Premier League
Brentford, Frank sul futuro di Toney: “Molto probabilmente andrà via.”
Il tecnico del Brentford ha parlato ai microfoni di Tipsbladet. Di seguito le sue parole in merito al futuro di Ivan Toney.
Frank su Toney
“È quasi ovvio che Ivan Toney sarà venduto quest’estate. Sappiamo anche quanto vale. Non credo che ci siano molti attaccanti al mondo migliori di lui in questo momento. È un attaccante davvero abile che è nell’età migliore per un calciatore. Personalmente preferirei he Toney restasse ma un giorno potrebbe essere divertente vederlo in un top team. Quest’inverno in realtà non avevamo offerte per lui, ma mi sorprenderebbe se non ci fossero club interessati tra qualche mese.”
Premier League
All Eyes On Me – il focus sul 12° turno di Premier League 2024-25
Appuntamento e format rinnovati: All Eyes On Me, la rubrica di Calcio Style dedicata alla Premier League, cambia look, ma non la sostanza dando libero sfogo a quella bruciante passione che unisce tutto il popolo britannico e non solo. Di seguito il resoconto dettagliato dei principali avvenimenti della 12°giornata della nuova stagione.
Il fascino unico emanato, unito alla perenne scia d’entusiasmo che pervade ogni stadio, confluisce in una commistione di spettacolo, ardore e qualità che conferisce a questo torneo l’aura di lega paradisiaca in cui solamente i migliori interpreti del gioco possono essere o diventare i protagonisti.
Dodicesimo turno: “Broken Dreams”
LIVERPOOL: VITTORIA ROCAMBOLESCA
Vibranti e inaspettate emozioni al St. Mary’s Stadium tra l’ultima e la prima forza del campionato. La sfida che sulla carta sembrava non avere ragione d’essere regala sorpassi e controsorpassi degni della miglior versione della Premier League: alla fine, però, è sempre il Liverpool a spuntarla.
I Reds sembrano incanalarla sul binario giusto alla mezz’ora quando Downes, nel tentativo di rinviare, regala palla a Szoboszlai che dal limite dell’area piazza il mancino sul palo lungo timbrando lo 0-1 e il suo primo centro in questo campionato. In seguito al vantaggio la squadra di Slot abbassa i ritmi pensando erroneamente di averla già portata a casa facendo prendere coraggio al Southampton che la pareggia su calcio di rigore provocato dal fallo di Robertson su Dibling e trasformato da Armstrong dopo la prima respinta di Kelleher.
A inizio ripresa i Saints perdono per infortunio Onuachu (sostituto dell’indisponibile Archer) ma non la sfrontatezza mostrata nella parte finale del primo tempo, grazie alla quale passano addirittura in vantaggio al 56′ ancora per merito dell’ottimo lavoro del 2006 Dibling che pesca in profondità Armstrong, bravo a sua volta ad aprire la strada a Mateus Fernandes che con il sinistro batte ancora Kelleher prendendolo in controtempo, firmando il suo primo gol in carriera in Premier League.
Nel momento di maggiore difficoltà della capolista, però, la squadra di Martin decide ancora di farsi male da sola: dieci minuti scarsi più tardi, infatti, McCarthy (il secondo di Ramsdale) si avventura in una scriteriata uscita laterale per intercettare il lancio di Gravenberch su cui piomba per primo Salah a cui basta un tocco di esterno per tagliare fuori l’estremo difensore di casa e scrivere il 2-2.
Il match viene deciso all’83’ quando Sugawara tocca il pallone con il braccio largo in area nel tentativo di anticipare Robertson sul cross di Salah, che trasforma il conseguente penalty arrivando a toccare quota 16 coinvolgimenti diretti in gol (10 centri e 6 assist) in campionato, più di qualsiasi altro calciatore, regalando a Slot il decimo successo nelle prime dodici giornate, solo Hiddink e Ancelotti ci erano riusciti nella massima serie inglese.
