Categorie: Esteri

Quand je l’ai vu, j’ai eu le coup de foudre: il punto sulla 22esima giornata di Ligue 1

Bentornati sulla prima rubrica di Calcio Style dedicata alla Ligue 1, dove cercherò di trasmettervi la passione per il calcio francese.

Ligue 1, il Lione sogna l’Europa?

Dal 10 Dicembre 2023, giorno che potrebbe essere indicato come il possibile “anno zero” della stagione del Lione, l’OL ha vinto nove delle undici partite disputate. Una striscia di vittorie (le ultime quattro consecutive fra Ligue 1 e Coupe de France) che non solo l’ha tirata fuori dalla lotta per non retrocedere, ma che le ha spalancato addirittura le porte dell’Europa.

Chiaro, potrebbe essere prematuro fare questi discorsi attorno a una squadra che sino a pochi mesi fa vedeva da vicinissimo lo spettro della retrocessione in Ligue 2. Tuttavia, ci sono argomenti concreti dietro tale ragionamento.

In primis il lavoro di Sage, che dal punto di vista tattico non ha scoperto l’America ma che ha messo a disposizione della causa la sua profonda conoscenza dell’ambiente. Anche se, va detto, la mano dell’allenatore in questo nuovo Lione si vede eccome. Il Lione è una squadra solida, che dà una ritrovata sensazione di sicurezza e concede molto meno rispetto al passato.

Il mercato, inutile girarci attorno, in questo senso ha dato un’enorme mano. Quando una squadra va così male non è mai (solo) colpo dell’allenatore e il mercato fatto a Gennaio da Textor ha innalzato esponenzialmente il tasso tecnico del Lione, sino a rendere giustificate le ritrovate ambizioni europee.

Il Lione ha speso quasi 100 milioni in questo mercato invernale, per portarsi a casa giocatori di altissimo livello. Su tutti Nemanja Matic e non proverò mai abbastanza compassione per chi non ha l’occhio calcistico sufficientemente allenato da potersi godere un giocatore del genere.

Il serbo ex-Roma (e in pochi evidentemente hanno capito quanto Mourinho abbia pagato la sua cessione) è entrato come un elefante in una cristalleria in uno spogliatoio in cui sembrava impossibile lavorare e in due partite ha letteralmente rivoltato la squadra. Matic e Sage hanno riportato armonia e unità nello spogliatoio lionese, sedando l’incessante incedere delle “correnti”.

Ma Matic è stato straordinario anche dal punto di vista tattico, con l’equilibrio che ha restituito alla squadra e la sua innata capacità di migliorare chi gioca al suo fianco. Contro il Nizza è stata la mossa tattica di Sage, che ha nullificato le velleità offensive della squadra di Farioli. Nel suo doppio ruolo di schermo davanti alla difesa (in fase di impostazione per pulire la prima costruzione) e di terzo centrale (con Mata che si allargava sul centrodestra e Caleta-Car sul centrosinistra) in fase di non possesso per comporre una linea a cinque dietro.

Vicino a lui, Caqueret (la cui fisionomia al Groupama assomigliava sempre di più a quella dell’eterno incompiuto, al pari di altri illustri prospetti usciti dal centro di formazione lionese negli ultimi anni) sembra un giocatore ritrovato e (finalmente) in linea con il proprio talento. Liberato da compiti difensivi e sollevato dall’avere un fenomeno del genere alle spalle, può liberare la sua gamba. Le sue proverbiali percussioni palla. I suoi inserimenti da dietro.

Mangala abbina una grande fisicità a degli ottimi tempi di inserimento, e infatti proprio lui segna il gol vittoria con un (come direbbero gli inglesi) “cut-back“, e Benrahma è un giocatore di Premier League trapiantato in Ligue 1 e come tale fa la differenza. Stante che devono ancora giocare tutte, ma la zona europea per il Lione attualmente dista dieci punti.

Impresa non impossibile se la squadra di Sage dovesse riuscire a tenere questo ritmo sino a fine campionato, ma credo che l’obiettivo principale del Lione a questo punto sia la Coupe de France: un trofeo che a Lione manca da dodici anni. Il calendario gli porrà davanti lo Strasburgo (in casa) nei quarti di finale. A quel punto, in caso di passaggio del turno, in semifinale incontrerebbe una fra Rennes, PSG e Nizza che però giocano contro.

Le altre squadre rimaste in corsa cono il Rouen (squadra di Championnat National, ovvero la terza serie francese) e il Valenciennes, squadra di Ligue 2. Due squadre che, con il massimo del rispetto, il Lione non può temere se vuole riportare un trofeo in bacheca dopo oltre dieci anni. Vincere e regalarsi un ritorno in Europa è l’imperativo del Lione in questa stagione, che vuole iniziare l’era Textor nel migliore dei modi (dopo un avvio disastroso) e regalare una gioia ai propri tifosi dopo tanti (troppi) anni amari di sorrisi.

