Premier League
All Eyes On Me – il focus sul 19° turno di Premier League

Nuovo appuntamento con All Eyes On Me, la rubrica di Calcio Style dedicata alla Premier League. Di seguito il resoconto dettagliato della diciannovesima giornata del campionato più seguito al mondo.
Il fascino unico emanato, unito alla perenne scia d’entusiasmo che pervade ogni stadio, confluisce in una commistione di spettacolo, ardore e qualità che conferisce a questo torneo l’aurea di lega paradisiaca in cui solamente i migliori interpreti del gioco possono essere o diventare i protagonisti.
Diciannovesimo turno: clamoroso ribaltone dello United, il City c’è. Liverpool campione d’inverno.
BURNLEY 0-2 LIVERPOOL (6′ Nunez, 90′ D. Jota)
Torna a vincere il Liverpool dopo i due pareggi interni con Manchester United e Arsenal, e lo fa convincendo nella trasferta di Turf Moor.
I Reds, piuttosto rimaneggiati viste le pesanti assenze tra gli altri di Tsimikas, Matip e Mac Allister, impiegano poco più di cinque minuti a sbloccare il risultato con il quinto gol in campionato di Darwin Nunez, che batte Trafford con un destro piazzato sul tocco arretrato di Gakpo. Prima e dopo lo 0-1 la gara è contraddistinta da un costante monologo degli ospiti a cui vengono annullate altre due reti, la prima a Gakpo per un fallo di Nunez e la seconda a Elliott per fuorigioco di Salah sulla conclusione, e negate le marcature di Salah ed Endo rispettivamente da traversa e Trafford.
Il Burnley batte due colpi solo nella ripresa: ci provano Gudmundsson di testa sull’iniziativa personale di Odobert e Bruun Larsen su un brutto pallone perso a metà campo da Endo, ma è troppo poco per superare Alisson, mentre Trafford ha ancora l’opportunità di mettersi in mostra sfoderando un’ottima parata di piede su Luis Diaz.
Il portiere di casa, però, non può nulla in prossimità del recupero sul tentativo mancino defilato ma chirurgico di Diogo Jota, imbeccato da Luis Diaz, che vale il definitivo 0-2 ed il cinquantesimo centro del portoghese con la maglia rossa.
Il quinto successo esterno dell’undici di Klopp in campionato coincide con il nuovo primato in solitaria ed il nono ko interno della formazione di Kompany sulle dieci gare disputate. I Clarets scinvolano, così, a -4 anche dal Luton.
ARSENAL 0-2 WEST HAM (13′ Soucek, 55′ Mavropanos)
L’Arsenal gioca e crea, il West Ham segna e vince. Questa potrebbe essere l’istantanea del match andato in scena all’Emirates. Ai Gunners non bastano il 74% di possesso palla ed i 30 tiri totali di cui 8 in porta per bucare la difesa degli Hammers.
La sfida si mette subito in salita per l’undici di Arteta dopo un’iniziale fase di studio: il cross teso di Emerson Palmieri viene letto male da Gabriel e Zinchenko che collidono lasciando la palla nella zona di Bowen che non ha problemi a servire il solissimo Soucek. Il ceco torna al gol dopo un mese e regala, così, ai suoi un vantaggio inaspettato da difendere a tutti i costi.
In effetti è quello che la formazione di Moyes fa per tutto il resto della gara, lasciando sfogare i padroni di casa, spesso pericolosi con i vari tentativi di Gabriel Jesus, Martinelli e Saka sventati da Areola nel primo tempo, ma praticamente mai glaciali sotto porta. Ad inizio ripresa si materializza la più classica legge non scritta del calcio, nonostante gli sforzi profusi l’Arsenal incassa la rete del doppio svantaggio complice il primo centro con la maglia del West Ham di Mavropanos, ex di turno che non esulta, che svetta nel cuore dell’area sul corner calciato da Ward–Prowse.
L’assalto dei Gunners nell’ultima mezz’ora produce svariate occasioni, quasi tutte nate dal piede del sempre ispirato Odegaard, ma è una di quelle serate in cui la palla non ne vuol sapere di entrare. Nel recupero c’è gloria per Raya che respinge il rigore calciato da Benrahma, causato dal fallo dell’ex più in vetrina Rice su Emerson Palmieri.