Il Liverpool allunga, dunque, a +8 sul City rimanendo imbattuto in trasferta e confermando il grande feeling lontano da Anfield trovando per la settima volta nelle ultime otto gare fuori casa due o più gol. Grande rammarico, invece, per il Southampton che resta ultimo a quota 4 punti.
POKER DEL TOTTENHAM A ETIHAD, ARSENAL SUL VELLUTO
Shock a Etihad: il Tottenham ne fa 4 al Manchester City senza prenderne rifilando ai campioni in carica la quinta sconfitta consecutiva, la terza in campionato, dato mai registrato nell’era Guardiola.
I Citizens, orfani anche di Kovacic oltre che di Ruben Dias, Doku, Rodri e Bobb, si ritrovano sotto di due dopo appena 20 minuti (in casa non accadeva dal dicembre 2010 nel match contro l’Everton) complice la doppietta di James Maddison che per due volte fa perdere le proprie tracce a Stones capitalizzando gli assist di Kulusevski prima e Son poi, diventando il primo calciatore Spurs a segnare nel giorno del proprio compleanno dopo Eriksen nel 2016, anche in quel caso contro i blu mancuniani. L’ex Leicester arriva, così, a toccare quota 5 gol e 3 assist in questo campionato, nessun compagno di squadra ha fatto meglio complessivamente.
L’undici di casa prova a scuotersi con i tentativi di Savinho e Foden, ma un City così scollegato e in evidente difficoltà sotto l’aspetto attitudinale mai si era visto sotto la gestione di Pep (come da lui stesso ammesso nel post-gara), tant’è che a inizio ripresa arriva come una mannaia lo 0-3 di Pedro Porro, acquistato nel 2019 ma mai impiegato dagli Sky Blues, che finalizza il tocco arretrato di Solanke in seguito a una delle innumerevoli ripartenze ospiti. Il definitivo 0-4 lo sigla Brennan Johnson (quinto centro in Premier League anche per lui) che deposita in porta il cross basso di Werner, a sua volta imbeccato dal grossolano errore di Grealish a metà campo (uno dei tanti commessi dal City).
Interrotta, dunque, la striscia di 35 risultati utili interni consecutivi dei Guardiola boys (l’ultimo K.O. risaliva al 12 novembre 2022 1-2 vs Brentford), ma non basta questo per fotografare il loro periodo nero: erano 4 anni, infatti, che un avversario non realizzava almeno 4 reti a Etihad in campionato (24 settembre 2020 vs 2-5 vs Leicester), e 3 che i beniamini di casa non andavano in gol perdendo davanti al proprio pubblico (30 ottobre 2021 0-2 vs Crystal Palace).
La crisi sembra più seria del previsto, ma già martedì contro il Feyenoord in Champions League servirà una vittoria prima di catapultarsi nell’inferno di Anfield domenica prossima per tenere aperto il discorso titolo e non scivolare addirittura a -11 dalla vetta. Torna a sorridere, invece, l’undici di Postecoglou che riscatta alla grande la sconfitta pre-sosta con l’Ipswich, confermandosi una mina vagante, totalmente imprevedibile e priva di mezze misure (il solo pareggio a fronte dei 18 impegni stagionali lo testimonia), oltre che miglior attacco del torneo con ben 27 gol realizzati.
Torna a brillare l’Arsenal con un Odegaard finalmente a pieno regime (60 passaggi completati sui 67 tentati di cui 6 che danno il là a occasioni da gol), il rientrante Calafiori e un ormai inedito Gabriel Jesus al centro dell’attacco in sostituzione di Havertz, sopperendo alla grande alla pesante assenza di Rice in mezzo al campo.
I Gunners seppelliscono di tiri quella che fino a due turni fa poteva essere tranquillamente considerata la squadra rivelazione del campionato: il Nottingham. 19 quelli totali, 11 quelli prodotti nel primo tempo, di cui 10 a cura di Bukayo Saka (quarta volta in stagione, nessun altro tranne Palmer è riuscito a farlo per più di due) che sblocca la sfida al 15′ in seguito a un brillante scambio al limite con Odegaard (questa combo mancava addirittura da febbraio).
