Appuntamento e format rinnovati: All Eyes On Me, la rubrica di Calcio Style dedicata alla Premier League, cambia look, ma non la sostanza dando libero sfogo a quella bruciante passione che unisce tutto il popolo britannico e non solo. Di seguito il resoconto dettagliato dei principali avvenimenti della 17°giornata della nuova stagione.
Il fascino unico emanato, unito alla perenne scia d’entusiasmo che pervade ogni stadio, confluisce in una commistione di spettacolo, ardore e qualità che conferisce a questo torneo l’aura di lega paradisiaca in cui solamente i migliori interpreti del gioco possono essere o diventare i protagonisti.
Dopo due pareggi consecutivi il Liverpool torna a vincere cannibalizzando il Tottenham Hotspur Stadium con una prestazione irreale (5,63 di xG prodotto) che vale il nuovo allungo sul secondo posto occupato dal Chelsea.
Come prevedibile la sfida inizia a ritmi sostenuti con occasioni da entrambe le parti, ma a passare in vantaggio sono i Reds con il millimetrico cross dalla trequarti di Alexander-Arnold che agevola l’incornata di Luis Diaz, a secco da 10 partite di campionato, il 14esimo “opening goal” concesso dal Tottenham nel 2024 in casa (nessuno ha mai fatto peggio). La difficoltà difensive degli Spurs sono arcinote, specie se a gravare sulla situazione ci sono le contemporanee assenze di Vicario, Romero, Van de Ven e Udogie, e vengono messe ulteriormente in evidenza nelle reti dello 0-2 e dell’1-3, intervallate dall’acuto di Maddison al 41′ in seguito al solito recupero palla alto, siglate rispettivamente da Mac Allister, libero di staccare di testa nel cuore dell’area, e Szoboszlai, che finalizza un’inconcepibile ripartenza concessa dai padroni di casa nel recupero, siglando il terzo centro stagionale proprio come il suo compagno di reparto argentino.
Al rientro dagli spogliatoi gli ospiti si confermano padroni del campo, sfruttando gli ampi spazi concessi dalla formazione di Postecoglou, perfettamente compatibili con le caratteristiche dei velocissimi Salah e Luis Diaz. Proprio l’egiziano tra il 54′ e il 61′ ne fa due entrando praticamente in porta con il pallone portandosi a quota 15 in classifica marcatori, mentre il colombiano mette in rete il definitivo 3-6 all’85’ capitalizzando l’assist dell’11, primo calciatore nella storia della Premier a mettere a referto una doppia-doppia in termini di gol e assist prima di Natale, peraltro per la sesta volta in carriera nel torneo (nessuno mai ci era riuscito, Rooney si era fermato a 5).
Tra l’1-5 e il 3-6 ci sono, ovviamente, le due marcature Spurs con Kulusevski e Solanke che rendono meno amaro il passivo, ma non la sconfitta, l’ottava in questo campionato. Il Tottenham, che in più di 50 gare della gestione Postecoglou ha una media complessiva di gol per partita pari a 3,6 (la più alta rispetto a qualunque altro manager), non riesce, dunque, a dare continuità al 4-3 rifilato nei quarti di Coppa di Lega al Manchester United, scivolando all’undicesimo posto.
Giorno numero 1000 in vetta alla classifica nella propria storia, invece, per il Liverpool (la quinta squadra a tagliare questo traguardo nell’ultracentenario campionato d’oltremanica) che per la 21esima volta chiude in testa prima di Natale (in 11 dei 20 precedenti è arrivata la vittoria finale), bissando l’1-2 al Southampton in Coppa di Lega, competizione in cui ritroveranno proprio il Tottenham nella semifinale andata e ritorno.
Si ferma a otto la striscia di vittorie consecutive tra campionato e coppa del Chelsea che impatta sullo 0-0 a Goodison Park, restando a secco di gol in questa Premier League per la prima volta dalla giornata inaugurale (0-2 contro il Manchester City).
I Blues, orfani di Fofana, James, Cucurella, Badiashile, Lavia e dello squalificato Mudryk risultato positivo a una sostanza dopante, e di conseguenza costretti a reinventarsi l’intero reparto arretrato, approcciano meglio alla sfida creando i presupposti per il vantaggio in tre diverse occasioni con Jackson, fermato dal palo prima e da Pickford poi, e in due con Malo Gusto che da posizione favorevole non inquadra la porta.
