Premier League
Lopetegui peggio di Fonseca: inizio shock e panchina già a rischio
Julen Lopetegui è finito nel mirino dei tifosi del West Ham per un avvio di stagione ampiamente insufficiente e la sconfitta interna (0-3) con il Chelsea.
La rivoluzione giochista di Lopetegui (per ora) non ha ancora attecchito al London Stadium. Il cambio pelle voluto dalla proprietà degli Hammers è certamente profondo, desideroso di tempo e lavoro. Tuttavia, la sensazione è che la rosa del West Ham stia naturalmente rigettando il cambio di paradigma.
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West Ham, crisi senza fine: peggior avvio di sempre
Nella parte orientale della Capitale inglese questo avvio di campionato ha i connotati del déjà vu. Il West Ham è storicamente una squadra abituata a lottare con le unghie e con i denti per mantenere la categoria, soltanto negli ultimi anni (e con l’avvento in panchina del Moyes-bis) lo status dei londinesi è radicalmente cambiato. Infatti, già nell’estate del 2019 la dirigenza provò a cambiare il volto alla squadra.
Fuori proprio David Moyes, reduce da due salvezze tranquille, e dentro “l’ingegnere” Manuel Pellegrini. Un esteta del gioco e un profeta del calcio totale, assunto proprio con lo scopo dichiarato di traghettare gli Hammers verso una dimensione di maggior protagonismo. Ancora una volta una proposta calcistica propositiva e votata all’attacco viene percepita come implicitamente superiore rispetto a una pratica e accorta.
Risultato? Neanche sei mesi dopo Pellegrini fu esonerato e Moyes tornò in sella, traghettando prima la squadra a una salvezza insperata e poi a una serie di stagioni su buonissimi livelli. Nel Moyes-bis il West Ham raggiungerà due volte l’Europa. Le prime due tramite piazzamento in campionato (sesto in Premier League nel 2020/2021 e settimo nel 2021/2022) e poi nel 2023 vincendo la Conference League contro la Fiorentina.
Lopetegui peggio di Fonseca: tutti i numeri di un avvio shock
Il sesto posto conquistato dal manager britannico è il secondo migliorato risultato di sempre nella storia del West Ham in Premier League, meglio solo il quinto posto del 1998-1999. In mezzo anche una semifinale di Europa League (l’anno scorso) e il primo trofeo europeo in bacheca della loro storia.
Un periodo illuminato, che però non è stato percepito come un unicum ma come l’acquisizione di uno status superiore da parte del club. E l’assioma giochista, che recita “se ho ottenuto X con un calcio difensivo allora con un calcio offensivo otterrò almeno X+1“, si è rivelato per l’ennesima volta errato.
Nonostante una campagna acquisti estremamente dispendiosa (il West Ham è la sesta squadra inglese per soldi spesi sul mercato e la quarta per saldo negativo fra entrate/uscite) la squadra è attualmente 14esima in classifica in Premier League, avendo totalizzato appena quattro punti in cinque partite.
Lopetegui-Fonseca, destini incrociati: esonero in simultanea?
Sebbene sia legittima e fisiologica la richiesta di tempo, qualcosa non va nel West Ham (peggior avvio di sempre) e lo stesso Lopetegui non ne ha fatto mistero. Ieri, dopo il 3-0 con il quale il Chelsea di Maresca ha vinto al London Stadium una partita senza storia, il tecnico ha parlato con estrema chiarezza ai microfoni della BBC.
“Non ci sono scuse. In tutte possiamo essere più costanti. Dobbiamo essere onesti e sapere che dobbiamo migliorare, questo gruppo e i giocatori miglioreranno. L’unica cosa che dobbiamo dire ai tifosi è grazie. Dobbiamo dare loro qualcosa e l’unica cosa che puoi dare è il tuo meglio“.