Come se non bastasse al 52′ l’esterno inglese sfodera anche l’ottavo assist in campionato apparecchiando la tavola per il bolide destro da fuori di Thomas Partey, secondo centro nel torneo, che non lascia scampo a Sels. Dopo il raddoppio Arteta, in vista della trasferta infrasettimanale di Lisbona contro lo Sporting in Champions League, inserisce qualche seconda linea tra cui Sterling e Nwaneri che all’86’ confezionano il definitivo 3-0 permettendo all’inglese classe 2007 di diventare il secondo calciatore più giovane nella storia dell’Arsenal ad andare in gol (17 anni e 247 giorni) dopo Fabregas (17 anni e 113 giorni nel 2004 vs Blackburn).
L’Arsenal riprende, dunque, la propria marcia dopo aver raccolto la miseria di 2 punti nelle precedenti 4 giornate, mentre il Forest incassa la seconda sconfitta consecutiva, ancora con tre gol al passivo dopo quelli concessi in casa al Newcastle nell’ultimo turno, perdendo anche parte di quell’aura mistica che lo aveva portato al terzo posto nelle precedenti settimane.
CHELSEA CORSARO AL KING POWER STADIUM, IL BRIGHTON CONTINUA A STUPIRE
Prosegue la sua marcia verso la redenzione il Chelsea che passa anche al King Power Stadium centrando la sesta vittoria in campionato, la quarta fuori casa.
I Blues dell’ex Maresca martellano sin dai primi istanti di gara sbloccando il risultato al quarto d’ora sfruttando sia l’infortunio di Winks che l’ennesima incertezza di Faes, troppo lento nel tentativo di rinvio, sfruttata da vero rapace d’area da Nicolas Jackson che batte Hermansen con un tocco di esterno destro, firmando il settimo gol in campionato, il quinto lontano da Stamford Bridge (più 2 assist, nessuno ha fatto meglio fuori dalle mura amiche), nonché il 21esimo su azione dall’inizio della precedente stagione. Solamente Haaland e Watkins ne hanno fatti di più.
Le Foxes ci provano con McAteer nel finale di primo tempo, ma i padroni del campo sono nettamente gli ospiti che collezionano e cestinano svariate palle gol, quantomeno fino al 75′, minuto in cui il raddoppio diventa realtà grazie a Enzo Fernandez, a secco dal 12 febbraio, che spinge di testa in porta la corta respinta di Hermansen sul tentativo aereo di Jackson. Nel finale c’è spazio solamente per il fallo in area di Lavia su Decordova-Reid che provoca il penalty trasformato a tempo scaduto da Ayew, il cui centro nel recupero questa volta non porta punti ai suoi.
I blu di Londra confermano, dunque, il terzo posto, mentre il sesto K.O. nel torneo costa caro a Steve Cooper, sollevato dall’incarico dopo appena 14 gare da allenatore del Leicester. La squadra viene momentaneamente affidata a Ben Dawson.
Vince ancora il Brighton che bissa (anche in termini di risultato) il successo pre-sosta contro il Manchester City tenendo il passo di Chelsea e Arsenal nelle zone nobili della classifica.
I Seagulls mettono in discesa l’impervia trasferta al Vitality Stadium al primo tentativo: al 4′ Rutter costringe alla respinta Kepa con un diagonale mancino da fuori area sulla quale si fionda Joao Pedro che ripaga la fiducia di Hurzeler dopo essere stato il mattatore da subentrato della rimonta ai danni dei Citizens, siglando il quarto centro in questa annata.
Il Bournemouth prova a reagire ma le polveri di Kluivert ed Evanilson si rivelano bagnate, e al 49′ è ancora l’attaccante brasiliano del Brighton a prendersi la ribalta sfoderando un visionario assist (29 coinvolgimenti diretti in gol in 46 presenze con i Seagulls) che mette Mitoma a tu per tu con Kepa con annessa finalizzazione di prima per lo 0-2 del giapponese, al secondo acuto in campionato.