L’Arsenal perde, dunque, partita e primato chiudendo il girone d’andata con un passivo di sette punti rispetto allo scorso anno, cadendo, per giunta, in casa per la prima volta in stagione dopo sette mesi d’imbattibilità interna.
Il West Ham, invece, incamera tre punti pesantissimi che lo portano a -3 dal quinto posto, tornando a vincere all’Emirates dopo otto anni e affermandosi come bestia nera stagionale dei Gunners considerata l’eliminazione in Coppa di Lega maturata lo scorso novembre.
MANCHESTER UNITED 3-2 ASTON VILLA (21′ McGinn, 26′ Dendoncker, 59′, 71′ Garnacho, 82′ Hojlund)
Pazzesca rimonta del Manchester United che risorge dalle proprie ceneri nella ripresa piazzando tre gol da situazione di doppio svantaggio ai danni dell’Aston Villa, proprio come accaduto nella terza giornata contro il Nottingham sempre ad Old Trafford.
Almeno per una notte il “Theatre of Dreams” torna ad essere tale per la parte rossa di Manchester grazie ad un ribaltone che potrebbe ridisegnare i confini stagionali della formazione di Ten Hag, nonostante la gara si sia messa piuttosto in salita sin dall’inizio.
In appena cinque minuti infatti, tra il 21′ e il 26′, i Villans piazzano un doppio colpo, che fa vacillare le già instabili certezze dei Red Devils, con McGinn, già match winner contro l’Arsenal, il cui cross da piazzato sorprende tutti compreso Onana, e Dendoncker, schierato dal 1′ viste le contemporanee assenze di Kamara e Tielemans, che spinge in porta la sponda aerea di Lenglet, un’altra seconda linea, sul corner di McGinn.
La reazione del Man United, reduce da quattro gare senza gol ed un solo punto conquistato nelle ultime tre partite, arriva tutta nella ripresa e viene guidata da Garnacho. L’argentino, divenuto ormai pedina insostituibile per Ten Hag, prima vede annullarsi l’1-2 per fuorigioco sul tocco di Rashford, poi, sempre su assist del 10 inglese, trova ufficialmente il gol che gli mancava da un mese, e successivamente punisce ancora Martinez, grazie anche alla deviazione di Diego Carlos, mettendo a referto la sua prima doppietta in carriera.
La rete del definitivo vantaggio matura in seguito allo straordinario salvataggio di Evans sulla linea sul tiro ravvicinato di McGinn, e porta, finalmente, la firma di Rasmus Hojlund, bravo a correggere in porta con un sinistro al volo un pallone vagante nel cuore dell’area scaturito dal corner di Bruno Fernandes. Prima gioia in campionato per il danese che scoppia praticamente in lacrime.
Grazie a questi tre punti pesantissimi, dunque, lo United, riabbracciando anche Eriksen dal 1′ dopo un mese e mezzo, scavalca il Newcastle e si prepara al meglio alla trasferta di Nottingham per chiudere il 2023.
La formazione di Emery, invece, dopo aver pareggiato all’ultimo respiro nella gara interna con lo Sheffield United perde Digne per infortunio e interrompe la propria striscia di dieci risultati utili consecutivi tra campionato e Conference.
EVERTON 1-3 MANCHESTER CITY (29′ Harrison, 53′ Foden, 64′ (rig.) Alvarez, 86′ B. Silva)
Buona la prima uscita da campioni del mondo per i ragazzi di Guardiola che espugnano Goodison Park in rimonta nonostante le assenze di Haaland e Doku e l’infortunio a gara in corso dell’ex di turno Stones.
Il Manchester City imprime la propria impronta sul match già dalle prime battute con la doppia clamorosa occasione sciupata prima da Matheus Nunes, schierato a sorpresa dal 1′, e successivamente da Julian Alvarez. Il vantaggio iniziale lo trovano, però, i padroni di casa complice un’ingenuità di Rodri che perde palla all’ingresso dell’area di rigore a favore di McNeil che pesca al centro lo smarcatissimo Harrison, al suo secondo gol in campionato.
La reazione degli ospiti non si fa attendere ed arriva puntuale con Rodri che calcia alto dal limite dell’area sugli sviluppi dell’iniziativa di Grealish, ma all’intervallo si va sull’1-0 per l’Everton. I Citizens livellano la gara all’alba della ripresa con il mancino potente e chirurgico da fuori di Foden che sorprende Pickford firmando il quinto centro in questa Premier, bissando la rete trovata nel 4-0 contro il Fluminense nella finale del Mondiale per Club.