Mbappé va in panchina, poi entra e segna: ma il futuro è scritto…

I primi sessanta minuti allo Stadio della Beaujoire sono emblematici di cosa sarà il PSG senza Kylian Mbappé. Il fuoriclasse francese quest’anno, come testimoniano i 32 gol segnati in 31 partite, spesso e volentieri ha tolto dal fuoco le castagne a Luis Enrique: il cui (non) gioco si schianta sistematicamente contro squadre corte, organizzate e che concedono pochi spazi centralmente.

E’ il caso del Nantes: tutt’altra squadra rispetto a quella che si presentò al Parco dei Principi all’andata. Gourvennec ha visto per l’ennesima volta la sua squadra indebolirsi in una sessione di mercato (i canarini hanno ceduto Merlin al Marsiglia) e deve fare di necessità virtù a fronte delle tante assenze.

Senza Lafont, Ganago e Amian infortunati, più Simon appena tornato dalla Coppa D’Africa ma senza allenamenti sufficienti nelle gambe per partire dal primo minuto, il tecnico francese schiera un 5-3-2 super compatto il cui schema principale appare chiarissimo sin dalle primissime battute della partita.

Difesa a oltranza e appena si recupera il pallone si cerca subito di innescare la velocità di Kadewere e Mohamed. Sembra passata una vita da quando il Nantes andò a Parigi costruendo dal basso e cercando di non buttare via il pallone, nonostante la feroce e consueta pressione altissima dei parigini.

Una strategia che, per quanto esteticamente poco gradevole, paga, in quanto gli ospiti non riescono mai a rendersi pericolosi nel primo tempo. Il Nantes, addirittura, sfiora a più riprese il vantaggio. Le occasioni principali per i padroni di casa sono il clamoroso salvataggio sulla linea di Marquinhos e il gol annullato a Pallois per fuorigioco millimetrico. Lo stesso copione viene poi perpetuato nella ripresa, sin quando un cross innocuo di Hernandez non viene trasformato in un tiro imparabile dalla sfortunata deviazione di Sissoko.

Il PSG va avanti nello stesso istante in cui Mbappé, che era stato inizialmente escluso dall’undici titolare per “scelta tecnica”, si era alzato dalla panchina per provare a cambiare la partita. Non ce n’è stato bisogno, anche se il suo timbro (calcio di rigore ininfluente nel finale) lo ha messo lo stesso. Da questo momento in avanti sarà interessante capire come Luis Enrique gestirà la cosa.

Non potrà certo escluderlo dalla squadra sino alla scadenza del contratto, come invece era accaduto a inizio stagione, anche perché i rapporti fra Mbappé e la dirigenza parigina sembrano molto meno tesi che in passato. Senza contare che sarebbe un harakiri clamoroso, considerando che senza di lui il PSG diventa una squadra “normale” e facile da disinnescare. 

La storia d’amore fra Mbappé e il PSG è destinata a finire, ma è interesse di tutte le parti in causa concluderla nel migliore dei modi. Il PSG ha una Ligue 1 da portare in bacheca senza patemi e con largo anticipo, in modo da potersi concentrare su quella Champions che oramai a Parigi è un’ossessione.

Le altre partite di Ligue 1

Tutto facile per il Lille in casa contro il Le Havre. La squadra di Fonseca vince tre a zero grazie a una tripletta di Jonathan David, che dopo un avvio di stagione complicato e qualche panchina di troppo sta seriamente sottoponendo la sua candidatura al ruolo di capocannoniere di questa Ligue 1.

Stante che Mbappé, con i suoi 21 gol in 21 partite, fa corsa sé, David, con le sue undici reti, ha appena raggiunto i due che si stanno idealmente contendendo lo scettro di “primo fra gli umani“: ovvero Lacazette e Ben Yedder

Colpo esterno del Lorient in casa dello Strasburgo. I bretoni vincono addirittura tre a uno ed escono finalmente dalla zona retrocessione. Il corposo mercato invernale, sin qui, sta facendo la differenza. Soprattutto se consideriamo il rendimento di Mohamed Bamba. Attaccante ivoriano classe 2001, arrivato lo scorso inverno dagli austriaci del Wolfsberger, e autore sin qui di 5 gol in 5 partite di Ligue 1, di cui due proprio in casa dello Strasburgo.

Altro brutto colpo per la squadra di Vieira, che attualmente non rischia ma che è reduce da tre sconfitte nelle ultime tre giornate. Con ogni probabilità hanno influito i troppi voli pindarici su una presunta rincorsa alla zona europea, che hanno distratto una squadra ancora lungi dall’essere perfetta e che ora dovrà inserire nuovamente la testa nel carro armato per concludere la stagione nella maniera più tranquilla possibile.