Il West Ham non vince da tre partite e, in mezzo al buon pari sul campo del Fulham, sono arrivate due sconfitte nette (3-1 e 3-0) contro Manchester City e Chelsea. L’unico acuto della stagione degli Hammers rimane la bella vittoria sul campo del Crystal Palace alla seconda di campionato, ma che non basta a rivedere i giudizi.
Molti tifosi del West Ham ieri si sono scatenati sui social, chiedendo a gran voce l’esonero dell’allenatore spagnolo. Sebbene Lopetegui non venga considerato a rischio, molti media rilanciano la suggestiva immagine di un esonero quasi in simultanea per lui e Paulo Fonseca.
Accomunati non solo da un avvio di stagione ampiamente al di sotto delle aspettative e dalle critiche feroci dei tifosi delle rispettive squadre, ma anche per esser stati le due “prime scelte” della dirigenza rossonera. Un qualcosa che molti tifosi rossoneri, nelle ultime ore, non hanno certo mancato di sottolineare.
Premier League
Tottenham, Postecoglou: “Qui per fare qualcosa mai fatto prima. Solanke e Richarlison…”
L’allenatore del Tottenham Ange Postecoglou ha preso parte alla conferenza stampa pre-gara in vista dell’impegno di domani contro il Brentford.
Di seguito un estratto delle sue parole.
La conferenza di Postecoglou
Quali sono le condizioni di Richarlison?
“È parecchio lontano dal recupero, credo che dovresti smetterla di chiedermi di lui finché non ti do qualche aggiornamento. Non si è ancora allenato con noi.”
Solanke è costato tanto, ma non ha ancora segnato.
“Non lo so perché le persone sono così veloci a giudicare. È un campione limitato. Il ragazzo ha giocato meno di due partite per noi. Se è stato 15 partite senza gol allora posso rispondere a questa domanda o 15 partite in cui non ha contribuito, ma penso solo a prendere fiato, fare un po’ di yoga, pensare al mondo per un secondo e fare una valutazione dopo.
Non dobbiamo affrettarci a dare giudizi ogni volta perché l’alternativa è che potrebbe aver avuto un ottimo inizio, è in forma, ha segnato in tutte e quattro le partite, sta volando e poi attraversa un periodo come tutti gli attaccanti in cui non segna. Semplicemente non guardo queste cose. Quello che guardo è che è arrivato, si è adattato molto bene e abbastanza logicamente ha rimediato un infortunio che ha sconvolto il modo in cui voleva iniziare la sua esperienza, ma ha ancora un sacco di tempo per quello.”
Qual è il suo segreto per restare a lungo al Tottenham?
“Ogni volta che c’è un cambiamento, un cambiamento significativo, le persone si agitano. È la natura umana, in un certo senso vuoi conforto e sicurezza, ma ripeto, sono venuto qui per provare a fare qualcosa che non si faceva da un bel po’. Il mio punto di vista è – e l’ho fatto ovunque io sia andato – non puoi semplicemente pensare che il mio arrivo sia la risposta.
Devi cambiare le cose e quando ciò accade, è agitato per le persone sia internamente che esternamente, ma penso che sia una parte necessaria del tentativo di ottenere ciò di cui abbiamo bisogno.”
Premier League
Violazioni fair play finanziario: il Manchester City rischia l’esclusione da ogni competizione
Da qualche giorno è iniziata la battaglia legale che vede il Manchester City impuntato di aver violato più volte il fair play finanziario.
Sarà una sentenza storica quella che vedrà protagonista il Manchester City di Guardiola, il club è sotto accusa per aver violato il Fire play finanziario più volte tra il 2009 e il 2018.
Se il club dovesse essere condannato potrebbe essere escluso da tutte le competizioni inglesi ed internazionali.
I media inglesi stanno pronosticando uno scenario sempre più drammatico ai danni dei Citizens.
I vari club inglesi stanno seguendo con molta attenzione la vicenda legale del Manchester, infatti se fosse ritenuto colpevole, le società non si accontenterebbero di una penalizzazione ma pretenderebbero una punizione seria e severa, che non si fermerebbe alla retrocessione del club ma porterebbe all’esclusione da tutti i tornei organizzati dalla Federazione inglese e dall’Uefa.
