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All Eyes On Me – il focus sul 15° turno di Premier League

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All Eyes On Me

Nuovo appuntamento con All Eyes On Me, la rubrica di Calcio Style dedicata alla Premier League. Di seguito il resoconto dettagliato della quindicesima giornata del campionato più seguito al mondo.

Il fascino unico emanato, unito alla perenne scia d’entusiasmo che pervade ogni stadio, confluisce in una commistione di spettacolo, ardore e qualità che conferisce a questo torneo l’aurea di lega paradisiaca in cui solamente i migliori interpreti del gioco possono essere o diventare i protagonisti.

Quindicesimo turno: Arsenal e Liverpool vincenti in trasferta, cade il City al Villa Park. Si rilancia lo United.

All Eyes On Me

LUTON 3-4 ARSENAL (20′ Martinelli, 25′ Osho, 45′ G. Jesus, 49′ Adebayo, 57′ Barkley, 60′ Havertz, 97′ Rice)

La maglia giallo fluo continua ad essere sinonimo di vittorie sofferte, ottenute all’ultimo respiro. E non importa se lo 0-1 di Brentford targato Havertz al 90′ sia agli antipodi del 3-4 di Luton griffato Rice, peraltro sempre di testa, perché i Gunners quest’anno sembrano voler conquistare il titolo in questo modo, piazzando la zampata finale proprio quando nessuno se l’aspetta più.

A decidere, quindi, l’ennesima partita folle di quest’ultimo periodo è proprio l’acquisto più oneroso della storia dell’Arsenal, pagato 117 milioni in estate, che svetta al 97′ nel cuore dell’area tramutando in gol il tracciante di Odegaard. Non è la prima rete nel recupero di Rice, a segno anche con il Man United al 96′, e non è l’unica rete di testa del match, anzi.

Di marcature aeree ne arrivano altre tre: quella di Gabriel Jesus, a secco in Premier dalla gara contro i Red Devils dello scorso 3 settembre, per l’1-2 su assist del reintegrato dal 1′ White, e le due del Luton, entrambe da angolo, di Osho per l’1-1 e Adebayo, agevolato dalla mal calibrata uscita di Raya per il proprio terzo acuto stagionale, che fissa il punteggio sul 2-2.

Le responsabilità del portiere spagnolo risultano evidenti anche sul momentaneo 3-2 di Barkley, che torna a segnare nel massimo campionato inglese dopo un anno e mezzo, immediatamente livellato dalla terza marcatura nelle ultime quattro di un ritrovato Havertz, bravo a sfruttare l’amnesia collettiva della difesa di casa e la precisa assistenza di Gabriel Jesus.

La squadra di Arteta, inizialmente portata in vantaggio dal piattone di Martinelli smarcato da un’iniziativa funambolica di Saka, ottiene la sesta vittoria consecutiva in tutte le competizioni e consolida il primato in vista del temibile trittico di sfide con Aston Villa, Brighton e Liverpool. Gli Hatters, invece, restano con nulla in mano, anche complice un pizzico di sfortuna, dopo aver tenuto inaspettatamente testa ad una delle squadre più forti del torneo.

SHEFFIELD UNITED 0-2 LIVERPOOL (37′ Van Dijk, 94′ Szoboszlai)

Passa il Liverpool, come da pronostico, a Bramall Lane contro il sempre più ultimo Sheffield United. Due gol, uno per tempo, che permettono ai Reds di allungare sul Man City e tenere il passo dell’Arsenal, centrando l’ottavo risultato utile consecutivo in campionato.

L’undici di Klopp concede agli avversari una concreta opportunità da gol solamente in apertura con la sbavatura di Gomez, schierato a sinistra per l’occasione, non sfruttata da McAtee a tu per tu con Kelleher, comunque bravo ad opporsi. Da lì in poi è un monologo ospite che si concretizza nello 0-1 al 37’ con il piattone destro al volo di capitan Van Dijk, a cui il gol in trasferta mancava dal 26 dicembre scorso, perfettamente innescato dal corner arcuato di AlexanderArnold. Da sottolineare, in merito, come Ahmedhodzic, nel tentativo di tenere stretta la marcatura su Gakpo, inciampi sulla gamba destra del difensore olandese che, quindi, si ritrova indisturbato nel battere a rete.

