Bentornati sulla prima rubrica di Calcio Style dedicata alla Ligue 1, dove cercherò di trasmettervi la passione per il calcio francese.
Il cuore non basta al Lione. Subissato dai fischi del Groupama Stadium alla fine del primo terzo, sotto tre a zero, e poi incoraggiato a buttare il cuore oltre l’ostacolo in una bolgia infernale. Il tifo dell’OL è bipolare: come la sua squadra.
I fischi sono ingenerosi, poiché, al netto di un parziale mortificante fra le mura casalinghe, l’impegno non era certo mancato ai ragazzi di Sage nella prima frazione. Puoi fischiare una squadra che manca di abnegazione o di cattiveria agonistica, non una squadra che è semplicemente scarsa.
Per quanto difficile sia ammetterlo, bisogna prendere atto che questo è il peggior Lione del secolo corrente. I disastri di Textor hanno reso questa squadra talmente insignificante dal punto di vista tecnico da farle meritare il terzultimo posto in classifica. Il Rennes, non giriamoci attorno, è più forte.
E’ una squadra che schiera una batteria di fantasisti del calibro di Borigeaud, Doué (gol pazzesco il suo) e Terrier alle spalle di Kalimuendo. In mezzo al campo un duo perfettamente sinergico come Le Fee e Santamaria, senza contare il nuovo arrivato Matusiwa: entrato solo dalla panchina.
Il Rennes ha la forza di prendere uno dei migliori centrocampisti di questa Ligue 1 da una squadra che lo precede in classifica. Il Lione, nel pervicace tentativo di raddrizzare una stagione nata colpevolmente male, va in giro per l’Europa a strapagare ragazzini (come l’impresentabile Fofana) e li getta in una squadra allo sbando con il rischio di comprometterne la crescita.
Il Rennes è una squadra forte, che nulla ha da invidiare al Milan. Il lavoro di Stephan ha rimesso la barca dritta e ora i bretoni viaggiano a vale spedite verso le latitudini di classifica che gli competono. Non che ci fossero grossi dubbi a riguardo, dato che mi sono spesso speso nel tesserne le lodi.
Nei primi minuti, francamente, la partita non è stata bella. Nessuna delle due squadre, ancora evidentemente immerse nelle proprie problematiche, era in grado di imporre il proprio gioco. Allora, come spesso (per non dire sempre) capita nel calcio, la partita la vince chi riesce a obbligare l’avversario a tenersi stretto il pallone. Il Rennes si abbassa per colpire in maniera letale con il contropiede, con una doppietta dell’ex-Terrier e una perla di Doué.
Il Rennes, nel secondo tempo, soffre il ritorno del Lione, più di pancia e nervi che non di idee, ma stoicamente il fortino eretto da Stephan regge. La partita di Le Havre e questo primo tempo, inframezzati dalla deludente prestazione in Coupe de la Ligue dove è servito un gol di Caqueret negli ultimi minuti per avere ragione di una squadra di quarta serie, rischiavano di gettare il lavoro fatto sin qui da Sage nel dimenticatoio. Il Lione è ancora lungi dall’essere una squadra guarita, ma la colpa non può essere (per la terza volta) dell’allenatore.
Il Nizza non vinceva in Ligue 1 dalla fine di Dicembre. Torna a farlo in casa contro un Metz in crisi nera, grazie a un gol di Guessand. Un uno a zero in perfetto stile Farioli, firmato dal sostituto di Moffi: in Coppa d’Africa.
Il Nizza perde il suo bomber, ma ritrova Todibo (dopo la squalifica) e Thuram (dopo l’infortunio) oltre a riabbracciare Mohamed-Ali Cho che non giocava una partita da titolare in Ligue 1 dal 14 Maggio 2022: proprio contro il Metz.
Nel secondo tempo, dalla panchina, entra anche Sofiane Diop. Un altro dei lungodegenti che Farioli recupera in questa seconda parte di stagione e che si spera possano portare alla squadra ciò che invece il mercato non ha portato.