Proprio quando tutto sembrava sotto controllo il Brighton rischia di buttarsi via con il rosso diretto sventolato in faccia a Baleba dal direttore di gara Attwell per un tanto inutile quanto pericoloso intervento ai danni di Kerkez all’altezza della metà campo. Sull’onda lunga della superiorità numerica le Cherries aumentano i giri del motore riuscendo ad accorciare le distanze al 93′ con Brooks e andando a un passo dal 2-2 al 97′ con il bolide di Semenyo che impatta sulla traversa perdendosi sugli spalti.
Bravo e fortunato, dunque, il Brighton che nel prossimo turno potrebbe dare continuità all’ottimo momento sfruttando il match interno con il Southampton. Seconda sconfitta di fila, invece, per la banda Iraola, che torna a perdere in casa dopo più di due mesi.
BARKLEY SALVA IL VILLA, WEST HAM: FINALMENTE UN PO’ D’ORGOGLIO
Non riesce più a vincere l’Aston Villa, lontano dai tre punti dal 22 ottobre, dal 19 in campionato e momentaneamente ottavo a pari punti con Tottenham e Nottingham.
Il match del Villa Park contro il Crystal Palace inizia subito in salita per i padroni di casa che vanno sotto dopo appena quattro minuti: Mateta sfrutta il pessimo allineamento della retroguardia di Emery per mandare in porta da centrocampo il velocissimo Sarr che non ha problemi a superare Martinez nell’uno contro uno tornando a segnare in Premier League dopo 3 anni (l’ultimo centro risaliva al 20 novembre 2021 con la maglia del Watford). I Villans ci mettono un po’ per assorbire il duro colpo, riuscendo a pervenire al pareggio dopo più di mezz’ora grazie al sesto acuto in campionato del solito Watkins, bravo a sfruttare l’imbucata di McGinn superando l’uscita bassa di Henderson, arrivando a toccare quota 50 coinvolgimenti diretti in gol nello stadio di casa (35 reti e 15 assist, superato il record di Agbonlahor, 49).
Pochi minuti dopo Bailey colpisce una traversa e successivamente viene atterrato in area da Hughes: l’arbitro Robinson accorda il rigore tramite revisione Var, ma Tielemans fallisce dagli undici metri (settimo errore in carriera, l’ultimo in Premier League risaliva al 12 novembre 2022 con la maglia del Leicester contro il West Ham). Sulla successiva ripartenza alimentata ancora dalla velocità di Sarr arriva il nuovo vantaggio delle Eagles firmato dal nordirlandese classe 2003 Devenny, che diventa il settimo calciatore più giovane ad andare a referto nella storia del Palace.
La ripresa si anima verso il finale: al 77′ Barkley, al rientro dopo un mese, riprende da dove aveva lasciato, ovvero con un gol, svettando sul corner di Tielemans, e due minuti più tardi Schlupp colpisce il palo facendo sfiorare ai londinesi il colpaccio esterno.
Due punti nelle ultime quattro giornate, dunque, per l’undici di Birmingham che quantomeno pone fine alla striscia di 4 sconfitte consecutive in tutte le competizioni. Punto prezioso, invece, per la squadra di Glasner, che scivola però in penultima posizione visto il successo del Wolverhampton.
Grande sorpresa nel monday night di giornata: un West Ham apparentemente senz’anima espugna St. James’ Park (l’ultima volta risaliva al 2021, 2-4 in quel caso), sfruttando anche la serata no degli attaccanti del Newcastle.
Isak, a cui la Toon Army dedica una splendida coreografia a inizio gara, prima vede annullarsi il gol del vantaggio per un leggero fuorigioco, poi non inquadra la porta a tu per tu con Fabianski cestinando il possibile 1-0, e anche in questo caso l’entità calcio fa pagare dazio ai Magpies. Gli Hammers, infatti, passano in vantaggio al primo tiro in porta del loro match con Soucek, a secco dal 28 settembre, che prende il tempo all’intera difesa di casa sul corner calciato da Emerson Palmieri.