Da angolo, sempre meravigliosamente calciato dal 66 in rosso, scaturiscono altre due occasioni: la prima ancora con Van Dijk, impreciso nel tentativo aereo, mentre la seconda, nella ripresa, con Salah che vede sbarrarsi la strada da un superlativo intervento di Foderingham.
L’estremo difensore delle Blades, però, non può nulla al tramonto della gara sul tentativo ravvicinato di Szoboszlai, a secco in campionato dal 3 settembre, smarcato dal suggerimento di Nunez, che per la prima volta mette a referto un assist non destinato a Salah.

Il Liverpool prosegue, dunque, la propria marcia, ma continua a perdere pezzi: dopo Alisson e Jota (rientri previsti a breve), oltre che Matip (certificata la rottura del legamento crociato), è stato il turno di Mac Allister, uscito al 57’ per un problema al ginocchio.

I padroni di casa incassano la sesta sconfitta interna in otto match disputati e con 41 gol subìti risultano essere per distacco la peggior difesa del torneo. Negativa, dunque, la prima uscita del nuovo tecnico Wilder, chiamato a sostituire Heckingbottom proprio il giorno prima di questa sfida. Per il 56enne inglese si tratta di un romantico ritorno, considerato il positivo quinquennio 2016-2021 trascorso alla guida delle Blades.

ASTON VILLA 1-0 MANCHESTER CITY (74′ Bailey)

Quattordicesimo successo interno consecutivo per lo strepitoso Aston Villa di Emery che balza al terzo posto in solitaria e prepara l’assalto al primato dell’Arsenal, prossimo avversario in campionato.

I Villans completano l’operazione sorpasso ai danni del Manchester City costringendolo nella propria metà campo per larga parte del match come mai era accaduto nell’era Guardiola.

La seconda rete consecutiva, la quinta complessiva nel torneo, di Leon Bailey, agevolato dalla deviazione di Ruben Dias sul suo destro potente ma centrale, permette ai padroni di casa di suggellare una prestazione monumentale del collettivo, in grado di esaltare numerosi singoli tra cui, appunto, il giamaicano, imprendibile e più volte vicino al gol, Douglas Luiz, che colpisce un palo e vede cancellarsi la marcatura dal guardalinee nel primo tempo e da Ederson nella ripresa, e Tielemans, schierato al posto di uno tra Zaniolo e Diaby dal 1’ da Emery per infoltire la mediana e garantire maggiore equilibrio in entrambe le fasi, tramutando il consueto 4-4-2 in un 4-4-1-1 muscolare e ricco di qualità nella zona centrale.

Al Manchester City, resosi pericoloso solamente all’11’ con il doppio tentativo di Haaland sventato da Martinez, non resta altro che leccarsi le ferite e capire quali siano le cause del calo di condizione andato intensificandosi nell’ultimo mese, come dichiarato anche da Guardiola nel post-partita.
Le quattro partite di fila senza vittoria in Premier League, dato che non si verificava da sei anni e mezzo, fanno scivolare i Citizens a -6 dalla vetta e attestano la totale dipendenza da Rodri: nei quattro match saltati per squalifica dal centrocampista spagnolo, infatti, sono arrivate altrettante sconfitte, tre in campionato e una in Coppa di Lega.

Al netto degli ultimi risultati negativi, figli di un (naturale) momento di flessione, non è, però, proprio tutto da buttare, anzi: i campioni d’Inghilterra e d’Europa in carica, eccezion fatta per questa gara che fa il paio con quella dell’Emirates, perse entrambe a causa di un tiro deviato, continuano a sfornare prestazioni di ottimo livello offensivo e sperano di poter tornare a contare al più presto anche su Grealish e Doku, oltre che su De Bruyne, assenti di lusso nella trasferta di Birmingham.