Discorso analogo per Julian Alvarez (doppietta contro il Flu), che nove minuti dopo realizza il calcio di rigore coincidente con il vantaggio, procurato dal tocco di braccio di Onana sulla girata di Aké da corner. Gli Sky Blues continuano ad attaccare, ma si espongono ad un grande rischio poco dopo il 70′ quando Calvert–Lewin imbeccato da Harrison spreca il 2-2 a tu per tu con Ederson.
Passato lo spavento i blu di Manchester chiudono la sfida a quattro dal novantesimo con Bernardo Silva che sfrutta l’errato rilancio di Pickford, scavalcandolo con un dolce pallonetto.
Tre punti importanti per il Manchester City che si rimette in scia delle prime posizioni guadagnando tre punti sull’Aston Villa. I Toffees incassano la seconda sconfitta di fila e, nonostante l’ottimo cammino fin qui, si ritrovano solamente a +1 sulla zona retrocessione.
BRIGHTON 4-2 TOTTENHAM (11′ Hinshelwood, 23′ (rig.) Joao Pedro, 63′ Estupinan, 75′ (rig.) Joao Pedro, 81′ Veliz, 85′ Davies)
Partita spettacolare all’Amex Stadium tra due squadre votate all’attacco capaci di deliziare gli spettatori con uno stile di calcio fluido e spregiudicato.
Il Brighton domina la prima frazione e, dopo la super parata di Vicario su Welbeck, trova l’1-0 grazie al secondo centro in campionato del sempre più protagonista Hinshelwood che capitalizza l’ottimo assist di Joao Pedro. Proprio il brasiliano al 23′ trasforma il rigore del 2-0 causato dalla trattenuta di Kulusevski su Welbeck, spiazzando Vicario, indirizzando la sfida che prosegue con i sussulti di Milner e ancora di Joao Pedro stoppati rispettivamente dal palo e dal portiere ex Empoli, e con la rete del tris annullata a Buonanotte per fuorigioco.
Nel secondo tempo i Seagulls abbassano troppo la guardia concedendo molto campo al Tottenham che vede cancellati i due acuti di Richarlison nel primo quarto d’ora sempre causa offside. Nel momento migliore degli Spurs, però, arriva la perla di Estupinan che riceve il corner corto di Milner e scaraventa in porta un’imprendibile bordata dai 25 metri siglando il suo secondo gol in campionato dopo praticamente tre mesi di assenza. Al 75′ arriva anche il poker concretizzato ancora dagli undici metri da Joao Pedro che fa otto su otto dal dischetto in stagione scrivendo apparentemente la parola fine sulle velleità di rimonta degli ospiti.
Ospiti che, però, non mollano trovando due reti in quattro minuti con Veliz, argentino classe 2003 arrivato in estate al suo primo centro in Premier, e Davies, tornato al centro della difesa vista l’assenza di Romero, e rischiando di riaprirla definitivamente al quinto dei nove minuti di recupero assegnati con il palo colpito da Hojbjerg.
La formazione di De Zerbi arriva al giro di boa all’ottavo posto in piena corsa per la zona Europa, mentre l’undici di Postecoglu incassa la quinta sconfitta in campionato dopo tre successi di fila perdendo terreno dal quarto posto.
NEWCASTLE 1-3 NOTTINGHAM FOREST (23′ (rig.) Isak, 46’pt, 53′, 60′ Wood)
Prosegue il momento no per il Newcastle: nonostante i rientri Botman, Burn e Joelinton arriva la sesta sconfitta nelle ultime sette uscite complessive, la quarta nelle ultime cinque di Premier, per mano del Nottingham guidato da un ispiratissimo ex di turno Chris Wood.
Il match sembra mettersi bene per i Magpies che sbloccano il punteggio al 23′ con il rigore procurato e trasformato da Isak, arrivato a toccare quota otto in campionato, nonostante la grande opportunità cestinata da Gibbs–White in apertura. Proprio quell’occasione suona, a posteriori, come un campanello d’allarme per la difesa di casa che senza Pope ed un’armonia di reparto difficile da ritrovare in tempi brevi considerate le costanti defezioni, si dimostra fragile.