L’undici di Howe comunque non demorde e, nonostante le esclusioni di Tonali e Barnes e anche grazie al prezioso rientro di Callum Wilson, vanno svariate volte vicini all’1-1, specie con Gordon, miracolosamente murato in due occasioni diverse da Fabianski. Al 53′ arriva il gol che taglia definitivamente le gambe ai padroni di casa: Wan-Bissaka spedisce in porta l’assist di tacco di Bowen siglando la sua prima rete con il club londinese, mettendo, di fatto, i tre punti in cassaforte.
Il Newcastle torna a perdere, dunque, dopo due vittorie consecutive che sembravano aver ridato fiducia e continuità, incassando il secondo K.O. interno del campionato, l’altro era arrivato il 19 ottobre con il Brighton (0-1). Lopetegui, invece, ritrova il successo dopo un mese: ora la speranza è che possa riuscire finalmente a far rendere una squadra dall’enorme potenziale ancora inespresso.
AMARO L’ESORDIO DI AMORIM, IL WOLVERHAMPTON NE FA QUATTRO. POCHE EMOZIONI A GOODISON PARK
Non va oltre il pareggio il nuovo Manchester United di Amorim a Portman Road, nonostante il vantaggio lampo griffato Marcus Rashford al 2′ che fa del tecnico portoghese l’unico insieme a Moyes nel 2002 alla guida dell’Everton a poter godere di una rete dei suoi nei primi 120 secondi di gioco alla prima uscita.
Nonostante il digiuno da gol interrotto dopo due mesi in campionato da parte dell’attaccante inglese, i Red Devils soffrono maledettamente le incursioni dell’Ipswich, con Onana costretto a due miracoli, di cui uno incredibile su Delap a tu per tu. Il pari dei Tractor Boys arriva comunque prima dell’intervallo grazie al primo centro in carriera in Premier League del 2003 Omari Hutchinson, bravissimo a girare in porta un potente mancino (quarta realizzazione da fuori area per i ragazzi di McKenna, solamente City e Nottingham ne hanno fatti di più) leggermente deviato da Mazraoui.
Nella ripresa accade poco o nulla e l’1-1 finale certamente soddisfa più i padroni di casa che diventano, però, la sesta neopromossa nella storia a non aver vinto nessuna delle prime sei gare casalinghe in campionato. Ad Amorim, invece, servirà tempo per implementare tutti i suoi concetti, specie la linea a tre.
Secondo successo consecutivo per il Wolverhampton che bissa il 2-0 sul Southampton pre-sosta con un sonoro 1-4 inflitto al Fulham a domicilio, nonostante lo svantaggio iniziale firmato Iwobi, abilissimo nel metterla sotto la traversa da fuori area.
La risposta dei Wolves è affidata a Matheus Cunha che si scatena: al 31′ la pareggia concretizzando il passaggio vincente di Lemina, al 53′ manda in gol Joao Gomes e all’87’ la chiude con uno splendido arcobaleno di destro dal limite arrivando a quota 7 gol in questo campionato, 20 totali in Premier League, di cui 14 in trasferta. Nel recupero c’è spazio anche per il primo centro dopo due anni nel massimo campionato inglese di Gonçalo Guedes.
Per la prima volta da inizio stagione la squadra di O’Neil si trova fuori dalla zona rossa, mentre quella di Marco Silva vede stroncata la possibilità di inserirsi concretamente nella zona Europa.
Terzo pareggio nelle ultime quattro giornate, il secondo consecutivo per 0-0, dell’Everton che non riesce a superare un coriaceo Brentford rimasto in dieci dal 41′ per il rosso diretto inferto via revisione Var dal direttore di gara Kavanagh a Norgaard per un intervento scomposto ai danni di Pickford.
I Toffees ci provano nella ripresa specie con Calvert-Lewin e Beto ma prima Flekken e poi Pinnock sbarrano la strada e garantiscono alle Bees il primo punto stagionale in trasferta, a fronte dei 16 raccolti in casa. L’undici di Dyche, invece, vede ridotto a due punti il vantaggio sul terzultimo posto.