Si ferma invece il Marsiglia di Gattuso, che non va oltre il pari in casa con il Monaco (2-2) in uno dei big match della 19esima giornata di Ligue 1. L’altro è ovviamente l’appuntamento fra il PSG capolista e il sorprendente Brest di Roy (terzo in classifica) che si giocherà domenica sera al Parco dei Principi.
Il Monaco la sblocca subito, con il gol del solito Ben Yedder. Secondo miglior marcatore della Ligue 1, primo fra gli umani considerando che il primo è l’inarrivabile Kylian Mbappè che ha segnato 19 gol in 18 partite.
E pensare che a inizio stagione Hutter gli preferiva spesso e volentieri Balogun. Non l’unico errore dell’ex-tecnico del Gladbach, che con la sua ossessione per la linea altissima (il Monaco è la squadra con il baricentro più alto di tutta la Ligue 1 e che porta più pressione nel terzo di campo avversario) e per l’uno contro uno a tutto campo (un po’ come Pioli) espone sistematicamente i suoi centrali a dei rischi inutili.
E proprio da una situazione del genere nasce l’episodio spartiacque della partita, ovvero l’espulsione all’undicesimo minuto di Maripan per un fallo su un Aubameyang lanciato verso la porta. A onor del vero un grave abbaglio di Willy Delajod, francamente non il primo della sua serata, dato che quella del difensore cileno non può essere espulsione per tre motivi. Il primo la distanza siderale del gabonese dalla porta difesa dall’ex-portiere del Salisburgo Kohn.
La seconda la posizione dell’ex-centravanti dell’Arsenal, defilato sin quasi ai confini della linea laterale, e terza la possibilità di Salisu di intervenire. L’ex-difensore del Southampton, seppur molto distante dall’azione, sarebbe potuto intervenire sfruttando l’enorme distanza fra Aubameyang e la porta. La partita cambia inevitabilmente e il Marsiglia la pareggia proprio grazie al gabonese.
Tuttavia, la squadra di Gattuso, rivolta tutta in avanti alla pervicace ricerca di una vittoria che sarebbe pesantissima, subisce gol in contropiede nell’ultimo minuto di recupero del primo tempo. Il momentaneo due a uno, poi pareggiato a inizio secondo tempo da uno splendido tiro da fuori di Balerdi, lo segna il migliore in campo: ovvero Akliouche. Due a due sarà poi anche il risultato finale della partita, anche se il finale ci regalerà tre palle gol clamorose.
La prima per il Monaco, subito dopo l’espulsione di Zakaria che è un altro colossale errore del disastroso Delajod. L’ex-Juventus viene espulso per somma di ammonizioni, la prima arrivata pochi minuti prima della seconda per proteste. Proteste, una volta tanto, legittimate da un clamoroso non-fischio di Delajod. Soglo, subentrato alla fine del primo tempo per l’infortunio di Clauss, entra con la gamba altissima e i tacchetti sulla caviglia Ouattara.
Un intervento da arancione, ai limiti del rosso, che Delajod non sanziona neppure con il fallo. Zakaria, mentre il suo compagno fermo a terra implora l’intervento dello staff medico, impazzisce nei confronti di Dejalod che non ha colpevolmente fermato il gioco. Il Marsiglia, nel recupero di una partita resa incandescente dalle polemiche e da una direzione arbitrale che tutto ha fatto per incattivirla, ha due colossali occasioni con i suoi due centravanti.
Ad Aubameyang viene negata la possibilità di battere indisturbato a rete da un intervento strepitoso di Salisu, mentre Vitinha si mangia l’ultimo pallone della partita a porta spalancata. Parafrasando il telecronista di Sky: “era più difficile sbagliarlo che segnarlo“. Perfettamente d’accordo. E il pareggio non serve a nessuno. Non serve al Monaco, staccato dal Nizza e a cui non riesce il sorpasso sul Brest, e non serve a Gattuso che non accorcia sulla zona Champions.
