Premier League
La Premier League ci riprova: nasce Bill, l’ente regolatore del calcio inglese
Lo scorso Febbraio, il Governo Britannico ha decretato la nascita contestuale di Bill e dell’IFR: cosa sono e come cambia la Premier League.
So cosa state pensando, e la risposta è no. “Bill” non è un nome proprio di persona, né tantomeno l’ennesimo inefficiente assistente virtuale. In inglese “Bill” significa valuta, banconota, denaro. Per la sua vocalità si presta bene a fungere da riassunto per il Football Governance Bill: legiferato lo scorso Febbraio dal Governo Britannico.
Nasce l’ente regolare indipendente della Premier League
Norma che si può tradurre con “Regolamentazione del denaro calcistico” o qualcosa del genere. Implementata nell’ottica del controllo statale che il governo britannico sta cercando di esercitare sulla Premier League, come vi avevo accennato in questo editoriale pilota che vi consiglio di recuperare qualora non lo aveste ancora letto.
Il punto focale del documento redatto dal parlamento inglese è l’introduzione dell’IFR. Acronimo che sta per Independent Football Regulator (letteralmente “Regolatore Indipendente del Calcio“) e che avrà come compito principale quello di (cito testualmente dal documento governativo) “assicurarsi che il calcio sia sostenibile e resiliente, a beneficio dei sostenitori e delle comunità locali di tifosi legate ai servizi sportivi dei club“.
E’ doveroso ricordare come il PSR sia una riforma implementata da poco e che versa ancora in una fase embrionale. Sebbene la volontà anti-liberale del governo inglese sia veramente meritevole di encomio, è altrettanto chiaro come quest’ultimo stia ancora cercando di capire come gestire tutto al meglio.
Il “caso Leicester” fa giurisprudenza
Molte squadre inglesi, nell’arco degli ultimi giorni, hanno reso pubblici i propri bilanci annuali, dandoci così la possibilità fare una stima delle loro perdite. Fra queste il Leicester è indubbiamente la squadra messa peggio, con 182 milioni di debiti. Seguono a ruota Aston Villa (120 milioni), Chelsea (90 milioni), Everton (89 milioni), Newcastle e Nottingham Forest (73 milioni) e infine il Wolverhampton con 67 milioni.
Una delle critiche maggiormente mosse, anche a ragion veduta a mio parere, da molti opinionisti calcistica alla gestione del Financial Fair Play é il modo in cui sta contribuendo ad aumentare la forbice fra le big six e le altre squadre della Premeir League. Perché è vero che il Tottenham (per fare un esempio) ha registrato perdite per 87 milioni di sterline, che lo farebbero rientrare di diritto in questa classifica, ma è altrettanto vero che (come tutte le big six) può contare su entrate impareggiabili che bilanciano il tutto.
Motivo per il quale squadre come l’Arsenal, il Liverpool e il Manchester United non stanno venendo toccate dalla riforma, gettando più di qualche dubbio sulla reale capacità del PSR di “riequilibrare” il calcio inglese. Fra le note liete di questo provvedimento c’è stato sicuramente lo stop alle cosiddette “sponsorizzazioni fantasma” che hanno ridimensionato le ambizioni del Newcastle ed evitato una sorta di “Manchester City-bis” (vero spauracchio della Premier League) oltre ovviamente al “processo del secolo” contro i citizens.
PSR già obsoleto? Idea “Luxury Tax“
Checché ne strillino i liberali, regolare il calcio inglese era necessario oltre che impellente. Le premesse sono anche buone, ma permangono alcune perplessità sulla gestione di determinate situazioni. Come la gestione del caso Everton, tanto per fare un esempio, che ha visto la propria penalizzazione decurtata da dieci a sei punti senza un’apparente ragione.
A tal proposito, la Premier League starebbe già valutando in futuro di sostituire il difettoso PSR con una Luxury Tax. Nella bozza della proposta si parla genericamente di “punizioni finanziarie” (una sorta di “multa”) che diverrebbe via via sempre più corposa man mano che i club incriminati infrangono le regole.
La punizione dovrebbe variare da una cospicua multa in denaro a restrizioni sul mercato, o entrambe nei casi più gravi. I ricavi derivanti da questa sorta di penalizzazione economica verrebbero poi distribuiti fra i club con i conti in regola, in modo tale che chi infrange le regole non solo ne debba pagare le conseguenze ma addirittura finirebbe per fare un favore indiretto ai propri competitor.
Premier League
Manchester United, Amorim furioso: chi può partire a Gennaio
Il Manchester United, alla prima in panchina di Ruben Amorim, non va oltre il pari (1-1) in casa dell’Ipswich neo-promosso.
Comincia male l’esperienza sulla panchina del Manchester United di Ruben Amorim. I Red Devils hanno sciorinato una prova opaca, avulsa e inconsistente. Era ovvio che le idee del tecnico portoghese e il suo nuovo sistema di gioco avrebbero richiesto tempo per attecchire, ma alcune cose lo hanno reso davvero “frustrato”.
Manchester United, i primi “epurati” di Amorim
Espressione letterale usata da Owen Hargreaves, ex-calciatore e oggi commentatore sportivo per conto di Sky Sports UK. Hargreaves, che si trovava a bordo campo al fianco del tecnico lusitano, lo ha definito “veramente frustrato” a causa della prestazione e dell’applicazione di alcuni giocatori. L’edizione odierna del Daily Mail fa anche i nomi dei bersagli dell’invettiva, ovvero Dalot, Rashford e gli ex-“italiani” Zirkzee e Hojlund.