Il pari del Forest, infatti, arriva nel recupero del primo tempo con una transizione interna guidata da Gibbs–White, rifinita da Elanga e finalizzata a porta vuota da Wood. L’attaccante neozelandese è in giornata di grazia e lo dimostra tra il 53′ ed il 60′: per l’1-2 si inventa un contromovimento su Burn ed uno scavino su Dubravka degno del Messi versione 2015 contro il Bayern Monaco, per l’1-3 scatta sulla linea del fuorigioco sul lancio di Murillo, scarta con una facilità disarmante Dubravka e deposita la sfera in rete. Sette gol in campionato e pallone assicurato a fine partita.
La reazione della formazione di Howe è tutta nei tentativi di Miley e Isak respinti da Turner; davvero insufficiente e figlia di una sfiducia riscontrabile anche nei volti dei calciatori.
Il Newcastle torna, quindi, a perdere a St.James’ Park anche in campionato dopo quattro mesi, mentre Espirito Santo centra la prima vittoria, anche piuttosto prestigiosa, sulla panchina del Forest, ripartito dopo sei ko nelle ultime sette sfide.
CHELSEA 2-1 CRYSTAL PALACE (13′ Mudryk, 46’pt Olise, 89′ (rig.) Madueke)
Il Chelsea si prende i tre punti in extremis in uno dei tanti derby di Londra stagionali e prova a ripartire.
I Blues schierano per la prima volta dal 1′ Nkunku, tornato ormai definitivamente ad essere parte integrante della rosa, ma si ritrovano costretti a rinunciare sia a Sterling che a Palmer causa squalifica. Il primo squillo arriva dai piedi di Maatsen, ala destra per l’occasione, la cui conclusione viene salvata sulla linea da Mitchell, e il secondo, quello dell’1-0, con Mudryk che batte a rete di prima intenzione sul cross basso di Malo Gusto per il suo terzo gol in campionato.
Al tramonto di un primo tempo in modalità gestione, però, l’undici di Pochettino incassa l’1-1 complice la stoccata ravvicinata di Olise che addomestica con il petto il filtrante alto di Ayew e supera Petrovic con un sinistro secco sul primo palo. Anche il 7 delle Eagles sale a quota tre nella classifica marcatori.
La ripresa si apre con la clamorosa chance fallita da Jackson davanti a Henderson e vede ancora il senegalese protagonista ad un quarto d’ora dal termine con la sua rete annullata dal Var per un fuorigioco di partenza sul suggerimento di Thiago Silva.
Nel finale è ancora il Var a prendersi la scena richiamando l’arbitro Michael al monitor per il contatto sospetto in area tra Eze e Madueke. Il direttore di gara assegna il penalty e proprio Madueke lo trasforma mandando in visibilio Stamford Bridge.
I 25 punti ottenuti nel girone d’andata restano comunque pochi per una squadra dalle velleità del Chelsea, che spera di trovare continuità già a partire dalla trasferta di Luton del prossimo turno. Il Palace, invece, con la quinta sconfitta nelle ultime otto scivola al quindicesimo posto con soli tre punti di vantaggio sulla terzultima posizione.
BRENTFORD 1-4 WOLVERHAMPTON (13′ Lemina, 14′, 28′ Hee-Chan, 16′ Wissa, 79′ Bellegarde)
Resta agganciato al “treno delle speranze” a quota 25 punti anche il Wolverhampton che ne rifila quattro a domicilio al Brentford.
I Wolves sbloccano il punteggio al 13′ sullo stesso asse che aveva portato all’1-0 contro il Chelsea: Sarabia per Lemina. L’ex Juve incorna alle spalle di Flekken il suo quarto centro in campionato. Il raddoppio arriva un minuto dopo con lo svarione di Collins che dosa male il retropassaggio smarcando davanti alla porta Hwang Hee–Chan che senza difficoltà scarta il portiere e deposita in porta lo 0-2.
Le Bees provano a rientrare in partita al 16′ con l’acuto di Wissa, il quarto in questa Premier, ma al 28′ ancora il coreano sfrutta l’orrendo posizionamento della difesa avversaria sul colpo di testa dalla metà campo di Toti Gomes per riportare a due la distanza tra le squadre in termini di gol. L’11 dei Wolves taglia così il traguardo della doppia cifra.
Nella ripresa l’undici di Frank ci prova con Maupay e Lewis–Potter, ma ancora una volta si rende protagonista di un atto di autolesionismo. Ancora Collins sbaglia un passaggio in orizzontale regalando palla a Matheus Cunha che con un tocco smarca Bellegarde che, a sua volta, batte Flekken senza problemi.