TOTTENHAM 1-2 WEST HAM (11′ Romero, 52′ Bowen, 74′ Ward-Prowse)

Il Tottenham crea, il West Ham vince ed espugna la tana degli Spurs per la terza volta negli ultimi dieci anni.

Brutta battuta d’arresto per i ragazzi di Postecoglu, la quarta negli ultimi cinque match disputati, vittime ancora una volta di loro stessi. Non basta, infatti, il vantaggio siglato in apertura dal rientrante Romero, dopo le tre giornate di squalifica scontate, perfettamente pescato nel cuore dell’area dall’angolo calciato da Pedro Porro, per evitare la terza sconfitta consecutiva tra le mura amiche e limitare i contraccolpi negativi scaturiti dalle ripetute occasioni mancate da Richarlison, Lo Celso e Bissouma e dal clamoroso errore di Udogie che spalanca la strada al definitivo 1-2 di WardProwse.

Il terzino italiano macchia la sua buona prima parte di stagione con la seconda leggerezza che costa cara ai suoi: se contro il Chelsea aveva lasciato la squadra in nove, contro gli Hammers serve malissimo all’indietro Vicario costringendolo all’uscita bassa su Bowen, la cui azione di disturbo è decisiva per far terminare la sfera tra i piedi di WardProwse che insacca a porta vuota il suo terzo gol in campionato. Per l’1-1, invece, il Tottenham può appellarsi alla sfortuna; la conclusione di Kudus, schierato addirittura punta per l’occasione, sbatte prima su Romero, poi su Davies e smarca Bowen che davanti a Vicario non ha difficoltà a realizzare il suo nono centro nel torneo.

I bianchi di Londra perdono, dunque, terreno dalla zona Champions e vengono agganciati dal Manchester United al quinto posto. Nel weekend affronteranno in casa il Newcastle in uno scontro da dentro o fuori. Il West Ham, dal canto suo, ottiene anche con un pizzico di fortuna il quarto successo esterno del proprio campionato che coincide con la quinta vittoria nelle ultime sei uscite complessive, portandosi a -3 proprio dagli Spurs.

MANCHESTER UNITED 2-1 CHELSEA (19′, 69′ McTominay, 45′ Palmer)

Il Manchester United c’è. Il messaggio mandato dal campo è inequivocabile ed indirizzato a tutti, specie ai quattro giornalisti esponenti di quattro delle principali testate inglesi a cui è stato vietato l’ingresso alla conferenza stampa pre-match per aver sospettato, dopo il ko di Newcastle, che i calciatori giocassero contro Ten Hag.

I Red Devils rispondono alle (giuste nel limite del rispetto del mestiere altrui) critiche piovute dopo la spenta prova di St. James’ Park sfornando una prestazione intrisa di carattere, abnegazione e qualità contro un avversario dei più ostici. L’emblema della reazione al periodo no è l’attitudine propositiva e sfrontata mostrata dopo il sesto rigore sbagliato in carriera sui 56 calciati da Bruno Fernandes, causato dallo “step on foot” di Enzo Fernandez su Antony e assegnato con l’ausilio del Var.

A prendersi la gloria è ancora Scott McTominay, diventato insostituibile dopo l’infortunio di Casemiro, che sigla la seconda doppietta stagionale dopo quella realizzata negli ultimi minuti della sfida interna con il Brentford. Lo scozzese permette ai suoi di sbloccarla al 19’ spedendo in porta con il mancino il pallone reso vagante dalla respinta di Cucurella sul tentativo di Maguire, eletto nel frattempo giocatore del mese di novembre nella perplessità generale, e di tornare in vantaggio al 69’ con un colpo di testa dei suoi sul cross pennellato da Garnacho a compimento dell’evidente predominio in termini di occasioni create.

Al Chelsea non basta il quinto acuto in campionato di Palmer, il primo su azione, per evitare la sesta sconfitta che sa già di resa in termini di rincorsa all’Europa considerati gli 11 punti di ritardo dal quarto posto. Il mancino incrociato in buca d’angolo del 21enne inglese cresciuto nel City lo rende l’unico, finora, ad aver punito entrambe le squadre di Manchester in questa stagione. La sensazione, tornando al collettivo, è che la squadra di Pochettino soffra di un’incostanza cronica che molto probabilmente le impedirà di centrale l’obiettivo stagionale.