Premier League
Rodri, l’eroe anti-social di cui il calcio ha bisogno
Nato a Madrid il 22 giugno 1996, Rodrigo Hernández Cascante, meglio noto come Rodri, è diventato uno dei protagonisti indiscussi del calcio mondiale.
A soli 28 anni, ha già vinto tutto, dalla Champions League nel 2023 all’Europeo nel 2024. Tuttavia, la sua storia non è solo una sequenza di successi, ma un viaggio di dedizione e sacrificio che merita di essere raccontato.
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Il gioco specchio dell’anima
Rodri è il riflesso di una personalità solida e disciplinata, mai una parola fuori posto, mai un comportamento scorretto. Il suo gol decisivo al 68° minuto nella finale di Champions League ha segnato una delle tappe più importanti della sua carriera, mentre la vittoria all’Europeo dell’estate successiva lo ha consacrato tra i grandi del calcio. Non è un caso che oggi sia tra i favoriti per il Pallone d’Oro, un riconoscimento che molti gli attribuiscono già come meritato.
In un’intervista rilasciata a ESPN, alla domanda se sentisse di meritare il Pallone d’Oro, Rodri ha risposto con la sua solita umiltà: “Quando cammino per strada, molte persone mi dicono che merito di vincere, e per me questa è già una vittoria.” Questa risposta sintetizza perfettamente la grandezza di Rodri: un uomo che ha scelto la semplicità e la dedizione al suo lavoro come stile di vita.
Tra libri e pallone, la doppia vita di Rodri
Se si dovesse paragonare la vita di Rodri a un personaggio cinematografico, sarebbe sicuramente Peter Parker in Spider-Man. Come il famoso supereroe, Rodri ha vissuto una doppia vita per anni, dividendo il suo tempo tra lo studio universitario e allenamenti calcistici. In una recente intervista al The Players’ Tribune, ha raccontato dei suoi esordi con il Villarreal e delle prime partite in Liga, che gli valsero la notorietà anche tra i suoi compagni di università.
La sua storia comincia con un accordo siglato con i propri genitori. “Per me il calcio era quasi come una droga,” ha spiegato Rodri, “così ho stretto un patto con i miei genitori; se volevo continuare a giocare a calcio, dovevo anche frequentare l’università. A 17 quindi anni mi sono trasferito e mi sono iscritto all’università. Il primo anno vivevo nelle residenze del Villarreal Academy, ma quando ho compiuto 18 anni mi sono trasferito negli alloggi per studenti.”
Rodri ha raccontato di come le sue giornate fossero scandite dagli allenamenti mattutini e dalle lezioni pomeridiane. La sera, mentre i suoi amici si divertivano e andavano in discoteca, lui si limitava a bere acqua frizzante prima di ritirarsi, pronto per l’allenamento del mattino successivo. “I miei amici non sapevano neanche che giocassi a calcio,” ha ricordato. “Alla fine qualcuno mi ha chiesto perché non uscissi mai con loro, e ho dovuto spiegare che avevo allenamenti al mattino. Quando l’hanno scoperto, non potevano crederci.”
Le prime comparse e le ricerche su Google
L’anno successivo, Rodri fece le sue prime apparizioni nella Liga. “I miei compagni di corso sono rimasti sbalorditi quando mi hanno visto in TV con il numero 6,” ha raccontato. Alcuni non potevano credere che fosse davvero lui, tanto che uno di loro arrivò persino a cercare il suo nome su Google per assicurarsi che non fosse uno scherzo.
Un giocatore che ama la normalità, sia in campo che nella vita. Nonostante gli aneddoti che circolano su di lui, come quello in cui si dice che arrivò in ritardo a una trasferta perché troppo concentrato sugli studi, lasciando il cellulare in modalità silenziosa e non accorgendosi della chiamata del proprio allenatore.
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