I lupi d’oltremanica bissano, dunque, il successo della vigilia di Natale sul Chelsea e tengono il passo dei Blues e del Bournemouth. Per il Brentford, invece, arriva il quarto ko di fila, il sesto nelle ultime sette, e ora la classifica inizia a preoccupare.
BOURNEMOUTH 3-0 FULHAM (44′ Kluivert, 62′ (rig.) Solanke, 93′ Sinisterra)
Tutto troppo facile per il Bournemouth che spazza via il Fulham e si candida prepotentemente al titolo di squadra rivelazione del campionato.
Le Cherries centrano il quarto successo di fila che permette loro di insidiare concretamente la zona Europa grazie ad una prestazione dominante, impreziosita da griffe di lusso.
La prima è di Justin Kluivert, già vicino all’acuto al 30′, che capitalizza la discesa palla al piede di Scott bucando Leno sul primo palo con un potente mancino. La seconda è, ovviamente, di Solanke che arriva a dodici nella classifica marcatori trasformando il rigore causato dal maldestro intervento di Palhinha su Semenyo. La terza porta il nome di Sinisterra, a secco dallo scorso 4 novembre, che nel recupero scaglia in porta un destro imprendibile sotto la traversa.
I Cottagers non si fanno praticamente mai vivi dalle parti di Neto ripiombando nella carestia di gol che aveva contraddistinto la prima parte di stagione. L’assenza prolungata per squalifica di Raul Jimenez risulta determinante in questo senso: tre partite senza di lui, tre sconfitte senza reti all’attivo.
SHEFFIELD UNITED 2-3 LUTON (17′ Doughty, 61′ McBurnie, 69′ Ahmedhodzic, 77′ (aut.) Robinson, 81′ (aut.) Slimane)
Passa il Luton a Bramall Lane nello scontro salvezza con lo Sheffield United, a cui non resta altro che appellarsi alla sfortuna al termine di una gara in cui avrebbe meritato certamente di più.
I padroni di casa sull’onda dell’incessante tifo a favore approcciano meglio al match, producendo due opportunità importanti con McAtee e Brooks, entrambe vicini all’1-0. Il vantaggio iniziale lo trovano, invece, gli ospiti grazie all’iniziativa personale di Doughty, primo centro in carriera in Premier League, che passa con un sinistro centrale che si infila tra le gambe di Foderingham, chiamato certamente a fare di più nell’occasione.
Nella ripresa le Blades capitalizzano la mole di gioco creata e con un moto d’orgoglio la ribaltano in appena otto minuti: prima McBurnie, su assist da terra di McAtee, trova la sua terza rete in campionato con un destro in diagonale, poi Ahmedhodzic, centrale di difesa, rende vano il salvataggio sulla linea di Sambi Lokonga sul tentativo di Archer arrivando per primo sulla respinta, mettendo definitivamente fuori causa Kaminski.
Proprio quando il più sembrava fatto l’undici di Wilder, però, si fa male da solo. Robinson confeziona il primo autogol deviando nella propria porta di testa il traversone di Morris con l’intenzione di anticipare Osho, Slimane il secondo scavalcando Foderingham con un colpo di coscia atto ad intercettare un altro tentativo di cross di Morris.
Tre punti d’oro, dunque, per gli Hatters che vincono ancora dopo aver superato di misura il Newcastle nell’ultimo turno e si avvicinano sensibilmente al quartultimo posto. Grande rammarico, invece, per lo Sheffield United che con i soli nove punti raccolti nel girone d’andata difficilmente potrà sperare nella permanenza il Premier.