Lo United, unica squadra a non aver mai pareggiato in questa Premier, nonostante i soli 18 gol messi a referto, i tantissimi infortuni ed una prima parte di stagione non esaltante, compresa la brusca eliminazione in Coppa di Lega e la quasi certa estromissione dalla Champions, centra l’ottava vittoria con una sola rete di scarto sulle nove ottenute fin qui in campionato e si porta a sole tre lunghezze dal quarto posto.

EVERTON 3-0 NEWCASTLE (79′ McNeil, 86′ Doucouré, 96′ Beto)

Accade tutto negli ultimi undici minuti più recupero a Goodison Park dove l’Everton trova la quarta vittoria nelle ultime sei di Premier restituendo il passivo di tre ad un Newcastle dimezzato dalle assenze che si era imposto nello stadio blu per 1-4 lo scorso aprile.

Decisivi, dopo 79 minuti piuttosto soporiferi, i due errori di Trippier in impostazione. L’ex Tottenham e Atletico Madrid regala palla a McNeil per l’1-0 e a Harrison, lucido poi nel servire Doucouré a centro area, per il 2-0. Entrambi i marcatori bravi a superare Dubravka rispettivamente con un tiro da fuori ed una conclusione da distanza ravvicinata impossibili da sventare.

Se McNeil (due) e Doucouré (cinque) avevano già trovato la via del gol in campionato, lo stesso non si poteva dire per Beto, a segno solamente all’esordio con la nuova maglia nel match di Coppa di Lega con il Doncaster. L’ex Udinese sfoggia il proprio cavallo di battaglia, ovvero la fuga in campo aperto, per tramutare in assist il suggerimento verticale di Patterson e suggellare un successo che sa di definitiva rinascita per i suoi.

La formazione di Dyche esce nuovamente dalla “relegation zone”, dimostrandosi per nulla intimorita dai dieci punti di penalizzazione ed un gruppo dalle radicalmente cambiate qualità attitudinali rispetto allo scorso anno.

I Magpies, invece, confermano il loro mal di trasferta (due successi stagionali a fronte degli undici match disputati) e scivolano al settimo posto. Inoltre Howe nella conferenza pre-gara ha confermato che Pope dovrà operarsi alla spalla anticipando, molto probabilmente, il termine della propria stagione: quattro interventi chirurgici nel complesso ed un tasso elevatissimo di problemi muscolari che pesano come un macigno su una squadra rimasta praticamente senza alternative, come certificato dalle uniche due sostituzioni effettuate al 90′ in questa partita.

BRIGHTON 2-1 BRENTFORD (27′ (rig.) Mbeumo, 31′ Gross, 52′ Hinshelwood)

Rialza la testa anche il Brighton dopo il probante impegno perso con il Chelsea, con un 2-1 sofferto ma meritato ai danni del Brentford, ritrovando la vittoria che davanti al proprio pubblico in campionato mancava dal 24 settembre.

A dare un ulteriore boost al campionato dei Seagulls, portatisi a -5 dalla zona Champions, ci pensano i due terzini di giornata, Gross e Hinshelwood. che ribaltano il rigore causato dall’intervento falloso di Van Hecke sulla penetrazione interna di Janelt e trasformato da Mbeumo, stanziatosi così a quota sette nella classifica marcatori.

Il pari di Gross, schierato a sinistra complice le ormai consuete defezioni, arriva cinque giri d’orologio dopo il penalty delle Bees con un mancino incrociato dal limite dell’area in buca d’angolo imprendibile per Flekken. La rete del definitivo 2-1 giunge ad inizio ripresa con Hinshelwood, questa volta posizionato a destra per far rifiatare Veltman, che, dopo aver salvato sulla linea il tentativo di Wissa, subentrato all’infortunato Mbeumo, punisce ancora Flekken con un colpo di testa angolato sul traversone disegnato proprio da Gross. Primo, storico gol in carriera per il 2005 inglese.