Il laterale portoghese è stato impiegato dapprima come braccetto di destra (Amorim ha riproposto il 3-4-2-1 che è stato il suo marchio di fabbrica in Portogallo) e poi da esterno sinistro che viene dentro il campo. L’inglese è invece partito da prima punta, con Zirkzee ed Hojlund entrambi in panchina. Rashford ha segnato ma il suo apporto complessivo alla partita è stato miserrimo, mentre gli altri due hanno avuto un ingresso insufficiente.
Nel Manchester United è prevista una vera e propria rivoluzione, se non già a Gennaio sicuramente a Giugno. Al di là di quanto Amorim reputi la rosa dello United adatta al suo gioco, lo spogliatoio dei Red Devils ha la fama di fagocitare allenatori in serie. E’ nell’interesse del nuovo allenatore potare alla svelta i rami secchi, in modo tale da avere giocatori disposti a credere nel suo calcio sia a livello tecnico che professionale.
Premier League
Manchester United, Amorim: “Zirkzee un problema, a questo livello non si possono allenare le scelte”
E’ subito polemica in casa Manchester United dopo il pareggio di ieri contro l’Ipswich. Il nuovo tecnico, Ruben Amorim, critica l’ex del Bologna Zirkzee.
Dopo il pareggio di ieri, 1-1 in casa dell’Ipswich Town, sono scoppiate polemiche in casa Manchester United tra il nuovo tecnico dei Red Devils, Ruben Amorim, e l’ex giocatore del Bologna Joshua Zirkzee: colpevole di non sfruttare i cross che piovono in aerea di rigore. Polemiche anche sul minutaggio: appena 25 minuti.
Manchester United, è subito polemica Amorim-Zirkzee
E’ subito polemica nel day after di Ipswich Town-Manchester United, dove i Red Devils ora guidati da Ruben Amorim sono stati fermati 1-1 al Portman Road dai padron di casa dell’Ipswich.
Il tecnico dello United ha soprattutto rimproverato l’ex giocatore del Bologna Joshua Zirkzee, reo di non saper sfruttare i cross che sono piovuti nell’aerea di rigore avversaria.
“Josh deve capire che deve entrare in area per sfruttare i cross“, ha dichiarato l’allenatore portoghese in conferenza stampa dopo il match contro l’Ipswich.
Poi ha fatto un discorso più generale sul rendimento della sua squadra: “Non puoi allenare a fare le scelte giuste, non a questo livello. E questo è un problema. Devi sapere tener palla e capire quando è il momento giusto per giocarla, avere il tempo del gioco. E a volte ho la sensazione che non riusciamo a tenerla e la spediamo avanti non perché sia giusto farlo ma perché non riusciamo a gestire il possesso”.
Infine, è tornato sempre su Zirkzee e su suoi scialbi 25 minuti di gioco “Ad esempio è successo verso la fine della partita, ci siamo ritrovati con due attaccanti che giravano attorno all’area invece di riempirla. Josh deve capire che deve andare dentro l’area per permettere di far arrivare i cross. Dobbiamo capire che c’è un momento giusto per fare delle cose e un momento per farne altre, e in questo momento facciamo cose non al momento giusto. Sento parlare di sistema, di 3-4-3, ma non è questa la chiave, lasciamo perdere il modulo, è la comprensione del gioco e di cosa fare quello su cui dobbiamo crescere, e tanto” ha concluso.
Premier League
Liverpool, Salah: “Non so nulla del rinnovo. Arabia? Penso alla squadra”
L’attaccante del Liverpool Mohamed Salah si dice deluso per non aver ancora ricevuto la proposta di rinnovo e al momento non pensa alle offerte arabe.
Autore di una doppietta che ha permesso al Liverpool di battere 3-2 il Southampton nell’ultimo turno di Premier League, Mohamed Salah resta l’uomo copertina di una squadra che ha avuto il cosiddetto ricambio generazionale negli ultimi anni ma che non può fare a meno di colonne come l’egiziano o Virgil van Dijk su tutti.
L’ex Roma ha scritto pagine memorabili della storia dei Reds, contribuendo a suon di gol e accelerazioni micidiali a vincere una Champions League, una Premier League, una Supercoppa Europea, una FA Cup, due Coppe di Lega e un Community Shield. Autore fin qui di 165 reti in 262 partite, è il miglior marcatore della storia del club. Eppure non si sa se il suo contratto (in scadenza nel 2025) verrà rinnovato.
Liverpool, nessuna novità sul rinnovo di Mohamed Salah
Salah ha espresso tutto il suo dispiacere sulla propria situazione contrattuale: “Siamo quasi a dicembre e non ho ancora ricevuto nessuna proposta di rinnovo. Quindi forse sono più fuori che dentro… Sono qui da molti anni e nessun club è come questo, ma non dipende tutto da me” ha riportato il Liverpool Echo.
“È quasi dicembre e non so ancora niente sul mio futuro. Io amo i tifosi e loro amano me, ma non decidiamo noi. Ora aspettiamo e vediamo: di sicuro è deludente non aver avuto ancora nemmeno una proposta. Le offerte dall’Arabia? Non voglio parlarne, sono concentrato solo sulla squadra“.
“Ritiro? Non vedo così vicino il giorno del mio addio dal calcio, penso a giocare. Quest’anno puntiamo a vincere la Premier e la Champions. Ad ora sono deluso ma resto professionale, tutti conoscono la mia etica del lavoro. Voglio continuare al massimo più a lungo che posso, darò il meglio perché sono fatto così e poi vedremo cosa accadrà” ha concluso Salah.
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