Brusco stop per il Monaco, che perde in casa contro il Tolosa. I monegaschi non solo abbandonano la zona Champions, ma ora si ritrovano a tiro del Lens e del Rennes. Il protagonismo di Hutter e il suo gioco eccessivamente sfrontato sono diventati prevedibili e rischiano di zavorrare il Monaco da qui alla fine stagione, nonostante la possibilità di preparare una gara a settimana.

Vince ancora il Rennes, che dimentica la batosta subita dal Milan nel turno preliminare di Europa League battendo in casa il Clermont. Ora la squadra di Stephan è a due punti dalla zona europea (il Lens ha pareggiato sul campo del Reims) e addirittura a quattro punti dal quarto posto. Per quanto concerne le parti basse della classifica, infine, respira il Montpellier che vince lo scontro diretto contro il Metz ed è fuori dalla zona playout per la differenza reti.

Brest eroico, ma il Marsiglia di Gattuso è preoccupante

Solo due squadre in questa Ligue 1 non hanno ancora vinto una partita nel nuovo anno. Sono il Metz, penultimo in classifica, e il Marsiglia. Nelle ultime nove partite, fra tutte le competizioni, la squadra di Gattuso ha vinto soltanto contro il Thionville Lusitanos: squadra della quinta serie francese.

In settimana era già arrivata la doppia rimonta subita ad Amburgo dallo Shakhtar Donetsk, che ha complicato un turno preliminare potenzialmente agevole, e adesso anche la sconfitta sul campo del Brest che fa scivolare i marsigliesi a otto punti dall’obiettivo minimo del quarto posto.

Per sessanta minuti i bretoni sciorinano un calcio di altissimo livello e creano almeno tre occasioni importanti per andare in vantaggio. A fine primo tempo la parata di Ruben Blanco su Pereira-Lage. A inizio secondo tempo una rete clamorosamente sbagliata da Mounie, poco prima del salvataggio sulla linea di Mbemba. Quando Rudi Buquet ha espulso proprio Mounie per una reazione inconsulta sul provocatore Balerdi, il posticipo della ventiduesima giornata della Ligue 1 ha assunto i contorni della classica giornata stregata per il Brest.

Il Marsiglia, che fino a quel momento non aveva mai calciato verso la porta del secondo portiere Coudert all’esordio stagionale in Ligue 1, alza il baricentro ma non riesce a rendersi pericoloso. Una dinamica di gioco sintomatica della congenita sterilità offensiva della squadra, che senza Aubameyang (tenuto a riposo in vista della decisiva sfida di giovedì contro gli ucraini) non segna.

Il gabonese ha segnato 15 gol fra tutte le competizioni quest’anno. Oltre il 30% delle reti totali segnate dal Marsiglia quest’anno, che sono 48. L’altro miglior marcatore della squadra è Mbemba: un difensore centrale da cinque gol stagionali. L’intero attacco del Marsiglia, se si eccettua Aubameyang e si considera Harit come un attaccante, ha segnato appena sei gol.

Alla luce di questi dati, appare ancor più incomprensibile la scelta di cedere Vitinha nel mercato di Gennaio. Il ragazzo era parso chiaramente in difficoltà e non si era mai realmente calato nella dimensione marsigliese, ma il 3-5-2 aveva restituito al Marsiglia una identità chiara e credibile.

La sensazione è che la squadra sia uscita indebolita dal mercato di Gennaio anziché rinforzata. Sono andati via due giocatori importanti come Vitinha e Renan Lodi, che rendevano possibile il passaggio al 3-5-2, e sono arrivati giocatori che non convincono pienamente come il redivivo Luis Enrique, Ulisses Garcia e Moumbagna.

Il ritorno al 4-3-3 ha tolto certezze alla squadra, in quanto è un modulo che basa tantissimo della propria pericolosità offensiva sulla qualità degli esterni e il Marsiglia non ha avuto nulla dalla sua batteria di ali in questa stagione. E proprio quando la partita sembrava avviata su uno zero a zero scolpito nella pietra, il cuore bretone dei padroni di casa è venuto fuori.

Leggerezza imperdonabile del Marsiglia, che da una rimessa laterale a favore sbaglia un disimpegno da dietro e spalanca un’autostrada a Less-Melou. Il francese è bravissimo a saltare il suo diretto marcatore con il primo controllo per poi far fare a Balerdi la figura del birillo che si usa durante le sessioni di allenamento, prima di trovare un angolo quasi impossibili da molto defilato.

A due minuti dalla fine il Francis-Le Blé esplode e accoglie con un boato il secondo posto in solitaria al triplice fischio arbitrale, dopo che il Marsiglia ha pervicacemente cercato il pareggio nel recupero ma senza rendersi mai realmente pericoloso. La posizione di Gattuso è sempre più in bilico e una eventuale eliminazione dall’Europa League potrebbe costargli carissima.

Aggiornato al 19/02/2024 11:35

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