La squadra di De Zerbi, dunque, accorcia sulla zona Europa e spera di recuperare qualcuno dei tanti infortunati in vista dei prossimi impegni. Il Brentford resta ancorato all’undicesimo posto e dovrà fare i conti anche lui con l’ennesimo stop fisico stagionale, quello, appunto, di Mbeumo, uno degli elementi dotati di maggior qualità nel roster a disposizione di Frank.

FULHAM 5-0 NOTTINGHAM FOREST (30′, 73′ Iwobi, 34′, 54′ R. Jimenez, 86′ Cairney)

Nonostante i soli due punti che separano le due squadre in classifica è tutto troppo facile a Craven Cottage per il Fulham di Marco Silva che annienta con un sonoro 5-0 il Nottingham Forest. Mattatori del match Alex Iwobi e Raul Jimenez, autori entrambi di una doppietta.

Continua perciò il momento d’oro a livello realizzativo per i Cottagers, che hanno messo a segno ben 11 reti nelle ultime tre gare.

Da annotare la seconda rete dell’attaccante messicano, arrivata al minuto 54′, che chiude virtualmente i giochi: lancio dalla trequarti offensiva che arriva sul petto dell’ex Benfica e Wolverhampton, il quale di fisico si libera del difensore, supera l’uscita del portiere avversario e di tacco mette a segno una rete bellissima.

Verso la fine del match c’è gioia anche per il capitano e numero 10 del Fulham Cairney, al suo primo gol in campionato, con un sinistro chirurgico all’angolino destro. Il giocatore scozzese sfrutta un errore d’impostazione degli ospiti e, insieme a Andreas Pereira, al suo secondo assist di giornata, confezionano la manita.

Nottingham Forest che non vede la luce alla fine del tunnel e colleziona la quarts sconfitta nelle ultime cinque, con l’ultima vittoria datata 5 novembre.

WOLVERHAMPTON 1-0 BURNLEY (42′ Hee-Chan)

Torna a sorridere il Wolverhampton dopo due sconfitte consecutive superando di misura il Burnley, rilanciato dal 5-0 dello scorso turno inflitto allo Sheffield United.

I Wolves imprimono sin da subito il loro ritmo al match impegnando Trafford in due occasioni con Sarabia, ancora impiegato dall’inizio per sopperire all’assenza di Pedro Neto, protagonista. I padroni di casa rischiano sulla leggerezza di Joao Gomes che perde palla nei pressi della propria area spalancando la strada a Jay Rodriguez, colpevole di sparare addosso a Bentley, miracoloso qualche istante dopo sul conseguente tiro da fuori di capitan Brownhill.

Il doppio intervento del sostituto dell’infortunato José Sà si rivela ulteriormente decisivo qualche minuto dopo perché i padroni di casa la sbloccano sfruttando l’incertezza di Berge, simile a quella di Joao Gomes, capitalizzando la ghiotta opportunità con Hwang HeeChan, smarcato dal tocco di Matheus Cunha.

L’ottavo gol in campionato del coreano, dietro nella classifica marcatori solamente a Son, Salah e Haaland, consegna tre punti pesanti ai lupi d’oltremanica che rilanciano il proprio status di potenziale outsider per l’Europa. Restano al palo, invece, i Clarets, privati anche del talento di Koleosho uscito per un problema muscolare al 36′. La trasferta di Brighton e lo scontro diretto in casa con l’Everton nelle prossime due giornate si profilano già decisivi per Kompany.

CRYSTAL PALACE 0-2 BOURNEMOUTH (25′ Senesi, 91′ Moore)

Vittoria esterna per il Bournemouth a Selhurst Park. Le Cherries proseguono nel loro periodo positivo ottenendo la quarta vittoria nelle ultime sei gare.

A sbloccare il match contro il Crystal Palace ci pensa Marcos Senesi, al primo gol stagionale, sugli sviluppi di angolo. Corner dalla destra battuto dal numero dieci Ryan Christie, la palla arriva nella zona di Sinisterra, il quale allunga la traiettoria di testa e raggiunge l’ex centrale del Feyenoord, che insacca senza problemi.

