Il Championship è universalmente considerato il più probante fra i campionati cadetti, ma quanta differenza c’è con la Premier League?
Il sipario sull’annuale stagione di Premier League è stato calato e a salutare la massima serie inglese sono le stesse squadre che si erano contraddistinte come i volti nuovi della scorsa estate. Ovvero il Luton Town, il Burnley e lo Sheffield United.
Tre squadre che hanno fatto abbastanza male, molto più di quanto dica la classifica se consideriamo che il Nottingham Forest (che ha chiuso a +6 sulla salvezza) ha ricevuto 4 punti di penalizzazione.
Tre squadre che, inoltre, hanno sciorinato e riscritto anche una serie di record negativi. Soprattutto lo Sheffield, ultimo con 16 punti, per il quale prendo in prestito le parole del nostro Alessandro Falzano e della sua consueta rubrica stagionale sulla Premier League:
❝Le Blades, invece, stabiliscono un nuovo record negativo: nessuno prima d’ora aveva mai incassato 104 reti in un campionato. Superato lo Swindon stagione 1993-94 che si fermò a quota 100. Sventato, quantomeno, il record negativo di punti appartenente al Derby County: realizzato nella stagione 2007-08 e pari a 11 punti.❞
Da canto suo, il Luton (con i suoi 26 punti) ha fatto registrare il record negativo di punti per una terzultima classificata nella storia della Premier League. E anche il Forest, al netto della sopracitata penalizzazione, ha fatto altrettanto. 32 punti, infatti, sono la soglia salvezza più bassa di sempre.
Se da Luton e Sheffield era lecito aspettarsi un campionato del genere, vista la campagna acquisti accidentata e non all’altezza della categoria che hanno condotto, diverso è il discorso del Burnley. La squadra di Kompany è infatti 12esima per spesa sul mercato ed è anche l’ottava per saldo negativo fra entrate e uscite in stagione.
Il Burnley è anche la peggior squadra della scorsa Premier League per il rapporto fra la spesa sul mercato e il piazzamento finale in classifica. 111 milioni spesi per 11 giocatori nuovi. Tanti, probabilmente troppi, ma è esemplificativo di quanto sia difficile per una squadra di Championship reggere il salto di qualità.
Basti pensare che il Nottingham Forest ha speso oltre 130 milioni quest’anno (nona squadra della Premier per spese stagionali) e quasi 200 nella scorsa. In quel caso fu addirittura la terza a spendere di più, dietro soltanto a Chelsea e Manchester United. In generale, da quando è tornata nella massima serie inglese, il Nottingham è l’ottava squadra per soldi spesi sul mercato. Eppure, in questo biennio, ha accumulato appena 70 punti.
L’aristocrazia della Premier League è un qualcosa di solido ed estremamente solidificato nel tempo e proprio per questo è difficilissimo da scalfire. La dura legge del capitalismo impone che più a lungo qualcuno detiene una ricchezza e più difficile sarà togliergliela, sottraendola a tutti gli altri. Lo status consolidato di una squadra abituata a giocare con continuità in Premier è un qualcosa con cui è complesso avere a che fare.
Aggiornato al 21/05/2024 19:49
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