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Spalletti, che bordata a Donnarumma! Rischia di perdere anche il posto in Nazionale?

L’annus horribilis di Donnarumma sembra non avere fine. Rischia di perdere il posto da titolare sia al PSG che in Nazionale.

A quanto pare anche Luciano Spalletti concorda con la visione del sottoscritto, secondo la quale Vicario dovrebbe essere titolare in Nazionale al posto di Donnarumma.

Indice

Donnarumma e i dubbi di Spalletti

Il tecnico di Certaldo è sempre stato uno dei più accaniti sostenitori del portiere ex-Milan. Tanto che io stesso, nel corso delle mie analisi, avevo individuato in Spalletti la principale sicurezza di Gigio per il posto in Nazionale.

Tuttavia, niente è per sempre. Soprattutto la fiducia. Soprattutto nel calcio. E se a Parigi il board dirigenziale s’interroga sul fatto che il ragazzo valga o meno i massimi livelli del calcio europeo, ora anche Spalletti sembra voler mettere in discussione il suo status da titolare inamovibile. 

E Spalletti, da persona estremamente intelligente qual é, non fa figli e figliastri ma intende premiare il merito. Anche lui, come il sottoscritto e come tanti altri, sta avendo la sensazione che in questo momento ci siano portieri in grado di garantire maggiore sicurezza al reparto.

Dichiarazioni a Confronto

Se giochi portiere paghi sempre carissimo il minimo errore che fai, ma è normale farne. A lui non viene perdonato di essere un ragazzo prodigio, che ha bruciato le tappe: a vent’anni era già al top come Messi. E siccome noi tutti si è fatta fatica e s’è dovuto lavorare forte per arrivare a un determinato livello, allora si aspetta al varco chi ha avuto in dono quel talento per poi andarlo a colpire. C’è questo modo di ragionare.❞

Così parlava Spalletti a Settembre, prima della gara che gli azzurri hanno vinto a San Siro contro l’Ucraina. Parole che certificano la stima dell’ex-allenatore del Napoli nei confronti di Donnarumma, e che mi lasciavano presagire che solo una catastrofe avrebbe potuto far recedere Spalletti dalle proprie posizioni.

E una catastrofe, in un certo senso, è arrivata. Se effettivamente Donnarumma dovesse perdere la titolarità a Parigi, allora per Spalletti sarebbe molto difficile confermarlo da titolare a Euro 2024. Non si tratta solo di meritocrazia, con Provedel e (soprattutto) Vicario che stanno offrendo prestazioni nettamente migliori, ma anche strettamente di minutaggio.

L’Europeo è un torneo estremamente breve, dove non c’è margine di errore e dove rischi di pagare a caro prezzo ogni singola distrazione. Davvero sarebbe saggio affidarsi a un giocatore dal futuro in bilico, in scarsa fiducia e non più abituato al ritmo partita? Spalletti ci sta pensando, come dimostrano le lapidarie dichiarazioni che ha rilasciato a Sky Sport in occasione del Gran Galà del Calcio 2023.

Il problema è sempre come ti poni con quello che è il tuo ruolo e con quella che è la tua carriera. Se credi di essere già arrivato e di non avere niente da imparare… Lui ha bisogno di mettere mano a sé stesso, perché fa vedere ogni tanto di perdere di continuità. C’è solo un modo per mantenere il livello sul lungo periodo: allenarti e disciplinarti bene a livello mentale

.❞

LA CORSA DI LUCIANO SPALLETTI CHE PUNTA IL DITO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Donnarumma non è un fenomeno

Non concordo poi con Paolo d’Angelo, mio omologo di Calciomercato.com che sta seguendo la querelle Donnarumma al pari di come sto facendo io qui su CalcioStyle, quando afferma che Gigio sia uno dei migliori portieri del mondo.

Donnarumma non è uno dei migliori portieri del mondo. E soprattutto non lo è mai stato. L’ultimo Europeo è stato oggettivamente giocato su livelli mostruosi, ma rappresenta un’eccezione. Un torneo in cui tutta l’Italia ha overpeformato, raggiungendo picchi di rendimento mai più toccati in seguito.

E’ davvero possibile definire “uno dei migliori al mondoun portiere così discontinuo? Che alterna parate prodigiose e serate in cui sembra insuperabile a partite disastrose e topiche clamorose? Dal rendimento così altalenante e che non riesce mai a infondere la giusta sicurezza al reparto?

Si può apostrofare come “uno dei migliori al mondo” un portiere che commette così tanti errori, così tanto gravi e con questa regolarità? Fin da piccolo mi hanno insegnato che il portiere bravo è quello che sbaglia poco.

Per carità, tutti possono sbagliare e il ruolo del portiere è indubbiamente il più delicato dell’intero gioco. Ma il talento da solo non basta. Il potenziale non fa un giocatore. Non è che siccome prometti bene allora avrai una grande carriera. Spesso ci si dimentica, o si fa finta di dimenticare, che il calcio vero non è FIFA (o EA FC 24, che dir si voglia) dove un giocatore raggiungerà sicuramente il suo potenziale predefinito a prescindere dalle prestazioni.

(Solo) Strumento di Propaganda

E la carriera di Donnarumma, sino a questo momento, non è quella di un grande portiere. Ha giocato in un Milan mediocre, che è arrivato a giocare la Champions una sola volta e l’ha fatto senza di lui che nel frattempo era scappato a Parigi. E a Parigi è stato lapalissianamente un flop. Ha fallito il salto di qualità. Non ha rispettato le aspettative al primo (e sin qui unico) confronto con il banco di prova del grande calcio. E a Giugno rischia di essere messo alla porta da un ragazzino con zero presenze tra i professionisti.

Questo non vuol dire che Donnarumma sia scarso o che la sua carriera sia finita qui. Semplicemente che, allo stato attuale delle cose, non possiamo dire che sia un fenomeno. A 24 anni ha ancora tempo per esprimere tutto il suo (innegabile) potenziale e quando lo farà potremo etichettarlo come uno dei migliori al mondo. Farlo adesso significherebbe solo caricarlo di inutili pressioni, che palesemente il ragazzo non è in grado di sostenere

.

C’è un motivo se i nostri giovani, seppur oggettivamente meno bravi di quelli del resto d’Europa, non esplodono e si bruciano in fretta. Sta tutto nel tram tram mediatico che accompagna la loro ascesa. Quella narrativa orwelliana che ha il chiaro obiettivo di dipingere il calcio italiano come ancora all’avanguardia e al passo con i tempi, anche se ovviamente non è così da anni.

La corona di alloro mediatica che sistematicamente viene posta sul capo di tutti i giovani italiani che azzeccano due partite in fila è un palese specchietto per le allodole. Un tentativo di giustificare (e quindi di perseverare) il lassismo istituzionale che da anni vessa il nostro calcio. “Lo vedete? I giovani italiani ci sono e sono forti, basta farli giocare! Non c’è bisogno di investire nelle infrastrutture” e il circo continua. Mi stupisco di chi ancora ci casca.

Aggiornato al 05/12/2023 14:00

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Pubblicato da
Marco Palleschi Terzoli

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