L’Everton risponde nel finale di primo tempo con la bordata da fuori di Mangala intercettata da Sanchez, e monopolizza a sorpresa la ripresa sfiorando il gol vittoria in apertura con Harrison e nel finale prima con Ndiaye, schermato sulla linea da Colwill, e successivamente ancora con Mangala, nuovamente murato dall’estremo difensore londinese.
Quinto 0-0 stagionale, dunque, per i Toffees, il quarto nelle ultime sei, che dopo aver fermato l’Arsenal fanno lo stesso con i concittadini in blu che scivolano a -4 dal Liverpool capolista con una partita in più, dopo essersi assicurati il primo posto nella fase campionato di Conference League con la vittoria per 5-1 sullo Shamrock Rovers marchiata dalla tripletta di Guiu.
Torna a vincere anche in campionato l’Arsenal dopo i pareggi con Everton e Fulham, bissando il successo infrasettimanale nei quarti di Coppa di Lega contro il Crystal Palace per 3-2 maturato all’Emirates. Il risultato finale a Selhurst Park in questo 17° turno è decisamente più largo, ma indirizzato nuovamente da Gabriel Jesus (solamente alla terza da titolare e reduce dalla tripletta di mercoledì) che stavolta ne fa due: il primo dopo cinque minuti sugli sviluppi di un cross di Saka (poi uscito per infortunio, starà fuori per un mese abbondante), il secondo dopo quindici sugli sviluppi del corner calciato da Martinelli, rompendo un digiuno che in campionato durava da gennaio e portando il conto delle reti maturate dalla bandierina a quota 50 dall’arrivo di Nicolas Jover (specialista dei calci piazzati) nello staff di Arteta, di cui 9 solo in questa stagione (nessuno ha fatto meglio).
Tra un acuto e l’altro dell’ex City i padroni di casa vanno in gol con Sarr, il quarto nell’ultimo mese a certificare il suo ottimo momento di forma, ma incassano il nuovo, doppio svantaggio al 38′ con Havertz che deposita il pallone in porta dopo il palo colpito ancora da Gabriel Jesus di testa.
A inizio ripresa il Palace sfiora il 2-3 prima con Mateta e poi di nuovo con il senegalese, ma nel proprio momento migliore viene punito da Martinelli che devia provvidenzialmente la conclusione da fuori di Rice che, a sua volta, riesce a mettersi in proprio all’84’ fissando il risultato sul definitivo 1-5, consentendo ai Gunners di diventare il primo club inglese della storia a segnare cinque o più gol in sei trasferte in un singolo anno.
Con il rientro di Calafiori, oltre quelli di Gabriel e Saliba avvenuti già settimana scorsa, Arteta spera di poter affrontare al meglio il tour de force di fine-inizio anno composto da tre gare in otto giorni, mentre Glasner torna a perdere dopo cinque risultati utili consecutivi.
Per la terza stagione consecutiva il City manca l’appuntamento con la vittoria al Villa Park, impianto in cui anche nella scorsa annata era arrivato un k.o. di misura (1-0 griffato Bailey). Anche senza il giamaicano, fisicamente non al meglio, l’Aston Villa incamera i tre punti, nel segno, questa volta, di un risplendente Morgan Rogers.
L’approccio alla gara dei Citizens, nuovamente orfani di Ruben Dias ed Ederson, ma con i ritrovati Akanji, Stones e Kovacic come titolari, è sulla falsariga dell’intero periodo negativo in cui sono incappati: bisogna aspettare, infatti, appena venti secondi per vedere Duran divorarsi l’1-0 a tu per tu con Ortega in seguito all’ennesimo orrore in costruzione degli ospiti, e poco più di un minuto per annotare il miracolo del portiere tedesco sulla deviazione aerea di Pau Torres da angolo. Vantaggio dei padroni di casa che non tarda, comunque, ad arrivare, dopo un quarto d’ora scarso di possesso palla sterile della formazione di Guardiola: al 16′ bastano due passaggi in verticale sull’asse Martinez–Tielemans–Rogers per mandare totalmente in tilt il sistema difensivo avversario, costretto a soccombere, stavolta si, alla stoccata di Duran (ancora preferito a Watkins e ancora in gol, il terzo in tre gare da titolare in campionato, il dodicesimo stagionale), smarcato dal tocco del 27 di Emery.
