i prezzi erano molto alti e non avrebbe avuto senso. Fino a gennaio siamo aperti a fare altri acquisti, ma ripeto: sono soddisfatto di quello che ho.

Luis Enrique

LA DELUSIONE DI VICTOR OSIMHEN ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

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