Classifica e prossimo turno
1 |
Liverpool |
42 | 19 | 12 | 6 | 1 | 39:16 | +23 |
2 |
Arsenal |
40 | 19 | 12 | 4 | 3 | 36:18 | +18 |
3 |
Aston Villa |
39 | 19 | 12 | 3 | 4 | 40:25 | +15 |
4 |
Manchester City* |
37 | 18 | 11 | 4 | 3 | 43:21 | +22 |
5 |
Tottenham |
36 | 19 | 11 | 3 | 5 | 39:28 | +11 |
6 |
West Ham |
33 | 19 | 10 | 3 | 6 | 33:30 | +3 |
7 |
Manchester United |
31 | 19 | 10 | 1 | 8 | 21:25 | -4 |
8 |
Brighton |
30 | 19 | 8 | 6 | 5 | 38:33 | +5 |
9 | Newcastle | 29 | 19 | 9 | 2 | 8 | 37:25 | +12 |
10 | Chelsea | 25 | 19 | 7 | 4 | 8 | 31:29 | +2 |
11 | Wolverhampton | 25 | 19 | 7 | 4 | 8 | 27:31 | -4 |
12 |
Bournemouth* |
25 | 18 | 7 | 4 | 7 | 27:32 | -5 |
13 |
Fulham |
21 | 19 | 6 | 3 | 10 | 26:34 | -8 |
14 |
Brentford* |
19 | 18 | 5 | 4 | 9 | 25:28 | -3 |
15 |
Crystal Palace |
18 | 19 | 4 | 6 | 9 | 19:28 | -9 |
16 |
Nottingham Forest |
17 | 19 | 4 | 5 | 10 | 22:34 | -12 |
17 |
Everton |
16 | 19 | 8 | 2 | 9 | 24:25 | -1 |
18 |
Luton Town* |
15 | 18 | 4 | 3 | 11 | 21:34 | -13 |
19 |
Burnley |
11 | 19 | 3 | 2 | 14 | 18:38 | -20 |
20 |
Sheffield United |
9 | 19 | 2 | 3 | 14 | 15:47 | -32 |
– Everton 10 punti di penalizzazione
* Una partita in meno
Prossimo turno:
Sabato 30 dicembre
Luton 13:30 Chelsea
Manchester City 16:00 Sheffield United
Aston Villa 16:00 Burnley
Wolverhampton 16:00 Everton
Crystal Palace 16:00 Brentford
Nottingham Forest 18:30 Manchester United
Domenica 31 dicembre
Fulham 15:00 Arsenal
Tottenham 15:00 Bournemouth
Lunedì 1 gennaio
Liverpool 21:00 Newcastle
Martedì 2 gennaio
West Ham 20:30 Brighton
Premier League
Manchester City, Guardiola elogia Rico Lewis: “Eccelle nei piccoli spazi, uno dei migliori che abbia mai visto”.

Pep Guardiola elogia Rico Lewis: “È uno dei migliori che abbia mai visto”, sottolineando il talento emergente del Manchester City.
Il mister del Manchester City ha recentemente espresso parole di grande elogio per il giovane talento Rico Lewis. Durante una conferenza stampa, Guardiola ha dichiarato: “Rico Lewis si muove davvero bene negli spazi stretti… è uno dei migliori che abbia mai visto, uno dei migliori”. Queste parole sottolineano quanto l’allenatore catalano stimi le capacità tecniche e tattiche del giovane calciatore.
Il mister ha inoltre sottolineato l’abilità di Lewis nel controllo e nella ricezione del pallone, affermando: “La sua ricezione, il suo controllo, il suo ritmo sono davvero eccellenti!”. Questo tipo di encomi da parte di un allenatore del calibro di Guardiola non solo aumenta la fiducia del giovane giocatore, ma lo pone anche sotto i riflettori del calcio internazionale.
L’importanza di Lewis per Guardiola e il futuro del Manchester City
Rico Lewis rappresenta una delle promesse più luminose per il futuro del Manchester City. La sua capacità di adattarsi rapidamente agli spazi ristretti e la sua visione di gioco lo rendono un elemento chiave nella strategia di gioco di Guardiola. Con la sua crescente esperienza e il supporto del team tecnico, Lewis potrebbe diventare un pilastro fondamentale per i successi futuri del club inglese.
L’apprezzamento di Guardiola non solo motiva Lewis a migliorare ulteriormente, ma conferma anche la qualità del settore giovanile del Manchester City, sempre attento a coltivare giovani talenti in grado di competere a livello internazionale.
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Fonte: l’account X di Fabrizio Romano
🔵📈 Pep Guardiola: “Rico Lewis moves really well in the small spaces… he’s one of the best I’ve ever seen, one of the best”.
“His reception, his control, his rhythm is really good!”. pic.twitter.com/9wwurOmtYQ
— Fabrizio Romano (@FabrizioRomano) April 29, 2025
Premier League
Premier League: nelle ultime 8 stagioni solo due vincitrici

Si è conclusa la lotta per il titolo in Premier League, con il Liverpool campione d’Inghilterra. Gli ultimi 8 campionati inglesi sono stati dominati da due club.