La reazione dei campioni in carica si concretizza in un possesso reiterato e in qualche, sporadica iniziativa di Foden, il cui tiro sull’uno-due con Lewis viene deviato con le unghie da Martinez, e del grande ex di turno Grealish, sul cui cross Gvardiol manca l’appuntamento con il gol.
Al rientro dagli spogliatoi gli Sky Blues praticamente non scendono in campo non riuscendo neanche a dare continuità alla ragnatela di passaggi messa in atto dopo lo svantaggio, anche per merito di un Aston Villa caparbio e ottimamente messo in campo che raddoppia meritatamente al 65′ con Morgan Rogers, M.V.P. per distacco e prodotto del settore giovanile del City, che rompe con dirompenza la tripla marcatura nei pressi della propria area dando il là alla ripartenza poi guidata da McGinn e da lui stesso finalizzata con un preciso mancino all’angolino che gli vale il quinto centro in questo campionato.
Sotto di due Guardiola prova a mettere mano alla panchina inserendo Savinho e Doku (probabilmente con diversi minuti di ritardo), ma trova solamente il 2-1 nel recupero (creando comunque pochissimi pericoli) con Foden che finalmente apre il conto nel torneo al 27esimo tiro complessivo tentato. L’unica nota positiva è questa per una squadra irriconoscibile, arrivata a perdere la nona gara nelle ultime dodici disputate (solamente altre cinque squadre inglesi avevano fatto così male nella storia, compreso il Chelsea di due stagioni fa). Guardiola, anche lui in evidente difficoltà, non ha mai perso più di dodici partite in una singola stagione (2019-20).
Terza vittoria nelle ultime quattro di campionato, la quinta interna in nove disputate, la seconda nel complesso per Emery contro Guardiola, per l’Aston Villa che scavalca proprio gli Sky Blues in classifica ricandidandosi prepotentemente per un posto Champions.
Crolla l’imbattibilità interna del Brentford dopo sette successi e un pareggio e una media gol pari a 3,25 per partita sotto i colpi dell’outsider per eccellenza di questo campionato il Nottingham Forest.
Le Bees iniziano come sempre a mille creando i presupposti per il vantaggio prima con Damsgaard, schermato da Sels e poi con Wissa che non riesce ad approfittare dello svarione di Morato, ma devono appellarsi alla super parata di Flekken su Wood alla mezz’ora per tenere lo 0-0.
Gli ospiti riescono, comunque, a mettere la freccia otto minuti più tardi grazie allo scatenato Neco Williams che con il suo cross teso pesca dall’altro lato il suo opposto Ola Aina che non ha problemi a siglare la sua seconda rete in campionato aprendo il piattone destro, prendendo in controtempo l’incolpevole Flekken. A inizio ripresa gli ospiti portano a due la differenza di gol tra loro e gli avversari grazie al secondo centro consecutivo di Elanga
che dopo aver regalato la vittoria da urlo nel recupero contro l’Aston Villa nell’ultimo turno mette al sicuro il risultato sfruttando l’errore di Lewis-Potter sul lancio di Milenkovic, rubandogli palla e battendo Flekken con un pregevole mancino a giro.Nel finale il Brentford sfiora l’1-2 con Ajer, miracolosamente murato da Sels, ma resta a secco in casa per la prima volta in stagione, incassando la terza sconfitta consecutiva, considerando anche il 3-1 del Newcastle in Coppa di Lega. Continua, invece, a volare la squadra di Espirito Santo che, anche grazie a un invidiabile cinismo, raccoglie la terza vittoria di fila, la quarta nelle ultime cinque, la quinta in trasferta, mantenendo lo strabiliante e meritato quarto posto in classifica.
Con un Rashford ancora non convocato e sempre più lontano da Manchester, un Garnacho nuovamente escluso dal 1′, una fase difensiva per l’ennesima volta non impeccabile e un pizzico di sfortuna lo United crolla a Old Trafford sotto i colpi del sempre temibile Bournemouth.
