La battaglia legale fra il Manchester City e la Premier League è già stata ribattezzata “il processo del secolo” e potrebbe presto vedere la propria conclusione.
Repetita iuvant: cosa è successo? Lo scorso Febbraio, la Premier League ha accusato il Manchester City di ripetute violazioni del Financial Fair Play inglese. I Campioni d’Inghilterra in carica hanno a proprio carico oltre 100 violazioni al regolamento interno della Premier League, reiterate in un lasso di tempo compreso fra il 2009 e il 2018.
Sulla testa del City pende, come una Spada di Damocle, il precedente (ancora fresco e guizzante) dell’Everton. Il club del Merseyside è stato penalizzato di dieci punti in classifica. A spaventare i citizens non dovrebbe essere tanto la pena in sé e per sé, quanto il fatto che all’Everton fosse stata rimproverata una sola violazione contro le oltre cento di cui è accusato il City.
Nel mio editoriale sul controllo statale della Premier League, ho sottolineato come in Inghilterra ultimamente stiano effettuando controlli in maniera assai rigorosa. Questo è il motivo per cui la querelle fra il City e la Premier League è stata ribattezzata “il processo del secolo“. Perché mai prima d’ora un club di Premier League aveva visto su di sé capi d’accusa tanto pesanti.
L’unico precedente riguarda il Luton Town, penalizzato di 30 punti nella stagione 2008/2009 ma non per motivi finanziari. Lì ci furono diversi casi di tesseramenti illegali di calciatori: una questione totalmente diversa.
Ancora una volta è d’uopo precisare che la punizione del City, se di punizione si tratterà, rappresenterà un unicum nella storia del calcio britannico. A esprimersi in merito sarà una giuria indipendente, davanti alla quale entrambe le parti in causa hanno accettato reciprocamente di presentarsi.
Ora come ora non ci sono gli elementi per poter anche solo ipotizzare la pena che verrà eventualmente inflitta alla squadra di Guardiola. Si va dallo spettro retrocessione alla confisca dei trofei nazionali ottenuti nel lasso temporale incriminato, passando per la totale esclusione dal campionato
. Un provvedimento sicuramente estremo, ma non impossibile.Sebbene sia difficile ipotizzare i tempi della burocrazia inglese, è praticamente certo che l’udienza non si terrà prima del 2025. La corte ci ha messo quasi un anno a esprimersi nei confronti dell’Everton. Club sulla cui testa pendeva un solo capo d’accusa. Figuriamoci i tempi tecnici per una cosa del genere.
Tuttavia, alcuni insider a conoscenza della situazione riferiscono come una prima risposta possa arrivare nell’estate del 2025. Qualora una delle due parti in causa non fosse soddisfatta del verdetto della giuria, essa potrebbe presentare ricorso al CAS (acronimo che sta per Court of Arbitration for Sport) e questo farebbe slittare ulteriormente la decisione finale.
Curiosamente, l’estate del 2025 è anche il momento in cui scadrà il contratto che lega Pep Guardiola agli Sky Blues. Qualora dovesse per il City profilarsi lo scenario peggiore, ovvero la retrocessione o l’esclusione dalla lega, il verificarsi di una diaspora sarebbe inevitabile. Il primo a fuggire da quella prigione dorata sarebbe proprio lo spagnolo, approfittando della fine del suo rapporto lavorativo con il City, che nel frattempo però si esprime così:
❝Rimarrò al City anche la prossima stagione. Quando le cento violazioni cadranno sulla nostra testa, io sarò ancora qui. Ci sarò al cento per cento: non dovete preoccuparvi. L’unica cosa che chiedo alla Premier League e ai giudici chiamati a esprimersi sul caso è di prendere una decisione il prima possibile. Qualunque essa sia. Se abbiamo fatto qualcosa di sbagliato, è giusto che tutti lo sappiano.
Se però, come credo, in questi anni abbiamo sempre operato nel giusto modo e nel rispetto delle regole, allora tutti dovranno smettere di parlare di questa cosa. I giudici valuteranno tutte le prove. Ascolteranno tutti i testimoni e prenderanno la decisione migliore: ne sono sicuro. E sono sicuro anche di una altra cosa. Tutti i trofei che abbiamo vinto in questi anni ce li siamo meritati. Assolutamente io non ho dubbi su questo.❞
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