Bentornati sulla prima rubrica di Calcio Style dedicata alla Ligue 1, dove cercherò di trasmettervi la passione per il calcio francese.
Il Lens non va oltre lo zero a zero sul campo del Montpellier. Un risultato non totalmente inatteso. Considerando che, come ho detto anche analizzando la vittoria del Nizza sul medesimo campo, la squadra di Der Zakarian è una delle migliori della Ligue 1 quando si tratta di ribaltare il fronte.
E infatti la partita, per la sorpresa di nessuno, viaggia su binari dicotomici. I padroni di casa si difendono compatti sotto la linea del pallone e provano a colpire in contropiede. Gli ospiti hanno il predominio territoriale e il controllo della sfera, ma non riescono a trovare la soluzione vincente.
La partita viaggia sui binari dell’equilibrio. Lo svolgimento è il risultato naturale di due squadre dalla filosofia antitetica. Entrambe le squadre interpretano bene la gara, ma nessuna delle due riesce a tirar fuori quel qualcosa in più per avere ragione dell’altra. La compagine guidata da Haise fallisce il sorpasso al Reims (impegnato all’Allianz Riviera) e continua la sua stagione da “vorrei, ma non posso“.
Seconda sconfitta consecutiva per il Rennes, dopo i successi convincenti contro Reims e Maccabi Haifa. Era partito bene lo Stephan-bis, ma adesso la squadra sta tornando a mostrare tutti i difetti palesati durante la parte finale dell’era Genesio.
Il Monaco di Hutter, invece, riprende la propria corsa ai piani alti della Ligue 1. I monegaschi vanno in vantaggio a inizio secondo tempo, grazie al gol di Vanderson. Lo stesso brasiliano verrà poi espulso, ma l’inferiorità numerica non impedirà alla squadra del Principato di portare a casa i tre punti.
Fofana rende vano il rigore segnato nel recupero da Borigeaud. Il Monaco torna al secondo posto in classifica, aspettando di sapere che cosa farà domani il Nizza di Farioli in casa contro il Reims.
A Gourvennec non riesce il miracolo. Dopo aver fatto assaporare per la prima volta il sapore amaro della sconfitta a Farioli, i Les Canaris cadono al Parco dei Principi. Il Nantes lotta. Si conferma squadra solida e difficile da piegare.
Ma il PSG ha troppe risorse. Anche senza centravanti e con Dembelè in panchina, ci pensa Barcola a sbloccare il match. Un assolo strepitoso del migliore in campo sembrava indirizzare la partita in favore dei parigini.
Gli ospiti, però, l’hanno ripresa con un colpo di testa di Mohamed. L’egiziano ha svettato più in alto di tutti, ma la deviazione di Danilo Pereira (che ha propiziato il corner) sembrava non esserci.
Il Nantes ha provato a resistere agli assalti finali dei padroni di casa, ma quando qualcuno può permettersi il lusso di far entrare Kolo Muani nella ripresa e di tenere Goncalo Ramos in panchina per tutta la gara c’è poco da fare.
E’ concorrenza sleale. L’esistenza stessa del PSG è un danno per tutto il movimento calcistico francese. L’ex di turno (che non esulta) segna ancora al Parco dei Principi in un PSG-Nantes, dopo averlo fatto con la maglia gialla e verde nel Marzo del 2021: l’ultima vittoria dei canarini nella capitale parigina.
Era chiamato a dare una risposta forte il Nizza di Farioli. Non avendo mai perso in Ligue 1, non era stato ancora possibile valutare la capacità dei nizzardi di reagire dopo un k.o. Lo svolgimento della partita dell’Allianz Riviera è stato quello che la maggior parte degli addetti ai lavori aveva preventivato.
Quattro degli ultimi cinque incroci fra Nizza e Reims sono infatti terminati zero a zero. La partita è molto tattica, visto che si affrontano due squadre che interpretano il gioco in maniera molto simile. Il Nizza, però, ha dalla sua il fattore campo e un pubblico che sembra giocare davvero.
Il vantaggio è firmato Laborde. Controllo sublime e sinistro che inizia la propria corsa da fuori area e la termina all’incrocio dei pali. Classico colpo stilistico, che in patria è stato da anni ribattezzato “il gol alla Laborde“.
Parimenti a quanto si faceva in Italia con il “gol alla Del Piero“. Un vantaggio meritato, dicevo, che sembrava incanalare la partita verso i lidi più congeniali alla squadra di Farioli. Gestione sapiente del risultato, giocando sulla forza della propria fase difensiva e sulla convinzione che da sola sarebbe bastata a garantire il risultato pieno.
Il colpo di testa di capitan Abdelhamid, però, sembrava spegnere le granitiche certezze rossonere. Il clean sheet è un apostrofo rosa fra le parole Farioli e vittoria. Chi segue il Nizza sa bene che quando quest’ultimo sfuma spesso sfumano anche i tre punti. Sembrava l’ennesima occasione sprecata.
Rischiava di sfumare non solo la possibilità di tenere il fiato sul collo dei marziani parigini, ma anche il sorpasso sull’accorrente Monaco. E invece il fato sorride agli audaci. Perché Boga, probabilmente il migliore dei suoi, segna il gol vittoria con chiara complicità del portiere Diouf. Uno dei migliori estremi difensori del campionato che commette una topica del genere è un chiaro segnale astrale: il Nizza vincerà questa partita. E così, infatti, sarà.
Colpo grosso del Brest, che vince una partita difficilissima in casa del Metz (gol decisivo di Le Douaron nel finale) e non solo consolida il quinto posto (scavalcato nuovamente il Lens) ma accorcia sul quarto del Lille
.Gli uomini di Fonseca, infatti, non vanno oltre il pareggio (zero a zero) sul campo del Clermont. E per l’andamento della partita, non si può dire che Les Dogues abbiano molto da recriminare. L’avvicinamento al big match di domenica prossima contro il PSG, una delle ultime partite dell’anno in cui i campioni in carica potenzialmente potrebbero perdere punti, non è dei migliori.