In seguito a una prima mezz’ora equilibrata in cui accade poco o nulla le Cherries si portano avanti con il colpo di testa di Huijsen, al secondo centro in campionato dopo quello al Tottenham, bravo a svettare sulla punizione calciata da Christie, che coincide con la 17esima rete incassata dai Red Devils da piazzato in tutto il 2024 (mai avevano fatto peggio), la nona in questa stagione (solo il Wolverhampton con 16 ne ha concessi di più).
La reazione dell’undici di Amorim è veemente: su tutti ci prova Bruno Fernandes tra il 40′ e il 43′ con tre tiri pericolosi, di cui due terminano fuori di nulla e uno viene sventato da un super intervento di Kepa. A inizio ripresa Maguire sfiora il pari da corner, ma nel momento migliore dei padroni di casa arriva la doppia doccia gelata; al 61′ Kluivert si guadagna e trasforma un calcio di rigore (il quinto sui cinque calciati sin qui in stagione), al 63′ Semenyo triplica il vantaggio ospite sfruttando al meglio l’assist di Ouattara, trovando il quinto centro stagionale, il terzo in trasferta (l’ultimo il 31 agosto contro l’Everton).
Nel finale il Manchester United ci prova con la forza della disperazione ma né Hojlund, né Garnacho, nel frattempo subentrato, riescono ad accorciare le distanze nonostante il 2,28 di xG prodotto a fine partita. I Red Devils incassano, dunque, la terza sconfitta nelle ultime quattro di campionato (fa eccezione il derby vinto), la quarta in casa con almeno tre gol al passivo (solo il Southampton ultimo ha fatto peggio), chiudendo nella parte destra della classifica prima di Natale per la prima volta dal 1989-90. Sorride, invece, la squadra di Iraola che balza al quinto posto con ben 13 punti raccolti nelle ultime cinque giornate, diventando il secondo club nella storia ad ottenere due successi consecutivi con tre gol di scarto a Old Trafford dopo il Burnley nel 1961 (3-0 anche lo scorso anno con reti di Solanke, Billing e Senesi).
Secondo 1-1 consecutivo dopo quello nel monday night con il Bournemouth per il West Ham che non riesce a superare un Brighton a secco di vittorie da ben cinque partite, compresa questa.
Nella prima frazione accade poco, ci provano solamente Bowen, due volte, e Mitoma, che trova sulla propria strada un attento Fabianski, bravo a respingere il mancino al volo del giapponese. Estremo difensore polacco decisamente meno attento e bravo, invece, al 51′ quando non riesce a bloccare il cross dalla trequarti di Estupinan, complice anche il disturbo regolare di Dunk, permettendo a Wieffer, al suo primo centro in carriera in Premier League, di scrivere lo 0-1 sul tabellone luminoso del London Stadium.
Il vantaggio dei Seagulls dura, però, solamente sette minuti, il tempo di permettere a Bowen di condurre e concludere magistralmente una ripartenza, finalizzata dal tap-in aereo di Kudus, a secco dal 19 ottobre complice anche i 5 turni di squalifica post-Tottenham, che arriva prima di tutti sulla corta respinta di Verbruggen in seguito al tiro del capitano di casa. Nella mezz’ora finale le due squadre se le danno di santa ragione: gli Hammers sfiorano la vittoria con Edson Alvarez, gli ospiti con Mitoma, fermato sulla linea di porta da Todibo, e Ferguson che manca per due volte la correzione sotto porta.
La formazione di Lopetegui centra, comunque, il suo terzo risultato utile consecutivo avvicinandosi leggermente di più alla parte sinistra della classifica, mentre quella di Hurzeler resta nel gruppone di nove squadre in sei punti.
Terzo pareggio consecutivo, il quarto nelle ultime cinque, per il Fulham che non riesce ad andare oltre lo 0-0 con il fanalino di coda Southampton, pronto a immergersi nella nuova era Juric (in tribuna a Craven Cottage) dopo l’esonero di Martin e il brevissimo interregno di due partite di Rusk.
