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Manchester City, si tratta per il rinnovo di Haaland

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Haaland

Il Manchester City ha deciso di voler rinnovare il contratto del suo bomber. Si lavora per rimuovere una clausola rescissoria di 150 milioni di sterline.

Nonostante questo possa essere l’ultimo anno di Pep Guardiola sulla panchina dei citizens, la società ha deciso quantomeno di voler blindare i suoi campioni: per continuare ugualmente a dominare in Inghilterra ed in Europa.

Questo è il turno del rinnovo di Erling Haaland, che attualmente ha il contratto in scadenza a giugno del 2027. Il gigante biondo sta sovrastando la Premier League e non solo, visti i 15 gol nelle prime 16 partite stagionali disputate.

Che il rinnovo di Halaand non fosse un tema discutibile lo si sapeva, ma le tempistiche sono fondamentali quando si parla di campioni di questo calibro. Infatti, giocatori di questo tipo non rappresentano solo un grande valore da un punto calcistico ma sono ormai delle vere e proprie fonti di guadagno per le società.

Manchester City, i costi del rinnovo

Per quanto riguarda i costi dell’eventuale rinnovo, si parla ovviamente di cifre monstre. Circa 2 milioni al mese, per un totale di 24 milioni di sterline all’anno. Si tratta tra la dirigenza del Manchester City e l’agente del giocatore Rafaela Pimenta per limare l’accordo economico e la durata del contratto, ma soprattuto si discute sulla rimozione di una clausola da 150 milioni attualmente presente nel suo contratto.

La società vorrebbe eliminarla, poiché ritiene che, in caso di cessione del giocatore, la cifra proposta dall’acquirente possa essere ancora più elevata. Nel frattempo Pep Guardiola si gode i gol e le giocate del suo fenomeno, in attesa di sapere per quanto ancora vestirà la casacca del Manchester City.

Manchester City

Premier League

Leicester, intreccio Maresca-Cooper: il passato può “terminare” il presente

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leicester

L’edizione odierna de “The Sun” appare (quasi) come una liberazione per i tifosi del Leicester, dopo un avvio di campionato deludente.

Steve Cooper al Leicester è il matrimonio più innaturale che potesse verificarsi. Non solo perché il gallese è stato a lungo tecnico degli acerrimi rivali del Nottingham Forest, con il quale ha inflitto due sconfitte molto pesanti alle foxes. La prima nel Febbraio del 2022, quando il Leicester (da detentore del trofeo) venne buttato fuori agli ottavi di finale (4-1 al City Ground) da un Forest all’epoca ancora militante in Championship.

Leicester, (terzo) tentativo per Potter?

La seconda, ben più pesante, il 2-0 nel Gennaio del 2023. Un crocevia fondamentale, una delle pietre angolari che a fine stagione avrebbe corroborato la permanenza in Premier League dei Forest proprio a discapito del Leicester: poi clamorosamente retrocesso. Il resto della storia la conosciamo. La dirigenza inglese deciderà di affidarsi ad Enzo Maresca, che riporterà subito in Premier il Leicester per poi accasarsi al Chelsea.

Il Leicester, che aveva programmato l’inizio stagione con il tecnico italiano in panchina, si trovò all’improvviso senza allenatore e fece la scelta più logica e razionale possibile. Ovvero andare su un profilo quanto più simile possibile, per credo calcistico ed idee, all’ex-assistente di Guardiola. Sembrava tutto fatto per il ritorno in Premier League di Graham Potter, architetto di un modello calcistico virtuoso come quello del Brighton.

La trattativa, però, collassò clamorosamente ad un passo dalle firme. Sulle foxes pendeva la Spada di Damocle di una penalizzazione monstre, oltre ad enormi dubbi su che mercato avrebbero potuto condurre le volpi: arrovellati nelle beghe del PSR. C’era infine la volontà di Potter di attendere una chiamata dalla Nazionale Inglese, con Southgate che nel frattempo aveva risolto il contratto che lo legava alla Federazione Inglese.

Leicester, Roma

Cooper come Juric: epilogo scritto sin dall’inizio?

Il Leicester decise quindi di affidarsi a Cooper. Un allenatore pratico ed esperto, che però è parso sin da subito un pesce fuor d’acqua al Seagrave. Non solo perché le caratteristiche del suo gioco non si adattano minimamente ad una rosa giovane e di qualità, ma anche perché le condizioni che avevano permesso il suo arrivo (ovvero la prospettiva di una salvezza da conquistare con le unghie e con i denti) si sono dissolte all’improvviso.

Il Leicester non solo non è stato penalizzato, grazie ad un capolavoro dei propri legali, ma ha anche condotto un mercato molto dispendioso: con quasi 100 milioni spesi sul mercato e il settimo passivo (differenza fra entrate e uscite) della Premier League. La sensazione è che il Leicester sarebbe stato chiamato a ripercorrere le orme del 2014, quando Pearson e i suoi realizzarono The Greatest Escape: la salvezza più insperata della storia.

Una sensazione che, ad oggi, non c’è più. Il Leicester ha ristabilito quasi subito il suo status da mid-table team di Premier League e il 15esimo posto in classifica, con 10 punti conquistati dopo 11 giornate e con un margine di soli 3 punti dal terzultimo posto, non può bastare. Ora che il club è tornato appetibile per allenatori con un profilo superiore, la posizione di Cooper rischia di tornare in bilico se i risultati non dovessero migliorare.