Top & Flop
TOP
1) James Maddison – Doppietta dal peso specifico incalcolabile in faccia ai campioni in carica che spiana la strada al largo successo del Tottenham. Stones di lui vede solo il numero di maglia, sia in inserimento che in dribbling. Come direbbero da quelle parti “Astonishing”.
2) Matheus Cunha – Due gol e un assist per risollevare i Wolves da una situazione di classifica sicuramente poco consona alla qualità della squadra. Lo stop che porta al primo gol è strabiliante, l’1-3 è una pennellata d’autore.
3) Enzo Fernandez – Probabilmente una delle sue migliori prestazioni in campionato con la maglia del Chelsea. In campo è ovunque, fornisce l’assist per lo 0-1 a Jackson e chiude al 75′ una sfida dominata che avrebbe potuto complicarsi nel finale.
P.S. Più che degna menzione d’onore per Salah e Saka, non inseriti causa ridondanza, mattatori delle vittorie delle rispettive squadre.
FLOP
1) John Stones – Guardiola lo sostituisce all’intervallo causa giramenti di testa provocati non solo da Maddison, ma da tutti gli attaccanti Spurs. Sottotono come la maggior parte dei propri compagni, certamente lontano parente di quel calciatore in grado anche di affiancare Rodri nel 3+2 ormai un anno fa.
2) Christian Norgaard – Rischia di compromettere l’ordinata partita dei suoi con un intervento insensato su Pickford. Certamente un avvenimento episodico per il capitano delle Bees, costretto a saltare i prossimi impegni con Leicester e Aston Villa.
3) Flynn Downes – L’inconcepibile rinvio sui piedi di Szoboszlai che porta allo 0-1 ha quasi del comico. Così come gli errori dei suoi compagni McCarthy e Sugawara che boicottano l’eroica partita del Southampton. Tra questi a finire in Flop 3 è il numero 4, non nuovo a questo tipo di svarioni.
Classifica e prossimo turno
1 |
Liverpool |
31 | 12 | 10 | 1 | 1 | 24:8 | +16 |
2 | Manchester City | 23 | 12 | 7 | 2 | 3 | 22:17 | +5 |
3 |
Chelsea |
22 | 12 | 6 | 4 | 2 | 23:14 | +9 |
4 |
Arsenal |
22 | 12 | 6 | 4 | 2 | 21:12 | +9 |
5 |
Brighton |
22 | 12 | 6 | 4 | 2 | 21:16 | +5 |
6 |
Tottenham |
19 | 12 | 6 | 1 | 5 | 27:13 | +14 |
7 |
Nottingham Forest |
19 | 12 | 5 | 4 | 3 | 15:13 | +2 |
8 |
Aston Villa |
19 | 12 | 5 | 4 | 3 | 19:19 | 0 |
9 | Fulham | 18 | 12 | 5 | 3 | 4 | 17:17 | 0 |
10 | Newcastle | 18 | 12 | 5 | 3 | 4 | 13:13 | 0 |
11 | Brentford | 17 | 12 | 5 | 2 | 5 | 22:22 | 0 |
12 |
Manchester United |
16 | 12 | 4 | 4 | 4 | 13:13 | 0 |
13 |
Bournemouth |
15 | 12 | 4 | 3 | 5 | 16:17 | -1 |
14 |
West Ham |
15 | 12 | 4 | 3 | 5 | 15:19 | -4 |
15 |
Everton |
11 | 12 | 2 | 5 | 5 | 10:17 | -7 |
16 |
Leicester |
10 | 12 | 2 | 4 | 6 | 15:23 | -8 |
17 |
Wolverhampton |
9 | 12 | 2 | 3 | 7 | 20:28 | -8 |
18 |
Ipswich Town |
9 | 12 | 1 | 6 | 5 | 13:23 | -10 |
19 |
Crystal Palace |
8 | 12 | 1 | 5 | 6 | 10:17 | -7 |
20 |
Southampton |
4 | 12 | 1 | 1 | 10 | 9:24 | -15 |
Prossimo turno:
Venerdì 29 novembre
Brighton 21:00 Southampton
Sabato 30 novembre
Wolverhampton 16:00 Bournemouth
Crystal Palace 16:00 Newcastle
Nottingham Forest 16:00 Ipswich
Brentford 16:00 Leicester
West Ham 18:30 Arsenal
Domenica 1 dicembre
Chelsea 14:30 Aston Villa
Tottenham 14:30 Fulham
Manchester United 14:30 Everton
Liverpool 17:00 Manchester City
Premier League
UFFICIALE Tottenham, operato Vicario. Stop lungo
Tottenham, è ufficiale: il portiere Guglielmo Vicario è stato operato alla caviglia: ecco quali saranno i tempi di recupero.