Come prevedibile sono i Cottagers, orfani di Andreas Pereira, Nelson e Reed sulla trequarti e costretti a schierare il 17enne King dal 1′ (secondo calciatore più giovane nella storia del Fulham a esordire da titolare dopo Moussa Dembélé) con Cairney in mediana al fianco di Berge, a comandare le operazioni: il più attivo è Iwobi che per ben due volte non inquadra la porta da posizione favorevole.
Il nigeriano ex Arsenal ci riprova anche nella ripresa, ma ad andare più vicini al gol sono Wilson, stoppato da un miracolo del rientrante Ramsdale, e Adama Traoré che a cinque dal 90′ sfiora il palo con il mancino incrociato. Nel recupero i Saints vanno a un passo addirittura dal colpaccio con il colpo di testa da angolo di Ugochukwu, riuscendo comunque a ottenere un punto dopo tre sconfitte consecutive, anche se gli otto di ritardo dal quartultimo posto sembrano un vero e proprio Everest da scalare, oltre che il primo clean sheet esterno del loro campionato. La squadra di Marco Silva, invece, resta in zona Europa, a -3 dal quinto posto.
Dominio incontrastato del Newcastle che a Portman Road infila la seconda vittoria di fila per 4-0 in campionato per la terza volta nella propria storia, l’ultima risaliva al 1998, nel segno di uno scatenato Isak.
L’attaccante svedese impiega appena 25 secondi per sbloccare il punteggio scaraventando sotto la traversa la corta respinta di Morsy sul cross teso di Murphy, bissando la marcatura personale nel recupero del primo tempo sfruttando il recupero palla alto di Bruno Guimaraes contemporaneo alla disastrosa impostazione dal basso di Muric e dell’ex Napoli Cajuste. Nel mezzo, al 32′, Murphy, in stato di grazia dopo i due gol e i due assist nelle precedenti due partite, aveva messo a referto lo 0-2 con una bordata di destro infilatasi in porta dopo aver sbattuto sulla parte interna della traversa.
I Magpies continuano a fare il bello e il cattivo tempo anche nella ripresa calando il poker, dopo diversi tentativi a vuoto di Tonali, Bruno Guimaraes e Gordon, ancora con Isak che sfrutta il meraviglioso passaggio vincente di tacco di Murphy per mettere a referto la sua prima tripletta in Premier League (l’ultima di un calciatore svedese nel massimo campionato inglese era di Ljungberg nel 2003, mentre l’ultima per il Newcastle risaliva al 2019 con Ayoze Perez contro il Southampton).
La squadra di Howe sale, dunque, all’ottavo posto dando continuità alla vittoria sul Brentford per 3-1 in Coppa di Lega, dove troverà l’Arsenal in semifinale. Quarta sconfitta nelle ultime cinque, invece, per i Tractor Boys, agganciati al terzultimo posto dal Wolverhampton.
Buona la prima sulla panchina del Wolverhampton per Vitor Pereira, subentrato a O’Neil in seguito alla sconfitta di settimana scorsa contro l’Ipswich, che il 5 dicembre scorso aveva chiuso la propria esperienza di dieci mesi sulla panchina dell’Al-Shabab.
I Wolves fanno loro lo scontro salvezza con il Leicester già nel primo tempo andando in gol al 19′ con la girata di Gonçalo Guedes, secondo centro in campionato, sulla giocata verticale di Semedo, al 36′ con il primo gol in carriera in Premier League del classe 2003 arrivato in estate dal Braga Rodrigo Gomes che approfitta di un incredibile svarione di Justin e al 44′ con il solito Matheus Cunha che diventa il secondo miglior marcatore nel torneo nella storia del club arancio-nero con 23 reti all’attivo, alle spalle del solo Raul Jimenez con 40.
I lupi d’oltremanica, dopo aver chiuso per la prima volta in assoluto i primi 45 minuti con tre gol di vantaggio in trasferta, riescono anche a mantenere la porta inviolata (era successo solo contro il Southampton in stagione) rischiando poco o nulla nella ripresa, portandosi, così, a -2 proprio dalle quartultime Foxes di Van Nistelrooy che dopo la vittoria all’esordio ha ottenuto solamente un punto nelle successive tre sfide.