Fonseca prova un’altra delle sue intuizioni. Dopo aver regalato al Lille due gioielli come Yoro e Chevalier, il tecnico portoghese ci riprova sganciando dal primo minuto Ayyoub Bouaddi: classe 2007 alla prima presenza in Ligue 1.
Il 16enne, però, si fa tradire dalla tensione e denota una fisiologica mancanza di esperienza rimediando due gialli in una decina scarsa di minuti. Les Dogues rimangono in dieci uomini alla fine del primo tempo, ma tengono.
Nella bagarre europea non s’è mosso nessuno, perché dopo il due a due fra Marsiglia e Monaco pareggia anche il Reims in casa con il Nantes. La squadra di Gourvennec riesce a imporre il pari a quella di Still, che ha provato a sopperire all’inaspettata cessione di Matusiwa lanciando dal primo minuto il 18enne maliano Amadou Koné, ma recrimina per un rigore sbagliato.
Solo pareggi sin qui, considerando anche quello di Clermont Strasburgo (1-1) e il pirotecnico 3-3 fra Lorient e Le Havre. Serie di pareggi interrotta solo dal colpo esterno del Lens (0-2) sul campo del Tolosa. I Sang Et Or sfruttano i passi falsi delle concorrenti (stante che bisogna ancora vedere cosa farà il Brest sul campo del PSG) e si rimettono pienamente in corsa per le zone europee.
Quando sollecitato dai microfoni dei media francesi, nell’immediata vigilia di una sfida d’alta classifica impossibile da pronosticare a inizio stagione, Roy disse che questa partita gli sarebbe servita per capire se la sua squadra può stare a questi livelli. La risposta direi che è pienamente affermativa.
Il Brest aveva giocato ampiamente alla pari dei campioni di Francia anche all’andata, salvo poi chinare il capo nel finale ma solo di fronte all’ennesimo “aiutino” in favore dei parigini. Ieri sera dinamica molto simile alla gara del Francis-Le Blé, ma senza l’happy ending finale per i qatarioti.
PSG avanti due a zero nel primo tempo, prima Asensio su invenzione di Barcola e poi correzione di Kolo Muani che anticipa Brassier, e rimonta degli ospiti che arriva nel secondo tempo grazie a Camara e Pereira-Lage.
Fortunata la prima rete, quasi-autogol di Danilo Pereira, ma meravigliosa la seconda. Assist dell’interista Satriano e pregevolissimo colpo di tacco dell’ex-Angers. Nonostante il doppio vantaggio, e questa è una costante delle gare dei parigini, il PSG non è mai sembrato in controllo della partita.
Quella di Luis Enrique è una squadra che concede tanto e che ti dà la latente sensazione di poter subire in qualunque momento. In questa Ligue 1 spesso è mancata la capacità degli avversari di sfruttare queste situazioni e infatti il PSG non ha ancora mai perso: appena cinque pareggi e poi tutte vittorie.
Cosa che, invece, riescono a fare in Europa, dove i parigini sono stati salvati da una clamorosa eliminazione alla fase ai gironi da un colpo da maestro di Ceferin che ha avuto come esecutore materiale il polacco Kwiatkowski: poi sospeso dal UEFA per aver fatto semplicemente ciò che gli era stato ordinato.
Forse è prematuro affermare che la Ligue 1 sia riaperta. E’ vero che questo PSG è senza ombra di dubbio il più scarso dell’era Al-Khelaifi, ma è altrettanto vero che dietro di loro le big latitano e non sembra neppure palesarsi all’orizzonte una rivelazione stile il Lens dell’anno scorso. Brest e Nizza sono due buonissime squadre, ma non sembrano avere argomenti sufficienti da presentare al tavolo della rimonta. Fermo restando che, in caso di necessità, dai piani alti della FFF si muoverà sempre qualcuno.
Aggiornato al 29/01/2024 13:13
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