La timida reazione delle Eagles arriva nel secondo tempo soprattutto con Lerma, uno dei migliori a fine match, sfortunato nel colpire il palo esterno al termine di una notevole azione corale.

A spegnere le flebili speranze dei padroni di casa ci pensa a tempo scaduto Kieffer Moore, subentrato da pochi minuti e abile a colpire di testa da distanza ravvicinata tramutando in rete l’ottimo assist di Billing.

Continua, invece, la crisi per il Crystal Palace, reduce da una sola vittoria nelle ultime otto uscite e privo ancora di Eze. E alla prossima a Londra arriva il Liverpool.

Classifica e prossimo turno

1

Arsenal

36 15 11 3 1 33:14 +19
2

Liverpool

34 15 10 4 1 34:14 +20
3

Aston Villa

32 15 10 2 3 34:20 +14
4

Manchester City

30 15 9 3 3 36:17 +19
5

Tottenham

27 15 8 3 4 29:22 +7
6

Manchester United

27 15 9 0 6 18:18 0
7

Newcastle

26 15 8 2 5 32:17 +15
8

Brighton

25 15 7 4 4 32:27 +5
9

West Ham

24 15 7 3 5 26:25 +1
10 Chelsea 19 15 5 4 6 26:24 +2
11 Brentford 19 15 5 4 6 23:21 +2
12

Fulham

18 15 5 3 7 21:26 -5
13

Wolverhampton

18 15 5 3 7 20:25 -5
14

Crystal Palace

16 15 4 4 7 14:21 -7
15

Bournemouth

16 15 4 4 7 18:30 -12
16

Nottingham Forest

13 15 3 4 8 16:27 -11
17

Everton

10 15 6 2 7 18:20 -2
18

Luton Town

9 15 2 3 10 16:30 -14
19

Burnley

7 15 2 1 12 15:33 -18
20

Sheffield United

5 15 1 2 12 11:41 -30

*Everton 10 punti di penalizzazione

Prossimo turno:

Sabato 9 dicembre

Crystal Palace 13:30 Liverpool

Wolverhampton 16:00 Nottingham Forest

Brighton 16:00 Burnley

Sheffield United 16:00 Brentford

Manchester United 16:00 Bournemouth

Aston Villa 18:30 Arsenal

Domenica 10 dicembre

Everton 15:00 Chelsea

Fulham 15:00 West Ham

Luton 15:00 Manchester City

Tottenham 17:30 Newcastle

Premier League

Manchester United, Eriksen potrebbe partire a gennaio

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Manchester United, Ruben Amorim

 Ruben Amorim è diventato il nuovo tecnico del Manchester United. Eriksen è tra i possibili partenti, per lui c’è l’interesse del Fenerbahce.

Il tecnico portoghese, arrivato questa settimana al posto di Erik ten Hag, sembra avere le idee chiare. Ha già individuato i possibili partenti che non fanno parte del suo progetto, tra questi presente anche Eriksen. L’ex Inter ha offerte dall’Arabia e dalla Turchia.

Mourinho tiene d’occhio Eriksen

Sul centrocampista danese sembra aver messo gli occhi il Fenerbahce, squadra allenata da Jose Mourinho. I due hanno già lavorato insieme ai tempi del Tottenham, con l’allenatore portoghese che non ha mai nascosto la sua ammirazione per le qualità dell’ex Inter. La società turca sta preparando un’offerta per convincere Eriksen ha lasciare Manchester già a gennaio, in direzione Istanbul. Ipotesi molto probabile visto che per lui non sembra esserci davvero futuro a Old Trafford.

Manchester United

Roma’s Head Coach Jose Mourinho portrait during italian soccer Serie A match Venezia FC vs AS Roma at the Pier Luigi Penzo stadium in Venice, Italy, November 07, 2021 – Credit: Ettore Griffoni

Manchester United, non solo Eriksen in partenza

Amorim vuole gettare le basi per il futuro e, cercare di limitare i danni in questa stagione. Il tecnico portoghese sembra già aver scelto chi non farà parte del suo progetto e che quindi potrebbe cambiare aria già nella prossima finestra di mercato. Oltre Eriksen, ci sono altri 3 giocatori fuori dal progetto Manchester United: Antony, Casemiro e Lindelof. Per tutti e 3 sembrano esserci dei club arabi, con gli ultimi due che sono sul fine carriera e dunque potrebbero accettare la destinazione. Antony invece è probabilmente il più grande flop dell’era moderna ma è ancora molto giovane. Situazione da monitorare con tanti club che hanno cominciato a sondare il terreno.