Lo Strasburgo torna alla vittoria (non vinceva dal 24 Settembre) e lo fa al 97esimo della partita contro il Le Havre, grazie al gol di uno dei nuovi acquisti estivi: l’ex-Brugge Sylla. Una rete che non solo riabilita un minimo la prima campagna acquisti targata Todd Boehly, apparsa confusionaria e con poco costrutto, ma anche la panchina di Vieira, sin lì molto traballante.
Colpo grosso del Lione dell’allenatore ad interim Pierre Sage. Una vittoria netta, quella per tre a zero sul Tolosa, che dà seguito ai buoni segnali visti contro il Lens. L’intermezzo di Marsiglia è stata una parentesi ignobile, ma affrontare la squadra di Gattuso in questo momento (soprattutto al Velodrome) è un qualcosa che non si augura neanche al peggior nemico.
Una vittoria targata capitan Lacazette, che dà un calcio alle critiche (oltre che ai tre palloni finiti in rete) nella parentesi più travagliata della sua epopea lionese. Les General non segnava dall’8 di Ottobre, doppietta al Lorient al Groupama Stadium, e in generale la sua situazione aveva creato più di qualche grattacapo in casa Lione.
In Francia si è lungamente parlato di come Laca fosse a capo di una delle due fazioni (quella dei senatori) preponderante nello spogliatoio. Una figura così ingombrante che, secondo gli stessi insider, avrebbe portato il nuovo board dirigenziale a meditare una sua cessione già a Gennaio.
Ma Lacazette rimane la miglior freccia nell’arco del Lione. L’uomo di maggior esperienza e anche il capocannoniere della squadra, con i suoi sei gol segnati in Ligue 1. Difficile, se non impossibile a questo punto, che a Lione decidano di privarsi di lui con una salvezza ancora tutta da conquistare.
L’OL, infatti, rimane saldamente all’ultimo posto in classifica. Ha però assottigliato le distanze dal Lorient, che occupa la zona play-out e che sarà di scena contro il Marsiglia nel posticipo della 15esima giornata, e soprattutto dal Tolosa: ultima squadra attualmente salva e appena entrata in crisi.
Lo splendido lavoro di Gattuso, di cui ho parlato in maniera più approfondita in questo articolo, all’ombra delle guglie di Notre Dame sta attraversando la sua fase più scintillante. Rino è riuscito a rendere il Marsiglia una squadra a sua immagine e somiglianza e non ci può essere soddisfazione maggiore per un allenatore.
L’OM schianta un Lorient sempre più in crisi in un tempo. Dopo poco più di mezz’ora, la partita è già finita. La apre Mbemba, quando le lancette dell’orologio del match non hanno ancora ticchettato tre volte. Poi il raddoppio di Aubameyang, che con Gattuso sta vivendo una sorta di seconda giovinezza.
Un uno-due, nel giro di cinque minuti, che avrebbe steso un cavallo. Gli ospiti sembrano chiuderla poco oltre la mezz’ora, con il gol di Balerdi. Faivre rimette in partita i padroni di casa, ma solo per vedersi chiudere nuovamente in faccia la porta della partita (neanche un minuto dopo) dalla doppietta del gabonese.
A inizio secondo tempo, Mendy accorcia le distanze. Nel finale Clauss rimedia un rosso diretto, ma il Marsiglia tiene all’assalto finale dei Les Merlus senza particolari patemi. Sembra passata una vita da quando quella allo Stade du Moustoir era considerata da tutti una trasferta difficile e insidiosa.
Proprio su questo campo, lo scorso 9 Aprile, il Lorient scriveva la parola fine alle speranze del Marsiglia di vincere la Ligue 1. Era un altro Lorient, ma sopratutto era un altro Marsiglia. Che di lì a poco si sarebbe sciolto, rinunciando anche al secondo posto che avrebbe significato la certezza di giocare la Champions League senza passare per i preliminari.
Il Marsiglia, per la prima volta da quando la Ligue 1 ha aperto i battenti in questa stagione, si trova in zona Europa. E’ sesto, ma complice la frenata del Lille il quarto posto (che varrebbe i preliminari di Champions) dista appena 4 punti. A oggi sarebbe prematuro fare calcoli e pronostici, ma quel che è certo è che la mano di Gattuso è sempre più evidente.
E quando una squadra ha un’identità chiara e riconoscibile. Uno stile di gioco comprovato. Quando manifesta unità d’intenti, fame agonistica e voglia di vincere: allora nessun traguardo le è precluso. Piccola chiosa finale su Benjamin Mendy. Al pari di Mason Grenwood, sono estremamente felice di averlo rivisto titolare su un campo di calcio dopo quasi due anni.
Le ingiurie che pendevano sulla sua testa erano una Spada di Damocle in grado di distruggere la dignità di qualsiasi uomo. Se è sacrosanto (e lo è) difendere la dignità dalle donne dall’oggettificazione di alcuni animali, lo è altrettanto salvaguardare la dignità maschile da accuse infamanti che possono lederne irrimediabilmente la reputazione.
Sempre più uomini, soprattutto ricchi e famosi, sono costretti a vivere un vero e proprio incubo giudiziario. Mendy non è stato il primo calciatore a essere accusato ingiustamente e non sarà certo l’ultimo. La speranza, però, è che il suo caso possa fare giurisprudenza. Chi è colpevole è giusto che paghi, ma chi non lo è non è ammissibile che debba passare attraverso questo inferno.
Aggiornato al 11/12/2023 9:48
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