Brutte notizie per il Tottenham, che si avvicina alla partita di Europa League contro la Roma dopo la vittoria contro il Manchester City, il 4-0 conquistato all’Etihad.
Il portiere titolare Guglielmo Vicario, grande protagonista della partita contro il City, ha riportato un infortunio alla caviglia ed è stato sottoposto ieri a un intervento chirurgico.
Lo stesso giocatore ha confermato di aver giocato tutta la partita con la caviglia rotta: “”.
Il comunicato ufficiale del club ha confermato la notizia: “Possiamo confermare che Guglielmo Vicario è stato operato oggi per una frattura alla caviglia destra. Il nostro staff medico valuterà i tempi di recupero e quando potrà tornare ad allenarsi”.
Tottenham, quando può tornare Vicario?
Per il portiere degli Spurs si prospetta un’assenza prolungata: con tutta probabilità 3 mesi di stop. E non si tratta dell’unica assenza confermata in occasione della sfida contro la Roma: non ci saranno nemmeno Van de Ven e Richarlison.
Premier League
Manchester United, Amorim furioso: chi può partire a Gennaio
Il Manchester United, alla prima in panchina di Ruben Amorim, non va oltre il pari (1-1) in casa dell’Ipswich neo-promosso.
Comincia male l’esperienza sulla panchina del Manchester United di Ruben Amorim. I Red Devils hanno sciorinato una prova opaca, avulsa e inconsistente. Era ovvio che le idee del tecnico portoghese e il suo nuovo sistema di gioco avrebbero richiesto tempo per attecchire, ma alcune cose lo hanno reso davvero “frustrato”.
Manchester United, i primi “epurati” di Amorim
Espressione letterale usata da Owen Hargreaves, ex-calciatore e oggi commentatore sportivo per conto di Sky Sports UK. Hargreaves, che si trovava a bordo campo al fianco del tecnico lusitano, lo ha definito “veramente frustrato” a causa della prestazione e dell’applicazione di alcuni giocatori. L’edizione odierna del Daily Mail fa anche i nomi dei bersagli dell’invettiva, ovvero Dalot, Rashford e gli ex-“italiani” Zirkzee e Hojlund.
Il laterale portoghese è stato impiegato dapprima come braccetto di destra (Amorim ha riproposto il 3-4-2-1 che è stato il suo marchio di fabbrica in Portogallo) e poi da esterno sinistro che viene dentro il campo. L’inglese è invece partito da prima punta, con Zirkzee ed Hojlund entrambi in panchina. Rashford ha segnato ma il suo apporto complessivo alla partita è stato miserrimo, mentre gli altri due hanno avuto un ingresso insufficiente.
Nel Manchester United è prevista una vera e propria rivoluzione, se non già a Gennaio sicuramente a Giugno. Al di là di quanto Amorim reputi la rosa dello United adatta al suo gioco, lo spogliatoio dei Red Devils ha la fama di fagocitare allenatori in serie. E’ nell’interesse del nuovo allenatore potare alla svelta i rami secchi, in modo tale da avere giocatori disposti a credere nel suo calcio sia a livello tecnico che professionale.
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