Leicester

IVAN JURIC RAMMARICATO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

A Leicester torna Maresca: fra passato e presente

Al rientro dalla sosta al King Power Stadium arriverà proprio il Chelsea dell’ex-Maresca, con il quale i Blues sembrano sulla strada giusta per tornare grandi. Ed ecco che il tecnico italiano potrebbe fare un ultimo regalo ai suoi tifosi, infliggendo il colpo di grazia ad un allenatore giunto lì quasi per caso e mai realmente amato dai supporter della Blue Army. Favorendo, per altro, un altro ex-Chelsea.

Magari proprio quel Potter (da sempre un pupillo del board thailandese) che in estate era stato vicinissimo ad approdare nel Leicestershire, salvo cambiare idea all’ultimo secondo. Corsi e ricorsi storici. Passato e presente che s’intrecciano, generando ramificazioni e muovendo pedine di un domino incontrollabile e impossibile da prevedere. Anche se, più di qualcuno, nell’East Midlands in estate questo scenario lo aveva immaginato.

La scelta della dirigenza di puntare su Cooper è parsa sin da subito talmente sbagliata che tutto l’ambiente aveva interiorizzato l’inizio di stagione come una lenta agonia. Un passaggio transitorio, in attesa che qualcuno capisse che era il momento di tornare sui propri passi. E il pubblico non ha mai mancato di sottolineare alla proprietà tutto il proprio disappunto, intonando cori contro Cooper anche nella trasferta di Old Trafford.

La sensazione è che nella sconfitta (3-0) contro il peggior Manchester United degli ultimi dieci anni si sia giunti ad un punto di non ritorno. Dopo la querelle estiva (concernente Soulé) e il ritorno di Ranieri, un altro Fil Rouge intreccia i destini di Trigoria e del Seagrave. Cooper (come Juric) è parso sin da subito un condannato a morte, in attesa della propria esecuzione. Resta da capire chi sarà il carnefice e chi ne prenderà il posto.

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Premier League

Aguero: “La chiave del City è Guardiola. Farà di tutto per vincere”

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L’ex centravanti dei citizens è stato intervistato sul momento negativo della sua ex squadra. Leggi con noi le parole di Aguero.

Il Manchester City sta vivendo il suo momento più difficile dell’era Guardiola. Sergio Aguero, intervistato dalla FIFA, ha però espresso fiducia nella ripresa della squadra.

Aguero, Guardiola

Le parole di Aguero

La crisi del City.

Guardiola per me è la chiave del Manchester City e perché i giocatori siano sempre concentrati sulla vittoria. Bisogna togliersi il cappello perché non è facile tenere sempre sulla corda i giocatori, soprattutto quelli che sono al City, ripetergli: ‘Forza, forza, dobbiamo vincere!’.

Quando Aguero chiese a Pep notizie su una squadra.

“Mi rispose: “ho già tutto qua in testa”. Mi ha sorpreso perché mancavano ancora due settimana alla partita contro quella squadra. Lui vuole vincere e gli brucia tantissimo perdere, farà tutto il possibile perché il City continui a essere il favorito”.

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Premier League

Bentancur, UFFICIALE la squalifica del FA

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bentancur

Ora è ufficiale: Rodrigo Bentancur dovrà saltare diversi incontri di Premier League tra novembre e dicembre per le frasi razziste rivolte a Son.

Rodrigo Bentancur, centrocampista uruguaiano in forza alla Premier League, è stato squalificato per 7 partite dopo che alcuni suoi commenti nei confronti del compagno di squadra sudcoreano Son sono stati giudicati razzisti. L’intervento della Football Association (FA) inglese è arrivato in risposta a una segnalazione, con l’analisi delle dichiarazioni di Bentancur che ha portato alla decisione finale di uno stop per sette giornate, riducendo così il rischio iniziale di 12 turni di squalifica.

La sanzione, che terrà Bentancur fuori dal campo in un periodo cruciale tra novembre e dicembre, ha sollevato un acceso dibattito all’interno del mondo calcistico e tra i tifosi, molti dei quali ritengono la squalifica troppo severa, mentre altri la considerano un segnale importante contro ogni forma di razzismo.

Bentancur

Bentancur, la ricostruzione dei fatti

Durante una trasmissione televisiva andata in onda a giugno, il centrocampista del Tottenham avrebbe pronunciato una frase discriminatoria nei confronti del suo compagno di reparto Son. Le sue parole: “Quella è la sua maglia? Potrebbe essere anche quella di suo cugino, visto che sembrano tutti uguali”.

Subito dopo l’accaduto, l’ex giocatore della Juventus si era scusato pubblicamente con un messaggio sui social media: definendo l’accaduto “uno sfortunato malinteso, subito chiarito e risolto”.

L’uruguaiano aveva inoltre sottolineato di non aver mai avuto intenzione di offendere Son o chiunque altro, esprimendo dispiacere per l’impatto delle sue parole. Le scuse erano state prontamente accettate da Son, che aveva minimizzato la vicenda contribuendo così a smorzare le polemiche all’interno del club. Tuttavia, ciò non è stato sufficiente per il FA, che ha dunque deciso per la squalifica.

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