1) Alexander Isak – Prima tripletta in maglia Newcastle e doppia cifra raggiunta per il terzo anno consecutivo. Se continua a essere così spietato i 21 gol dello scorso anno possono essere tranquillamente superati.
2) Mohamed Salah – 18 gol e 15 assist in stagione. A dicembre. Cos’altro c’è da aggiungere? Ah, si: il suo contratto è in scadenza e il Liverpool a oggi non sembra intenzionato a proporgli un rinnovo. Follia.
3) Gabriel Jesus – Cinque gol in tre giorni per un attaccante che tra infortuni e panchine ne aveva fatto uno in dieci mesi possono rappresentare una svolta, sia per lui che per il club di appartenenza. Arteta spera di poter riabbracciare la miglior versione del brasiliano nel lungo periodo.
Menzione d’onore per Morgan Rogers, autore di un gol e un assist a sublimazione di una prestazione monstre contro il City.
1) Radu Dragusin – In almeno tre dei sei gol incassati dal Tottenham c’è una sua mancata marcatura o lettura a testimonianza di un avvio di stagione in salita sia per lui che per la squadra. Di certo la fase difensiva spregiudicata degli Spurs non esalta le sue caratteristiche.
2) Harry Clarke – Probabilmente il peggiore della linea a quattro dell’Ipswich davanti a Muric, subissato di tiri da un incontenibile Newcastle. Come tanti dei suoi compagni sta patendo il salto di categoria.
3) Keane Lewis-Potter – Nel primo gol del Nottingham si perde la marcatura di Ola Aina, nel secondo smarca, praticamente, Elanga al tiro con uno stop inguardabile. Certamente lo spostamento a terzino sinistro per l’occasione non lo ha aiutato.
1 | Liverpool* | 39 | 16 | 12 | 3 | 1 | 37:16 | +21 |
2 | Chelsea | 35 | 17 | 10 | 5 | 2 | 37:19 | +18 |
3 | Arsenal | 33 | 17 | 9 | 6 | 2 | 34:16 | +18 |
4 | Nottingham Forest | 31 | 17 | 9 | 4 | 4 | 23:19 | +4 |
5 | Bournemouth | 28 | 17 | 8 | 4 | 5 | 27:21 | +6 |
6 | Aston Villa | 28 | 17 | 8 | 4 | 5 | 26:26 | 0 |
7 | Manchester City | 27 | 17 | 8 | 3 | 6 | 29:25 | +4 |
8 | Newcastle | 26 | 17 | 7 | 5 | 5 | 27:21 | +6 |
9 | Fulham | 25 | 17 | 6 | 7 | 4 | 24:22 | +2 |
10 | Brighton | 25 | 17 | 6 | 7 | 4 | 27:26 | +1 |
11 | Tottenham | 23 | 17 | 7 | 2 | 8 | 39:25 | +14 |
12 | Brentford | 23 | 17 | 7 | 2 | 8 | 32:32 | 0 |
13 | Manchester United | 22 | 17 | 6 | 4 | 7 | 21:22 | -1 |
14 | West Ham | 20 | 17 | 5 | 5 | 7 | 22:30 | -8 |
15 | Everton* | 16 | 16 | 3 | 7 | 6 | 14:21 | -7 |
16 | Crystal Palace | 16 | 17 | 3 | 7 | 7 | 18:26 | -8 |
17 | Leicester | 14 | 17 | 3 | 5 | 9 | 21:37 | -16 |
18 | Wolverhampton | 12 | 17 | 3 | 3 | 11 | 27:40 | -13 |
19 | Ipswich Town | 12 | 17 | 2 | 6 | 9 | 16:32 | -16 |
20 | Southampton | 6 | 17 | 1 | 3 | 13 | 11:36 | -25 |
* Una partita in meno
Prossimo turno:
Giovedì 26 dicembre
Manchester City 13:30 Everton
Newcastle 16:00 Aston Villa
Nottingham Forest 16:00 Tottenham
Bournemouth 16:00 Crystal Palace
Chelsea 16:00 Fulham
Southampton 16:00 West Ham
Wolverhampton 18:30 West Ham
Liverpool 21:00 Leicester
Venerdì 27 dicembre
Brighton 20:30 Brentford
Arsenal 21:15 Ipswich
Aggiornato al 23/12/2024 17:35
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