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Premier League

Manchester City, Guardiola rinnova: ora lo seguirà Haaland

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Slovenia-Norvegia, Haaland

Pep Guardiola rinnova con il Manchester City con un contratto fino al 2026 che non prevede clausole rescissorie. Ora è pronto il maxi-rinnovo anche per Haaland.

Il Manchester City e Pep Guardiola proseguiranno la loro storia d’amore. L’allenatore catalano ha firmato un rinnovo di contratto fino al 2026, con un’opzione per estenderlo al 2027. Una decisione che consolida la sua leadership nel club inglese e ribadisce la fiducia reciproca con la proprietà guidata dal presidente Khaldoon Al-Mubarak.

Fonti vicine al tecnico confermano che l’accordo non prevede clausole liberatorie, nemmeno in caso di retrocessione o in relazione alle pesanti accuse che pendono sulla società, ovvero i 115 capi d’imputazione.

L’intesa è stata siglata nei giorni scorsi ad Abu Dhabi, dove Guardiola ha incontrato Al-Mubarak in un blitz strategico. La notizia del rinnovo rappresenta un segnale forte di stabilità per il progetto sportivo dei cityzens, che punta a consolidare il proprio dominio in Inghilterra e in Europa.

Manchester City

Manchester City, il legame chiave con Haaland

La permanenza di Guardiola potrebbe giocare un ruolo decisivo anche per trattenere Erling Haaland. Il norvegese, autore di stagioni straordinarie in maglia biancazzurra, avrebbe accolto con entusiasmo il rinnovo del tecnico. Secondo quanto riportato da The Sun, il Manchester City è pronto a offrire al bomber un contratto quinquennale con un adeguamento economico che potrebbe far impallidire ogni precedente.

Si tratta di una cifra ben oltre i 120 milioni di euro complessivi, bonus esclusi. Un passo che mira a blindare il 24enne norvegese, la cui intesa con Guardiola è considerata cruciale per il futuro del club.

Attualmente Haaland percepisce circa 22 milioni di euro l’anno. L’intenzione della società è non solo quella di prolungare il rapporto con il giocatore oltre il 2027, ma anche di dimostrargli un impegno totale verso il progetto, continuando a costruire una squadra che possa supportarlo al massimo.

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Premier League

Tottenham, squalifica Bentancur: il club farà ricorso

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Bentancur

Rodrigo Bentancur, centrocampista del Tottenham, è stato squalificato per 7 giornate a causa di una battuta razzista nei confronti del suo capitano: Son.

Il centrocampista uruguaiano è stato squalificato per un commento ironico nei confronti di un suo compagni di squadra: “Sonny? Potrebbe essere anche suo cugino, visto che sembrano tutti uguali”. Il Tottenham ha fatto sapere che farà ricorso per accorciare le giornate di squalifica.

La reazione del Tottenham

Il club inglese non starà fermo a guardare e ha deciso di presentare un ricorso contro la squalifica di sette giornate nei confronti di Rodrigo Bentancur. La società però ci tiene a sottolineare che la volontà del ricorso non è per il verdetto, ma per la durata della squalifica imposta. Non sono servite la scuse per l’incidente.

Tottenham

L’accusa della Federcalcio inglese

“Il centrocampista del Tottenham Hotspur ha violato la regola E3.1 della FA agendo in modo inappropriato e/o usando parole offensive e/o screditando il gioco. Si sostiene inoltre che ciò costituisca un ‘reato aggravato’ come definito nella regola FA E3.2, poichè includeva un riferimento, espresso o implicito, alla nazionalità e/o alla razza e/o origine etnica”.

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