Il 5-1 del Liverpool contro il Tottenham ieri di ha consegnato la ventesima Premier League ai Reds nella loro storia. Insomma, niente male come primo anno di Slot alla guida del club.
I Reds tornano a vincere il titolo dopo 5 stagioni (2019/2020), dopo essere stati in vetta per quasi tutto il campionato. Le ultime 8 Premier hanno avuto solo due vincitrici del titolo. Una di queste, appunto, il Liverpool.
Premier League, dominio Liverpool-Man City
Dalla Premier 2017/18 solo Liverpool e Man City sono riusciti a laurearsi campioni d’Inghilterra. I Reds hanno trionfato due volte, nel 2019/20 e in questa stagione, mentre i Citzens hanno vinto le altre 6 Premier.
Per quanto riguarda le altre top 5 della Premier, il Chelsea non trionfa dal 2016/17: dalla prima di Conte con i Blues. Il Man Utd non vince la Premier addirittura dal 2012/13, l’ultima stagione con Ferguson alla guida.
L’Arsenal invece non vince la Premier dal 2003/04, con Wenger in panchina: i Gunners all’epoca portarono a casa la Premier da imbattuti.
Premier League
Chiesa: Incredibile, potrebbe non ricevere la medaglia di campione

Chiesa-Liverpool: Incredibile: Chiesa rischia seriamente di non ricevere la medaglia di campione della Premier League. Ecco perchè:
Nella giornata di ieri, a seguito della netta vittoria per 5-1 sul Tottenham Hotspur ad Anfield, il Liverpool si è laureato campione d’Inghilterra per la 20ª volta nella sua storia. Un traguardo storico per i Reds, che hanno conquistato aritmeticamente il titolo con diverse giornate d’anticipo.
Tuttavia, tra i protagonisti assenti in campo figura Federico Chiesa. L’ex esterno di Fiorentina e Juventus, approdato al Liverpool nella sessione estiva di mercato, non è sceso in campo nella sfida contro gli Spurs. Un dettaglio che potrebbe pesare in vista della consegna delle medaglie di campione.
Infatti, il regolamento della massima competizione inglese prevede che, per essere insigniti della massima onorificenza — ovvero la medaglia da campione — è necessario aver preso parte ad almeno 5 partite durante tutta la stagione.
Chiesa, al momento, ha collezionato soltanto 4 presenze, tutte per pochi minuti, coprendo appena l’1% del totale dei minuti disputati in Premier League, per di più senza mai partire da titolare.
Tuttavia, rimane ancora una piccola speranza per l’esterno italiano: qualora dovesse scendere in campo in almeno una delle prossime quattro partite — contro Chelsea, Arsenal, Brighton e Crystal Palace — potrebbe ottenere il diritto alla medaglia da campione e concludere così la stagione con il massimo riconoscimento
Chiesa, chi come lui
Partendo dal presupposto che ogni club ha a disposizione 40 medaglie da assegnare tra giocatori e membri dello staff, solo chi ha totalizzato almeno cinque presenze in Premier League riceve automaticamente il riconoscimento. Attualmente, il Liverpool conta 21 giocatori che hanno già raggiunto questa soglia, il che significa che le restanti 19 medaglie saranno assegnate in parte allo staff e a a chi riuscirà a totalizzare il numero minimo di presenze.
La situazione di Federico Chiesa non sarebbe un unicum nella storia della Premier League. In passato, diversi giocatori non sono stati premiati con la medaglia di campione pur facendo parte della rosa del club vincitore. Tra questi, due hanno avuto giocato per un club italiano.
Micah Richards, ex difensore con un passato anche alla Fiorentina, nella stagione 2013/14 non ricevette la medaglia da campione con il Manchester City perché non raggiunse il numero minimo di presenze.
Mohamed Salah, oggi superstar mondiale, nella stagione 2014/15 — la stessa in cui si trasferì in prestito proprio alla Fiorentina — non riuscì a ottenere la medaglia con il Chelsea, rimanendo fermo a 3 presenze in campionato, insufficienti per il riconoscimento.
Infine, Wes Brown, colonna del Manchester United per anni e vincitore di 5 titoli nazionali, fu escluso dalla medaglia nella stagione 2008/09 a causa di un infortunio che lo tenne lontano dal campo per quasi tutta la stagione.
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